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[In Attesa] Scheda di Echidna (Jacques Mate)
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14-12-2010, 07:35 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-05-2014 08:40 PM da Duncan.)
Messaggio: #1
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[In Attesa] Scheda di Echidna (Jacques Mate)
[INDENT]~Nome: Echidna
~Anni: 14 ~Altezza: 158cm ~Peso: 49kg ~Arto dominante: Destro ~Tipo: Difesa. ~Profilo Fisico: Ragazzina molto giovane, dai tratti affilati, dal mento alle labbra al taglio degli occhi. Occhi argentei, in linea con le compagne di sventura. Numerosissime treccine sono tirate e raccolte, con un laccio in pelle, dietro la testa per poi ricascare come tanti filamenti platinati sulla schiena fin sotto il bacino. Il corpo ricorda molto quello delle altre guerriere, ancora più acerbo, con fianchi solo vagamente più larghi di quelli d'una infante, ma dal petto carente in quanto a femminilità. Indossa sempre la divisa donatale dall'Organizzazione, come le altre, del resto. ~Profilo Psicologico: Echidna è una ragazzina dal carattere difficile da definire se non lunatico e raramente solare in maniera genuina. Riesce a celare più o meno malamente le tendenze sadomasochistiche ed emofaghe, segno di una mente deviata, frutto della sventura capitatale in tenerissima età e dal particolare modo con cui ella ha superato il trauma, rileggendo il momento autoconservativo di quell'episodio come la chiave per il superamento delle situazioni più difficili, traendone addirittura piacere: il piacere di una sorta di superamento della peggior avversità ed, in un certo senso, il piacere di una 'rinascita' che cerca frequentemente di rivivere. Questo ha anche probabilmente influito incisivamente sulla natura difensiva di Echidna. Segni particolari: cicatrici di morsi di natura umana sul braccio sinistro. ~Background: Ella incarna perfettamente l'occasione d'oro per l'Organizzazione: scampata per miracolo al crollo delle macerie dell'abitazione nelle Terre del Sud, quella, ovviamente, della sua famiglia, fu ritrovata proprio da uno dei membri dell'Organizzazione. Denutrita ed a rischio di disidratazione, la piccola, che all'epoca non aveva nemmeno 4 anni. Sopravvisse per una settimana con entrambe le gambe rotte, schiacciata sotto il peso di una delle trabeazioni lignee e da alcune tegole in pietra che l'avevano oltretutto ferita. Delirante e in fin di vita, l'istinto di autoconservazione misto a chissà quale altra forza le consigliò di riaprire le ferite superficiali del braccio sinistro per succhiarne il sangue e così sopperire a quel minimo di acqua contenuta nello stesso sangue: anche se ovviamente questo provocò non poche complicazioni all'organismo della piccola che però paradossalmente in tal maniera si salvò, grazie soprattutto all'intervento di quell'uomo e delle cure ricevute alla Sede dell'Organizzazione. Ai tempi l'Organizzazione stessa aprì inizialmente un'indagine sul fatto, formulando due ipotesi riguado a questo caso, che in fondo non è poi così raro in queste terre: la prima stabiliva che vi fosse stato un episodio sismico verificatosi in quell'area e che i genitori di questa bambina fossero una giovane coppia autosufficiente che viveva d'attività rurali (e che Echidna fosse la loro primogenita) altrimenti non si spiegherebbe il perchè d'una costruzione abitativa isolata dal villaggio a pochi chilometri da lì e del perchè nessuno sia accorso ad aiutare i disgraziati scomparsi. La seconda ipotesi prevedeva un inatteso attacco da parte di un Risvegliato o di Yoma all'abitazione degli sventurati. Cosa portò l'Organizzazione a supporre questa duplice versione dei fatti? La mancanza dei corpi sotto le macerie della casa rasa al suolo in seguito alle ricerche svolte dopo il ritrovamento della piccola Echidna e l'interrogazione degli abitanti del villaggio vicino che negarono una recente attività sismica nella loro zona, ma che ricordarono un curioso rombo proveniente dalla direzione verso cui si trovava la casa andata in pezzi... Ma che pareva annunciare solo l'incredibile (letteralmente) acquazzone che colpì la regione poche ore dopo. Inutile dire che ciò confuse maggiormente gli investigatori dell'Organizzazione che ben presto, non avendo altre notizie a riguardo e appagata dal guadagno di una novella creatura da 'allevare', lasciò cadere il caso, o almeno è quanto comunicarono a Echidna la prima volta che lei domandò loro qualcosa a riguardo. La risposta non mutò mai negli anni a venire e così la domanda della giovane cessò d'esser posta. Durante gli allenamenti sotto la guida dell'Organizzazione la deviazione mentale di Echidna ha portato, oltre che al masochismo, al sadismo per via del fatto che ella stessa adotti la stessa filosofia personale del piacere del dolore come rinascita applicandola anche al prossimo, agli altri: questi due tratti sono emersi dalle espressioni e reazioni che Echidna ha dimostrato d'assumere durante punizioni psicologiche e corporali rivolte non solo a lei ma anche alle altre compagne d'armi. Pare infine che la tendenza emofaga derivi dal piacere evidente che la ragazzina ha dimostrato di provare nel leccarsi, letteralmente, le ferite subite come punizione. [/INDENT] |
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16-12-2010, 09:03 PM
Messaggio: #2
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Scheda di Echidna [Jacques Mate]
SCHEDA APPROVATA.
