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I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
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19-06-2015, 01:54 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-06-2015 07:52 PM da Hankegami.)
Messaggio: #1
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I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
I Demoni del Lago
La morte giunge dalle acque Narrato "Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ Teresa la Divina, numero 12 dell'Organizzazione, se ne stava rannicchiata contro un albero nella notte, nella foresta adiacente al Lago delle Streghe, il Territorio assegnatole nelle Terre Centrali. Il fuoco da campo scoppiettava davanti a lei, e la piccola Guerriera stava rivolta verso lo specchio lacustre visibile in lontananza, il Lago delle Streghe che dava il nome alla zona. Aveva scoperto di trovare piacevole quella visione: anche al Nord, dov'era nata, non mancavano i laghi, in quel caso incastonati tra le montagne fredde e nascosti dagli alti boschi di pino. Lì, a ridosso con le Terre del Sud, il clima era molto diverso e la morfologia locale per nulla paragonabile alla sua nativa Snoun, tra i boschi di Alphonse, ma... Creo de tener certo qual pianto de' tempo che lontan or sento... C'era stato un tempo in cui era stata completamente ignara del suo passato, chiusa in una lucida follia in cui voleva rifiutarsi di vedere la realtà, ignorare i suoi dolori, rinnegare ciò che veramente era. Era un tempo ormai svanito, eppure... non poteva negare che ora la sua anima rimanesse lesa dai ricordi, e il suo stesso modo di parlare - se ne rendeva perfettamente conto - aveva subito un pesante retaggio di quei giorni. E una parte di lei non voleva nemmeno abbandonare questo legame residuo con quei giorni di pazzia. Scrollò la testa, per allontanare quel pensiero. Melior cosa è che m'indormenti, ora. Non si era appostata lì per caso: in quella stessa sera, un Uomo in Nero l'aveva informata che avrebbe dovuto compiere una missione, l'indomani. A quanto pareva, un villaggio sul lago di nome Silence era stato vittima di misteriosi Yoma nelle ultime settimane. E lei avrebbe dovuto porre fine al problema. Un lavoro come tanti. La numero 12 diede un ultimo sguardo al lago in lontananza: in tutti quei giorni in zona, passati come responsabile di quel Territorio, non si era mai accorta di nulla di anomalo. Certo, non significava nulla, ma... ... Chissà se ciò sarà d'interesse mio. Lo avrebbe scoperto l'indomani, concluse rannicchiandosi meglio per mettersi a dormire. Citazione:Yoki utilizzato: 0% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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19-06-2015, 02:48 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-06-2015 07:52 PM da Hankegami.)
Messaggio: #2
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ L'alba giunse presto, l'aria fredda della notte che aveva spento il fuoco mentre lei dormiva. Teresa la Divina aprì gli occhi, e dopo averli sbattuti un paio di volte si alzò: non era mai stato un problema per lei, svegliarsi a quelle ore. Come la maggior parte delle persone, per lei l'alba era sempre stata il segnale della sveglia, anche da bambina, da umana a Snoun. Era la vita. La numero 12 coprì il focolare scalciando qualche zolla di terra, quindi raccolse la sua armatura, che si era tolta quando si era accampata la sera, e si vestì di essa con movimenti ormai automatici di chi era solito compiere un'operazione del genere. Fatto ciò, Teresa la Divina era pronta a partire: quelle come lei non avevano bisogno di far colazione. In ogni caso, aveva mangiato un frutto alcuni giorni prima, e sarebbe stata a posto per un po'. Uscita dalla foresta, la piccola Guerriera attraversò i pascoli, ancora liberi dal bestiame presumibilmente ancora in marcia dalle stalle, e quindi i campi in cui sparuti e assonnati contadini stavano iniziando la giornata di lavoro. Raramente qualcuno si accorgeva di lei, e comunque una Claymore in giro era una visione abbastanza frequente: la gente si preoccupava solo se le vedeva entrare nel proprio villaggio, altrimenti le lasciava proseguire per la loro strada. Divina raggiunse così la strada in terra battuta che costeggiava il lago senza subire noie, e lì finalmente incrociò più gente: semplici viaggiatori che, avendo pernottato nella locanda di un villaggio vicino, si erano ora rimessi in cammino per chissà che luogo, carri di mercanti itineranti locali e fornitori di materie prime per i fabbri e gli artigiani dei vari villaggi. Qui, a diretto contatto con lei, la reazione fu più usuale: chi stava sulla sua strada si scansava, chi stava già distante abbastanza da poter proseguire per la sua volgeva la testa per guardarla bene, ed in ogni caso riceveva male occhiate. La normalità. A ben pensarce, pur quando da casa fin Snoun ivo, villici mal vedeva noi che nello bosco viveva. Ma forse si stava riattaccando fin troppo al passato. Era quasi un problema, averne uno. Quando infine raggiunse la sponda settentrionale del lago era ormai mattino fatto; un cartello al primo bivio le permise di scoprire quale fosse il villaggio di Silence, e ad un certo punto si accorse che il flusso di viandanti per strada stava diminuendo. Il paese sembrava davvero poco frequentato. Il Sole era alto in cielo quando incontrò le prime case in pietra e legno, i tetti perlopiù in paglia e talvolta in tegole; un forte odore di pesce riempiva l'aria quasi a marcare i confini del villaggio, e i bambini scorazzavano per le strade adocchiati dalle madri alle finestre. Il suo ingresso, al solito, non passò inosservato: i suoi capelli bianchi, i suoi occhi d'argento e la sua armatura lucida la marchiavano fin troppo chiaramente: le donne presero a richiamare i bambini, i piccoli smarriti esitarono per poi tornare in casa, e gli uomini al lavoro si affacciarono dalle viuzze per comprendere il motivo di tanta confusione. Come spesso accadeva, presto si formò un capannello di curiosi tale da impedire a Divina di proseguire. Perlopiù uomini, gli sguardi tesi e le orecchie attente. Era chiaro che attendessero qualcosa. E Teresa la Divina sapeva fin troppo bene cosa. "Su, portate me da lo capo vostro."
Scandì annoiata, con piatta voce argentina. Citazione:Yoki utilizzato: 0% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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19-06-2015, 04:46 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-06-2015 07:51 PM da Hankegami.)
