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I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
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20-06-2015, 01:59 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-06-2015 02:00 PM da Hankegami.)
Messaggio: #5
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RE: I Demoni del Lago [Hankegami, QUEST VELOCE]
Narrato
"Parlato" Pensato Parlato NPC ______________ Né dolcezza di famiglio, né pièta
de l'anziani, né 'l debito amore lo qual dovea mia patria fare lieta, vincer potero dentro a me l'ardore ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto, e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno e con quella compagnia de' spirto da la qual non fui diserto.* La brezza lacustre le accarezzò il volto e i capelli per tutte le ore in cui Teresa la Divina rimase al molo, seduta su una bitta di pietra a cui talvolta venivano legate le funi delle barche più grosse - ma quella ovviamente era libera. Naturalmente non c'erano state obiezioni da parte del capo villaggio al suo piano - anche se l'aveva guardata di tanto d'occhi -, e come al solito la gente non aveva particolari rimostranze se la si permetteva di non dover affrontare uno Yoma. Seppure, in quel caso, lo avessero già affrontato - per quanto chiaramente si trattò sempre di scaramucce da cui i mostri si erano sempre ritirati, tanto che solo lei, Teresa la Divina, aveva capito che dovevano essere più di uno. La ronda, pertanto, quando quel pomeriggio fu convocata da Scott, non aveva avuto grosse obiezioni a non dover operare quella notte. Dopodiché, ognuno s'era sparso per comunicare ad amici e familiari di non uscire assolutamente quella notte di casa. Teneo sol dubio che desperean de' vittoria mia... Normale, date le innumerevoli perdite, e il palese fatto che fosse la prima volta che avevano direttamente a che fare con una Guerriera: non ne conoscevano la vera forza. Eppure, Teresa la Divina doveva ammettere di essersene risentita. Portarò allor le teste co' l'alba. Le teste mozzate erano sempre state un ottimo esercizio di potere, e quando erano di Yoma aggiungevano un tocco in più. Sì, gliele avrebbe portate, così avrebbero capito con chi avevano a che fare. Divina passò le ore a recitare nella sua testa innumerevoli passi de i Racconti Celestiali, il suo passatempo preferito. Il Sole passò così dallo zenith di mezzogiorno alla fase calante, via via nelle ore fino a tramontare facendosi rosso all'orizzonte. I locali iniziarono allora a tornare: i vecchi ritiratisi dal lavoro e i familiari di Finn tornarono dal cimitero fuori città, in cui avevano sepolto il ragazzo prima che facesse buio; i pescatori, rimasti a lavorare come tutti, legavano invece le barche ai moli e sbarcavano coi loro pesci; gli artigiani chiudevano le botteghe e i venditori del mercato le bancarelle, mentre le massaie tornavano in casa con la spesa utile per la cena. I bambini venivano richiamati in casa e dai comignoli iniziavano a uscire sbuffi di fumo, segno di fuochi accesi per cucinare la cena. I pescatori rimasero fino all'ultimo, mettendo i pesci in grossi barili pieni di sale poi posti in magazzini, a parte alcuni lasciati fuori ad essicare in apposite reti. Ma, alla fine, tornarono in casa anche loro, a chiudere e barricare porte e finestre. Quando il Sole divenne solo un vago raggio morente all'orizzonte, non c'era più alcuna anima viva in giro per Silence, e solo il vento disturbava le orecchie di Divina. Al che, la Guerriera aprì gli occhi, e rese viva la propria Percezione. ... Se inizia. Prevedibilmente, nulla accadde per un bel po' di tempo. La numero 12 rimase forse un'ora buona immobile e attenta, più impaziente che altro, mentre dentro le loro case serrate i locali consumavano la cena in religioso silenzio e malcelato timore. Poi, dal lago giunse un primo sentore di Yoki... fluttuante. Yoma co' l'ali, come retenevo. Dov'albergano? Ista notte lo vedo. Era effettivamente una curiosità. In teoria, lei ricordava di aver avuto a che fare con Yoma anfibi, quindi non era da scartare un rifugio nell'acqua, ma... degli Yoma alati? Pareva una contraddizione. Comunque, lo avrebbe scoperto dopo, con calma: prima, li avrebbe ammazzati. Teresa la Divina estrasse allora la sua claymore dalla schiena, e tenendola salda nella mano sinistra si alzò con tutta calma. I mostri, lo sapeva, erano ancora lontani... ma doveva ammettere di non avere così tanta pazienza da aspettarli. Dovette però costringersi a farlo, dunque nell'attesa cercò di distinguere i singoli Yoki: inizialmente Percepì solo una massa informe, quindi pian piano ebbe il graduale sentore della presenza di più auree mostruose vicine tra loro; man mano che questi si avvicinavano, poi, prese a distiguere chiaramente uno Yoki, poi due, tre, quattro, cinque... e sei. E sette. Sette, nello stesso momento in cui la sua vista illuminata dalla luna e dalle stelle le permisero di distinguere sette macchie volanti nel cielo all'orizzonte. ... Sette mostri. E niuno de' valore! Si sarebbe messa a ridere, se si fosse ricordata come si faceva. Sette