Consulta il tuo pannello personale per aggiornare il profilo della tua guerriera. Per accedervi, clicca in alto il bottone GDR CP. |
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18-05-2011, 12:01 AM
Messaggio: #3
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Scheda di Echidna [Jacques Mate]
Capitolo 1
Great Expectations[SIZE=2]Che la fiducia di Tesla fosse autentica o meno, al momento in cui ha dato indicazioni riguardo alla prova finale alle due ragazze, è difficile dirlo. Quel che è certo è che molte hanno fallito questo esame: gli ordini erano chiari e precisi, anche se, a dir il vero, non abbastanza dettagliati riguardo a questo fantomatico nemico. [SIZE=2]Le due[/SIZE] ragazze paiono riconoscersi, essendosi probabilmente incrociate durante gli allenamenti o durante l'affacendata vita del vivaio delle future guerriere dell'Organizzazione. Cominciano col piede giusto discutendo sulla tattica da adottare ed alla fine decidono di proseguire entrambe assieme schiena contro schiena, o meglio, spalla contro spalla ma ognuna rivolta nel senso opposto rispetto all'altra: una tattica che però per quanto sicura risulta macchinosa e controproducente per la scoordinazione di entrambe. Alla fine Echidna si dimostra lunatica nello staccarsi da Alicia optando per un sondaggio del terreno circostante tramite una veduta rialzata. Poco dopo entrambe camminano sul tetto pericolante di un edificio: una scelta che permette loro di aver una migliore visuale e dirigersi verso una piazzetta dove si imbattono nel primo cadavere di una loro compagna defunta in precedenza. La sadicità di Echidna si disvela per la prima volta mozzando la testa al cadavere e mascherandola da sicurezza estrema riguardo a quel corpo apparentemente esanime. Addirittura la tendenza emofaga si rivela evidente quando sugge il sangue dalla testa mozzata che decide di portarsi via come souvenir. Sfidando nuovamente la fortuna, portandosi ad un livello elevato, ovvero l'alto tetto della cappella cittadina, va loro male e si ritrovano a precipitare dentro l'edificio consacrato, proprio quando la giovane recluta aveva scorto un'altra figura umana poggiata al muro più avanti. Le ragazze cadono, dunque, riportando diversi danni, alcuni dei quali, quelli più lievi, permarranno su di Echidna fino alla fine della prova. Almeno lei è stata fortunata: è crollata sul secondo cadavere di una loro simile! Sia lei che Alicia si concentrano sulla rigenerazione e sulle ferite più gravi, rimembrando le parole dell'addestratore. Dopo aver recuperato le rispettive spade, ed anzi, con l'aggiunta di quella della defunta, presa in custodia da Alicia, che ora dispone di ben due lame. Passano dunque da una fenditura riuscendo a uscire in maniera poco convenzionale dall'edificio. Echidna opta per avvicinarsi alla figura scorta in precedenza tramite un avanzamento sopraelevato, stavolta stando ben attenta a non crollare ancora. Le indicazioni ad Alicia anche stavolta sono convincenti e la compagna avanza invece proprio lungo la via diringendosi così verso quello che si rivela un terzo cadavere dalla spada insanguinata. E non è la sola cosa ad esser imbrattata di sangue: anche il suolo presenza una pozza e degli schizzi in prossimità di un pozzo. Finalmente, poi, una traccia: lo yoki nemico sembra percepibile sotto di loro! Echidna punta verso il pozzo ma prima riserva lo stesso trattamento a questo corpo morto che finisce decapitato come il primo, usandolo come una sorta di sonda o esca per controllare la profondità e lo stato del pozzo prima di saltarvi dentro. In un modo o nell'altro, nelle acque torbide, riesce a trovare