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QUEST Klavierstück [Lachesi]
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01-06-2016, 11:38 PM
Messaggio: #41
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Quasi fosse rinata in seguito alla terribile esperienza psicofisica, Dua lasciò che l'intimo della sua anima cantasse in lei: si sentì più che mai conscia della realtà che la circondava, di se stessa e dello Yoma.
Reagì con tempismo eccezionale, non perdendo nemmeno un istante di tempo da quando si era accorta di quanto stava accadendo. Era perché sapeva cosa sarebbe successo, lo sentiva nella pelle e nelle ossa. E nello Yoki. Sì rizzò dalla sua posizione accucciata mentre gli artigli saettavano in aria, saltando in alto mentre quelli giungevano a bersaglio. Ma in quel momento ebbe un'amara sorpresa. Mentre saltava, infatti, si rese conto che le sue gambe non avevano energia: era come se il suo Yoki fosse... scomparso. Pessima cosa. Gli artigli le presero in pieno i gambali, rimbalzando sul metallo senza ferirla da mandole un forte urto che le fece capitolare a terra di faccia: aveva calcolato bene i tempi, ma il suo corpo l'aveva tradita. No, non il suo corpo, si rese conto: il suo Yoki. Ora che era a terra stava tornando a fluire in lei, ma proprio mentre aveva Percepito chiaramente l'attacco nemico era come se fosse... svanito. Forse le due cose erano collegate? ... Dua? La voce che proveniva dalla foresta le gelò il velo nel sangue: la conosceva bene. Che ci faceva lui lì? Ludwig era lì, seminascosto da un albero, ma faceva capitolino quanto bastava con la faccia preoccupata: perché non era rimasto nascosto? Dua, quello che hai appena fatto... Era... Stupido uomo: sembrava non aver capito in che pericolo fosse. Lo Yoma aveva a sua volta notato il musicista ormai, e con un sorriso crudele che si stava formando sul volto ritirò gli artigli lanciati mentre alzava il braccio libero. Era palese che volesse fare. Cinque artigli saettarono in aria, diretti verso Ludwig. Forse leggendo qualcosa nello sguardo di Dua, lui allora voltò il capo e... vide. Riuscì a malapena a urlare. ... AIUTO!! Era il grido di chi si rendeva conto di non avere scampo: nessun uomo poteva schivare gli artigli saettanti di un mostro da solo. Per quello serviva una Guerriera. E Dua era l'unica ad aver udito quella disperata e istintiva richiesta di soccorso. Citazione:ATTENZIONE: Preveggenza attualmente non permette di usare Yoki, per questo il salto non è stato abbastanza rapido nonostante Dua lo avesse preavvertito. Non ti conto quindi i PLM da Yoki per questo turno, comunque ora è tornato regolare e puoi usarlo già nel post di risposta. |
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31-07-2016, 06:59 PM
Messaggio: #42
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Incredibile, quella giornata da "caccia allo Yoma" si era trasformata in una ridicola sessione di riabilitazioni per persone disabili; a parte questa enorme presa per i fondelli che il Creatore, le Dee Gemelle o qualunque altra entità al di sopra di chiunque altro le aveva riservato questa farsa andava avanti da fin troppo tempo.
E sinceramente Dua era stanca di tutto questo, per cui quando l'idiota di Ludwing aveva deciso di uscire dal suo nascondiglio pensò addirittura di girare i tacchi ed andarsene: soltanto un cretino sarebbe uscito con uno Yoma nelle vicinanze e soltanto un brutto scherzo del destino, giocato male per altro, poteva aver portato un uomo come Ludwing -apparentemente intelligente ma soltanto apparentemente, a quanto pareva- a desiderare il suicidio. Era evidente che la sua passeggiata nei boschi fosse stata estratta a sorte da qualcuno che provava a dare dinamicità a quegli eventi, in effetti che lei avesse dimenticato come camminare così improvvisamente doveva essere uno spettacolo ridicolo. Ad ogni modo, se fosse stato concesso dagli astri, si sarebbe rialzata e con uno scatto verso lo Yoma avrebbe tentato con un ultimo tentativo un fendente dall'alto verso il basso con lo scopo di troncare quantomento le dita dello Yoma e salvare così il cretino dell'umano. Se non ci fosse riuscita, beh, lo Yoma aveva il suo pasto e tanto valeva andarsene e stendere un velo pietoso su quella missione patetica e ridicola. Stato Fisico: Ricoperta di sudore, stanca e un vago dolore alle gambe. Stato Psicologico: Stufa di questa situazione che rasenta il ridicolo. Yoki: 0% Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (Attiva - Yoma) |
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02-08-2016, 10:04 AM
Messaggio: #43
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Dua era stanca e stufa, cosa comprensibile date le difficoltà che continuavano a susseguirsi durante quella caccia. La scelta di sopravvalutare le proprie capacità e rinunciare a liberare Yoki quasi costò la vita a Ludwig. Che, le piacesse o no, era il suo cliente. Un po' più di sfortuna e avrebbe rischiato grosso.
