RICHIEDI IL TUO ACCOUNT PER L'ACCESSO AL SITO SU TELEGRAM
https://telegram.me/joinchat/DoS4Oj88v-PHTj3EZJe9GQ
Per installare: http://www.claymoregdr.org/Thread-Installare-Telegram
https://telegram.me/joinchat/DoS4Oj88v-PHTj3EZJe9GQ
Per installare: http://www.claymoregdr.org/Thread-Installare-Telegram
QUEST Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
|
24-03-2013, 12:45 AM
Messaggio: #2
|
|||
|
|||
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:"parlato" Non fu divertente uscire dall'arena con la prospettiva di riposarsi e leggere il libro, e ritrovarsi convocata per una nuova missione, no davvero; certo, quella battaglia tra galli tra i due uomini in nero era stata anche vagamente divertente, ma dover seguirne uno per poi aspettare come uno stoccafisso davanti a una porta nera non le garbava affatto. Alzò lo sguardo, guardando Lune: la numero Quattordici era dovuta venire con lei, ignorava perché: verosimilmente c'erano due lavori da fare; quello, oppure avrebbero dovuto compiere insieme una missione soltanto. Una prospettiva che non la entusiasmava: lei era più forte di Lune, si sarebbe bastata da sé. Anche se - andava detto - l'altra Guerriera aveva giustappoco dimostrato di non essere poi malaccio. ... A mio confronto, vero. Ma ciò è bastante? Era un cruccio, non poter comprendere davvero le differenze tra Serena, lei, gli Yoma, i Divoratori e... quegli esseri. Qualunque cosa fossero. E Lune si era dimostrata una buona compagna d'allenamento, ma un cattivo metro di paragone. Simplice sarìa, si trovassi alcuna a metà tra me e la meta mia... Eppure, lei era notoriamente la miglione della propria Generazione. E, che sapesse, l'unica al di fuori di tale schema era la sola Serena. Desolante. Il rumore di passi e sempre più vicini le fece distogliere lo sguardo da Lune, e volgerlo verso la fonte: vide così avvicinarsi l'uomo in nero di prima, e con lui c'era... una Guerriera coi lunghi capelli biondi, per un qualche motivo tirati indietro solo sulla fronte. Un'altra. Osservandola dal basso verso l'alto - come per tutte, ormai neanche ci faceva più caso -, Divina si chiese se non la stavano putacaso caricando di zavorre: se già Lune era peggiore di lei, e solo Serena le stava davanti... mica si sarebbe dovuta portare dietro una ancora più deboluccia? Si chiese se non fosse possibile, per le regole dell'Organizzazione, semplicemente fregarsene delle altre; non ne era certa... quindi, temeva di dover rinunciare: doveva tenersi buoni gli uomini in nero, almeno finché non le avessero dato ciò che voleva. Restando in tema di tizi nerovestiti, quello giunto con la nuova arrivata fece due rapide presentazioni, identificando Frangetta Tirata come Camillah. Anzi, Camillah. Divina si chiese se non fosse il modo giusto di pronunciare il nome. Non che gliene interessasse, comunque, e ad ogni modo l'accolito le spinse a quel punto oltre la porta nera, rinchiudendosela poi alle spalle; lì si scoprì esserci una vera e propria galleria fiocamente illuminata e colma di quadri, che la numero Tredici addocchiò con sufficienza mentre s'incamminava: se piacevano tanto i colori bastava andare fuori, all'aria aperta. Lei non aveva certe cose: il suo mondo era una stanza spoglia e un libro, e fuori c'era solo la chiave per far cantare i tizi in nero. Un gran brutto mondo, da cui un tempo era addirittura fuggita. Non lo capiva proprio, quel deturpare il rilassante grigiore della pietra con quelle robe. O il nero, in quel caso. In tema di nero, alla fine raggiunsero un'altra porta nera - e lì Divina per qualche istante temette di doversi fare un'altra galleria -, oltre la quale le tre Guerriere furono catapultate in una stanza dello stesso, monocromatico colore. Ecco, far tutto di nero non era male. Se non ci fossero stati i quadri... ancora. Espirò, e dopo aver liquidato le tele - dei libri, un uomo arrampicato, un tizio cieco su una poltrona che occupata tutta una parete - il suo sguardo cadde su un vecchio cieco su una poltrona. Ebbe come una sensazione di già visto. Non poté pensarci su, però: il quadro del tizio tra i libri prese a quel punto a parlare - ehi, ma allora non era un quadro! E i libri? I libri? -, ma Divina, accortasi appunto dei libri, dopo un istante non gli diede più ascolto. Libri... e son vertà ! Chi sa che vi è, fra tanti, quel che scrisse ispirato Aldiger, fonte de' tesori miei? Le fu difficile, in quel frangente, recuperare il senso dell'equilibrio: quando il vecchio sulla poltrona aprì bocca, infatti, la piggola Guerriera fu divisa per l'adorazione per i libri e l'istintivo potere ipnotico che una poesia - una qualsiasi poesia - godeva sulle sue orecchie. Le ci volle quindi qualche istante - e qualche verso - perché la numero Tredici riuscisse a concentrarsi sull'anziano in poltrona. Occidono... e dan de' ruberie? Saran mostri, ma non de le parti mie! Insomma, le sembravano delinquesti comuni, mica Yoma: e loro tre dovevano andare fin... Nerkus, ha detto il tipo che stava appollaiato giusto adesso? Nerkus, per dei rubagalline con coltello? Ne fu davvero scocciata, alla prospettiva. Almen non sarà tal d'altre il peso... Ma nol pagherà mia forza lo reso! Cioè, se da un lato dei semplici umani non erano certo un problema per Lune e quella Camillah, lei da questa storia ci avrebbe racimolato meno che dal duello con la numero Quattordici, in termini di miglioramento come Guerriera. No, non le piaceva affatto. Ma non poteva nemmeno disobbedire. Como si potessimo ferir l'umani... M'abbisogno lor lingue e non mani! Mani e lingue degli uomini in nero, chiaramente. Con la forte prospettiva del tempo perso davanti agli occhi, Divina ricevette l'incarico di Capitano senza alcun entusiasmo - quando non molto tempo addietro ne era stata felice! -, e prima d'andarsene dimostrò spontaneamente di non essere stata indifferente al poetare del vecchio, a cui disse: "Crisostoma lingua e ner nearco
mi par tu tenga quanto può bastare. Ma andrò, como un rapace falco, uno spariver, qual Capitan di nave cui le vele l'alato vento gonfia fin dove commissioni noi di fare. Ma tu, che quivi attendi la trionfia, mena labor almen intellettuale su chi co' vergato ingegno soffia." Che si leggesse Aldiger, insomma, visto che gli piacevano i libri: tra i racconti avrebbe visto quanto fosse cretino dare la caccia ai banditi con loro. Come se non avesse fatto una cosa insolita per lei - poetare in libertà , lei che preferiva rimanere zitta! -, senza aggiungere altro si voltò e indicò con l'indice sinistro a Lune e Camillah la porta: indendeva raggiungerla, aprirla e via fino a uscire all'esterno, andarsene da Staph e iniziare il loro viaggio. Verso Nerkos, vicino a Rabona, verso Ovest. Ci sarebbe voluto un pò. Citazione:Yoki utilizzato: 0% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
|||
« Precedente | Successivo »
|
Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 34 Ospite(i)