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QUEST Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
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30-10-2013, 11:28 PM
Messaggio: #35
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Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
Citazione:Narrato ~ Ne abbiamo discusso DIECI giorni fa, davvero pensi che io ricordi cosa mi hai detto? Rispose così all'eccesso di presunzione di Gaia, non nascondendo un certo tono sarcastico. Quella ragazza ogni tanto le dava sui nervi, lei e il suo enorme ego, che era talmente grande che probabilmente fra poco avrebbe avuto vita propria. Quella volta c’era riuscita benissimo, ad esempio. Prima di tutto, l’aveva bellamente ignorata quando quel pomeriggio le aveva rivolto la parola, finendo poi per risponderle solo quando si furono fermate. ¬ Cos'è, mi ignora o non è capace di parlare mentre cammina? Si chiese se sentisse due occhi d’argento premerle sulla nuca, perché in quel momento si impegnò veramente per guardarla male. La rabbia passò camminando, in realtà, e per ora di sera aveva già lasciato scorrere tutto, se non che la guerriera piumata volle rincarare la dose con tutta quella specie di predica il cui riassunto poteva tranquillamente essere “io già sapevo tutto, perché io ho sempre ragione, che domande inutili”. Anzi, altro che io, quella avrebbe sicuramente detto l’illustre sottoscritta, come aveva giustappunto fatto. Che nervi quando si dava tutte quelle arie, come se avesse un valido motivo per vantarsi. Tra l'altro, obiettivamente, era il bue che diceva cornuto all'asino, perché anche lei stessa faceva di tutto per apparire, ma se non altro solo quando aveva un buon motivo per farlo. Persino quando le fece dei sinceri complimenti, Syhlvia non riuscì ad accettarli come si deve, perché le parvero una sorta di presa in giro. Quasi ci fosse bisogno di tessere le sue lodi in quel modo, come se non avesse fatto altro di utile e stesse cercando di darle un contentino. Di certo lei non era andata a dirle “Oh, tesoro, come sei stata brava a dire quelle cose e a far incazzare Stan”, sorridendo. Forse però avrebbe dovuto farlo, chissà la reazione. Poi quando iniziava un discorso, non esisteva nulla al mondo che la potesse trattenere dal ripetere cose che personalmente trovava decisamente inutili. Tipo la missione: sapeva benissimo in cosa consisteva, perché quelle sì che erano informazioni importanti, e non c’era bisogno che gliele ricordasse. E pure quando disse l’unica cosa che le interessava veramente, e cioè come avrebbero agito nei prossimi giorni, si sentì in dovere di spiegarle perché aveva preso quelle decisioni, esibendosi in un monologo talmente fitto di parole che le fece venire il mal di testa. ~ Ascolta, sono la Numero Diciassette, non la Quarantadue; non c'è bisogno che mi spieghi il perché di tutte le decisioni che prendi, ci arrivo. Davvero. Disse in tono svogliato quando finalmente smise di sentire la sua voce, massaggiandosi le tempie. Sarebbe tranquillamente bastato dirle la prima frase, e ne avrebbe prima o poi capito il motivo, come se poi ci volesse una scienza per farlo, e proprio se le fosse risultata un'impresa così ardua gliel'avrebbe domandato; inoltre, a dirla tutta, si trovava anche in disaccordo, ma dopo tutti quei vocaboli perse veramente la voglia di ribattere. ¬ Quanto mai le ho rivolto la parola! La prossima volta me ne sto zitta, o se proprio voglio fare conversazione le parlo del tempo! Fece seguire qualche decina di secondi di silenzio, poi ad un certo punto si alzò. ~ Mi è venuta fame, è tanto che non metto qualcosa sotto i denti. Vado e torno. Mentì. La verità era che voleva stare un po’ da sola. Citazione:Yoki Utilizzato: 0%. |
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