Per grazia di ogni divinità esistente sul Continente, però, la tragedia fu fortunatamente solo sfiorata. Dua raggiunse infatti gli artigli dello Yoma appena in tempo, quando ormai l'organista stava vedendo la morte e le unghie affilate del mostro in faccia. La claymore della Guerriera infatti riuscì a tranciare le dita dello Yoma un attimo prima che toccassero Ludwig, gettando il mostro a terra per il contraccolpo. Solo il mignolo venne mozzato troppo tardi, e Ludwig venne infatti trafitto alla spalla sinistra, venendo a sua volta sbalzato a terra. UUAAARRRGGGHHHH!!!! L'urlo disumano di dolore dello Yoma cooprì del tutto quello decisamente umano dell'organista. Ludwig si dimenò a terra per qualche istante, digrignando i denti. Con notevole sforzo aprì poi un occhio per guardare che stesse succedendo. Ovviamente vide il mostro a terra e dolorante, e Duna in mezzo a loro con un'occasione unica pronta per essere raccolta. Uccidilo!! Gridò ansimante l'uomo. Non preoccuparti per me!! Vai!!! Chiaramente Ludwig non aveva la più pallida idea di quali fossero i sentimenti di Dua nei suoi confronti in quel momento, e ingenuamente pensò che sarebbe potuta distrarsi per andarlo a soccorrere. Aveva ragione su una cosa, però: Dua non avrebbe dovuto perdere quell'occasione d'oro di finire lì e ora quella caccia disgraziata. Citazione:PUNTI LIMITE MASSIMO: 15/20 |
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03-08-2016, 11:37 PM
Messaggio: #44
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Dua avrebbe volentieri voluto abusare dei suoi poteri demoniaci ma poiché, per qualche oscura ragione, il suo Yoki si era dimostrato estremamente instabile ed aveva persino deciso di "azzopparla" in ben più di un'occasione rendendole quella missione non solo tediosa ma a tratti persino impossibile, per quella volta la Guerriera aveva deciso di non utilizzarlo fino a quando non si sarebbe del tutto stabilizzato.
Certo, si ripeté che le faccende di prima erano parecchie strane visto che certe quantità di Yoki le aveva già raggiunte precedentemente senza alcun tipo di ripercussione immediata. Almeno, non di quel tipo. Sul perché di certi comportamenti del suo corpo aveva poco da pensarci in quel momento, però, perché in quel momento era in una situazione critica: non fu abbastanza svelta da salvare totalmente Ludwing ma riuscì a portare lo Yoma in una posizione a lui estremamente svantaggiosa: doveva approfittarsene ad ogni costo. Cercò di avvicinarglisi il più rapidamente possibile con uno scatto e con la gamba destra voleva piantare bene a terra l'arto rimanente del mostro, per evitare qualunque tipo di reazione da parte dello stesso, ed infine una volta inerme e nudo come un verme voleva decisamente decapitarlo e porre fine a quel triste capitolo della sua vita una volta per tutte. Forse aveva avuto fortuna ma di certo non era merito di alcuna grazia divina, visto che fino a quel momento pareva essersi messo l'intero creato contro di lei. Citazione:Stato Fisico: Ricoperta di sudore, stanca e un vago dolore alle gambe. |
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10-08-2016, 10:09 PM
Messaggio: #45
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Per una volta andò tutto come sperato.