Messaggio: #3
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ La casa del capo villaggio a cui fu scortata dai locali, solerti nel guidarla quasi - e forse senza quasi - avessero atteso il suo ordine, era una bella abitazione di due piani in pietra e legno che dava sulla piazza del porto, il tetto in tegole come poche altre. Verosimilmente, l'uomo doveva essere relativamente facoltoso. Il capo villaggio, un robusto uomo brizzolato e baffuto, l'aspettava sull'uscio di casa, verosimilmente preavvertito dagli schiamazzi in paese. A vederlo sembrava un vecchio marinaio, zoccoli e pantaloni di tela e pipa in bocca; al vederla, si prese la pipa in mano con fare evidentemente nervoso, e le andò incontro. Sono Scott, il capo villaggio... l'uomo che ha contattato voi Claymore. sembrava ben poco contento, quasi si sforzasse a parlarle Prego, parleremo in casa mia. Divina annuì, abituata a simili trattamenti. Scott si rimise allora la pipa in bocca, e senza dire altro si voltò e si diresse in casa; la Guerriera lo seguì, mentre la gente rimase fuori. Il capo villaggio la guidò in un corridoio da cui partivano varie stanze e una scala per il piano superiore, ed infine raggiunsero un'ampia stanza adorna di una scrivania e alcuni scaffali, in parte colmi di libri e in parte da fogli e faldoni, alcuni acquarelli di mediocre qualità ritraenti barche e scene di vita marinara ad abbellire le pareti. Scott si sedette sulla sedia imbottita - raro lusso, lì dentro - posta dietro la scrivania, e attese un attimo per vedere se Divina si sarebbe seduta su una di quelle in legno e paglia intrecciata poste sull'altro lato. Quando vide che la Guerriera sarebbe rimasta in piedi, attaccò: E' da... due settimane, circa, che succede. Quasi ogni mattina, ormai, troviamo almeno una persona uccisa. E'... beh, senza interiora: è così che fanno gli Yoma, giusto? Nessuno sente niente - mai -, quindi la mattina... Ormai ci siamo ridotti quasi a festeggiare, se ci svegliamo senza trovare un cadavere sul molo. Divina annuì: una persona sbudellata era certamente opera di uno Yoma. O almeno, era altamente probabile. Insomma, c'era da lavorare. Ma doveva capire meglio dove, prima. "Rimembra l'occisi, lo loco e la data?"
Al solito, la prima reazione alle sue parole non riguardò il contenuto: Scott la guardò interdetto per qualche istante, evidentemente il tempo per agguantare il significato della domanda. Normale: il suo vocabolario era mutuato sui versi dei Racconti Celestiali, non sulla parlata umana. Divina non riusciva spontaneamente a parlare diversamente, e in parte neanche voleva. Il capo villaggio era comunque abbastanza sveglio da giungere ad una conclusione in tempi stretti. Intende... informazioni sulle vittime? Divina annuì secca, e lui rinfrancato riprese Beh... Vediamo... Quattordici, sì. In quindici giorni. Ma non uno al giorno, no... L'uomo si prese una pausa, ma Divina non ci badò molto: quasi una vittima al giorno? Strano. Tal numero val per nutrito gruppo de' mostri, o pure, io dico... Ma non dovette proseguire con la congettura: Scott si riprese nel frattempo. Le prima furono, beh... un gruppo di ragazze, quindici giorni fa. Mia figlia e delle sue amiche. Loro... loro erano solite uscire e passeggiare per la riva dopocena, chiaccherando, cose così... Ecco, in genere lei tornava a casa mentre io ancora lavoravo - sa, posseggo vari pescherecci, e di fatto sono l'uomo più ricco qui, sa com'è, il mercato del pesce e via dicendo... -, ma quella sera... no. Finito di lavorare, mi pareva strano che non fosse tornata. Uscii allora a cercarla, e... la trovai. Con le sue amiche. Quattro in tutto. Presso l'ultimo pontile, lontano dalle case. Mentre Scott prendeva nervoso due boccate di pipa, un angolo della mente di Divina annotò la pena personale dell'uomo, ricollegando le sue pause a dolori personali. E concluse che non gliene importava nulla. Quattro già la prima notte... Un Bulimico, o una frotta? Nell'intanto, il capo villaggio riprese a raccontare. Naturalmente, indagai... indagammo tutti. Nessuno udì nulla, giusto Jake l'aggiusta reti seppe dirmi che le ragazze erano passate di lì verso la banchina "quattro grossi lavori e tre piccoli" prima di me. Tenendo conto del tempo che ci mette a riparare le reti, credo significhi due ore, forse un po' meno. Dato che le ragazze ci mettevano... non so, forse un'ora a passeggiare, vuol dire che furono uccise un'ora prima che... che le trovassi. E nessuno vide nulla, no. Divina rimase zitta, senza neanche badare al colorito gergo marinaresco di cui il resoconto era infarcito. Lì per lì pensammo a dei balordi che ci avevano provato, e arrabbiati le avevano ammazzate e inscenato un attacco di Yoma, ma mancavano i colpevoli e... Beh, poi il giorno dopo le cose cambiarono. Quella mattina, le mogli di Alf e Gill vennero da me a dirmi che i mariti non erano tornati dalla pesca: capitava facessero tardi, ma la notte in genere tornavano, dicevano. Quindi mandammo altri a vedere il lago, per vedere se per caso erano rimasti incagliati o affondati... e li trovarono. Sbudellati come pesci, sulla loro barca incagliata tra i massi. Scott tirò altri due sbuffi di pipa, nervoso, mentre Divina contava con l'ausilio delle dita. Sei in due giornate... Sì alto numero. Capito che non c'era nulla da scherzare, riprese il capo villaggio mandai mio figlio Emm fino a Rabona, dai preti a cui versiamo le tasse noi. Tornò quella sera con un soldato vestito di acciaio dalla testa ai piedi, e uno spadone più piccolo solo di quello di voi Claymore. Ci disse che le stre... intendo, voi Claymore non servivate, e che ci avrebbe pensato lui. Montò dunque la guardia quella notte. Divina lasciò correre il fatto che era stato lì lì per chiamarla "strega" - non che gliene importasse - e rimase ad ascoltare. Quella notte, beh... tutti, qui in porto, sentimmo grida e stridii di mostri, ma nessuno voleva uscire: avevamo troppa paura, tutti. Il mattino dopo, trovammo sulla riva l'elmo del soldato e tanto, tanto sangue viola, di cui c'era traccia pure in acqua. Lì per lì non eravamo certi di cosa fosse successo, ma... Beh, poi passarono due giorni e nessuno ci rimise la pelle: credemmo che il soldato avesse ucciso il mostro, rimanendoci lui. Non che ci importasse: pareva che pure lo Yoma fosse morto, con tutto quel sangue. A noi andava bene così, e ci sentimmo di nuovo liberi di uscire la notte. Non serviva essere Teresa la Divina per capire che era stata una brutta, brutta mossa. Beh... sbagliavamo, ovvio. Dieci giorni fa, la mattina trovammo alla fine del molo il povero Don, il padre di Liz, una delle amiche della mia... della mia Josie. Una delle ragazze morte, sì. Sua moglie mi disse che da quando le era morta la figlia beveva sempre la sera, e quella notte era uscito per riprendersi un attimo. Era... beh, era ridotto come gli altri: lo Yoma c'era ancora. Questa volta Scott serrò i pugni prima di riprendere. A quel punto eravamo tutti arrabbiati, e decidemmo di fare la ronda la notte. Ecco, quella fu una buona idea: la notte successiva il fabbro, Mock, fu attaccato dal mostro durante la ronda. Gli altri lo sentirono e accorsero sulla banchina centrale, e riuscirono a farlo scacciare urlante. Dio buono quanto mi fece piacere! sbatté il pugno sul tavolo Mock si era fatto solo qualche graffio, e poi per altri due giorni quella bestia non si fece vedere! La cosa strana è che Mock disse che gli era arrivato dall'alto, e gli altri dissero che fuggì verso il lago, ma nessuno sentì il mostro tuffarsi... Divina comprese al volo tutto. "Se tratta de' uno Yoma Alato. Ali 'n retro tien, e vola fatato."
