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QUEST La Negromante [Ophelia]
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19-04-2016, 08:24 PM
Messaggio: #22
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RE: La Negromante [Ophelia]
Citazione:Narrato Le taverne erano diffuse nel mondo degli umani, specialmente nelle città grandi come Dabi; persino nei posti più piccoli era possibile trovarne almeno una. Juliet ci era stata una sola volta, ma le aveva lasciato una buona impressione. Erano luoghi di socializzazione, le ispiravano positività, lì ognuno poteva essere se stesso; e anche se poteva capitare qualche rissa, non era mai niente di troppo serio, gli uomini riprendevano a ridere come se niente fosse. Se... se fosse stata ancora umana, la numero 29 era sicura che avrebbe frequentato quei posti. Si chiese come sarebbe stato vivere tra gli umani, una vita normale. Forse in futuro avrebbe avuto l'opportunità di mescolarsi tra la gente comune, per un po'. Nel frattempo, aveva degli obblighi da mantenere. In breve tempo individuarono le taverne del posto e Juliet riuscì a fare una scrematura dei posti "migliori" e dei "peggiori": a lei non avrebbe creato troppi problemi recarsi in posti infimi, ma non era sola e doveva tener conto della sua compagna di viaggio - e della sua giovane età. Che adulta responsabile, eh? Verso l'ora di cena trovarono il posto che faceva al caso loro: "Il Gallo Cedrone", sembrava un posto tranquillo e ben tenuto. Ne ebbero la conferma varcando la soglia, nello stesso momento in cui il profumo del cibo le raggiunse e fece gorgogliare lo stomaco della ragazzina accanto a lei. La quale, imbarazzata, si scusò: "Err… Scusami capitano Juliet… sono sei giorni che non mangio, da prima di partire dal quartier generale… tra una cosa e l’altra me ne ero completamente dimenticata…" Juliet le fece segno di precederla, con un sorriso benevolente. Il locale era già popolato da una mezza dozzina di gente, uno al bancone e gli altri seduti ai tavoli. Tutti si voltarono a fissare le due straniere compreso quello che doveva essere il locandiere, un uomo enorme, calvo e barbuto. Juliet fece un grosso sorriso e salutò tutti, sentendosi come durante il tempo passato nella taverna della sua prima vera e propria missione... Quando aveva sentito dopo tanto tempo il calore umano. Completamente a suo agio si sarebbe seduta al bancone, osservando il locandiere. "Sono giorni che viaggiamo, è arrosto quello che sento?" esclamò con la sua voce altisonante; poi avrebbe fatto un cenno a Nina. "Io e lei prendiamo quello, lo divideremo in due, e magari un boccale di birra..." Guardò per un attimo la sua compagna di viaggio. "...Quello è per me però" Sperò di non offendere la sua piccola amica, ma lei era un'adulta responsabile e gli adulti responsabili non fanno bere i bambini, no? Citazione:Yoki utilizzato: 0% |
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