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L'Orda del Vento
25-01-2014, 05:02 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-01-2014 05:13 AM da Orphan.)
Messaggio: #1
L'Orda del Vento
Non credo di aver mai aperto, nel precedente forum, un topic dedicato ad un libro. Ho quindi deciso di farlo adesso e di dedicarlo ad uno degli ultimi libri che ho letto, e, più precisamente, ad uno dei fantasy che più ho apprezzato. ­ Il libro in questione è L’Orda del Vento (La Horde du Contrevent), dello scrittore francese Alain Damasio, cui ha donato una certa visibilità e che gli ha fatto portare a casa il Grand Prix de l’Imaginaire.
[Immagine: wind.jpg]
 
  L'incipit della trama: Il mondo presentato in L’Orda del Vento è un mondo ancora da scoprire, con confini da cartografare e limiti geografici più da sfidare che da valicare. Da sfidare, poiché l’ostile mondo in cui è ambientato il libro è continuamente battuto dal vento, in molteplici forme, di cui più di una è ignota. Il vento cambia intensità e direzione, ma non cessa mai. Esso è la più grande disgrazia, capace di spazzare piccoli villaggi o di mettere in ginocchio una città dal giorno alla notte, ma è anche la più grande risorsa di questo mondo ferito che costantemente modella: non esistono, infatti, zone abitate che non siano costellate di pale eoliche o veicoli con almeno una vela. Protagonista di questo corale romanzo è la 34a Orda del Vento, un gruppo elitario di viaggiatori dediti alla conquista fisica e filosofica dell’Estrema Vetta, considerata culla e matrice di tutti i venti. I tentativi delle varie orde di raggiungere l’Estrema Vetta si protraggono da otto secoli e sono tutti terminati con la sconfitta, ma non inutilmente, poichè ogni orda marcia forte dell’esperienza e della saggezza delle precedenti.  Nel frattempo emergono nuove teorie sull’origine dei venti e la tecnologia è andata avanti,  ma l’orda persiste nell’arte del contrare a piedi – avanzare controvento - partendo dall’Estremo Fondo (la città di Aberlaas) di questo mondo verticale, un po’ per tradizione ed un po’ per necessità, poiché un’orda ignorante, scevra di esperienza, non potrebbe mai raggiungere l’Estrema Vetta, ne comprenderne misteri e significati.

Più qualcosa è singolare, si sa, meno si adatta a tutti i palati, ma anche per questo può rimanere più impressa di molte altre nella nostra mente. Questo è il motivo per cui non consiglierei tranquillamente L’Orda del Vento nemmeno ad un amante del genere fantasy. Non è tanto singolare perché inizia a pagina 622 e termina a pagina 0, ma per la struttura estremamente corale del racconto, e per tutte le idee che ci sono dentro. Il racconto passa continuamente il testimone a quasi tutti i ventitré personaggi dell’orda, ognuno col compito di raccontare e raccontarsi. Il cambio di prospettiva è evidenziato dalla presenza di un piccolo simbolo, ognuno rappresentante un personaggio. Il tutto è meno ostico di quanto si possa pensare, poiché Damasio introduce gradualmente quasi tutti i personaggi dell’orda, su cui spiccheranno sempre i principali, ed è anche un abile caratterista, capace di dare una voce precisa ai suoi personaggi. E’ arduo non distinguere il tracciatore Golgoth, col suo linguaggio diretto e privo di cerimonie, dallo scriba Sov - un tipo riflessivo, dotato di un gergo più elevato e che narra con lunghi periodi – o dal trovatore Caracollo – dal parlato giocoso, barocco, arcaico e casinista.

L’Orda del Vento è un romanzo studiato e ristudiato prima della stesura, ricco di idee, termini tecnici, neologismi e di un nutrito frasario;  e dotato di un cuore narrativo sperimentale, che porta con se pregi e difetti,  una doppia lama che sicuramente non manca d’inventiva o pecca di fantasia. Tra le righe trova spazio anche la filosofia, prevalentemente il concetto dell’eterno ritorno dell’uguale di Nietzsche.
 Il mondo è misterioso, affascinante, dettagliato – il vento stesso è sia protagonista che  antagonista - ed i personaggi non si sforzano di piacere a tutti (soprattutto Golgoth, capo dell’orda, ossessionato dall’Estrema Vetta), come del resto fa il libro stesso.  L’immersione iniziale nel tomo è, per tutti questi motivi, piuttosto travagliata, tanto che la casa editrice Nord allega al prodotto un pratico segnalibro con i simboli dell’orda ed i rispettivi nomi dei personaggi (regalino a cui gli acquirenti dell’edizione economica dovranno rinunciare, ma tanto c’è sempre l’elenco su Wikipedia da scriversi su un fogli di carta).  Nonostante l’inizio ostico, ritengo che il libro migliori di pagina in pagina, e non tanto per la comprensione.
Un piccolo plauso lo dedico anche alla traduttrice, perché tradurre questo libro dev’essere stato un vero casino (per alcune pagine in particolare). 

 

 

 

 

 

 

 
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