Dolorante e impedito dall'artiglio ancora conficcato nella spalla di Ludwig, lo Yoma non riuscì a muoversi abbastanza rapidamente da evitare l'attacco di Dua. Tutto seguì le più rosee speranze della ragazza: il calcio al braccio fece perdere l'equilibrio al mostro, che rimase frastornato dalla caduta. Non riuscì così a opporre la minima resistenza quando la Claymore calò infine la spada su di lui. La testa dello Yoma, decapitata, rotolò e si perse tra le frasche. Era finita. Alle sue spalle Ludwig nel frattempo si era alzato dolorante, e dopo la morte del mostro si azzardò a strapparsi via quell'artiglio di dosso. Gemette di dolore, ma non ebbe altre reazioni. Mi dispiace averti seguita disse allora, ma avevo una cosa importante da fare. Una vecchia promessa. Cercò un fazzoletto con cui tamponarsi la ferita, e una volta fatto ciò riprese a parlare. Io... credo di doverti parlare. Più tardi, con calma. Si tratta di una lunga storia. Puoi? |
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11-08-2016, 08:09 PM
Messaggio: #46
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Non poteva crederci, finalmente per un motivo o per l'altro, lo Yoma era morto; Dua non sapeva nemmeno definire se quello fosse stato uno degli scontri più ostici a ragione, oppure no.
Alla fine le pareva tanto di essere stata perseguitata da una serie di sfortunati eventi ma la soddisfazione di aver piantato la lama nel collo di quella bestia -finalmente- era tanta; certo, a pensare a tutto lo sforzo fatto per arrivare fino a quel punto, lo scontro poteva dirsi deludente... Se fosse iniziato subito, quando l'esca aveva attirato lo Yoma, almeno ci sarebbe stato altro da raccontare oltre ad una continua scivolata e caduta. Ma le cose erano andate così, un po' tirate per i capelli forse, eppure tutto parve finito finalmente; poteva, finalmente, stendere un velo pietoso su quella missione di cui non avrebbe mai più voluto far menzione a nessuno. Troppi spiacevoli ricordi, escludendo il fatto che per qualche motivo le sue gambe parevano essersi emozionate troppo all'idea di funzionare correttamente, aveva lavorato per l'uomo che probabilmente amava sua sorella. L'uomo per cui, probabilmente, Elise aveva a sua volta provato qualcosa; qualcosa che nessuno aveva provato per lei, in un certo senso nemmeno Elise lo aveva mai fatto. Forse era quello il motivo per cui aveva pensato di lasciarlo crepare, per una forma di gelosia, oltre al fatto che era stato idiota. Un po', tanta, invidia per la sorella: da mostro quale era, aveva ottenuto l'affetto di qualcuno, un'impresa che a lei non era ancora riuscita... Nemmeno da umana. Ma stava riuscendo a mettersi l'anima in pace, non sarebbe mai stata amica di qualcuno: basti pensare ai recenti avvenimenti con Morgana e Angelica, forse doveva semplicemente accettare il fatto che era stata fatta per stare da sola. E forse, era il momento in cui era pronta ad accettarlo ma non con rassegnazione, non aveva in merito a questa conclusione un pensiero negativo. Una volta che ebbe constatato il decesso dello Yoma, Dua si lasciò andare: era stanca, spossata, e leggermente assonnata; lasciò cadere la spada a terra e a sua volta, si lasciò cadere sul prato ad osservare il cielo azzurro che poteva intravvedere tra le verdi frasche. Il suono del metallo che cozzava sul terreno fu preceduto da un profondo sospiro della ragazza. Spostò leggermente lo sguardo verso Ludwing, quando questo fece per parlare, ed ascoltò con fare mite le sue parole; una volta forse non avrebbe reagito in quel modo, probabilmente avrebbe sbottato e gli avrebbe detto che era un'idiota ma non lo fece. Qualunque cosa lei provasse per Ludwing, in quel momento, era indifferente; con il tempo si era calmata, e certo: trovava stupido mutare completamente ciò che si era per ciò che gli altri potevano averti fatto ma poteva imparare a gestire ciò che sentiva, a porre dei limiti alle sue assurdità senza tuttavia cancellarle. Insomma, nel caso di Dua poteva perfettamente accettarsi senza sforzarsi ad ogni costo di piacere al prossimo ma questo non voleva dire che lei dovesse essere maleducata. Non volevi separarti da me, una volta concluso l'incarico? Alla fine ne va comunque della tua reputazione; se vuoi ti riporto sulla strada principale, mi racconterai strada facendo... Disse lei, pronta a rialzarsi -ammesso che il musicista non avesse intenzione di stare lì. Citazione:Stato Fisico: Esausta. |
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16-08-2016, 10:49 PM
Messaggio: #47
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Ludwig annuì alla proposta di Dua, pallido ma risoluto.