Era la spiegazione più logica, ma... le sfuggiva ancora qualcosa. Questo Yoma aveva fatto otto vittime in una settimana, e ne aveva cercata un'altra, fallendo... Un po' troppo. Dal canto suo, Scott impallidì non appena comprese cosa intendeva dire la ragazza. Alato?!? Cioè, vola?!?... Oh Dio, allora!... Allora!... Si tolse la pipa di bocca, e rimase a guardare il tavolo per qualche attimo. Dopodiché si riprese, e balbettò: Oh, Dio, Dio... Ora capisco! alzò lo sguardo verso Divina Vede, sei giorni fa, mentre ancora montavamo la ronda, poco dopo il tramonto tre bambini che giocavano in strada nel bel mezzo del nostro villaggio sparirono. Le madri li udirono urlare, ma una volta uscite non li trovarono più. Li cercammo tutto il giorno, e solo al tramonto ci venne voce che in un altro villaggio erano stati trovati tre corpi di bambini portati a riva dalla corrente... Scott non aggiunse altro, circa l'identità dei bambini: non ce n'era bisogno. Finora non eravamo stati capaci di capire come fosse successo, ma se mi dice ora che ha le ali... sbatté un pugno Dannato bastardo!!! Era palese cosa fosse successo: lo Yoma li aveva artigliati in volo, e per questo non li avevano poi trovati: nessuno, in genere, cercava in cielo. La mente di Divina continuava a ragionare. Tre... Tanti, pe' tutti tenerli. Che da vero siano in molti? Più Yoma alati... ma dove? Abbiamo iniziato a pensare che lo Yoma si nascondesse nell'altro villaggio. proseguì Scott E alcuni di noi passarono a fare la ronda qua. Io, nel frattempo, presi a informarmi su quanto costasse una... beh, una Claymore. Però... beh, credo che abbiamo sbagliato tattica, a mandare la ronda lì. Cinque giorni fa, la sera ci stavano meno uomini, e questa volta Ike fu preso dallo Yoma: lo sentirono urlare, ma quando gli altri accorsero, beh... era scomparso. Trovammo pure lui la sera dopo: stava sulla riva di un altro villaggio, diverso da quello dei bambini. Divina aggrottò la fronte: un villaggio diverso? Strano modo di fare, tenendo conto che colpivano solo a Silence. Che lo Yoma - o gli Yoma - volesse confondere le acque? Non ci capivamo nulla, e a quel punto io mandai una lettera a voi Claymore. Nel frattempo ci accordammo con gli altri villaggi, e pure loro si misero a fare ronde, con alcuni dei nostri a dirigere. La notte dopo, quattro giorni fa, lo Yoma però raggiunse il balcone su cui si stava godendo il fresco la vecchia Debbie, una nonnetta vedova che ha la casa sul porto: le squarciò la gola e la... beh, sì. Poi provò ad attaccare Jake l'aggiustareti, ma la ronda lo sentì e fece scappare lo Yoma. Jake se l'è cavata, almeno. Ancora, notò Divina: non si accontentava di una sola vittima, se poteva. A quel punto era chiaro, dato che era tornato a mangiare nel villaggio, che la ronda era insufficiente. Inoltre Stan, uno dei marinai, capì che era stata la corrente a portare i corpi negli altri villaggi: il mostro non si trovava lì! Li aveva lasciati in acqua e basta! Scott sbatté un pugno A quel punto richiamai la ronda -- e fu la mia decisione migliore, dico io. Divina inarcò le sopracciglia: la corrente! Ma certo! Dunque istato fu 'l vento su l'acqua che dirigea de 'l laco onne onda a portar corpi su straniere sponde! Indi da l'acqua parten loro spoglie? Ma dove avevano la base, questi Yoma? La ronda, credo, ci ha risparmiato altri attacchi per due giorni, però sapevo che lo Yoma era ancora lì fuori, quindi quando ieri mi arrivò la lettera di voi Claymore decisi di non disdire... mi sa che ho fatto bene. Che appunto, questa notte ci ha lasciato la pelle un altro, sa? L'abbiamo trovato questa mattina... sciocco ragazzo. Scott scrollò la testa Finn si era dimenticato il borsello in barca, mi ha detto sua madre: era il suo primo giorno di lavoro, capita. Però ha voluto andarlo a prendere nonostante questa fosse ormeggiata nell'ultima banchina, dove la ronda non passa. Non è più tornato, ma nessuno è andato a cercarlo prima dell'alba che non volevano andare da soli, ma se mandavamo una squadra di uomini il villaggio rimaneva sguarnito. E niente, gli han fatto un bel servizio e ora le vecchie lo stanno ricucendo per il funerale, a casa sua. Allargò le braccia Ecco tutto: quattordici vittime in quindici giorni; quattro ragazze, cinque uomini adulte, una vecchia, un ragazzo e tre bambini. Ho detto tutto? Divina lì per lì annuì, ma quasi subito le tornò in mente la missione con quelle noiose di Lune e Camillah. Un sorriso le si allargò sulle labbra. "Sì. Poteo l'ultima vittima visitare?"
