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In Vino Veritas [The Evil One]
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10-07-2018, 09:15 PM
Messaggio: #5
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RE: In Vino Veritas [The Evil One]
Jorge Cortez ascolta la tua replica congiungendo le mani e fumando placidamente, senza mai smettere di guardarti, poi con la mano destra si toglie la pipa di bocca e risponde:
Potrebbe essere come dite voi, signorina Bianca, ovvero che qualcuno miri a danneggiare la famiglia Soma. In questo caso però la richiesta che vi abbiamo rivolto dovrebbe esser stata appoggiata anche da loro, non vi pare? E invece, quando discutevamo se chiamarvi o meno, loro si sono chiamati fuori, come se la cosa non gli importasse o non li riguardasse, dicendo di fidarsi delle conclusioni dello Sceriffo Guy, mentre i nostri compaesani, diciamo, sparivano nel nulla… strano, no? Il padrone di casa dà un’altra tirata alla sua pipa, poi prosegue: No, la famiglia Soma non sa del vostro arrivo né tantomeno che vi abbiamo fatta chiamare adesso. Visto il loro atteggiamento abbiamo preferito, a parte l’approccio iniziale, tenerli all’oscuro delle nostre mosse. A essere sinceri penso che sospettino qualcosa ma credo non abbiano idea di quando vi abbiamo fatta convocare, anche se credo che la notizia del vostro arrivo si diffonderà a breve. Jorge congiunge le braccia al petto, emette un basso borbottio incomprensibile e continua: Se fosse ancora vivo il vecchio Solomon Soma, lui non si sarebbe tirato indietro: teneva alla gente che lavorava per lui, invece a suo figlio Julian interessa solo il suo lavoro. Non pensa ad altro che non sia il suo mestiere e va detto che è maledettamente bravo nel suo lavoro ma, per il resto, sembra avere la testa tra le nuvole al punto che il vecchio, prima di morire, per evitare che gli affari andassero a rotoli, gli ha affiancato un… diciamo, amministratore. Un amico d’infanzia di Julian, Zanis Luskan che è bravo a tenere i conti e amministrare le finanze. Il punto è che per quest’ultimo sembra che i braccianti siano numeri su un foglio di carta, non persone: sa benissimo che può rimpiazzare facilmente gli operai che perde e quindi lo fa senza dar segno che queste sparizioni lo tocchino minimamente… Dopo qualche attimo di silenzio e un paio di tirate di pipa, Jorge Cortez prende un campanello che aveva sulla scrivania e lo scuote vigorosamente. Alcuni istanti dopo la porta dello studio si apre e una donna vestita con un abito da cameriera a gonna lunga compare alla porta: la donna sembra essere sulla trentina d’anni, dal fisico asciutto, alta probabilmente più di un metro e settanta, il volto carino con un mento affilato, i capelli neri raccolti in un’ordinata crocchia dietro la nuca e dallo sguardo severo. Non appena entrata rivolge un leggero inchino a te che sei l’ospite e, ovviamente, al suo padrone, il quale le si rivolge direttamente: Julia, questa è la signorina Bianca. Si fermerà da noi per qualche giorno come pensavamo ma avrà bisogno della massima libertà di movimento. Perciò avvisa il resto della servitù e soprattutto dai disposizioni all’ingresso. Accompagna la nostra ospite alla sua stanza e poi avvisa la signora Carmen che la nostra ospite vuole conferire con lei al più presto. Julia ti squadra per un istante col suo sguardo severo, impossibile dire se le fai soggezione o la lasci indifferente, per poi rispondere senza particolari inflessioni: Prego, vogliate seguirmi, signorina Bianca! Girando quindi sui tacchi per avviarsi lentamente lungo il corridoio, aspettandosi evidentemente che ti metta al passo con lei. Un attimo prima che tu esca dalla stanza, Jorge Cortez si rivolge a te per un’ultima volta: Signorina Bianca, se dovreste avere ancora bisogno di me fatemi pure chiamare. Se non sapete dove trovarmi, fate pure riferimento a Julia. Buona caccia! La cameriera ti conduce attraverso il corridoio e poi sale un’ulteriore rampa di scale, fino ad arrivare a un’ala della casa dove sembrano esserci soltanto delle porte che si aprono lungo l’ultimo corridoio. In fondo a questo c’è un’ultima porta ed è proprio quella che Julia apre, lasciando le chiavi nella serratura, per poi scostarsi, lasciarti il passo e rivolgersi a te col suo solito tono rigido e professionale: La vostra stanza, signorina Bianca. Io non posso trattenermi ma vi farò mandare un’altra cameriera per attendere alle vostre necessità. Prima che vada, desiderate che vi faccia portare qualcosa da mangiare dalla cucina? Dopo aver ascoltato le tue eventuali richieste, Julia ti rivolge una riverenza e poi, camminando dritta come un manico di scopa e a passo cadenzato si allontana lungo il corridoio. La stanza è piccola ma, per le abitudini di una guerriera dell’Organizzazione, confortevole. L’arredamento in stile rustico è semplice: un letto soffice, con un comodino e un vaso da notte dentro alla destra, un tavolino al centro della stanza, sul quale sono poggiate una bacinella d’acqua per rinfrescarsi, dei panni per asciugarsi, una lampada a olio accesa e un acciarino per accenderla, un paio di sedie sono poste vicino al tavolo e un’ampia finestra che si affaccia sui vigneti della tenuta, oramai immersi nella notte rischiarata da una luna quasi piena completano i dettagli della stanza. Non passa molto tempo che senti bussare alla porta e da quest’ultima fa capolino un’altra cameriera: apparentemente giovanissima, magra e alta come te, il suo viso da ragazzina è incorniciato da una cascata di capelli rossi lisci e lunghi fino a metà schiena: la giovinetta ti fissa con i suoi grandi occhi azzurri e con l’espressione sul volto di chi ha visto materializzarsi un personaggio delle fiabe. Dietro di lei, fuori dalla porta, intravvedi un’altra figura: Bu… Buonasera… Signora! Io sono Shyla e sono stata assegnata per attendere alle vostre esigenze finché vi tratterrete qui e… Improvvisamente la pelle chiara del viso della ragazzina arrossisce: Oh! Perdonatemi, la signora Carmen è qui! Se avete bisogno di me sono qui fuori! In evidente imbarazzo, dovuto probabilmente al fatto che Shyla non sa bene come comportarsi con te, la ragazzina, dopo una riverenza, si ritira fuori dalla porta, chiudendola dopo aver fatto entrare una donna alta quanto Julia ma molto più bella: il suo volto, sul quale appare evidente il dolore per la scomparsa del marito, è fine come quello di una bambola di porcellana, i suo capelli lunghi e mossi sono di un color castano ramato e i suoi occhi leggermente a mandorla sono castani. La donna indossa un abito marrone di fattura semplice eppure elegante che sembra fatto su misura per lei, probabilmente opera di qualche sarto: Buonasera, signorina… Bianca, se ho capito bene. Il Padrino Jorge mi ha detto che volevate parlarmi. Citazione:Se decidi di mangiare qualcosa, considera che sarà Shyla a portarti il pasto, prima di introdurre Carmen. |
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