Per strada. Va bene. Devo continuare il viaggio, dopotutto. Le fece allora cenno di fargli strada. Una volta che furono in cammino, il musicista prese a parlare con voce mesta e bassa. Avevo detto che intendevo separarmi da te... Vero. Ma era prima che ti mi avessi detto di essere la sorella di Elise. Ed è proprio di questo che volevo parlarti. Sembrò esitare, o forse la sofferenza nel volto era dovuta alla ferita. Di fatto però aspettò un po' prima di continuare. Io... ti ho mentito su molti punti. Elise mi aveva chiesto di farlo, ma... No, non saprei come raccontartelo. Ti parlerò dell'ultima volta che la vidi, alle pendici del Monte Zakol. Ludwig sospirò, e chiuse gli occhi come a rievocare un pensiero recondito. Poi li riaprì, e seguitando a stare dietro al passo di Dua cominciò a parlare col tono vissuto dei racconti. Era stata Elise a contattarmi. Era stata la prima volta: in genere ero io a trovarla. Un mattino, quello stesso Hayez che mi ha mandato te si presentò alla mia porta e mi disse dove andare. La trovai in una radura, seduta su una roccia solitaria. Tacque un attimo, poi riprese. Il suo volto era... sfigurato. Aveva vene pulsanti ovunque, uno spettacolo orribile. Non riusciva più a controllare il suo Yoki, mi disse. Cose che capitavano alle Guerriere veterane. Aveva già chiamato un'amica per quello, mi assicurò, ma prima voleva farmi sapere una cosa. Fece ancora una pausa, il volto rattristato dal ricordo. Però dopo un po' riprese, di nuovo: Aveva una sorella minore, mi fece sapere. Non me ne aveva mai parlato prima. Aveva scoperto che gli Uomini in Nero avevano preso anche lei, ma per fortuna ancora non l'avevano... trattata. Anche allora mi suonò minaccioso. Quando aveva saputo della cosa, aveva fatto un patto con gli Uomini in Nero. Un patto importante. Qualcosa che aveva a che fare con la carne e il sangue, ma non fu più chiara. Ludwig fece allora un'altra pausa, e prese a rimuginare come se stesse cercando le parole adatte. Alla fine però tornò nuovamente a parlare. Io... Beh, naturalmente avevo capito che c'era qualcosa che non andava. Le proposi di fuggire con me: avevo molti soldi, l'Organizzazione non sarebbe stata un problema. Credo che arrivai a dire che non mi importava che problemi avrebbe avuto: stupido, vero? Tutti sanno cosa succede a una Guerriera malata. Eppure lo avrei fatto, davvero. Lui ridacchiò allora senza gioia, prendendosi un'altra pausa. Infine riprese a raccontare. Lei naturalmente rifiutò. Mi disse che aveva i suoi peccati da espiare, gli stessi per cui non aveva voluto nemmeno avvicinarsi a sua sorella. Non mi specificò quali. Le chiesi allora che volesse da me. Mi disse che avrei dovuto darle un ultimo messaggio al suo posto. Questa volta la pausa fu più lunga e significativa. Ludwig allungò il passo, in modo da stare spalla a spalla con Dua. La guardò negli occhi. Il messaggio era questo. Disse in tono grave. Mi dispiace. Volevo solo che almeno tu avessi la madre viva. Vivi anche per me. Detto ciò, il musicista distolse lo sguardo, e le sue parole tornarono monotone. Non ebbi tempo per chiederle altro. Giunse proprio allora un'altra Guerriera, che teneva in mano una carta nera col simbolo di Elise impresso in bianco. Lei la chiamò Evey, e le disse che la stava aspettando. A quel punto mi salutò, e si alzò dirigendosi verso di lei. Io naturalmente le dissi di aspettare, le chiesi come avrei potuto riconoscere sua sorella. Mi diede ancora una volta una risposta criptica: riconoscerai me in lei. Se ne andò con l'altra nella foresta. Sospirò a lungo. Era chiaro che avesse capito benissimo cosa avesse fatto. Elise l'Onniscente, numero 3 dell'Organizzazione. Questo lo scoprii solo dopo, facendo ricerche. Le altre Guerriere erano restie a parlarne. Era nota per essere una manipolatrice, tanto rispettata quanto temuta. Molto diversa dalla donna che avevo conosciuto. Rimettendo insieme i pezzi, credo avesse imposto alle sue compagne di non parlare più di lei per qualche motivo. Avrebbe potuto farlo davvero: sono stato anche al suo villaggio natale, lì molta gente è convinta che lei avesse manipolato l'intera faccenda dello Yoma per qualche motivo. Se era stata capace di farlo da ragazzina, era possibile che da adulta fosse davvero capace d'imporre la sua volontà. Voleva