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19-06-2015, 07:51 PM
Messaggio: #4
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ La salma stava sul letto privo di lenzuola, su un materasso di tela ripieno di piume d'oca e uno scheletro in legno. Finn indossava quella che Divina, dato il suo retaggio pure popolano, immaginò fosse il vestito della festa: camicia bianca sotto, giacca nera sopra, e pantaloni neri, tutto in stoffa, più due bassi stivali in cuoio conciato marrone. La casa era povera, di tre sole stanze: la camera dei genitori, quella dei figli e la cucina con tavolo per pranzare; da quell'ultima si udivano chiaramente dei singhiozzi sommessi: la famiglia del morto si era rifugiata là ad elaborare il lutto, mentre altri al momento si stavano occupando del corpo. La stanza in cui Divina si trovava era quella dei genitori, il letto a due piazze e un tavolino in legno gli unici arredi - a parte qualche pesce impagliato al muro -, più una bara lignea che quella sera avrebbe contenuto Finn per il funerale in programma: nei climi miti non si poteva ostentare troppo un corpo. Con la Guerriera c'era un gruppo di vecchiette rugose e acide vestite tutte in nero, oltre al capo villaggio Scott; le vecchie si erano dimostrate restie a far entrare la numero 12 dell'Organizzazione, ma Divina doveva ancora incontrare un umano capace di negarle qualcosa, per quanto potesse fare rimostranze: la paura superstiziosa era un'arma a doppio taglio. Nonostante Finn fosse vestito, Divina poteva ben vedere l'intricato e sinuoso percorso delle suture sul collo; le vecchie intendevano coprire pure quello con un candido fazzoletto inamidato, ma per fortuna non gliel'avevano ancora messo. L'assurdo percorso delle suture aveva reso certa la Guerriera di una cosa: non si trattava della mano di un solo Yoma; il ragazzo aveva avuto il collo lacerato, tirato da più parti contemporaneamente. E no, non le serviva essere un medico - cosa che non era - per capirlo: bastava e avanzava la sua esperienza diretta in fatti di bassa macelleria, sia da bambina come figlia di cacciatori, che come Guerriera veterana e avvezza ai bei lavori degli Yoma. Comunque fosse, l'esperienza a Nekrus con Lune e Camillah le aveva fatto scoprire un ulteriore elemento a favore dell'analisi diretta dei cadaveri: il residuo di Yoki rimasto nelle vittime poteva farle conoscere il numero di nemici da abbattere. E Finn emanava traccia di innumerevoli Yoki Uno, due, tre, quattro, cinque... o de più? Deboli son, e somma va su e giù. Peccato. Comunque sia, si trattava almeno di quattro Yoma, probabilmente di più. Si concesse un labile sorriso. Aveva visto giusto. Rinunciò a esaminare il resto del corpo già vestito: sarebbe stato superfluo. Il collo già le aveva rivelato il modo di agire di quegli Yoma: attacco - presumibilmente alle spalle - al collo, con rottura dell'osso cervicale e morte repentina. Grazie a questo, nessuno sentiva le vittime gridare. Son mostri d'ingegno? De ciò dubito: troppi rischi corsero fin ad ora. Era più probabile che la semplice maggioranza numerica facilitasse una rapida soppressione della preda. Per non parlare del vantaggio di un attacco dall'alto. Inutile tergiversare oltre, comunque: aveva tutti gli elementi necessari, ora. Era tempo di cacciare. Si rivolse allora al capo villaggio che, nonostante fosse impegnato in una discussione a bassa voce con un'anziana, non appena notò il movimento di Divina volse il capo verso di lei - e lo stesso fecero le vecchie. "Onne cosa or conosco. Fo piano
de' sequir l'orme de lo rabonense soldato: ista notte 'l porto veglio. Niuno esca pria de' mattutine mense, ne' esca alcuna ronda tradotta, poiché a' mostri darò fuori lotta." Un gruppo di Yoma alati, che verosimilmente cacciavano ogni sera nella sola Silence ma venivano facilmente intimiditi dalle ronde. E, se ci aveva preso giusto, stupidi abbastanza da ritenere facile soverchiare una Guerriera con la mera forza del numero. Sarebbe stato un lavoro facile, quello. Citazione:Yoki utilizzato: 0% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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20-06-2015, 01:59 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-06-2015 02:00 PM da Hankegami.)
Messaggio: #5
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ Né dolcezza di famiglio, né pièta
de l'anziani, né 'l debito amore lo qual dovea mia patria fare lieta, vincer potero dentro a me l'ardore ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto, e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno e con quella compagnia de' spirto da la qual non fui diserto.* La brezza lacustre le accarezzò il volto e i capelli per tutte le ore in cui Teresa la Divina rimase al molo, seduta su una bitta di pietra a cui talvolta venivano legate le funi delle barche più grosse - ma quella ovviamente era libera. Naturalmente non c'erano state obiezioni da parte del capo villaggio al suo piano - anche se l'aveva guardata di tanto d'occhi -, e come al solito la gente non aveva particolari rimostranze se la si permetteva di non dover affrontare uno Yoma. Seppure, in quel caso, lo avessero già affrontato - per quanto chiaramente si trattò sempre di scaramucce da cui i mostri si erano sempre ritirati, tanto che solo lei, Teresa la Divina, aveva capito che dovevano essere più di uno. La ronda, pertanto, quando quel pomeriggio fu convocata da Scott, non aveva avuto grosse obiezioni a non dover operare quella notte. Dopodiché, ognuno s'era sparso per comunicare ad amici e familiari di non uscire assolutamente quella notte di casa. Teneo sol dubio che desperean de' vittoria mia... Normale, date le innumerevoli perdite, e il palese fatto che fosse la prima volta che avevano direttamente a che fare con una Guerriera: non ne conoscevano la vera forza. Eppure, Teresa la Divina doveva ammettere di essersene risentita. Portarò allor le teste co' l'alba. Le teste mozzate erano sempre state un ottimo esercizio di potere, e quando erano di Yoma aggiungevano un tocco in più. Sì, gliele avrebbe portate, così avrebbero capito con chi avevano a che fare. Divina passò le ore a recitare nella sua testa innumerevoli passi de i Racconti Celestiali, il suo passatempo preferito. Il Sole passò così dallo zenith di mezzogiorno alla fase calante, via via nelle ore fino a tramontare facendosi rosso all'orizzonte. I locali iniziarono allora a tornare: i vecchi ritiratisi dal lavoro e i familiari di Finn tornarono dal cimitero fuori città, in cui avevano sepolto il ragazzo prima che facesse buio; i pescatori, rimasti a lavorare come tutti, legavano invece le barche ai moli e sbarcavano coi loro pesci; gli artigiani chiudevano le botteghe e i venditori del mercato le bancarelle, mentre le massaie tornavano in casa con la spesa utile per la cena. I bambini venivano richiamati in casa e dai comignoli iniziavano a uscire sbuffi di fumo, segno di fuochi accesi per cucinare la cena. I pescatori rimasero fino all'ultimo, mettendo i pesci in grossi barili pieni di sale poi posti in magazzini, a parte alcuni lasciati fuori ad