un punto di uscita seguendo solamente la direzione suggerita dalla sua percezione dello yoki. Alla fine di un tunnel roccioso, dopo qualche temporeggiamento, è costretta, per via dell'inebrianza data dall'odore del sangue, ad uscire allo scoperto notando una compagna ferita e probabilmente torturata a morte. Ella indica alla guerriera bambina da dove proviene il presunto carnefice: quest'ultima approfitta della lucidità che le rimane per dettar altre indicazioni ad Alicia, di modo che rimanga nel cunicolo ad attendere che il nemico le dia le spalle mentre la giovinetta andrà a coglierlo all'uscita del tunnel da cui proviene. Purtroppo non tutto va come sperato: non solo lo yoma non avanza oltre l'imbocco del tunnel sotterraneo, ma, dopo aver lanciato via Lucia, il suo ultimo pasto, colpisce a distanza la guerriera ferita a morte. Echidna non riesce, alla fine, a trattenersi ed attendere oltre, non per pietà di quella povera compagna ormai spacciata, ma per via del sangue che le dà alla testa e che alla fine non fa che farla uscire totalmente di senno. Ecco dunque che mozza l'avambraccio del mostro, rovinandogli il momento di gloria nel vedere gli ultimi respiri dell'agonizzante ragazza, Cerie. In una risata, prima soffressa a fatica ed ora scatenante, che sa di follia la giovanissima spadaccina non accenna a diminuire la furia dei suoi colpi che ora si riversano sul corpo della povera Cerie, usata come scudo dallo yoma che però non ha fatto i conti con la controindicazione di coprirsi la visuale di Echidna che lo trafigge assieme alla sventurata ragazza mentre Alicia, portatasi alle spalle del mostro, lo decapita. Nonostante la sconfitta dello yoma e la dipartita di Cerie Echidna par non riuscire a fermarsi e infierisce ancora ed ancora sul corpo dello yoma rischiando di far del male anche all'alta compare che oltre alle parole deve ricorrere alla forza per calmarla, bloccandola da dietro per limitarle i movimenti. Per fortuna questa scelta si rivela vincente ed Echidna torna in sè, così da lasciare quel luogo risalendo verso la superficie con una sensazione di stordimento, quasi, o anche solo come se si fosse svegliata da poco da un sogno agrodolce. Echidna ha acquisito consapevolezza del suo carisma, ma ancora incapace di autovalutarsi, non ha notato granchè il suo esser lunatica o gli scatti di follia dovuti all'ossessione per il sangue e la violenza. Par apprendere dagli errori tecnici, come quello del camminare su superfici pericolanti, ma non considerare la poca convenienza di cambiare piano all'improvviso a seconda del grado di eccitazione che prova. Come dimostrato, non prova alcun sentimento negativo, tristezza, rimorso o altro riguardo ai cadaveri nè tantomeno verso Lucia o Cerie, tenendo conto che lei adora queste immagini sanguinolente per via della sua deviazione. Oltretutto, per quanto il viso di Cerie sia comunque al momento ancora impresso nella sua mente per qualche motivo, non ci fa molto caso, anche per via della sensazione di mancamento dovuto al risveglio dalla sua condizione di invasata causata sempre dal sangue, elemento e simbolo della violenza che lei par adorare. |
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17-06-2014, 11:34 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-06-2014 12:10 PM da Jacques Mate.)
Messaggio: #4
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RE: [In Attesa] Scheda di Echidna (Jacques Mate)
Capitolo 2
Inferno Glaciale
Prima vera missione per Echidna che si ritrova in lande fredde assieme a due altre streghe dagli occhi d'argento, chiaramente più grandi di lei sia anagraficamente che fisicamente.
