In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Versione stampabile +- ClaymoreGDR Forum - Gioco di Ruolo di CLAYMORE (https://www.claymoregdr.org) +-- Forum: Gioco di Ruolo di CLAYMORE (/Forum-Gioco-di-Ruolo-di-CLAYMORE) +--- Forum: TERRE DEL SUD (/Forum-TERRE-DEL-SUD) +--- Discussione: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] (/Thread-In-fondo-al-pozzo-Dua-Camilla-Anna) |
RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 18-06-2014 06:53 PM Non sapeva davvero come poter ringraziare il sindaco per il suo supporto morale e per la sua disponibilità nel fornirle oggetti e materiali dal suo Villaggio affinché lei svolgesse il suo lavoro, eppure ancora una volta Dua non aveva idea se quella fosse pura e semplice bontà di cuore o perché come avevano detto quello stesso giorno ci tenessero veramente tanto al buon nome del loro villaggio... Sebbene non avesse un vero e proprio nome. L'unica cosa che poté fare, dunque, fu quella di tornare con la torcia ed una piccola daga al pozzo e finalmente far smettere di attendere Camilla, perché in effetti ci stava impiegando una certa dose di tempo per tornare indietro. Dua sperava vivamente la compagna stesse bene e che non fosse successo nulla di strano ed inquietante nel frattempo ma con un paesaggio così paradisiaco attorno a sé, la ragazza poteva solo che dubitarne; incredibile come i campi cambiassero la loro faccia e la loro espressione a seconda dell'ora del giorno, ed il loro sorriso poteva divenire solo più grande con il passare del tempo! Sospirando tornò dunque al pozzo, guardandosi attorno un po' perplessa ed ora molto incerta sul da farsi; aveva ancora l'idea di chiudere lo yoma lì dentro ma il sindaco aveva assicurato che ci fosse abbastanza spazio per muoversi per cui perlustrare con la torcia almeno un attimo... Non doveva essere dannoso. -Va bene- Disse sospirando -Scusa per il ritardo... Entro nel pozzo a controllare com'è la situazione là sotto.- Tossicchiando, si tolse le spalline, il parabraccia e il parastinchi in metallo per essere il meno pesante possibile o la corda altrimenti si sarebbe spezzata. Guardando la sua spada invece, si chiese se fosse il caso o meno di portarla con lei. E' vero: aveva la daga ma se avesse avuto lo spazio per muoverla avrebbe preferito usare la sua Claymore. -Tienimi la spada- Disse a Camilla. -Se c'è spazio... Vorrei usare quella!- Per il momento non la porto ma potrai lasciarla calare giù- Dopidiché se la compagna non avesse detto od aggiunto altro, si sarebbe calata giù con la corda del pozzo sperando che di sotto non ci fossero sorprese inaspettate e spiacevoli. Una volta là sotto avrebbe acceso la torcia e avrebbe studiato l'ambiente attorno a lei, sempre che non ci sarebbe stato qualcosa ad impedirlo. Citazione:Stato Fisico: Sta bene. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 19-06-2014 12:36 PM Il piano è buono ma... dove leghi la corda? Ti rendi conto che il vecchio sostegno che un tempo permetteva di calarla giù è rotto - come in realtà avevi già notato in precedenza - e che non ci sono appigli stabili. Ti viene in mente qualche idea? Note: se non ti viene in mente nessuna idea mandami un PM ed editerò questo post. Se ti viene in mente scrivi come fai a fissare la corda e a scendere nel pozzo. La mia pignoleria su questa cosa è volutamente importante. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 20-06-2014 10:14 PM -Che sciocca- Disse Dua, facendo per scendere nel pozzo per poi rendersi conto che forse doveva legare la corda da qualche parte; si passò una mano sulla fronte imbrazzatissima. Nel suo piano geniale aveva dimenticato un particolare fondamentale! "E' proprio da me scordarmi di certi fatti così importanti, vero!?" Sospirò, poteva fare davanti alla sua compagna così tante figuracce una dietro l'altra? Non poteva apparire almeno un po' professionale? Dopotutto Dua era sempre stata con la testa un po' per aria ma in quel caso non era certo una bella cosa! Forse si era scordata di una cosa così importante perché nervosa per la missione ma doveva concentrarsi e doveva farlo meglio di così. "Va bene, ricominciamo" Si sforzò molto di pensare, prese la corda da terra e si guardò attorno alla ricerca di qualcosa a cui legare la corda ma in mezzo all'aperta campagna non sapeva dove poterla legare nuovamente. Sempre in terra vi era un vecchio ed arrugginito cilindro in metallo che un tempo era stato parte del secchio probabilmente ma come aveva notato prima, oltre il piedistallo in pietra sul quale era posto il Pozzo e qualche mattone sparso in terra c'era poco a cui lei si potesse appellare. Guardò la compagna, stranamente silenziosa e poco utile. -...Potresti tenere tu la corda con la quale mi calo.- Azzardò Dua infine, visto che era lei a infilarsi in un tubo mortale poteva fare qualcosa anche Camilla, non c'era niente di male in tutto ciò no? La sua compagna era anche più grande di corporatura di lei, quindi doveva essere più semplice o no? -Potresti aiutarti con qualche mattone ma penso tu possa farcela, che ne dici?