essicare in apposite reti. Ma, alla fine, tornarono in casa anche loro, a chiudere e barricare porte e finestre. Quando il Sole divenne solo un vago raggio morente all'orizzonte, non c'era più alcuna anima viva in giro per Silence, e solo il vento disturbava le orecchie di Divina. Al che, la Guerriera aprì gli occhi, e rese viva la propria Percezione. ... Se inizia. Prevedibilmente, nulla accadde per un bel po' di tempo. La numero 12 rimase forse un'ora buona immobile e attenta, più impaziente che altro, mentre dentro le loro case serrate i locali consumavano la cena in religioso silenzio e malcelato timore. Poi, dal lago giunse un primo sentore di Yoki... fluttuante. Yoma co' l'ali, come retenevo. Dov'albergano? Ista notte lo vedo. Era effettivamente una curiosità. In teoria, lei ricordava di aver avuto a che fare con Yoma anfibi, quindi non era da scartare un rifugio nell'acqua, ma... degli Yoma alati? Pareva una contraddizione. Comunque, lo avrebbe scoperto dopo, con calma: prima, li avrebbe ammazzati. Teresa la Divina estrasse allora la sua claymore dalla schiena, e tenendola salda nella mano sinistra si alzò con tutta calma. I mostri, lo sapeva, erano ancora lontani... ma doveva ammettere di non avere così tanta pazienza da aspettarli. Dovette però costringersi a farlo, dunque nell'attesa cercò di distinguere i singoli Yoki: inizialmente Percepì solo una massa informe, quindi pian piano ebbe il graduale sentore della presenza di più auree mostruose vicine tra loro; man mano che questi si avvicinavano, poi, prese a distiguere chiaramente uno Yoki, poi due, tre, quattro, cinque... e sei. E sette. Sette, nello stesso momento in cui la sua vista illuminata dalla luna e dalle stelle le permisero di distinguere sette macchie volanti nel cielo all'orizzonte. ... Sette mostri. E niuno de' valore! Si sarebbe messa a ridere, se si fosse ricordata come si faceva. Sette Yoma da nulla! Oh, si sarebbe divertita a massacrarli. I mostri dapprima svolazzarono confusi, chiaramente alla ricerca di prede isolate lungo il porto, facili da attaccare. I loro occhi dorati avevano certamente già visto la sagoma candida della Guerriera, ma chissà - forse per l'armatura, forse per la spada, forse perché sapevano cosa fosse - potevano avere pure subodorato la trappola. Per un attimo, a Divina venne il dubbio che non l'avrebbero mai attaccata, proprio per quello. Dubbio superfluo. Avendo evidentemente constatato che Silence era deserta quella notte, i sette Yoma virarono decisamente verso la numero 12, sbattendo forte le ali all'evidente ricerca di un attacco frontale e soverchiante. Divina sorrise. ... Vere son mostri mentecatti. Come ipotizzato, avevano più stomaco che testa: pur di mangiare, si ficcavano in una evidente trappola. Come con il soldato di Rabona, come con la ronda. Peccato che non solo avessero di fronte una Guerriera dell'Organizzazione. Avevano di fronte la numero 12 dell'Organizzazione. Avevano di fronte Teresa la Divina. Nonostante i sette stessero chiaramente scendendo in picchiata il più veloce possibile, per la ragazza - avvezza ai Divoratori più pericolosi ed addirittura a certi mostri come quello affrontato a Borgo Nord - parevano quasi fermi. Senza tener conto che stavano attaccando in massa, senza nemmeno una chiara suddivisione. Patetici -- beh, d'accordo, una Novizia ne sarebbe stata terrorizzata. Semplicemente, avevano scelto il Territorio sbagliato. Poverini. Notando che nessuno di loro era intenzionato a lanciare i suoi artigli contro di lei - e nemmeno stridevano: la numero 12 comprese che lo facevano perché era questo il loro metodo usuale, per uccidere di soppiatto; peccato che lei potesse Percepirli... -, Divina decise di rimanere immobile, lasciandoli per qualche istante ancora nella loro beata illusione. Quando infine furono a pochi metri da lei - in alto alla sua destra, a ore 2, si sarebbe detto -... si mosse. Veloce: piegò le gambe per caricare un salto, quindi spiccò un balzo - non troppo forte, quanto sarebbe bastato per raggiungerli - tenendo la claymore a due mani. E, raggiuntili, sferrò un fendente a mezzaluna contro le loro braccia stupidamente tese. Finalmente, il silenzio della notte venne rotto. Gli Yoma urlarono selvaggiamente, sbattendo le ali impauriti; due di loro, a cui Divina era riuscita a mozzare entrambe le braccia, per lo shock caddero rovinosamente a terra alle sue spalle, mentre un terzo - mutilato alla sola mano sinistra - semplicemente sbandò pericolosamente in volo. Gli altri quattro, per loro fortuna troppo indietro o distanti per essere colpiti, invece si disimpegnarono immediatamente, allontanandosi terrorizzati dalle Guerriera. Atterrata, Divina si godette beata quelle grida, e senza badare alle macchie di sangue che inevitabilmente le caddero addosso, una volta constatato che nessun mostro l'avrebbe attaccata si permise di voltarsi e godersi la scena: oltre un'area di quattro braccia e una mano mozzati e distesi su una pozza di sangue, i due Yoma ora senza braccia se ne stavano in ginocchio e sotto shock a osservare la situazione. Nessuno dei loro compagni, era evidente, si azzardava a venire a soccorrerli. Il perché era evidente a Divina: era la prima volta che subivano danni tanto ingenti - dal resoconto del capo villaggio, nessuno era mai stato capace di mozzare loro nemmeno un dito, al massimo a fare ferite da taglio superficiale, dato il sangue rivenuto -, e prima di tutto erano sommamente impauriti da questa novità. Di nuovo, pietosi. La numero 12 comunque non perse tempo: approfittando dello stato di somma confusione di tutti gli Yoma, raggiunse subito i due caduti rovinosamente a terra e, con un rapido fendente da destra a sinistra... li decapitò entrambi. Ancora cinque. Gli Yoma superstiti allora urlarono isterici, e in tutta franchezza la piccola Guerriera si sarebbe aspettata un attacco di rappresaglia. E invece... batterono tutti in frenetica ritirata, volando via verso il lago. ... Cosa?!? Superato l'attimo di stupore, Divina si rese conto che invece era perfettamente logico: così come erano fuggiti dopo le scaramucce con la ronda, a maggior ragione ora che avevano perso due compagni sentivano il bisogno esistenziale di ritirarsi. Al comprenderlo, la numero 12 ebbe uno scatto di nervi. "... Vili!"
Ma dovette mangiarsela, le piacesse o no: le sue prede erano fuori portata, adesso, e se le avesse lasciate andare sarebbe stato vergognoso. Doveva raggiungerli. Ma come? Per un istante, prese in considerazione l'idea di seguirli a nuoto... ma la scartò: era vero, sapeva nuotare - aveva già fatto più missioni in situazioni simili -, ma temeva che sarebbe stata troppo lenta e impacciata. Le serviva una barca, per forza. E, si rese conto guardando il porto, lì a Silence aveva solo l'imbarazzo della scelta. Citazione:Yoki utilizzato: 0% * Divina Commedia, Inferno XXVI, 94-102, al solito modificata ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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20-06-2015, 02:49 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-06-2015 02:49 PM da Hankegami.)
