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QUEST La Montagna del Peccato III [Lasombra]
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18-04-2020, 06:33 PM
Messaggio: #39
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RE: La Montagna del Peccato III [Lasombra]
Come se fosse stata confortata dalle tue parole, Lydia lascia andare il robusto braccio di Bill, poi entrambi ascoltano con attenzione le tue domande. Dopo alcuni istanti di riflessione, è il grosso locandiere a prendere la parola:
Sulle prime, non volevo credere che ci fosse di mezzo uno yoma e, visto che nessuna come te si era fatta viva, pensavo che questa fosse anche l’opinione della tua organizzazione: in fondo, se non c’è da guadagnare, i tuoi capi non si muovono, no? Dopo un profondo sospiro e un sorso di birra, con l’espressione seria, Bill prosegue: Ecco Eleonora, non che la cosa mi riguardi molto ma Myusha è sempre stata una città un po'… libertina, se capisci cosa voglio dire. È nella natura della gente che vive qui credo… Comunque sia, pensavo che inizialmente le morti fossero opera di mariti o mogli cornuti che avevano pagato qualche assassino per far fuori i fedifraghi e che costoro avessero sbudellato le vittime per deviare i sospetti. Ma le mie certezze si sgretolarono quando furono aggredite a poco tempo di distanza due coppiette di giovani che si erano… beh, appartati ma non facevano le corna a nessuno o nessuna. Fu allora che la gente cominciò ad avere paura e fu in quel periodo che padre Adam morì e padre Ainolth arrivò, cominciando a sparare anatemi a destra e a manca… Con un sospiro e un’espressione commossa nei suoi occhi chiari, Lydia si inserisce nel discorso: Padre Adam è sempre stato buono con me…Ero poco più che una bambina quando una malattia si portò via i miei genitori e troppo grande per diventare… come te. Per non fare la fame e grazie a un po' di… diciamo aiuto, appresi l’arte della seduzione e l’abilità di alleggerire le tasche altrui del peso eccessivo. Mi ero lasciata andare, semplicemente sopravvivendo: se non guadagnavo abbastanza col mio corpo potevo sempre rubare e viceversa. La mia coscienza si era arresa ai morsi della fame. Un anno fa però la disperazione prese il sopravvento su di me e dopo essermi concessa a un cliente ed esser stata cacciata da lui in malo modo, mi ritrovai in un vicolo fangoso sotto un forte acquazzone. Mi piaceva la pioggia: grazie a lei nessuno aveva mai notato le mie lacrime ma, quella sera, padre Adam ci riuscì. Non so cosa ci facesse in quel vicolo quella sera, a guardare quel relitto umano tremante dal freddo quale mi ero ridotta. Mi piace pensare che il destino mi stesse offrendo una nuova occasione. Con la sua voce gentile mi invitò ad andare con lui e io, ancora non so perché, lo seguii fin dentro la chiesa. Padre Adam si accorse che morivo di fame e allora, per prima cosa, mise a scaldare della zuppa che aveva e me la diede da mangiare e poi, dopo che mi ero un po' ripresa, iniziò a parlare. Ma non fu per rimproverarmi né per farmi una predica… io so soltanto che le sue parole mi toccarono il cuore e allora iniziai a parlare io. Credo di avergli raccontato tutta la mia vita e, quando ebbi finito mi ritrovai in lacrime sulle sue ginocchia mentre lui mi carezzava gentilmente i capelli come… come un nonno buono che cerca di consolare una nipotina disperata. Sfinita, alla fine mi addormentai. La mattina dopo padre Adam mi fece una proposta: se io avessi abbandonato la mia vecchia vita, lui mi avrebbe aiutato a costruirmene una nuova. Fu lui a convincere Bill a prendermi a lavorare da lui. Bill Goldberg annuisce con la testa: Quel vecchio prete era molto insistente… e convincente! Poi Lydia riprende: E da allora mi trovo qui. Ma poi padre Adam cedette sotto il peso dei suoi anni e arrivò padre Ainolth! Per un po' le cose furono accettabili ma poi lui venne a sapere del mio passato e da allora cerco di evitarlo per evitare le sue prediche in pubblico che hanno me come esempio di una donna… diciamo perduta nel peccato! Una volta è addirittura intervenuto Bill per difendermi dalle sue accuse. L’omone si fa sfuggire un ghigno cattivo: Quando ho minacciato di infilargli il suo bastone dove la schiena cambia nome, il coraggioso padre Ainolth ha capito l’antifona e ha cambiato aria. Una lacrima riga il volto di Lydia: Quel che è peggio è che alcuni dei miei vecchi clienti ogni tanto mi tormentano, pretendendo che io riallacci il vecchio rapporto che avevo con loro e… ogni tanto la tentazione di farlo è forte e allora mi reco sulla tomba di padre Adam e lì, ricordando la notte in cui mi ha accolto, trovo la forza di mantenere la promessa che gli ho fatto. Comprendendo la situazione emotiva di Lydia, Bill prosegue il discorso: Di padre Ainolth non sappiamo molto. È stato mandato da Rabona per sostituire padre Adam ma, da come hai certamente capito Eleonora, è fatto di tutt’altra pasta. È uno zelota e, quando ha fiutato l’aria che tira qui a Myusha si è posto l’obiettivo di redimere e convertire tutta la città… gli faccio i miei auguri anche se, effettivamente, qualcuno che gli presta orecchio c’è. Per il resto, forse solo i suoi fedelissimi come le quattro megere che gli vanno dietro o quello strano tizio che, dicono, lavori per lui. Lydia a quelle parole ha un sussulto e si rivolge al locandiere: Rey? Mi ero quasi dimenticata di lui! L’ho visto ieri alla mensa della carità! Poi la cameriera si rivolge a te: A volte in locanda ci avanza del cibo. Quello che non deperisce facilmente lo mettiamo da parte e lo diamo ai poveri. Tanto andrebbe sprecato comunque. Anche questa è stata un’idea di padre Adam alla quale, almeno all’inizio, avevano aderito tutte le locande della città… Mentre Bill annuisce, Lydia prosegue: Ecco, mentre davo una mano a distribuire il cibo, vedo Rey in fila con gli altri e, quando arrivò sulle prime non volevo dargli nulla ma poi lui si giustificò dicendo che il suo padrone lo aveva picchiato e cacciato. Effettivamente aveva un grosso livido sulla tempia sinistra… alla fine lui mi ringraziò e se ne andò, minacciando che, dopo tanta fedeltà, non meritava di essere cacciato e che avrebbe trovato il modo di farla pagare al suo oramai ex padrone. Detto questo entrambi tacciono, evidentemente aspettando eventuali altre domande da parte tua. |
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