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Juliet [Ophelia] Berserker
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16-11-2018, 09:01 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-11-2018 09:06 PM da Ophelia.)
Messaggio: #11
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RE: Juliet [Ophelia] Berserker
Citazione:Narrato Juliet divenne sempre più irrequieta: ricurva su se stessa ella respirava affannosamente, scossa da tremiti, in anticipazione. Tutta la sua concentrazione era riversa nell'atto; non solo di arrivare sull'orlo del proprio limite per la prima volta, ma di non lasciare che quella complessa illusione finisse. Era come in un sogno lucido: mente e corpo consapevoli, molta della sua fatica era dedicata al rimanere aggrappata a quello stato mentale, a far sì che non sfumasse. Se l'accolito le avesse parlato, molto probabilmente l'avrebbe udito e sarebbe comunque potuta rimanere concentrata. Avrebbe sentito una voce in lontananza, come nei sogni. Tuttavia, se qualcuno l'avesse toccata, beh... Era meglio che nessuno la toccasse in quel momento. Quando finalmente raggiunse il 70%, il tremore e l'inquietudine del suo corpo si fermarono e la sua vista si colorò di rosso. Fu come un bagliore accecante, che portò la guerriera a coprirsi gli occhi istintivamente. Avvertendo i propri artigli sulla pelle, Juliet ritirò ed esaminò le proprie mani, che poi usò per tastarsi la faccia. La pelle, il naso, la bocca... sembravano più simili che mai a quelli di uno Yoma. E questa era fatta. Prossimo nella lista delle cose da fare era riprendere la conversazione con se stessa, ora che aveva tutti gli strumenti per farcela. Non era più sola neanche in quello spazio vuoto: qualcosa si stava avvicinando. La avvertì alle sue spalle come un'ombra. Ancora una volta, la sua Percezione era a zero: Juliet avvertì la presenza grazie al suo istinto. Si voltò di scatto per ritrovarsi a guardare in uno specchio. No, non era uno specchio... Era lei, un'altra lei. L'altra Juliet la squadrò senza particolare interesse, né apparente disagio nel trovarsi in uno spazio tanto silenzioso e vuoto; poi estrasse la Claymore dalla fondina e si posizionò in maniera inequivocabile: voleva attaccarla. Juliet non perse tempo a mettersi in posizione difensiva a sua volta; molto presto incrociarono le spade con un rumore assordante che fece eco, e l'altra Juliet cercò di buttarla a terra con una spinta. Juliet contrattaccò, così come la sua "gemella", ancora e ancora... ma ogni attacco finiva in parità. Ogni fendente, spinta e calcio finiva parata dall'altra come se si trattasse davvero di un'immagine allo specchio. Poi Juliet si fermò, come se si fosse improvvisamente ricordata cosa fare. Il punto era portarsi al limite, no? Allora finché fosse rimasta nella prevedibilità non sarebbe cambiato niente. Stava usando la tecnica di sempre, i movimenti di sempre. Doveva pensare fuori dal "solito". La guerriera si sgranchì le spalle e gettò la spada a terra, proprio mentre un altro fendente era in dirittura d'arrivo nella sua direzione. Piegando leggermente le ginocchia ed estendendo le braccia lo bloccò a pochi centimetri dal suo viso. Non sentì il dolore dei tagli minori sulle mani, né diede peso al sangue che ne colava: si aggrappò alla spada come un avvoltoio e tirò. Riusciva a vedere i suoi muscoli a paragone con quelli dell'altra Juliet per rendersi conto di essere diversa da lei; quindi tirò, e riuscì a strapparle la spada di mano. La gettò lontano, vicino alla sua, e tornò alla sua avversaria. Si mosse d'istinto e la colpì con un pugno in pieno stomaco; e da quel momento fu come se qualcosa si fosse sbloccato. Nonostante il suo corpo fosse visibilmente più pesante, Juliet era più agile del solito - molto di più. Era attenta ai suoi dintorni, ma anche rilassata; ogni movimento era spontaneo, naturale. La colpì una volta, due volte, tre volte, e l'altra Juliet faceva fatica a tenerle testa. La vide liberare lo Yoki, sempre di più, ma riusciva a parare solo un quinto degli attacchi seppur al massimo del suo Yoki. Juliet era a suo agio e attaccava a mani nude, lasciandosi totalmente andare... e rendendosi conto di quanto fosse divertente. Sentiva la forza scorrere dentro di sé, il nuovo potere, ed era grandioso. L'altra sé arrancava, ansimava, non riusciva più a stare dritta con la schiena. Il naso le sanguinava copiosamente così come un sopracciglio e le labbra, e il sangue colava giù fino all'uniforme - al di sotto della quale dovevano esserci un bel po' di lividi. Si voltò per cercare di correre via verso la propria spada, ma Juliet la colpì con un ultimo calcio dietro la schiena, facendola finire a terra in posizione prona, e le cadde sopra spontaneamente. Subito le passò un braccio intorno al collo come un serpente, afferrando con la mano il braccio libero e chiudendo la presa. L'altra Juliet faceva fatica a respirare e con le mani tentava inutilmente di trovare un appiglio, togliersela di dosso... ma non ci riuscì. Juliet chiuse gli occhi e si preparò a darle il colpo di grazia, quando la sensazione dell'avversaria sotto di sé svanì. La simulazione era terminata. Si rialzò in piedi, nuovamente circondata dagli alberi e con uno Yoma con cui fare sul serio a solo qualche metro da lei. Questa era la vera prova. Citazione:Yoki utilizzato: 60%>70% |
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