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[In Attesa] Scheda di Divina (Hankegami)
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29-10-2010, 02:06 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 22-07-2017 04:42 PM da Semirhage.)
Messaggio: #1
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[In Attesa] Scheda di Divina (Hankegami)
Nome» Divina (vero nome Teresa)
Anni» 17 Altezza» 1.57 m Peso» 45 Kg Arto Dominante» Sinistro Tipo» Attacco Tecnica Speciale» Citazione:Nome Tecnica: Doppelgänger [Livello 2] Profilo Fisico» Piccola e magra, Divina ha occhi argentei e capelli completamente bianchi, la chioma liscia che le arriva fino a metà schiena; sul viso è invece perennemente presente un'espressione fra il perso, lo stupito e lo scioccato. Profilo Psicologico» Recentemente uscita da un lungo periodo di vera e propria follia, di questo scorcio della sua vita mantiene un'istintiva tendenza a parlare in rima, mentre per lei un dialogo in prosa è fonte di difficoltà e tempestato di termini arcaici, ma non impossibile. Al trauma per la perdita della sorella s'è ora sostituita una cieca determinazione a scoprirne le cause, che tramite un patto con l'Organizzazione s'è riversato nella decisione di raggiungere la numero Uno, Serena, per forza e capacità. Quest'obiettivo la porta a mettere in secondo piano tutti, compresi civili, compagne e uomini dell'Organizzazione: dei primi si preoccupa solo che non muoiano come da ordini, per le seconde prova interesse solo se rivelano possedere capacità superiori alle sue, e per i terzi le interessa solo che onorino, un giorno, i patti, limitandosi per ora ad un rapporto per così dire professionale; proprio a causa del patto stipulato prova disprezzo nei loro confronti, ma per lo stesso motivo si sente legata a loro da tale contratto così importante per lei. Ama tuttora distrarsi recitando mentalmente dei versi, e in genere parla solo lo stretto necessario: si fa infatti più viva e partecipe solo se gli argomenti la interessano personalmente. Divina non é stupida ma piuttosto poco avvezza a rapportarsi col prossimo e a comprendere la complessità di certe situazioni, per cui cerca sempre la via più semplice e si preoccupa solo che la scelta non coinvolga civili, come da ordini. Oramai si ricorda benissimo che il suo vero nome è Teresa, ma un po' per il sempre vivo dolore della perdita, un pò come simbolo della sua vita da Claymore e del patto che la lega all'Organizzazione, preferisce usare il suo noto soprannome. Storia Personale» Teresa da Snoun era nata nei pressi appunto del villaggio di Snoun, nel cuore delle Terre del Nord. Era figlia di Askel, un cacciatore di pelli, e di sua moglie Brige, una tessitrice di lana. Teresa viveva in una grande casa contadina nel cuore della foresta assieme ai suoi genitori, ai suoi quattro zie e zii, ai suoi cugini, ai suoi vecchi nonni e, soprattutto, a sua sorella gemella, Claire. Questa grande famiglia era, per così dire, una piccola industria: mentre i suoi zii Jorn ed Eyn erano pastori e traevano lana dalle loro pecore - l'ovile era accanto alla casa - e suo padre Askel, come già accennato, cacciava lupi ed orsi per catturarne le pelli pregiate (e, nel caso degli orsi, pure l'ottima carne), sua madre Brige e le sue zie Ila e Rethe tessevano la lana e trattavano le pelli per farne abiti e tappeti; infine, il vecchio nonno Alf caricava su un carretto quanto prodotto (a parte qualcosa che ogni tanto si tenevano per loro) ed andava a vendere il tutto con sua moglie, la nonna Nila, al mercato di Snoun. Era una vita semplice e povera, e Teresa e Claire fin da piccole vennero istruite nell'arte della tessitura dalle donne di casa assieme alle loro cugine, mentre i cugini apprendevano chi la pastorizia e chi la caccia. L'unico vero intrattenimento era la sera, quando davanti al fuoco nonno Alf prendeva un grosso tomo e ne leggeva i poetici brani ai nipotini estasiati: si trattava de I Racconti Celestiali di Aldiger di Florent, un grande poeta del Sud che il vecchio giurava fosse passato proprio a casa loro durante un viaggio cinquant'anni prima e, per riconoscenza, avesse regalato all'allora giovane Alf quel libro. Quale fosse la verità , a Teresa non era mai importato: le poesie erano belle ed a lei importava solo questo. In un rigido inverno in cui lei e Claire avevano dodici anni, avvenne l'evento che cambiò la loro vita: durante una notte in cui infuriava una tempesta di neve, all'improvviso parte del tetto della casa crollò e ben presto regnò il caos generale; le due gemelle, uscite allarmate dalla stanza da letto, fecero a malapena in tempo ad intravedere un'enorme sagoma alta svariati metri torreggiare dal tetto sfondato, mentre uomini e donne adulti della casa prendevano armi ed utensili per fronteggiarlo. Pochi secondi dopo piombò infatti su di loro nonna Nila, che con un libro in un braccio e la