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[In Attesa] Scheda di Gaia (Vick_Svarta_Blixten)
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29-10-2010, 12:45 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-11-2020 10:32 PM da Vick_Svarta_Blixten.)
Messaggio: #1
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[In Attesa] Scheda di Gaia (Vick_Svarta_Blixten)
Modifiche al PF/PP
Nome » Gaia Anni » 20 Altezza » 1.71 m Peso » 60 Kg Arto Dominante » Destro Tipo » Attacco Avatar » Simbolo » Uniforme » Veste: Veste bianca aderente formata da pantaloni e giacca, col colletto rosso su cui è ricamato il suo simbolo personale. Schiena: Placca metallica per la protezione dell'area del muscolo trapezoidale della schiena, con una mantellina corta che sfiora i glutei e un'ulteriore protezione alla schiena atta a fare da fodero per le claymore, capace di portare due spade. Spalle: Spalline singole, più corte rispetto alla norma, infatti si fermano appena alla fine della spalla. Petto: Collana metallica di collegamento tra le due spalline, che funge anche da protezione per le clavicole. Braccia: Protezione piccola a protezione del polso, ma dotata di guardamano metallico. Presente stoffa rossa che ricopre l'avambraccio, fino al gomito; puramente estetica, nessuna protezione. Vita: Gonnellino metallico a lamine atto a proteggere il bacino, con lamine sovrapposte e dalle forme ricordanti fulmini stilizzati. Gambe: Parastinco con protezione fino al ginocchio e con gambali a metà coscia. Profilo Fisico » Capelli lunghi fino alle ginocchia, legati da un nastro rosso quasi alla punta (20 cm circa dalla punta), con due ciuffi più corti lasciati cadere davanti alle spalle. Fronte alta e spaziosa. Pelle morbida e liscia. Occhi grandi e sopracciglia sottili. Seno appena sopra la media, fisico allenato ma con un profilo delicato. Porta sempre la sua fascia con le tre piume attaccate per parte... La sua muscolatura le permette di puntare sulla velocità piuttosto che sulla mera potenza fisica o sulla tecnica di scherma durante i combattimenti. Dopo essere stata operata alla gamba destra per una grave ferita, ora porta una grossa cicatrice nella stessa, a testimonianza di ciò che ha passato. Dopo il suo secondo scontro con Andrea, decide, in onore dell'alleata e della sua vittoria contro di lei, di portare una treccia che cade davanti alla spalla sinistra e legata da una delle sue fascette rosse. Profilo Psicologico » Estremamente competitiva dal lato fisico (inteso come forza, velocità ecc...) fino al suo Test, dove cominciò progressivamente a non dare più grande importanza alle piccole "vittorie" e "gare", ma solo alla vittoria nella caccia, dove perdere vuole dire morire. Sarcastica la maggior parte delle volte. Calcolatrice e falsa con le altre persone, le usa e non le importa di ferirle eventualmente, se servono allo scopo; eccezione viene fatta per i personaggi che la incuriosiscono e che potrebbero esserle potenzialmente utili come alleati/e in futuro, vista la sua precaria posizione all'interno dell'Org.. Vanitosa. Usa qualunque mezzo per "vincere", anche metodi estremamente sleali. Tiene solo a se stessa. Si "eccita" (non sessualmente eh) quando caccia (qualunque cosa) e più la preda è sfuggente o dura da uccidere, più si esalta. Calma e calcolatrice quando parla con altri ma impulsiva quando combatte. Va in estasi quando uccide la sua preda. Tiene più di qualsiasi altra cosa ai suoi capelli (E' rimasta molto delusa quando ha scoperto che dal bel corvino che aveva come colore è passata ad un biondo sbiadito non diverso da molte guerriere). Dopo gli eventi con Eleanor e Julius sta diventando sempre più insolente con gli Uomini in Nero e i loro sgherri. BackGround » I miei genitori sono morti per un incendio, quando avevo appena qualche mese. Ne sono uscita incolume grazie ad un coraggioso cacciatore che passava dal mio paese; chiedendo informazioni in giro e scoprendo che tutti i miei familiari erano i miei appena defunti genitori, decise di allevarmi lui stesso (non ho mai capito cosa lo spinse a farlo, ne gliel'ho mai chiesto, non che mi interessasse particolarmente). Era un tipo molto freddo e riservato, le uniche occasioni in cui sorrideva era quando riusciva a catturare e uccidere una preda particolarmente pericolosa (si parla di animali). Mi insegnò l'arte della caccia in modo distaccato ma tuttavia efficiente; mi piaceva quello che mi insegnava, mi dava