essere dimenticata, credo. Troppi rimorsi. Sospirò ancora. Sembrava non smettere mai di sospirare. Ti ricordi che un anno dopo i Territori erano scomparsi? Ebbene, ho saputo che sembra fosse avvenuta una specie di guerra tra Guerriere. Questo deve aver aiutato i suoi propositi: le veterane morirono quasi tutte, e le nuove leve non seppero nulla di lui. Solo io ricordavo. Io, e gli Uomini in Nero. Ludwig prese allora a contorcersi le mani. Sembrava essere preso dal nervosismo. Cercai a lungo questa sorella, ma dopo un po' mi arresi. Credetti potesse essere morta con le altre. Quando però tu mi hai detto di essere sua sorella, beh... Ho dovuto verificare. Si tastò la ferita, il prezzo della sua verifica, quindi continuò. Onniscenza. O Preveggenza, ho sentito talvolta chiamarla. Vidi Elise usarla molte volte. In realtà ti avevo seguita subito e me ne stavo nascosto senza fare rumore. Ma vederlo... non potei trattenermi. Un errore. Si guardò per un attimo i piedi, quindi in un moto di coraggio alzò la testa e guardò Dua. Potrei riconoscerla tra mille movimenti, la Preveggenza. A te non è riuscita bene, ma... era quella, lo so. Non ho mai visto altre Guerriere usarla. Eri tu, e io ti ho vista. Era facile sentire il peso nelle ultime parole. Ludwig distolse ancora il suo sguardo, e guardò in alto verso il cielo. E' bello avere soddisfatto il suo ultimo desiderio. Non so cosa significhi, ma... sono contento. E triste, anche. E' come se Elise avesse preferito te a me. In quella raggiunsero la strada, il cavallo superstite lì a brucare l'erba. Lui si guardò allora intorno, e fece un ultimo sospiro. Questa è tutta la storia. E' come se mi fossi liberato un peso. Da anni suono apposta Per Elise quando incontro delle Guerriere, per vedere se reagiscono. Avrei dovuto capirlo subito, allora, ma non volevo illudermi. L'ultimo messaggio di Elise doveva essere una cosa importante, giusto? Non mi andava di dirlo per sbaglio alla persona sbagliata. Spero... spero solo di avere fatto bene. |
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17-08-2016, 07:03 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-08-2016 07:26 PM da Lachesi.)
Messaggio: #48
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Certo che devi continuare il viaggio, spero tu abbia in mente di fermarti da qualche parte per un po' di riposo almeno.
Dua ascoltò pazientemente le parole di Ludwing, camminandogli a fianco; la cadenza dei suoi passi era regolare e trasmetteva una certa tranquillità, cosa abbastanza inusuale. L'intricata matassa di cui era composta la sua vita, sembrò sciogliersi e districarsi tutto d'un colpo; la sensazione fu agrodolce, piacevole da un certo punto di vista e doloroso dall'altro: non importa come poni certi argomenti, scrivere sulle pagine della propria vita un punto così definitivo sarebbe stato sempre doloroso. Inizialmente Dua parve leggermente confusa, dunque Ludwing voleva o non voleva separarsi da lei non appena ne avesse avuta l'occasione? Non era certa che lui la volesse intorno ancora a lungo, forse voleva solo parlarle di quel qualcosa che sembrava affliggerlo più della ferita fisica che aveva subito; dunque lo lasciò proseguire. Poi l'argomento iniziò a trattare di sua sorella, Elise, e a quel punto Ludwing sentì nominare un luogo dove lei non aveva mai avuto il piacere di visitare: il Monte Zakol; probabilmente sua sorella si trovava in quelle zone di pattuglia, non che la cosa avesse una qualche importanza per lei in quel momento. Dua fu molto sorpresa nel sentire che fu Elise a cercare Ludwing e a dire il vero, leggermente intenerita: voleva dire che il tempo che lui ebbe trascorso ad importunarla, tutto sommato non era stato speso in vano. Se Elise, l'algida ed austera sorella che ricordava, era arrivata a far chiamare qualcuno doveva significare molto. Ma la cosa che più la colpì fu il nome di Hayez: voleva dire tante cose, che in parte egli avesse mentito. Non aveva rivelato immediatamente che aveva conoscenza diretta di Ludwing, quindi era chiaro che sotto ci fosse qualcos'altro ma per ora non riusciva ancora a capire perché. Certo, al momento era molto scossa dalle rivelazioni ma non diede nulla a vedere e pur avendo il cuore che batteva a mille -un po' per curiosità- non esplose lasciando che