Messaggio: #6
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ Compreso qual'era l'unica cosa che poteva fare per riagguantare gli Yoma in fuga e così seguire il suo lavoro, Divina scrollò la claymore per liberarla del sangue di mostro, e lasciò lì i due che aveva appena ucciso, correndo verso i moli. Lì, con un po' di nervoso dovuto all'urgenza - non poteva perdere di vista, o comunque non Percepire più, quei cinque! -, la numero 12 diede rapide occhiate alle navi disponibili. Sapeva che doveva cercare: una barca veloce, manovrabile e piccola abbastanza da poter essere guidata da lei soltanto. Scartò dunque i grandi e ingombranti pescherecci, così come i barconi usati per il commercio - anche se erano roba da poco, in confronto a quelli che solcavano il mare del Continente -; lo stesso fece per i barchini a remi: non poteva starsene a remare durante un inseguimento! Dopo qualche eterno, innervosente minuto, Divina trovò il natante adatto a lei: un modesto trasporto per acque basse, con vela a un terzo, remi e timone posteriore. Perfetto! Poco importandosene di chi fosse, con un colpo netto di spada la Guerriera ne tagliò gli ormeggi, e posta la claymore sul ponte dell'imbarcazione, con un calcio le fece prendere il largo da riva. Iniziò poi dunque a trafficare freneticamente con le corde della vena, fino a quando non prese il vento... il quale non soffiava però esattamente verso gli Yoma! Divina fu così costretta a dover correggere continuamente la rotta col remo e il timone, mentre con occhi e Percezione non perdeva d'occhio i mostri. Questo strano inseguimento andò avanti per un po' - la numero 12 avrebbe giurato per un'eternità, lei, figlia della robusta terraferma! Se non altro non soffriva il mal di mare... -, finché i cinque Yoma non cominciarono ad abbassarsi di quota. Stupita, la piccola Guerriera si guardò intorno: avevano raggiunto la zona centrale del lago, il motivo stesso per cui era chiamato Lago delle Streghe; lì, un arcipelago di massi portati dal fiume si accumulava, stimolando le fantasie dei pescatori. A parte questo, si trattava di una zona impervia per le barche. Possibil che...? E' dunque qui lor domo? La congettura trovò presto conferma: gli Yoma scomparvero presto tra le rocce, nel fitto di quella barriera massiva. Tutto ora diventava chiaro: quella zona era di fatto proibitiva per i pescatori, a causa del pescaggio pressoché nullo e dell'enorme facilità di naufragio a causa delle rocce affioranti. L'ultimo posto in cui avrebbero mai cercato alcunché. Allor non son poi cotanto allocchi... A ben pensarci, le vittime del secondo giorno di attracchi erano stati proprio due pescatori incagliatisi: prede facili facili. Bene, ora tutto quadrava. Era tempo di tornare a cacciare. Per un istante - uno soltanto -, Divina pensò alla povera barca: si sarebbe schiantata sulle rocce, poco ma sicuro. Gran bel danno, per il proprietario. Beh, cavoli suoi. Lasciando che il vento gonfiasse la vela e mantenesse la rotta - a quel punto era superfluo correggerla -, Divina riprese in mano la claymore e, tenendosi su un parabordo, attese il momento dell'impatto. Poco dopo, quando la barca fu lì lì per schiantarsi sugli scogli... la numero 12 saltò verso il primo masso dalla superficie asciutta che trovò, vale a dire uno dei più alti, raramente lambito dalle onde del lago. Nulla di particolare, ordinaria amministrazione. Un salto, la barca che sbandava di reazione, l'atterraggio su un masso, il rumore assordante del legno che si frantumava tra gli scogli - colpa del bassissimo pescaggio. Era tempo di continuare la caccia. Citazione:Yoki utilizzato: 0% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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20-06-2015, 07:40 PM
Messaggio: #7
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ La miriade di rocce affioranti, illuminate dalla luce lunare, a prima vista non sembravano celare anfratti entro cui nascondersi; eppure, Teresa la Divina Percepiva chiaramente i cinque Yoki degli Yoma più avanti. Avanzò allora per balzi tra un masso e l'altro, scegliendo i più alti e asciutti in modo da non rischiare di scivolare; salto dopo salto, la numero 12 si guardava accuratamente intorno per scovare anche visivamente le sue prede. Non che volesse essere prudente - contro simili buoni a nulla? -, al contrario la stupiva che non reagissero minimamente alla sua presenza. E infatti presto reagirono. Un grido a pieni polmoni di fatto annunciò un inedito attacco a distanza da parte di uno Yoma, riparato dietro a un masso: l'attendevano eccome - difficile non accorgersi della barca -, e a quanto pareva avevano cambiato strategia. Probabilmente a causa del nuovo terreno di combattimento, congetturò. Teoricamente, essendo in equilibrio su un masso circondato da altre rocce affioranti e acque profonde, le cinque dita scagliatele contro sarebbero dovute essere un serio pericolo per la Guerriera. Se non fosse stato che erano ridicolmente lente per i suoi standard. Una volta compresa la provenienza dell'attacco, la numero 12 nemmeno provò a schivare; semplicemente, attese che fossero abbastanza vicine, quindi tentò di mozzarle con un fendente da destra a sinistra, la lama tenuta alzata sui 60 gradi e non più. Ovviamente ebbe successo, e mentre lo Yoma mutava ora il grido in una reazione di dolore, due altre bestie si sollevarono in volo, e a distanza di sicurezza scagliarono a loro volta tutte e dieci le dita contro di lei, venti artigli in totale. In contemporanea, un urlo selvaggio partì alla sua sinistra, e voltandosi Divina vide un terzo Yoma volare a bassissima quota verso di lei, le braccia protese; fu facile intuire la tattica: volevano bloccarla tenendola per le caviglie, riuscendo così a infilzarla. Teresa la Divina sorrise. ... Non malo. Se fossero stati un po' meno casi disperati, quegli Yoma sarebbero potuti essere un problema. Ma lei aveva già ampiamente compreso i loro evidenti limiti. La piccola Guerriera piegò allora le gambe, e balzò subito - questa volta a tutta forza - verso i due Yoma alati, ovviamente in modo da passare sopra gli artigli lanciati. Facile come rubare fichi a un bambino. Questa volta però i due mostri erano distanziati, e Divina poté tagliare la testa con un ascendente solo a quello più a sinistra che aveva adocchiato, prima di ricadere assieme al cadavere. A quel punto, poteva farsi male. Cercò dunque di mantenere il sangue freddo: tenendo la spada salda in mano, si concentrò ad individuare la roccia su cui sarebbe caduta, in modo da scivolare - grazie anche agli stivali metallici - dolcemente, e quindi finire in acqua senza subire particolari danni, e... Uno stridìo acuto proveniente dalla sua sinistra bloccò il flusso dei suoi pensieri: dato che la velocità di caduta era normale, il secondo Yoma in volo aveva ben pensato di tagliarle la strada, intercettandola. Divina si sentì stupida. "... Son mentecatta, sì."
Non aggiunse altro: prese d'improvviso il polso destro del mostro, e con un deciso strattone lo obbligò a porsi sotto di lei, mentre con un rapido fendente gli mozzava le ali. Fu così che lo Yoma le fece da cuscino nell'impatto contro la roccia, rompendosi costole e schiena al posto di lei. ... GGGWWWWAAAAHHHHHHH!!!!!!!! Ma le sue urla d'agonia non durarono a lungo: scivolando verso l'acqua, la numero 12 si assicurò di mozzargli la scatola cranica con un ultimo fendente, dopodiché si lasciò cadere in acqua. ... Mancan proprio di savio intelletto. Era un po' scocciata dalla situazione, ormai: quegli Yoma così facili da uccidere sembravano ora fin troppi, e il lavoro da divertente si stava facendo noioso. Un motivo in più per terminarlo quanto prima. Teresa la Divina si concentrò sulla propria Percezione, e così le fu chiaro che lo Yoma "addetto alle caviglie" era rimasto nella sua postazione, verosimilmente indeciso sul da farsi. Ottimo. La numero 12 nuotò allora sott'acqua a tutta forza, facendo tesoro delle esperienze di nuoto passate; fu sua cura allora riemergere proprio sotto lo Yoma in questione, e... afferrarlo per una caviglia, trascinandolo con se nell'acqua. Una piccola vendetta indiretta verso un suo simile assai più anfibio e coriaceo. Lo Yoma Alato infatti risultò non essere proprio a suo agio in acqua - forse complice pure la sorpresa -, e fu pertanto facile per Divina trapassargli la gola e quindi decapitarlo con un secco movimento di polso. Servito anche quel cliente, la Guerriera dunque si arrampicò sulla roccia col solo ausilio della mano destra e delle sporgenze naturali, zuppa di acqua. Ma con un beato sorriso in volto. "... Ancor due."