mano libera che strattonava il loro piangente cuginetto di sette anni, Nute; la vecchia gridò loro di correre in cantina, e le gemelle terrorizzate obbedirono in preda alla paura. Mentre da sopra s'udivano grida e lamenti, la nonna ficcò tra le braccia di Claire il libro: era I Racconti Celestiali; la vecchia spiegò ai tre nipoti che era un libro prezioso e che vendendolo avrebbero avuto di che vivere, quindi aprì una porticina e ci spinse i tre dentro, richiudendola quindi a chiave. Mentre, sommamente impauriti, Teresa e Nute piangevano, Claire s'accorse che si trovavano in un piccolo tunnel che portava all'esterno - forse un' uscita d'emergenza per i bambini in caso d'attacchi di branchi di lupi...o qualcosa del genere -, ed obbligò la sorella ed il cugino a seguirla: i tre corsero allora per la foresta più velocemente che poterono, e quando giunsero a Snoun svegliarono tutti gridando aiuto. Ma il mattino dopo, quando gli uomini del villaggio organizzarono una spedizione, trovarono la casa distrutta e tutti - tutti - i suoi abitanti sventrati: Teresa, Claire e Nute erano ora soli al mondo. Allarmato, il capovillaggio chiamò un'organizzazione del sud, le Claymore, mentre ospitò di malavoglia i tre orfani; alcuni giorni dopo quattro donne biancovestite e dall'aria letale si fecero vive a Snoun e spiegarono che era opera d'uno Yoma Bulimico. Partirono quindi per la foresta e, quella stessa sera, riportarono una gigantesca e mostruosa testa come prova del loro successo. Il giorno dopo giunse uno strano uomo vestito di nero per riscuotere il compenso e, saputo dei tre orfani, chiese di prendere con sè le due femmine; il capovillaggio assentì ma, quando cercò di prendere a Claire il libro prima di consegnarla, la bambina gli morse la mano. L'uomo in nero, divertito, decise allora di fare un piccolo sconto in cambio di lasciare a Claire il suo libro. Fu così che Teresa e Claire lasciarono le loro natie Terre del Nord per raggiungere Staph, nel caldo Est. I primi tempi laggiù furono terribili: posta su un tavolo operatorio, a Teresa venne aperta la pancia e le venne inserito qualcosa di mostruoso, qualcosa che la cambiò per sempre: i suoi capelli biondi divennero bianchi, i suoi occhi azzurri d'argento, ed il suo fisico sempre gracile d'un tratto divenne capace di sforzi sovrumani. Anche Claire divenne così, ma lei sembrò affrontare con stoicità il cambiamento, fors'anche per essere di sostegno alla sorella sempre piangente; ogni sera, poi, dopo una giornata passata tra sforzi massacranti, Teresa e Claire prendevano il loro adorato libro - l'unico ricordo rimasto della loro famiglia - e ne leggevano i brani cercando di dimenticare l'orrore in cui erano piombate. Passarono quasi due anni in cui tutti gli affetti di Teresa si riversarono su I Racconti Celestiali e su sua sorella Claire, ma alla fine la malasorte piombò nuovamente sul capo della sfortunata ragazzina: Claire, nettamente la più brava e promettente delle due, ogni volta si sforzava fin troppo durante gli allenamenti, mossa da chissà quale fuoco interno; uno di quei giorni, però, chissà come superò un limite invisibile e, fra grida e spasmi, lentamente si Risvegliò davanti agli occhi di Teresa: il corpo mostruoso, la presenza inquietante, il fare bestiale le ricordarono orridamente la gigantesca figura di quella notte d'inverno. Claire venne uccisa dalle Guerriere presenti a Staph, ma gli uomini in nero s'accorsero che non serviva obbligare Teresa a non parlarne: la ragazzina da quel giorno s'era infatti chiusa in un impenetrabile mutismo. A Teresa non importava che cosa fosse diventata Claire, ma che non ci fosse più; rimasta sola con I Racconti Celestiali, ormai incapace pure di piangere, Teresa ogni sera s'immergeva da sola nella lettura del libro, cercando fra quelle righe l'affetto che nessuno più le dava. Giorno dopo giorno, sera dopo sera, dopo i quotidiani allenamenti con chi non le importava e perché non le importava, Teresa lasciò morire se stessa: l'ultima sua conclusione fu che lei e sua sorella avevano avuto questo nome in onore delle Dee Gemelle e, una volta morta una, l'altra non sarebbe dovuta sopravvivere. La ragazza senza affetti, senza sentimenti ed ora pure senza nome continuò ad immergersi nel libro di Aldiger, finché non rinacque sotto questi versi: << Benedici la santa mano
ch'omne mal dal mondo remove. >> dicomi lo maestro mio tosto << Perch'Omnepotente le diede la vertà di raddrizzar torto. Divina è nomata costei chè Dio è colui che la move. >> A lei non interessava nulla di Dio, ma aveva bisogno d'uno scopo nella vita, ed il suo libro le aveva indicato quello. Da quel giorno, la ragazza iniziò a rispondere al solo nome di Divina, finché tutti s'abituarono a chiamarla così ed il suo nome originario venne dimenticato. ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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