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TEST Storie di terrore [The Evil One]
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12-06-2018, 01:12 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12-06-2018 01:30 AM da The Evil One.)
Messaggio: #68
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RE: Storie di terrore [The Evil One]
Le piante dei piedi sguazzavano nel sangue, emettendo uno sporco e sinistro suono. Bianca indugiò con lo sguardo sulla testa mozzata di Gioia, gli occhi vitrei ed i tessuti che fuoriuscivano macabramente. Sul corpo martoriato della potente Rona. Sul viso gentile, senza vita, di Nora. L'unica a cui aveva mostrato qualcosa più in profondità della sua dura superficie. Sentì una fitta salire lungo la schiena, arrivare fino alle tempie e penetrare negli occhi. Il cervello parve voler schizzare via delle orecchie.
"Mi chiamava eminenza Bianca..." Annuì mentalmente, ma senza mostrare alcun cenno, alle parole di Viviana. Poi avvenne qualcosa che Bianca non aveva lontanamente previsto. La nemica disse qualcosa con poco senso che le fece esplodere il cuore nel petto. Con gli occhi ancora strabuzzati dal furore, si voltò in direzione delle voci maschili provenienti dal portone. Erano Gaul e Peter. "Ordini... scimmiette... uccidila" Frammenti di parole risuonavano in uno spazio nebuloso in cui orientarsi era impossibile. Un fischio ovattato assordava Bianca, impedendole di pensare. L'unica cosa che lo acquietava, ad intervalli regolari e velocissimi, era il pulsare impazzito del sangue nelle vene. Un'ira recondita la scosse dalle fondamenta, facendola riemergere dalla tenebre in cui stava sprofondando. Davanti a lei vi era la novizia. Tu... Bianca non riuscì a finire la frase, il fiato gli si strozzò in gola. Erano state usate, tutte quante loro. Era tutto un maledetto test e non aveva capito un accidenti. Si sentì come accartocciata da una pressione soverchiante. Era tutta sua la colpa. Avrebbe dovuto essere più sveglia, per prevederlo; avrebbe dovuto essere più forte, per difenderle. Aveva sconfitto le sue avversarie ma non era bastato. Le azioni di quei maledetti e viscidi accoliti erano solo il fatto scatenante, il catalizzatore. Ma lei sola era la colpevole. Trovò dentro di sé un'unica via per liberarsi da quel peso. La rabbia la aiutò ad imboccarlo. Tu hai obbedito ai tuoi ordini... così ora io obbedirò ai miei. Pensò che ci fosse qualcosa di tremendamente giusto e seducente nell'applicare la legge del contrappasso e si abbandonò a quel piacere. Era certamente consapevole di aver scelto di esser un burattino, ma non le importava. Doveva liberarsi da quel dolore insopportabile e l'unico modo era la vendetta. Aveva capito di essere una piccola e sacrificabile ruota di un grande ingranaggio, governato da un'oscuro orologiaio i cui strumenti e piani erano ignoti. Prima era cieca, ingenua. Ma ora, per la prima volta, non lo era più. Aveva scelto di obbedire, aveva scelto di non essere più debole e sciocca, seppur al prezzo di essere un cane. Voleva altro sangue. Al di sopra di ogni cosa. Anche al di sopra dell'onore che le sussurrava, supplicandola, che stava per compiere la scelta sbagliata. Si avvicinò, lenta ma inesorabile, alla novizia per fare quello che andava fatto. Non interruppe nemmeno per un'istante il contatto visivo. L'avrebbe guardata negli occhi fino alla fine. Citazione:Yoki utilizzato: 0% - Punti Limite: 7/7,5 |
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