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Occhio per Occhio [Lochnir - Hankegami]
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09-01-2013, 04:11 PM
Messaggio: #95
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Occhio per Occhio [Lochnir - Hankegami]
Citazione:"parlato" Più che vedere, sentì le spalle, poi il collo, la sua vena giugulare, il battito cardiaco attraverso essa; sentì tutto, e strinse con tutta la forza che le rimaneva. Il mostro si agitò - stranamente, non se ne stupì: da quando non le pareva più strano che le sue prede non si facessero ammazzare docili? -, ma lei rimase attaccata al suo collo con l'ostinazione di chi non ha più nulla da perdere. No... NO!! Tu no te irai a 'l me' giardino!!! Non si accorse nemmeno che lo Yoma aveva presto rinunciato a lottare, come irrigiditosi: continuò a premere, a strangolare febbrile; sentì però come uno strattone, e poi gocce di qualcosa che le piovvero sul capo - ma non ebbe tempo di stupirsene: il collo del mostro cedette prima, con un lieto piegarsi tra le sue mani. A quella sensazione le sgorgarono lacrime, di nuovo. "Aah..." Rilassò i muscoli, e così facendo riscoprì l'acuto dolore alle ferite che le sue emozioni le avevano celato fino a pochi istanti prima; inspirò violentemente per lo shock, e strinse i denti. Ma... le... Non volle però rinunciare a mirare il suo lavoro compiuto, e alzò la testa; gocce di sangue violaceo le schizzarono sulle guance allora, mentre dopo un attimo di disorientamento si rendeva conto che allo Yoma era stata mozzata la parte superiore del cranio. "... Uh?" Rimase basita: chi era stato? Lei non di certo... Una fitta alla pancia la fece tornare alla realta, e le mozzò il fiato: non era il momento di pensare allo Yoma, quello. E'... mor... to... Tan... to... bas... ta... Con un'ultimo guizzo di forza spinse il cadavere in avanti per farlo cadere il pancia, mentre lei si lasciò cadere sul fianco sinistro, per poi stendersi schiena a terra; sussultò ai pur delicati impatti, e socchiuse gli occhi per le fitte. La... pan... cia... Gh!... Capiva che era soprattutto quello il problema, pure se la spalla e la gamba le facevano parimenti male; che fare? Era disorientata. Cercò di recapitolare: lo Yoma era morto - non importava per mano di chi, ma quella ferita da taglio la faceva sentire al sicuro non sapeva perché -, il suo giardino salvo, e lei... Lei, stava malissimo. Le tornò in mente l'incubo, vago nei suoi ricordi defocalizzati dal dolore, ma vivido nelle sequenze più tremente: sarebbe diventata.... Stava per diventare così? La paura la attanagliò. "... No!!" Gridò al nulla, gli occhi chiusi e strizzati dal solore e dalla paura, la paura anche di vedere. Ma come fare? Energia, perso, energia e forza: la stessa che l'aveva aiutata finora; solo, aveva già deciso di non esagerare: pure quella era pericolosa, e lo sapeva. Lo temeva. Che... me... bas... ti... quel... che... già ... de... ten... go... Era tanta, la sentiva: sarebbe bastata. Doveva bastare. "... Ugh!!" Mugolando per l'ennesimo sforzo, convogliò le sue forze demoniace sulla pancia ferita e martoriante, e le vene lì si fecero grosse e pulsanti pure attraverso la veste sottile e aderente, mentre la muscolatura divenne meno massicia - anche se non tornava ancora allo stato normale. Stringendo i denti, colei che non conosceva più se stessa provò a strappare la sua vita al dolore e alla paura che esso le recava. Citazione:Yoki utilizzato: 50% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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