Yoma da nulla! Oh, si sarebbe divertita a massacrarli. I mostri dapprima svolazzarono confusi, chiaramente alla ricerca di prede isolate lungo il porto, facili da attaccare. I loro occhi dorati avevano certamente già visto la sagoma candida della Guerriera, ma chissà - forse per l'armatura, forse per la spada, forse perché sapevano cosa fosse - potevano avere pure subodorato la trappola. Per un attimo, a Divina venne il dubbio che non l'avrebbero mai attaccata, proprio per quello. Dubbio superfluo. Avendo evidentemente constatato che Silence era deserta quella notte, i sette Yoma virarono decisamente verso la numero 12, sbattendo forte le ali all'evidente ricerca di un attacco frontale e soverchiante. Divina sorrise. ... Vere son mostri mentecatti. Come ipotizzato, avevano più stomaco che testa: pur di mangiare, si ficcavano in una evidente trappola. Come con il soldato di Rabona, come con la ronda. Peccato che non solo avessero di fronte una Guerriera dell'Organizzazione. Avevano di fronte la numero 12 dell'Organizzazione. Avevano di fronte Teresa la Divina. Nonostante i sette stessero chiaramente scendendo in picchiata il più veloce possibile, per la ragazza - avvezza ai Divoratori più pericolosi ed addirittura a certi mostri come quello affrontato a Borgo Nord - parevano quasi fermi. Senza tener conto che stavano attaccando in massa, senza nemmeno una chiara suddivisione. Patetici -- beh, d'accordo, una Novizia ne sarebbe stata terrorizzata. Semplicemente, avevano scelto il Territorio sbagliato. Poverini. Notando che nessuno di loro era intenzionato a lanciare i suoi artigli contro di lei - e nemmeno stridevano: la numero 12 comprese che lo facevano perché era questo il loro metodo usuale, per uccidere di soppiatto; peccato che lei potesse Percepirli... -, Divina decise di rimanere immobile, lasciandoli per qualche istante ancora nella loro beata illusione. Quando infine furono a pochi metri da lei - in alto alla sua destra, a ore 2, si sarebbe detto -... si mosse. Veloce: piegò le gambe per caricare un salto, quindi spiccò un balzo - non troppo forte, quanto sarebbe bastato per raggiungerli - tenendo la claymore a due mani. E, raggiuntili, sferrò un fendente a mezzaluna contro le loro braccia stupidamente tese. Finalmente, il silenzio della notte venne rotto. Gli Yoma urlarono selvaggiamente, sbattendo le ali impauriti; due di loro, a cui Divina era riuscita a mozzare entrambe le braccia, per lo shock caddero rovinosamente a terra alle sue spalle, mentre un terzo - mutilato alla sola mano sinistra - semplicemente sbandò pericolosamente in volo. Gli altri quattro, per loro fortuna troppo indietro o distanti per essere colpiti, invece si disimpegnarono immediatamente, allontanandosi terrorizzati dalle Guerriera. Atterrata, Divina si godette beata quelle grida, e senza badare alle macchie di sangue che inevitabilmente le caddero addosso, una volta constatato che nessun mostro l'avrebbe attaccata si permise di voltarsi e godersi la scena: oltre un'area di quattro braccia e una mano mozzati e distesi su una pozza di sangue, i due Yoma ora senza braccia se ne stavano in ginocchio e sotto shock a osservare la situazione. Nessuno dei loro compagni, era evidente, si azzardava a venire a soccorrerli. Il perché era evidente a Divina: era la prima volta che subivano danni tanto ingenti - dal resoconto del capo villaggio, nessuno era mai stato capace di mozzare loro nemmeno un dito, al massimo a fare ferite da taglio superficiale, dato il sangue rivenuto -, e prima di tutto erano sommamente impauriti da questa novità. Di nuovo, pietosi. La numero 12 comunque non perse tempo: approfittando dello stato di somma confusione di tutti gli Yoma, raggiunse subito i due caduti rovinosamente a terra e, con un rapido fendente da destra a sinistra... li decapitò entrambi. Ancora cinque. Gli Yoma superstiti allora urlarono isterici, e in tutta franchezza la piccola Guerriera si sarebbe aspettata un attacco di rappresaglia. E invece... batterono tutti in frenetica ritirata, volando via verso il lago. ... Cosa?!? Superato l'attimo di stupore, Divina si rese conto che invece era perfettamente logico: così come erano fuggiti dopo le scaramucce con la ronda, a maggior ragione ora che avevano perso due compagni sentivano il bisogno esistenziale di ritirarsi. Al comprenderlo, la numero 12 ebbe uno scatto di nervi. "... Vili!"
Ma dovette mangiarsela, le piacesse o no: le sue prede erano fuori portata, adesso, e se le avesse lasciate andare sarebbe stato vergognoso. Doveva raggiungerli. Ma come? Per un istante, prese in considerazione l'idea di seguirli a nuoto... ma la scartò: era vero, sapeva nuotare - aveva già fatto più missioni in situazioni simili -, ma temeva che sarebbe stata troppo lenta e impacciata. Le serviva una barca, per forza. E, si rese conto guardando il porto, lì a Silence aveva solo l'imbarazzo della scelta. Citazione:Yoki utilizzato: 0% * Divina Commedia, Inferno XXVI, 94-102, al solito modificata ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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