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QUEST The Bloody Dancer [Ophelia]
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25-04-2015, 07:43 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-04-2015 07:46 PM da Ophelia.)
Messaggio: #18
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RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato La serata passò velocemente. Juliet riuscì a controllarsi, assumendo solo quella piccola quantità di alcol che rende più chiacchieroni e ridanciani - anche se data la sua personalità, non ne aveva esattamente bisogno. Pian piano i suoi "compagni" si allontanarono per andare a riposare, uno dopo l'altro. Alla fine rimasero con lei solo Jurgen e Lukas; quest'ultimo, visibilmente stanco, le disse: "Bene, credo che anch’io che andrò a dormire! Vieni, ti mostro la tua stanza!" La ragazza annuì, alzandosi e riprendendo la spada per riporla nel fodero. Seguì Lukas fino a destinazione. Si fermarono davanti ad una porta. "Questa è la stanza che abbiamo tenuto per te! E’ una delle poche che ha la finestra! Se dovessi aver bisogno di qualcosa, la mia stanza la trovi alla fine del piccolo corridoio che trovi fuori dall’altra porta! Buonanotte Juliet!" Prima ancora di vedere la stanza, Juliet era totalmente sicura che sarebbe stata migliore della sua celletta di Staph in ogni caso. Si voltò verso l'uomo con un grosso sorriso. "Wow, sì, non mi capita spesso di dormire in una stanza vera... Buonanotte, Lukas" Entrando nella stanza realizzò di non aver affatto sbagliato le previsioni: era davvero migliore della sua stanzetta di Staph. Eccitata, Juliet si tolse l'armatura ed il fodero con la spada riponendoli sul pavimento davanti al comodino e si gettò di schiena sul letto. Un letto vero! Era così morbido... La guerriera si alzò col busto per restare in posizione seduta, saltellando lievemente per constatare la resistenza del materasso. Era ancora un po' su di giri; perciò il suo primo riflesso fu quello di bere acqua, svuotando per metà la bottiglia che aveva trovato sul comodino. Bene, era sola... Si tolse i vestiti, appoggiandoli sul letto, e sciolse i capelli infilando l'elastico al polso. Continuava a tornarle in mente la scena in cui decapitava lo Yoma, durante il test. E facevano capolino anche le stesse emozioni, il senso di potere, persino i tentennamenti che aveva avuto ad un certo punto. Ricordò quando il sangue violaceo l'aveva ricoperta dalla testa ai piedi, l'attacco di panico che le era preso. Ed infine, il senso di giustizia, l'aver fatto la cosa giusta che era stato più gratificante del pensiero di "aver passato il test". Era questa la sua vita ora, e non le dispiaceva. Certo non era il massimo avere un vincolo grande quanto un continente, rinunciare a cose normali per gli umani, come sposarsi o avere dei figli... Ma lei non aveva mai provato amore romantico per un uomo, non era neanche sicura di esserne attratta in primo luogo. Si diede una rinfrescata e poi restò davanti allo specchio, come se ciò che vi era riflesso fosse diventato estremamente interessante per lei. Osservò attentamente la ragazza riflessa: la luce fioca che illuminava la stanza dava luogo ad affascinanti sfumature sui suoi capelli chiari, la cui lunghezza copriva i seni. Ciò che saltava all'occhio più di qualunque altra cosa era la cicatrice. "Vincolo..." mormorò assorta, tracciando la linea del taglio con il polpastrello dell'indice sinistro. Si morse piano il labbro inferiore e allontanò la mano, come se riuscisse ancora a sentire il dolore del giorno in cui era diventata una strega. Adesso i suoi occhi d'argento sembravano quasi malinconici. Al buio sembravano quasi più chiari, come quelli di un... "...Demone" Qualcuno bussò alla porta: anche se leggero, quel suono la fece sobbalzare e la riportò bruscamente alla realtà. "Juliet! Sono Jurgen il cerusico… Posso entrare? Vorrei chiederti una cosa!" La guerriera si diresse subito verso la porta; ma al momento di appoggiare la mano destra sulla maniglia, questa scattò verso l'alto come se avesse toccato del ferro rovente. "...I vestiti" "Un attimo" esclamò, arrivando fino al letto per recuperare la tuta ed indossarla. Lei non aveva problemi con la nudità, ma non voleva mettere a disagio gli altri. Sapeva che presso gli umani un corpo nudo fosse fonte di imbarazzo. Indossata la tuta finalmente aprì la porta. "Ciao" salutò l'uomo, con un sorriso un po' stanco. Citazione:Yoki utilizzato: 0% |
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