tutti i suoi sentimenti fuoriuscissero senza contegno. Insomma, non come accadde nella grotta al Nord o come molte altre cose. Quando Ludwing descrisse il problema di Elise, Dua capì immediatamente: poteva immaginare quanto fastidioso fosse non poter controllare il proprio Yoki. E anzi, più che immaginarlo, lo aveva vissuto da poco sulla sua pelle. Ma capì che per Elise fu un caso molto peggiore del suo, sapeva poco del rilascio dello Yoki... O meglio, delle conseguenze, ma sapeva non fosse una cosa positiva. Per un attimo fissò l'umano e lo vide rattristato dal ricordo, come se lo stesse vivendo in quell'esatto momento; un po' patetico a dire il vero ma non poteva negargli un po' di empatia. Alla fine il discorso si spostò proprio su di lei, sulla sorella minore e dimenticata, e capì che la morte di Elise poteva coincidere con il suo arrivo nell'Organizzazione ma spostò l'attenzione più su sé stessa che sulla sorella; un patto di sangue e carne poteva voler dire una sola cosa. Una sola cosa che, per il momento, preferì non immaginarsi nemmeno; fu un attimo di secondo in cui provò una totale negazione nei confronti di ciò che era e di ciò che era stata. O meglio, chi. Abbassò lo sguardo, sorridendo per l'ingenuità con cui Ludwing raccontò dei suoi sentimenti. "Povero stolto" Pensò lei, con tono totalmente denigratorio; però non poteva fare a meno di pensare che quel pensiero tenero e sciocco, avrebbe fatto senz'altro piacere ad una persona morente. "Nessuno può tradire l'Organizzazione." L'ultima parte saliente fu ancora una volta concentrata su di lei, dunque Dua fissò intensamente l'umano ed aspettandosi una sorta di dichiarazione eroica ma fu soltanto un messaggio di scuse. Ironico poi, visto che la madre viva era nient'altro che uno Yoma... Molto più umano di Elise, sotto certi aspetti, ma pur sempre uno Yoma. Un altro colpo di frusta arrivò a Dua quando scoprì che Elise era la Numero 3 dell'Organizzazione, interessante a dir poco ed al tempo stesso umiliante visto che lei vicino a quel tre doveva scrivere uno zero come minimo. Ad ogni modo, fu rivelata anche la vera natura di sua sorella: quella di una manipolatrice, di una persona furba che con un braccio tende una pacifica stretta di mano mentre con l'altra impugna un'arma. Sì, doveva riconoscerlo: sua sorella era astuta e non c'era motivo per cui lei non potesse essere salita davvero al rango di numero 3... ...Eppure lei era un po' gelosa della cosa, anzi, totalmente: perché sua sorella, pur essendo quello che era, doveva aver ottenuto tutto? L'amore, l'amicizia, la fedeltà, una cifra singola, e lei praticamente nulla? Il discorso proseguì con un po' di storia dell'Organizzazione che al momento non interessava molto a Dua ma era sorpresa dal fatto che lei venisse a conoscenza di certi argomenti tramite un umano e non un uomo dell'Organizzazione. C'erano troppe ombre in quella faccenda e tra i sentimenti di amicizia e rivalità che provava per la sorella, quelli che poteva provare per Ludwing e quelli che provava per l'Organizzazione, nella sua testa c'era un enorme calderone di idee confuse e prive di senso. Ma su una cosa poteva concordare con Ludwing: tutto quello era stato sia un momento di gioia che di tristezza al tempo stesso. Alla fine non poteva che essere così, quando tiri i fili del tuo cuore è bello scoprirne la trama ma non puoi aspettarti che una leggera fitta al petto non si faccia sentire. Dua osservò il cielo, un po' incredula, ancora intenta ad immagazzinare le informazioni: molto probabilmente sia Hayez che l'Organizzazione sapevano di che materiale lei fosse fatta ma non glie lo dissero mai, dovevano eppure esserci delle ottime motivazioni e lei ne era certa. Le avrebbe scoperte, a tempo debito. -Ora capisco.- Disse lei, improvvisamente dopo un tempo indeterminato di silenzio. Si colpì leggermente la coscia destra con la mano, come seccata di essersi fatta sfuggire particolari simili. Lentamente portò la stessa mano all'altezza del suo collo a ripercorrere il suo simbolo ricamato sulla tuta. -Intendo dire, capisco il perché di tutte queste strane sensazioni. Sai il processo con cui delle bambine vengono trasformate in delle Streghe spietate? Non so descriverlo con precisione, ovviamente, però ti fanno questa lunga incisione lungo tutto l'addome ed utilizzano la carne di una belva... Gli Yoma.