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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
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15-02-2013, 04:16 PM
Messaggio: #22
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato""Vuoi sapere... cosa fa una serva?" ripeté Olivia, come a volersi assicurare di aver capito bene. Andrea, che non aveva detto una sola parola per tutto il primo giorno di viaggio (comprensibilmente, visto che aveva dormito per quasi tutto il tempo), ruppe il silenzio all'inizio del secondo giorno per porle quella domanda. Olivia inarcò il sopracciglio e osservò perplessa la numero 26, domandandosi se fosse seria o se per caso non la stesse prendendo in giro. Come faceva a non saperlo? La ragazza non riusciva a capacitarsene. Quindi... non sa recitare, ignora il significato di termini di uso comune... ma non le hanno insegnato niente? Si chiese. Strano, Andrea doveva aver ricevuto il suo stesso identico addestramento, eppure sembrava ignorare cose che per Olivia invece erano persino ovvie. Perché? Forse nel suo caso gli uomini dell'Organizzazione si erano limitati a insegnarle a combattere, tralasciando tutto il resto? Oppure era lei che non aveva assimilato nulla o quasi di quello che avevano cercato di insegnarle? Poteva essere che... Forse è soltanto non molto sveglia? Era un luogo comune che le persone che abbondavano di muscoli fossero per contro carenti di intelletto, magari però nel suo caso era vero. Comunque, dal momento che la compagna le aveva posto una domanda, Olivia, dopo alcuni secondi di silenzio, decise di provare a risponderle: "Beh, io sono la tua Cameriera. Significa che faccio le pulizie, tengo in ordine la tua casa, lavo i tuoi abiti e mi assicuro che siano sempre pronti per essere indossati quando ne hai bisogno, ti porto da bere quando hai sete, da mangiare quando hai fame, mi occupo delle tue commissioni, e più in generale, faccio quello che mi ordini di fare, dal momento che lavoro alle tue dipendenze. L'unica cosa che non faccio è combattere, perché non sono un soldato, ma una semplice domestica." Spiegò la ragazza, sempre in tono cordiale, ma badando di scandire bene ogni parola. Chissà se Andrea aveva capito adesso? Olivia sperava di sì, anche perché non avrebbe saputo come dirglielo più chiaramente di così. Comunque, quella fu la prima e unica volta che Andrea le rivolse la parola durante tutto il viaggio. Il resto del tempo, la corpulenta guerriera lo passò a dormire, mentre Olivia, dal canto suo, rimase incollata al finestrino ad ammirare estasiata il paesaggio che scorreva davanti ai suoi occhi man mano che la carrozza procedeva verso la sua destinazione. Dopo diversi giorni, finalmente arrivarono sul calar della sera alla residenza di Aloysius de Montmartre, Conte di Gèricault. Una residenza davvero sfarzosa, come ci si poteva aspettare dalla dimora di un nobile: un enorme edificio di quattro piani in mattoni rossi e legno con finestre decorate a mosaico, e circondato da uno splendido giardino di rose. Olivia restò impressionata di fronte a tanta magnificenza, che era quanto di più lontano si potesse concepire da ciò di cui lei aveva avuto esperienza. A quel punto, Hayez disse loro di prendere una delle pillole che erano state loro consegnate prima della partenza, e la ragazza obbedì prontamente. Poi, si diressero verso l'ingresso della villa, dove Andrea si presentò all'usciere usando la sua identità fittizia. O almeno, ci provò. Il suo nome falso lo disse giusto nonostante non fosse semplice da ricordare, questo bisognava riconoscerglielo, ma purtroppo quasi tutto il resto fu un'accozzaglia di parole in libertà. Se non altro però Andrea ebbe l'accortezza di limitarsi a dire l'essenziale, evitando così di pronunciare più castronerie del dovuto. Forse dovrei dire qualcosa anche io... pensò la ragazza. Non era sicura che fosse opportuno per una semplice domestica intervenire nella discussione, ma era meglio rischiare di essere inopportuna e dare una mano ad Andrea, piuttosto che rischiare di non riuscire neppure a superare il primo ostacolo. "Come ha detto la mia Padrona, abbiamo portato questo dono per Sua Signoria il Conte di Gèricault, da parte di Louis Tourier Marchese de la Varalle. Vi preghiamo di accettarlo." disse Olivia, con il tono di voce più rispettoso che le riuscì di usare (per essere ancora più rispettosa, al "Vi preghiamo di accettarlo" giunse le mani in grembo e piegò leggermente il busto in avanti, rivolgendo un inchino all'usciere), indicando a sua volta la statua che Hayez e Brera stavano trasportando. Già, la statua: Su suggerimento di Olivia, Hayez l'aveva fatta realizzare da un artigiano durante la sosta al termine del loro primo giorno di viaggio. Si trattava di una rappresentazione delle dee gemelle Teresa e Claire, raffigurate schiena contro schiena, con le mani giunte in preghiera e le ali spiegate. All'interno della statua, erano nascoste la sua spada e quella di Andrea, ma questo era un particolare di cui solo loro erano a conoscenza, nessun'altro lo avrebbe sospettato. Comunque, a quel punto Olivia, così come Andrea, rimase silenziosa in attesa della reazione dell'usciere alle loro parole. Speriamo che non faccia storie. Si augurò la ragazza... Citazione:Stato Fisico: Illesa.
Join us, brothers and sisters. Join us in the shadows were we stand vigilant. Join us as we carry the duty that cannot be forsworn. And should you perish, know that your sacrifice will not be forgotten, and that one day we shall join you. |
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