un certo gusto che non riuscivo a comprendere; almeno fino a quando non uccisi la mia prima preda... un semplice coniglio. Tuttavia fu estremamente appagante per me quell'uccisione... volevo farlo ancora e ancora...vedere quell'essere che scappava per poi riuscire a carpirgli quella vita che lui tanto aveva provato a difendere. Quando ne feci parola con Rejnark (era questo il suo nome), mi mise in guardia. Mi disse di non provare mai gioia per l'uccisione di qualcosa, altrimenti, giunta ad un certo punto non mi sarebbe più bastato e sarei caduta nell'oblio; mi disse di cercare di non diventare cosi... di non diventare come lui! Passarono gli anni e divenni sempre più ferrata in quello che Rejnark mi insegnava sulla caccia, quando un giorno qualunque d'estate, arrivammo in un piccolo villaggio chiamato Porista. Appena arrivati, gli abitanti, accortisi del nostro mestiere, ci misero in guardia sulla probabile presenza di uno "yoma" fuori dal villaggio, nella foresta. "Yoma". Me ne aveva parlato Rejnark; i cacciatori perfetti, in cima alla catena alimentare, si cibano di esseri umani. Mi ero sempre chiesta come fosse fatto uno yoma e come agisse; presi dunque la mia decisione,avrei dimostrato che gli yoma erano sopravvalutati e che io da sola avrei potuto benissimo ucciderne uno! Il padrone della locanda,ci disse comunque che il capo del villaggio aveva chiamato una "Claymore" (??) già da qualche settimana e che sarebbe potuta arrivare i qualsiasi momento. Non sapevo di cosa parlasse e non pensai a chiedere spiegazioni; il mio pensiero era tutto rivolto allo "yoma". Essendo gli unici acquirenti della locanda e avendo dunque camere separate, quella notte sgattaiolai fuori dal letto e corsi verso la foresta poco distante. Furtivamente attesi qualsiasi cosa potesse farmi capire dove potesse trovarsi lo yoma... Aspettai qualche ora, ma nulla. Stavo per tornarmene al villaggio delusa, quando sentii un lieve fruscio davanti a me... "qualcosa" uscì da dietro un albero. Aveva una forma umanoide, ma le somiglianze con qualunque essere umano finivano li. Alto e possente, con lunghe braccia che finivano in grosse mani artigliate... Occhi dorati che mi fissavano con bramosia... sentivo qualcosa gocciolare dalle sue mani e dalla sua bocca... poi, con voce gutturale mi disse:"ah eccoti qui dunque... non eri nella tua stanza, cosi mi sono "scaldato" con tuo "padre"... non ha opposto resistenza e non credo abbia sofferto molto... peccato, significa che mi rifarò con te... hahahaha". Avanzò verso di me... sentivo i suoi passi che si avvicinavano sempre di più. Superando lo shock iniziale per la perdita del mio tutore (come poteva essere morto senza opporre la minima resistenza? Che fosse più vecchio di quello che pensavo?), incoccai la freccia e tirai; la freccia sibilò verso il corpo dello yoma, che la afferrò al volo con facilità irrisoria. Poi spezzandola, mi disse: "oooh che strano... non sei paralizzata dalla paura? Eppure sei solo una stupida bambina! Be meglio, cosi è più divertente! Gihahahaha!" Non era possibile, non potevo farcela. Era uno scontro perso in partenza. Provai a scappare, sicura che la mia abilità, maturata negli anni mi permettesse di seminarlo; effettivamente lo persi di vista e mi nascosi in un cespuglio, regolando il mio respiro affannoso. Pochi secondi e sentii il suo fetido alito caldo sulla testa: "ghehehe... non sei male, bambina, ma è ora di morire... e non sarà una morte veloce, credimi!". A quel punto ero paralizzata dalla paura... "possibile...?!", non mi misi a piangere per paura, però... le lacrime cominciarono a sgorgare copiose, quando mi resi conto con disprezzo per me stessa che ero debole! Non riuscivo nemmeno a reagire in quella situazione! Però, in mezzo alla paura, al disprezzo e alla rabbia... c'era eccitazione. Non capivo... stavo per morire ed ero eccitata! Mentre questi pensieri mi turbinavano in testa, lo yoma aveva alzato la mano per cominciare la sua "opera", quando qualcosa mi schizzò in faccia, un liquido denso e non particolarmente profumato... "Aaaaaaarrghh" gridò lo yoma con voce inumana. Saltò oltre me e quello che vidi non lo dimenticherò mai. Una donna, a giudicare dal fisico, con una grossa spada in mano e un'armatura, stava in piedi davanti a me senza nessuna paura apparente. La sua spada gocciolava quello che doveva essere il sangue dello yoma. La donna spostò il suo sguardo su di me per appena un battito di ciglia, poi