- Dicendolo aprì leggermente la tuta, quel tanto che bastava per mostrare la cicatrice del suo corpo a Ludwing, rimase ferma in silenzio a fissare la sua stessa ferita come incuriosita per almeno cinque secondi. Poi si ricoprì. -...Credo che nel mio caso abbiano usato un tipo diverso di "bestia". E come dicevo, credo che questo spieghi molte cose: durante il combattimento, anzi, da quando ti ho incontrato non ho fatto altro che pensare a lei, così senza motivo. Mentre ero a terra poc'anzi mi son sforzata di pensare che fosse perché tu eri in zona e tu, inevitabilmente, mi facevi pensare a lei ma per quale motivo avrei dovuto avere lei in mente durante un combattimento? In qualche modo... Avvertirla? Non ho mai usato quella... Onniscenza che dici tu, prima d'ora, poi incontro te e improvvisamente ci riesco. Non è una coincidenza, non ti pare? E poi spiegherebbe perché da una parte mi irriti mentre dall'altra io..- Si interruppe bruscamente, non sapeva nemmeno lei perché ma aveva paura di ciò che avrebbe potuto dire. -Diciamo che mi fai quasi tenerezza.- Che infondo gli volesse del bene? Annuì, convinta. Incrociò le braccia dietro la schiena, osservando l'orizzonte e sforzandosi di non fissare Ludwing. Quindi aveva sua sorella nel suo corpo? In qualche modo quella era una cosa molto più inquietante di sapere di avere soltanto uno Yoma dentro di sé. La cosa la irritava un po', allora lei chi era: Dua o Elise, o entrambe? Doveva farsi chiamare Duse? O Elua? Che sciocchezza... Ad un certo punto si voltò verso Ludwing, un po' offesa. -Sai, la cosa mi irrita sinceramente. Per un attimo della mia vita mi sarebbe piaciuto vivere lontana dalla sua ombra, in modo indipendente; semplicemente facendo me stessa. Ora scopro che probabilmente ciò che ho di forte proviene dalla mia sorella defunta... Una numero 3! Mentre ciò che ho di più debole è ciò che mi appartiene.- Si fermò, fissando il terreno; ebbe bisogno di qualche secondo per rasserenarsi: tutto quello voleva dire che le cose sarebbero state molto più difficili per lei che per le altre. Doveva far risaltare il suo acume ed accettare i doni che il cielo aveva voluto per lei ma per l'ultima volta: doveva chiudere e porre un punto definitivo a quella storia. Lei non era la ragazzina insicura che pensava di essere, che credeva di essere e che aveva finto di essere; lei non avrebbe più dovuto anteporre gli interessi delle proprie compagne sopra i suoi, lei avrebbe dovuto smettere di vivere nell'ombra di Elise perché era tutto un suo stato mentale. Lei era meglio e lo avrebbe dimostrato, da quel giorno si sarebbe allenata sapendo che il suo stato mentale ed emozionale era più stabile che mai rispetto al passato. Sorrise a Ludwing: -...Ah, vorrà soltanto dire che mi tocca arrivare al numero due in classifica! Niente di impossibile, ti dirò.- Questo non lo sapeva, a dire il vero. Ad ogni modo, per porre fine una volta per tutte a quella storia, aveva bisogno di fare un'ultima cosa. -Per quanto riguarda Elise, se vuoi che io sia sincera con te... Non è mai stata quella che definirei una persona per bene, empatica e gentile. Non con me, almeno. Più che della madre, mi importava di risaltare ai suoi occhi ma non so se sia mai riuscita a capirlo. Se lo ha fatto... Lo ha fatto troppo tardi. Ma sai, quella che conosco io non è la stessa persona che conosci tu né tanto meno quella che conoscono o conoscevano le altre Guerriere. Ognuno sceglie di vedere ciò che gli serve di una persona, non l'insieme, e mi sembra di capire che tu abbia scelto il lato migliore di lei. Sarò felice di vederla sotto quella luce anche io, insieme a te.- Sorrise. Era sincera ed aveva fatto ciò che le occorreva per porre fine il capitolo della sua vita chiamato "Elise". L'aveva perdonata. Citazione:Stato Fisico: Stanca ma situazione regolare, leggera fitta al petto. |
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26-08-2016, 01:57 PM
Messaggio: #49
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Ludwig rimase in silenzio ad ascoltare la successiva spiegazione di Dua, così come prima non aveva commentato le frasi con cui aveva inframezzato il suo racconto. Alla fine si limitò ad annuire, sì alzò e andò a prendere il suo cavallo.