Citazione:Yoki utilizzato: 0% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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20-06-2015, 08:58 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-06-2015 09:40 PM da Hankegami.)
Messaggio: #8
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ Sette Yoma Alati. Cinque uccisi, uno senza una mano, un ultimo senza dita ad una mano. Ovvero, due ancora vivi. Il lavoro non era ancora finito. Divina si erse in tutta la sua bassa statura sul masso, ignorando come poteva l'acqua che la inzuppava; se non altro era acqua dolce, acqua di lago. Fortunatamente, a quanto pareva gli Yoma superstiti non avevano ancora intenzione di attaccarla, forse per paura o per indecisione, o entrambe le cose. Un loro forte limite, che assieme ai loro scarsi rendimenti fisici e intellettivi le avevano permesso una caccia non facile, ma facilissima. Al solito, però, il finale rischiava di rovinarsi, di uscire dai canoni tanto cari alla sua folle personalità di un tempo: il racconto incentrato sulla protagonista. Con una cacofonia di urla selvagge, infatti, non appena si mise in piedi i due Yoma la attaccarono sulla distanza, dieci artigli che saettarono insieme verso di lei. Li per lì, Divina si apprestò a mozzare le protuberanze, ma mentre si muoveva... scivolò. Era troppo bagnata, per muoversi su una roccia umida. ".. Tsk!!"
Contrariata, la numero 12 abbozzò, e riuscì a tendere la sua claymore una scudo, con cui parò pare dei colpi, e parte li schivò comunque grazie alla sua elevata agilità. Questo però non le impedì di cadere in acqua. Di nuovo. Damnata agua... Uno degli Yoma però aveva abbastanza sale in zucca da sapere battere il ferro finché era ancora caldo, quindi si alzò in volo e ritentò la fortuna, tentando d'infilzarla scagliando i suoi artigli contro lo specchio d'acqua. Accortasene, Divina si affrettò a disimpegnarsi, allontanandosi di lì con poderose pinnate di piede, ed infatti evitò agevolmente anche questo attacco; solo in un secondo momento, però, le saltò in mente di afferrare quelle estremità: troppo tardi: nell'intanto lo Yoma li aveva ritirati. ... Fortuna è volta. Avrebbe dovuto impegnarsi di più, se voleva far fuori gli ultimi due mostri nonostante la trappola da scivolamento in cui si era ficcata. Decise allora di spostarsi, e in una manciata di secondi raggiunse un'altra zona irta di massi; lì riemerse, ma non si arrampicò: aveva capito che non conveniva. Meglio attirare le mosche al miele. "Ehi, villanzoni! Qui son io ita!!"
Il grido naturalmente riecheggiò nella muta notte, e i due Yoma lo udirono subito; prevedibilmente, quello in volo la individuò per primo, e forse imbaldanzito scagliò di nuovo gli artigli contro di lei. Ma Divina, appunto, era solo riemersa, e le bastò questa volta immergersi nuovamente, e a fondo, per evitare ancora una volta quelle unghie bestiali. Al che, questa volta con prontezza, afferrò un dito del mostro con la mano destra. Un piede contro la roccia a far da puntello, e tirò a tutta forza. Come per la velocità, anche la forza di quei mostri era semplicemente troppo infima in confronto alla sua: erano davvero materia per Novizie, quelli. Il mostro si trovò scaraventato di fatto contro la roccia, questo mentre Divina riemergeva con testa e spada. Giunto a portata, gli tagliò la testa. "... Ancor uno."
GGYYAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!! Il grido terrorizzato quasi di eco alla constatazione della Guerriera riempì l'aria, e alzando la testa Divina vide l'ultimo Yoma superstite innalzarsi nel cielo, mentre sbatteva freneticamente le ali per allontanarsi di lì il prima possibile: stava fuggendo, chissà dove. Alla numero 12 la cosa non piacque affatto. "Deh, non pensare de fe' franca co' me!"
Spingendo in acqua il corpo dello Yoma appena ammazzato, la piccola Guerriera si adoperò con gesti decisi per mettersi in piedi sul masso; riuscitaci, tornò a guardare il fuggiasco: era abbastanza lontano ormai, ed era chiaro che stesse semplicemente fuggendo. Divina rinunciò subito a inseguirlo: non aveva più una barca, e non era certa di poterlo seguire a nuoto. Decise allora di tentare la fortuna. Da uno certo qual punto de' vista, lontan non é suffice pe' sua vita... Tese allora il braccio sinistro indietro, preparandosi a una violenta torsione, e mirò all'indirizzo del mostro. Dopodiché, lanciò la sua claymore a tutta forza in cielo, per tagliarlo in due al volo. "... Hmpf!!"
La spada vorticò e vorticò nell'aria per molti, molti metri, accorciando secondo dopo secondo la distanza tra essa e il mostro in fuga. Dieci metri, cinque metri, due metri, un metro... ... E lo superò, vorticando un pelo sopra le sue ali. Aveva sbagliato mira: così imparava a improvvisare. "... Oh, qual desgratia!..." Sbuffò così Divina, piena di disappunto. Ora, l'unico modo per raggiungere lo Yoma sarebbe potuto essere quello. Doveva fare in fretta, però: presto, quel mostro sarebbe stato certamente fuori dalla sua portata comunque. Così, liberò il suo Yoki. D'un tratto, gli occhi le divennero dorati, le vene si fecero visibili e pulsanti sul volto, i denti iniziarono ad appuntirsi, e sentì nuova forza scorrere nelle sue vene. Ottenuto questo nuovo potere, Teresa la Divina si affrettò a tuffarsi in acqua. Citazione:Yoki utilizzato: 0-30% Limite Massimo: 1,5/30 ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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20-06-2015, 09:39 PM
Messaggio: #9
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ Lo Yoki che vorticava vigoroso nelle sue vene, Divina avanzò ad ampie bracciate e possenti calci nell'acqua, dandosi pure spinte usando i massi che incontrava per incrementare la sua velocità. Dopo alcuni, lunghissimi secondi, finalmente la numero 12 raggiunse il punto in cui la sua claymore aveva infine perso quota ed era caduta; immersasi, a suon di bracciate raggiunse la claymore che affondava, e afferratala finalmente si affrettò a riemergere. Non c'era altro tempo da perdere, e lo sapeva; alzato lo sguardo al cielo, controllò la direzione di fuga dello Yoma, e individuò il masso più lontano in quel senso. Così, mentre il mostro alato continuava la sua fuga solitaria nel cielo, la numero 12 si sforzò a raggiungere quella particolare roccia, e fatto ciò a salire su di essa in tutta fretta. "... Anf! ... Anf!"