La missione consiste in una ricerca ed eliminazione di uno yoma divoratore nelle vicinanze di cittadine già afflitte dal clima inospitale.
Mentre proseguono lungo il loro cammino sono costrette ad una deviazione del percorso per via della decisione del caposquadra Clade che rileva uno yoki in quella direzione.
Al presentarsi della mostruosità sconosciuta fino a questo momento, almeno alla piccoletta quattordicenne, una slavina la ricopre abbandonando le compagne ad uno scontro impari. Assente nel momento del bisogno, nonostante sia rimasta sepolta nel gelo per diverso tempo, la piccoletta pare scaldarsi parecchio ed in fretta, difatti pare essere decisamente assetata di sangue e attacca senza apparente ragione. Ci pensa proprio la caposquadra a calmare con modi bruschi la giovanissima guerriera, che rimarrà abbastanza ignorante sulle eventuali sorti di uno yoki portato all'eccesso e senza controllo.
Capitolo 3 Pulizie Invernali
Echidna pare entusiasta di incontrare nuovamente Clade, nonostante il suo caratterino non lasci intendere perfettamente cosa realmente ne pensi a riguardo. Il compito stavolta è quello di eliminare un divoratore, uno yoma poco più potente di quelli ordinari.
Stavolta la missione ha come campo d'azione il paesello invernale, un ottimo parco giochi per la piccola peste che decide di far di testa sua ignorando bellamente gli ordini della stessa caposquadra della scorsa missione: già più volte Echidna ha disubbidito a Clade, mettendo a dura prova la pazienza di questa. Più che un aiuto Echidna pare una minaccia per la responsabile guerriera in capo, che si ritrova a dover badare a lei oltre che alle minacce esterne al duo che compongono.
Il nemico pare essere al di sotto, nei sotterranei del villaggio: dopo un attacco del tutto sconsiderato e scovando, a modo suo, un passaggio per l'area sottostante le strade della cittadina.
Echidna lascia andare per prima la compagna, divertendosi a osservare se venga divorata o meno, ma non si sa mai se sia davvero questo lo scopo di tale azione passiva. Alla fine, disinteressata all'incontro con un'altra compagna, o per chissà quale altra ragione, ignora completamente la missione.
Capitolo 4 Kono mi wa nani iro de sobaniyuku no darou?
Stavolta il compito è certamente bislacco. Non si tratta di terminare alcuno yoma o simili. Questa volta il ruolo della giovane guerriera e della sua compagna è quello di far le modelle. Inizialmente diffidente, o forse spiazzata ma comunque esaltata dalla notizia, Echidna parte assieme ad una nuova conoscenza: Morgana.
All'arrivo al villaggio i cittadini non paiono vedere di buon occhio che un paio di streghe dagli occhi d'argento deturpino la quiete e la quotidianità con la loro presenza. L'incontro col pittore risolve la situazione, o almeno la trasforma, dato che ora la povera Morgana dovrà tener a bada non solo la schizofrenia decisionale di Echidna ma anche l'isteria della vena artistica del vecchio pintore. L'atelier viene preso però da Echidna come la sua stanza di gioco, una sorta di cameretta nella quale poter scherzare con la sua amichetta prendendola in giro e divertendosi un mondo al constatare le reazioni di entrambi (l'adulto dei pennelli e la spilungona con la spada). L'interruzione dovuta all'inatteso ingresso in campo di uno yoma viene accolta dalla pestifera spadaccina dalle lunghe treccine come incentivo a rendere più eccitante il pericoloso e sadico gioco a cui stava costringendo Morgana a partecipare ed l'uomo a far da spettatore. Ben presto la zuffa tra la scimmietta, così Echidna viene chiamata dalla compare più grande, si risolve con la sconfitta dell'essere demonico: la sua testa diviene oggetto d'interesse per la piccoletta che poi però riprende a divertirsi con la schiena della compagna. Alla fine, tra lo shock provocato agli altri dal proprio nudismo e la pazienza portata da chi la circonda, il ritratto viene eseguito: l'incarico è stato portato a termine ed a modo suo Echidna può dirsi soddisfatta. Chissà però cosa ne pensa l'altra guerriera...
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