Io... immagino di aver fatto la mia parte disse infine mentre tirava le briglie dell'animale. Non posso parlare per Elise, ma... Immagino avesse considerato questa tua risolutezza quando mi raccontò tutto. Ti auguro ogni bene, davvero. Salì allora a cavallo, sussultando per la ferita. Forse è meglio che me ne vada da solo, ora. Ti ringrazio per avermi salvato la vita, e... anche per avermi permesso di dare quel vecchio messaggio. Se mai avrai bisogno di me, cercami pure: Ludwig l'Organista è un nome ormai ben conosciuto. Ci sarò per ogni cosa di cui avrai bisogno. Le sorrise un'ultima volta, quindi spronò il cavallo e si allontanò lungo il sentiero. Anche se avesse voluto seguirlo, Dua notò però una presenza tra gli alberi che la trattenne. Una presenza dotata di bastone e cilindro. Mentre Ludwig si allontanava solo lungo il sentiero, Hayez emerse dalla boscaglia davanti ai suoi occhi. Turnazione: Hayez |
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26-08-2016, 02:05 PM
Messaggio: #50
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Non mi ricordavo nemmeno più di quella volta, ci crederesti? buttò lì l'Uomo in Nero mentre guardava Ludwig ormai lontano. Si è rifatto un guardaroba, da allora: sarà per quello.
Come sempre Hayez era impeccabile, il vestiario apparentemente incompatibile con un uomo che aveva attraversato una foresta a piedi. Distaccò quasi subito lo sguardo dal musicista, per posare gli occhialini scuri e lo sguardo sornione su Dua. Mi chiedo con chi abbia fatto quel patto Elise. Aigor, forse, o Araldus? Forse addirittura Tussauds... Non importa. Ormai è stato fatto, ed è tutto tuo. Hayez allora si mosse, rientrando nel bosco laddove lei sapeva ci fosse il cadavere dello Yoma. Vai pure a riposarti in attesa di nuovi ordini, Dua. La tua missione qui è conclusa, direi. HAI DIRITTO A UN POST CONCLUSIVO
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29-08-2016, 11:19 AM
Messaggio: #51
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Ovviamente, era difficile credere che un uomo come Hayez si potesse dimenticare di qualche villico legato in qualche modo all'Organizzazione ma per quella volta lasciò passare la cosa, alla fine non importava molto.
Probabilmente non avrebbe mai più rivisto Ludwing e ciò le lasciò un senso di amarezza misto ad una buffa ed ironica completezza dell'essere. Dopo aver elencato qualche nome che Dua non aveva mai sentito nominare. e che almeno al momento parevano irrilevanti, anche Hayez si dileguò nella foresta lasciandola sola con i propri pensieri. Non aveva molto di cui rammaricarsi ad ogni modo ma avrebbe sfruttato con gioia il riposo che a quanto pareva, si era guadagnata e che probabilmente non sarebbe durato a lungo. Stato Fisico: Stanca ma situazione regolare. Stato Psicologico: Serena. Yoki: 0% Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (Passiva) |
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30-08-2016, 02:28 PM
Messaggio: #52
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Lenta e triste al suono
si disperde nell'aere terso. Le dita come stregate sono dalla ballata per pianoforte. KLAVIERSTÜCK
QUEST CONCLUSA Riceverai la tua valutazione quanto prima via MP. |
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