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QUEST Sparizioni [Giorix]
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29-06-2017, 01:51 AM
Messaggio: #17
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RE: Sparizioni [Giorix]
In effetti, si trattava proprio di Torilo e già in lontananza si poteva capire che la descrizione di Hughes fosse stata accurata: non che l'uomo avesse descritto qualche edificio in particolare ma aveva parlato di quel luogo come falegnami ed in effetti, già ad occhio, l'impressione che se ne poteva avere era proprio quella di gente abituata al duro lavoro del legno.
Questa cittadina, avvolta dalle fitte foreste e con solo poco spazio per far pascolare il bestiame e coltivare la terra, era di dimensioni ridotte e le casette tutte in legno lasciavano proprio quel sapore nostalgico del falegname. Ad ogni modo, solo perché fosse di dimensioni contenute rispetto a molte altre città non voleva dire che fosse meno densa di contenuti: alcune case erano, addirittura, più alte di quelle in pietra (forse il legno era semplicemente più facile da utilizzare in quel tipo di edilizia); le stradine molto strette e fangose lasciavano, di tanto in tanto, la propria area alle galline per muoversi liberamente. In realtà, non erano molte le persone per strada: non era un deserto ma era ovvio che gran parte delle attività del luogo si svolgessero all'interno degli edifici e di fatto pareva tutto molto più spazioso di quanto non fosse. Le abitazioni erano quasi tutte simili tra loro, si distinguevano per la cura nei dettagli e nell'assestamento delle assi di legno; alcune non erano nemmeno ricoperte smalto per cui si poteva vedere il legno marcio. Non era chiaro se le case più appaganti alla visione esteticamente fossero dei ricchi o semplicemente di gente più brava di altri a lavorare con il legno. Infine, nella piazza principale, vi era il chiaro richiamo alla chiesa di Rabona: al centro della piazza era presente una colonna lignea che non poggiava rozzamente sul terreno ma era sostenuta da uno stilobate. Sopra di esso, la base con incisioni ovali, poi il fusto della colonna segnato da ben 16 scanalature che davano a quell'imponente scultura una forma più snella; ricordava, più di ogni altra cosa, un abito morbido coon molte pieghe che scendeva lungo il corpo di una donna. Il capitello infine era piegato da diverse volute laterali, mentre sulla superficie piatta adorabili rosette ornavano l'abaco. Al posto della trabeazione, sopra l'abaco, troneggiava una statua della Dea; gli abiti nascondevano la muscolatura ma si poteva scorgere appena la tensione, il movimento che l'artista aveva appena lasciato intendere. Abile poi, il gioco di contrasto reso da parti lisce e parti ruvide del legno; gli intarsi di diverse assi di legno costituivano la decorazione. Ovviamente, la statua era stata debitamente laccata e smaltata per evitare le ingiurie del tempo ma era palese che richiedesse molti sforzi da parte della cittadina per tenere in piedi e viva quella statua. Ed era chiaro che non era semplicemente una statua che legava indissolubilmente Torilo a Rabona ma era anche un manifesto di ciò che gli artigiani del posto potessero creare, del loro celato potere, un manifesto. Ad ogni modo, considerazioni artistiche a parte, come intendevano agire le due? Avrebbero chiesto agli abitanti del luogo informazioni riguardo Morgana o avrebbero deciso di esplorare il luogo in attesa di qualche illuminazione? |
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