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QUEST Klavierstück [Lachesi]
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07-05-2016, 01:24 PM
Messaggio: #38
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RE: Klavierstück [Lachesi]
Ci fu ancora una volta una battuta d'arresto, cadde nuovamente sul terreno mentre la vista le si appannava e l'udito pareva come ovattato; la testa le scoppiava, come se fosse stata in preda ad un forte stato febbricitante di malattia. Sentiva il suo cuore pulsare direttamente nel cervello, non sentiva altro se non il suono del suo sangue mentre pompava attraverso le sue vene e i suoi capillari fin troppo piccoli e sottili e fragili per contenere tutta quella pressione. Le lacrimavano gli occhi dal dolore, se così poteva essere definito perché non era di certo un malessere fisico ma mentale o uno stato irreversibile del suo spirito. I suoi occhi lacrimanti e la sua vista offuscata a malapena riconoscevano e distinguevano le forme dello Yoma che aveva davanti dalle immagini presenti in sottofondo; per quel che ne sapeva Dua, attorno a lei c'erano soltanto ombre e figure indistinte che si mescolavano tra loro... Non aveva esattamente capito che si stava trattando di uno Yoma, aveva delle forme umanoidi ma per quel che ne sapeva lei poteva essere qualunque cosa. Più che altro, lo percepiva quando il suo Yoki non si metteva di mezzo a farle interferenza. E sinceramente, tutto quello che vedeva, era strano per lei e misterioso; ci mise qualche secondo a capire che era lei il problema, il suo corpo e la sua mente. A mente lucida capì cosa era successo, certo era stata una sciocca a pensare di poter aumentare il suo Yoki del 10% il tempo necessario per superare lo Yoma e basta. Tutto sembrava un enorme scherzo del destino, alla fine non stava chiedendo al suo corpo uno sforzo maggiore di quello che le aveva richiesto la sua sopravvivenza durante la sua prima missione. Alla fine aveva liberato il 50% di Yoki per poter sopravvivere e il suo limite era decisamente inferiore a quello che avvertiva suo in quell'istante. Eppure, in quel momento, tutti i suoi sforzi erano andati in fumo e lei sinceramente non ne capiva minimamente il motivo: poteva capire il suo primo fallimento di qualche minuto fa, era emotivamente instabile ed impaziente e probabilmente anche arrabbiata ma adesso...? Adesso si era sentita risoluta e mentalmente stabile, era concentrata, come aveva potuto perdere il controllo dopo tutto quello? Dopo il test, dopo aver pulito la sua mente dalle impurità -uno sforzo che si stava perpetrando da diverse missioni. Tutto in fumo così? Per un 10% di Yoki in eccesso? Incredibile. Sentirsi infuriata era il minimo ma fu una cosa di pochi secondi, sapeva che se avesse ricominciato a mangiarsi il fegato a causa di uno scherzo del destino -e aveva pessimo gusto- avrebbe buttato per davvero tutti i suoi sforzi di lasciare da parte la sua emotività in momenti critici come quello. Dovette prendere un profondo respiro, trattò quella crisi come si tratta un singhiozzo: trattenne il respiro e cominciò a contare, fino a quando la sua faccia calda e livida di emozioni non si sarebbe sgonfiata, come il suo Yoki. "1...2...3....4...5" La faccia calda aveva detto? Si ricordava di quello che le diceva la sorella Elise quando lei si arrabbiava troppo perché perdeva ad un gioco, quando aveva la faccia paonazza di rabbia: "Adesso calmati che ti si scalda la faccia e ti cadono i denti!" "6...7..8...9..10" E lei inizialmente ci aveva creduto, che le sarebbero caduti i denti, tant'è che quando il suo primo dentino da latte cadde mentre erano a cena si mise a piangere gettando le braccia al padre dicendo "Ma io non ho la faccia calda!" "11...12...13...14...15" Certo, sua sorella Elise era una persona strana: sempre stata, forse perché lei era solo la sua sorellastra e l'affetto che poteva provare per lei era solo marginale ma di certo, quando voleva essere antipatica era perfettamente riuscita in quella parte. Non era troppo stupita di aver sentito da Ludwing il suo carattere freddo e ritroso. "16...17...18..19...20" Eppure Dua in tutto quel tempo che l'aveva conosciuta l'aveva sempre cercata, aveva sempre cercato di fare come voleva lei, di piacerle, di fare qualunque cosa pur di essere... Nemmeno sorelle, soltanto amiche le sarebbe andata bene. Lei in quella casa si sentiva sola ma Elise, pur di fuggire da loro, aveva persino preferito unirsi all'Organizzazione. Dai racconti dell'umano, però, la sorella era ancora più fredda e ritrosa; forse era cambiata molto dalla ragazza che aveva conosciuto lei. "21...22...23...24...25" Chissà se Ludwing sarebbe rimasto ancora abbagliato dalla figura di sua sorella se avesse saputo tutto quello che sapeva lei, il risultato veramente significativo per Dua però restava sempre lo stesso: essere messa costantemente in ombra di lei. Ma Dua aveva fatto qualcosa di buono a sé stessa, non poteva non riconoscerselo, aveva smesso di cercarla; l'aveva lasciata andare per portare a termine quello che davvero era il suo destino. Quale destino? Non lo sapeva ancora, però era certa di non voler rinunciarci fino a quando non avrebbe dimostrato chi lei fosse. E che Elise, Kelsier, Morgana o Angelica le avessero voluto bene o meno non le importava; la cosa importante era andare avanti senza rompersi troppo. E lei lo avrebbe fatto, era serena in questo. "26...27...28...29...30" I trenta secondi erano passati, e se non avesse avuto un sorriso sulle labbra non sarebbe stata Dua. Non la solita Dua ma al tempo stesso quella di sempre, solo meglio. Era riuscita a domare la bestia interiore? Citazione:Stato Fisico: Percorso da brividi, fronte madida, occhi felini, vene in rilievo, denti aguzzi, Massa muscolare in crescita ed instabile. |
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