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QUEST The Bloody Dancer [Ophelia]
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21-04-2015, 09:28 PM
Messaggio: #13
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RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Decidi quindi di accomodarti al tavolo di Lukas e Federgast: il primo, sempre con un sorriso sulle labbra sposta un po’ la sua sedia per permetterti di sistemarti più comoda, mentre il secondo assume un’espressione stupita sulla sua brutta faccia: probabilmente non si aspettava che tu scegliessi il suo tavolo.
Per sederti sei costretta a sfilare la tua claymore dal suo supporto e a poggiarla vicino a te – il che strappa qualche fischio di ammirazione dagli altri tavoli - nonché a sistemare un po’ meglio il gonnellino dell’armatura. Una volta seduta formuli la tua domanda e, mentre lo fai, il tuo sguardo inevitabilmente si posa sul deforme Federgast: da sotto le sopracciglia cespugliose i suoi occhi castani sembrano sporgere un po’ dalle orbite e uno di essi, il destro, sembra guardare in un’altra direzione; il grosso naso è a patata e presenta un’ulteriore gobba tra la punta e il punto in cui si attacca alla faccia. Una lunga barba castana incolta gli arriva fino al petto mentre i capelli, lunghi anch’essi non riescono a coprire un’incipiente calvizie. La sua pelle è olivastra e, per dirla tutta, l’uomo non sembra pulitissimo, almeno a giudicare dall’acre odore che ti arriva alle narici.
Una rapida occhiata agli altri tavoli ti fa capire che gli altri compagni hanno ripreso a farsi gli affari loro, disinteressandosi, almeno in apparenza, di quanto succede al tuo tavolo, mentre Federgast afferra con una mano grande quanto una pala un grosso boccale di birra che gli stava davanti, trangugiandone il contenuto; qualche istante dopo emette un sonoro rutto, si asciuga la bocca con la manica destra e con una voce dalla tonalità molto bassa ti dice:
Vuoi sapere cosa si dice su di voi? Tante cose e, sfortunatamente, nessuna di esse è molto bella! A Rabona si crede che abbiate ceduto i vostri corpi ai demoni in cambio del loro potere e che, anche se non aggredite gli uomini, alla fine li portiate alla dannazione eterna, come sostiene Relg! Altri sono convinti che il vostro aspetto sia più mostruoso di quanto in realtà esso sia: a questo accennava Kheldar quando ti ha salutata poco fa! Altri ancora sostengono che i vostri occhi d’argento diventano d’oro quando combattete e se qualcuno vi fissa negli occhi riesca a vedere il demone che alberga in voi! E via di questo passo…
La voce di Federgast, a questo punto, si fa un po’ aspra…
Dicerie, leggende, sentito dire, in una parola: menzogne! E sai perché nascono queste menzogne? Perché gli uomini hanno paura! Paura di quello che non capiscono! Paura di quello che è diverso da loro e non riescono a dominarlo!
Dopo questo momentaneo sfogo, dovuto forse anche a tristi esperienze personali, visto il suo aspetto, la voce di Federgast ritorna allo stesso tono pacato di prima.
Ti faccio un esempio: un uomo da solo può facilmente venire ferito o ucciso da un orso, però tanti uomini assieme possono a loro volta riuscire a uccidere un orso. Tanti uomini però non sono in grado di uccidere uno Yoma e quindi, visto che quelle come te ci riescono, spesso da sole, significa che siete ancora più forti dei demoni e questo fa sì che gli uomini vi temano anche più degli stessi Yoma che cacciate! E dalla paura nasce il pregiudizio e dal pregiudizio le leggende…
A quel punto Federgast posa i gomiti sul tavolo, incrociando le dita delle mani. Il suo occhio sinistro è puntato sul tuo volto. In quel momento la voce di Lukas interviene a spezzare la tensione:
Ma tu Juliet non hai motivo di preoccuparti di queste dicerie finché sei con noi: a parte le sfuriate di Relg che terremo a bada, nessuno qui ha intenzioni ostili o timori reverenziali nei tuoi riguardi. La maggior parte di noi ne ha viste troppe per credere alle dicerie popolari e per gli altri… beh, basterà il salario a dissipare gli ultimi dubbi!
Lukas sembra convinto di quel che dice e le sue parole suonano rassicuranti. Mentre rifletti su quanto hai udito negli ultimi minuti, il locandiere, un uomo magrolino che sembra aver ripreso un pelino di coraggio, ti si avvicina e ti chiede:
D… desidera mangiare qualcosa, signorina? |
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