si concentrò sullo yoma... non capii quello che si dissero per qualche secondo, ero rapita dalla "bellezza" di quella donna! Quando iniziarono la loro danza mortale, non riuscivo a pensare a null'altro che non fosse lei. Il combattimento durò pochi secondi, ma a me sembrarono mesi; lei era cosi veloce, cosi forte, cosi... bella! Poi lo vidi... Un bagliore dorato, quando voltò il suo sguardo verso di me. Aveva gli stessi occhi di quella creatura, che fino a pochi secondi fa stava per uccidermi... le mie parole uscirono automatiche: "chi...cosa sei?" La guerriera si avvicinò, mi guardò ancora qualche secondo, poi si incamminò senza una parola verso il villaggio; la seguii. Giunta li, trovai alcuni paesani che parlottavano tra loro e quando videro quella donna, si zittirono tutti. Lei disse con voce suadente e dolce qualcosa riguardo il pagamento ad un uomo vestito di nero; i paesani annuirono in silenzio e la donna se ne andò senza mai voltarsi. Avrei potuto chiederle un sacco di cose, ma l'adrenalina mi bloccava la voce. I paesani si sincerarono della mia situazione e quando chiesi spiegazioni, mi dissero che quella era la "Claymore" che avevano chiamato... Lo dissero quasi con disprezzo, sputando sul fatto che fossero delle mezze-demoni. Chiesi più che potei su queste Claymore e presi la mia decisione. Chiesi anche del corpo del mio "maestro" e mi dissero che era meglio se non lo avessi visto. Insistetti comunque e mi portarono nella sua stanza. Rejnark giaceva sul letto in un mare di sangue e budella... ma non piansi ne mi ritrassi. Un pò mi dispiaceva per quell'uomo, nonostante tutto mi aveva cresciuta e istruita, ma si era dimostrato debole, come lo ero io stessa!... e a me gli esseri deboli non piacevano. Presi la fascia piumata di Rejnark (a quanto pare era stata la sua preda più bella). Attesi con pazienza a stento contenuta l'arrivo del fantomatico "uomo in nero". Quando arrivò (era impossibile non notarlo,almeno per un'acuta osservatrice come me), mi misi davanti a lui con arroganza e decisione e tutto d'un fiato gli dissi la frase che avrebbe deciso il mio destino: "dimmi come posso fare a diventare come lei!" Dopo qualche secondo di silenzio "lui" mi chiese quanti anni avevo e dove fossero i miei genitori. Risposi con impazienza (ai tempi avevo compiuto da poco 10 anni)...e lui sorrise... "Come ti chiami, bambina?" "Il mio nome è Gaia"... Fu cosi che venni portata ad Est... I mesi (anni) che seguirono furono terribili, la trasformazione richiedeva un dolore perpetuo e insopportabile, ma come avevo già imparato dall'infanzia, senza sacrificare qualcosa non si può ottenere tutto. Le mie compagne non mi piacevano. Avevano tutte bisogno di supporto da parte delle altre e piangevano troppo spesso; tuttavia, sapevo che se mi fossi dimostrata troppo superiore o antipatica, sarei stata presa di mira o peggio, per cui decisi di adottare una diversa tattica; fui la "migliore amica" di qualcuna di loro e cercai di andare in un modo o nell'altro d'accordo con tutte. Durante quel periodo non smisi mai di indossare la fascia di Rejnark, tranne per lavarla. Iniziai anche segnarmi le guance e la fronte con il mio stesso sangue, durante l'addestramento, quando rimanevo ferita per tagli e contusioni, cosi come faceva Rejnark le rare volte in cui si feriva. Durante l'addestramento con la spada (Claymore, ecco da dove prendevano il nome quei paesani), mi resi conto che i miei sensi già di per sé sviluppati dal mio addestramento come cacciatrice nelle foreste, mi aiutavano molto. La consapevolezza che il mio fisico fosse molto più forte, veloce, elastico e possente mi inebriava, chissà cosa avrei potuto fare con quelle capacità; d'altra parte, ero rimasta molto delusa dal cambiamento subito dalla mia pelle e dai miei capelli. Gli occhi non mi dispiacevano invece, mi davano un'aria da predatrice che mi piaceva molto. Da quella lunga notte sono passati 9 lunghi anni, in cui non ho mai potuto cacciare liberamente, rischiando seriamente di uscire fuori di testa qualche volta... mi mancavano le foreste, mi mancava uccidere... mi mancava quella sensazione inebriante, ma finalmente, giunse la fine del mio lungo addestramento. Mi mancava solo un "test" da superare, per poter finalmente essere riconosciuta come guerriera! Spoiler (Click to View) Citazione:Tempesta del Fulmine Rosso: Citazione:Uragano Rosso: Citazione:En |
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