No, ora quella caccia non le piaceva più: come aveva osato fuggire?!? Gliel'avrebbe fatta pagare cara. Aveva tutto, ora: una distanza ancora accettabile, la sua claymore, e dello Yoki. Era ora di fare quello. "Aaarrrgghh!!!"
Ruggendo di rabbia, Teresa la Divina liberò ancora Yoki, lasciando che il suo corpo diventasse muscoloso e a tratti grottesco. Per un istante. Un attimo dopo, in una restrizione istantanea, tornò totalmente normale, eccezione fatta per gli occhi dorati. E la gamba destra irta di vene pulsanti. Un attimo dopo ancora, e Teresa la Divina non era più lì. Mentre nell'aria si diffondeva un rumore come di carne fulmineamente tagliata. E lo Yoma Alato, tagliato orizzontalmente, cadeva in due tronconi sotto la Guerriera, il braccio sinistro armato che lentamente si sgonfiava degli effetti del Doppelgänger. "Volta sequente, pria cosa mozzare
l'ali a codesti dovrò io fare..." Non si sarebbe sprecata nuovamente per così poco. Mentre si tuffava, notò che allo Yoma mancava la mano sinistra. Dunque il penultimo ucciso era quello a cui aveva mozzato le dita, annotò come una curiosità poco prima di tuffarsi in acqua. Citazione:Yoki utilizzato: 30%-50% Limite Massimo 4/30 ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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20-06-2015, 10:23 PM
Messaggio: #10
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ Il ritorno a Silence fu lento. Dapprima, Divina si aggrappò al primo masso che riuscì a trovare, approfittando dell'appiglio per rinfoderare la claymore e riprendere fiato. Quindi, Soppresse un po' del suo Yoki, per non sovraccaricare le sue energie. Solo allora riprese a nuotare, diretta alla barca. Raggiuntala poco più tardi, questa si rivelò essere messa male, la prua completamente distrutta dal masso contro cui era andata a sbattere; era chiaro che fosse inutilizzabile: doveva tornare al villaggio a nuoto. Malditione... La numero 12 approfittò però della sosta per azzerare finalmente il suo Yoki, e tornata esteticamente normale riprese a nuotare. Per poi fermarsi d'un tratto: si era ricordata di una cosa. ... Ehi! Le teste de li mostri! Le bastò però un'occhiata alle spalle per ripensarci: a parte che i corpi erano stati spazzati via dalla corrente o incastrati tra i massi, a uno aveva tagliato la scatola cranica, e l'ultimo era pure stato diviso in due: non sarebbero stati bei trofei. Rinunciando a malincuore ai suoi propositi collezionistici, Teresa la Divina riprese a nuotare verso la lontana riva. Dopo alcune ore di nuoto, finalmente la numero 12 giunse in vista dei moli di Silence; era ancora notte, e nessuno era in vista. Normale: il combattimento era iniziato al tramonto. Non c'era nemmeno una luce accesa che fosse una: la piccola Guerriera si scoprì contenta che i locali le avessero obbedito alla lettera. Et ora, a lo asciutto. Raggiunto il molo più vicino, Divina vi si arrampicò, e finita l'operazione si godette la terra e l'asciutto dopo ore di acqua, acqua e acqua. Ispero me cambino de' Territor prest'alquanto: l'agua non trova 'l mio cor! Meglio la cara, fedele, sicura terraferma, sì. Stiracchiatasi a dovere, la Guerriera allora si scrollò come poté l'acqua di dosso, e solo fatto ciò s'incamminò verso la deserta piazza del porto. In pochi minuti fu infine lì, e sul momento le venne anche voglia di svegliare i locali con grida e ordini; lasciò quasi subito perdere, però: non ne aveva davvero voglia, non bagnata com'era. Ritrovò allora la bitta di pietra in cui era stata seduta fino all'inizio della caccia, e non distante i corpi dei due Yoma, ancora freschi. Sedendosi sull'artefatto litico, la numero 12 lasciò allora che il vento le asciugasse gentile vestiti e capelli, e ne approfittò per riposare un altro po'. L'alba giunse tiepida sul suo carro mentre Divina rimembrava pigramente simili versi de i Racconti Celestiali, ed i suoi raggi si insinuarono tra le finestre delle case. Nel giro di un quarto d'ora, tutti gli abitanti di Silence erano in piedi e fuori di casa. Per vedere che ne era stato degli Yoma. Divina attese muta che la folla si radunasse, nessuno che osava parlare mentre guardava la Guerriera pressoché illesa, e i due corpi di mostri vicino a lei; oh, certo, bisbigliava, indicava, guardava. Ma non parlava, non a lei. Presto però il capo villaggio si fece strada, e si mise davanti a tutti, di fronte a Divina. Fu a quel punto che, passando lo sguardo dalla ragazza ai due Yoma e viceversa, scandì la domanda che tutti i presenti avrebbero voluto pronunciare: E'... finita? Sono stati quei due? Due. Divina sorrise, e si alzò, guardando Scott negli occhi. "Sette, due qui e cinque tra li massi,
nel mezzo de lo laco in cui tana avean posto. Como a te predissi, tutti son morti: presto onne riva d'essi sarà plena. Ora, fe' largo: lo laboro è fatto, or me tolgo." Come al solito, la prima reazione alle sue parole fu un'occhiata stranita. Qualche attimo dopo, aumentarono i mormorii e qualcuno iniziò a spostarsi per aprire una via alla Guerriera. Divina, non si fece pregare, e imboccò subito quel passaggio. Al vederla partire, il vice sindaco ritrovò però la favella. Sette Yoma, oh Dio di Rabona... EHI, ASPETTA!!! le gridò dietro, raggiungendola di corsa I sol... intendo dire, il compenso! Ho sentito dire cose terribili, se non vi si paga... Divina sbatté le palpebre: ah, giusto. Non che riguardasse lei, comunque. Si voltò, però, e chiarì la cosa. "Io, de' denaro non prendo alcuno.
Uomo de' nigra veste passar verrà pe' lo denaro. Deh, bene pensando, fe' togliere lo prezzo de la barca quando lo compenso a voi chiederà." Sulle prime, sul volto di Scott passò la serenità; dopodiché, lui e un po' tutti si chiesero a che barca si stesse riferendo. Fu così, mentre Divina si allontanava dal villaggio, che si udì una voce maschile dir cose davvero cattive sul conto del Dio di Rabona: aveva trovato il proprietario di quella barca. Fu così che Teresa la Divina lasciò Silence alle spalle, dirigendosi con calma verso una qualche zona alberata del suo Territorio in cui, più tardi quella sera, presumibilmente avrebbe avuto nuovi ordini e nuovi lavori. Citazione:Yoki utilizzato: 50%-30%-0% (ritenuto Soppresso in più turni) Limite Massimo 8/30 ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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