- Chiese alla fine. Citazione:Stato Fisico: Sta bene. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 21-06-2014 12:56 PM Camilla sembra contenta di poterti essere di aiuto, d'altronde non potete scendere in due là dentro, perciò almeno si renderà utile reggendo la corda. Dopo queste considerazioni e un po' di preparazione eccovi all'opera nel tentativo di discesa. Non è difficile, contando che la tua compagna ti aiuta e che ti sei tolta pezzi dell'armatura che avrebbero potuto intralciarti. Citazione:Obiettivo medio completato: Cliffhanger? - Trova un modo per scendere senza ferirti. Quando arrivi sul fondo la tua torcia illumina una caverna di piccole dimensioni, un metro e mezzo per quattro, con te all'estremità più orientale e meridionale, praticamente all'inizio di questo corridoio naturale. L'odore di morte è forte, qui dove non spira il vento dei campi. Sei atterrata su qualcosa di morbido e viscido ma non hai ancora guardato cosa sia. Senti un ringhio sommesso provenire dall'altro lato, che la tenue luce rischiara a malapena: proviene da una figura ammantata di stracci neri, la quale ha evidentemente notato la tua presenza; è in piedi ma oltre a questo non scorgi niente di più, per il momento. Turnazione invariata. Note: nel tuo post precedente non hai messo un'immagine e siccome mi è dispiaciuto ne ho scelta una io. Per solidarietà. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 23-06-2014 10:11 PM Spoiler (Click to View) La prima cosa che Dua poté notare una volta arrivata in fondo al Pozzo, oltre all'odore nauseabondo e vomitevole di morte, furono le dimensioni abbastanza ristrette di quella piccola caverna naturale che sosteneva la struttura esterna che ormai conosceva piuttosto bene. L'idea di portarsi una daga forse era stata una buona idea ma ancora non poteva saperlo, visto che il momento per dirlo era ancora acerbo ed immaturo: prima sarebbe dovuta uscire sana e salva dal Pozzo, poi forse avrebbe potuto parlare. Ad ogni modo la ragazza non ebbe alcun coraggio nell'abbassare lo sguardo sul pavimento che la stava sorreggendo, la sensazione di umido e molliccio lasciava presagire ai panorami peggiori possibili e l'odore, il lezzo vero e proprio emanato dall'aria, di certo non aiutava. Dua si ricordava bene la compagna trovata morta tra le strade della Città Senza Nome, e ancor meglio si ricordava le sensazioni che aveva provato nell'aver calpestato... Lei. Si ricordava bene di aver riversato i pasti in una via più accanto e temeva che se avesse abbassato lo sguardo, avrebbe subito la stessa sorte solo che in quel momento non poteva certo permetterselo. Agitò con fare inesperto la torcia in quella grotta per avere una visuale migliore del luogo nel quale si trovava e se avesse potuto chiedere a Camilla di lasciar calare la spada ma un uggiolio basso e profondo provenire da non molto distante dalla posizione in cui era attualmente Dua. Deglutendo rumorosamente, la Guerriera avvicinò cautamente la sua unica fonte di luce nella direzione dalla quale il verso giungeva; inesperta stava rischiando di lasciare un braccio in quel modo ma non se la sentiva di agire prima di aver scoperto qualcosa in più rispetto quella figura. Sentendo il gelo salirle lungo la schiena, temendo che la sua ora fosse giunta, attivò quasi consciamente le sue capacità percettive; non era brava per il momento con quell'arte ma sentiva che in quel caso era necessario affinare quella sua capacità il più in fretta possibile. Doveva sapere contro chi si stava affacciando e le sue intenzioni, ad ogni modo tenne stretta la spada pronta a reagire visto che temeva per la sua incolumità. Citazione:Stato Fisico: Sta bene, infastidita dall'odore. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 24-06-2014 02:31 PM E' evidente che la figura di fronte a te sia uno yoma, ne sei certa più grazie alla tua percezione che non alla tenue luce della torcia. Ci metti un istante a rendertene conto ma è sufficiente perché tu possa scegliere con cura la tua prossima azione. Intanto l'aver deciso di agitare la fonte di luce di fronte a te ti permette di intravedere meglio la grotta naturale, stretta e lunga. Il pavimento è ricoperto da uno strato di acqua putrida di colore rossastro e l'odore che senti è inconfondibilmente quello del sangue. Ci sono delle cose che si celano poco sotto la superficie ma non abbastanza da lasciarsi contraddistinguere - ed è meglio così per la tua povera sensibilità: hai probabilmente ritrovato alcuni dei pellegrini. Lo yoma ancora non si muove, sembra in attesa, ma di certo non attenderà ancora per molto. Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 27-06-2014 08:48 PM La Guerriera Perfetta si sarebbe messa istantaneamente in posizione di combattimento, avrebbe esibito un sorriso sferzante del pericolo e con occhi sicuri avrebbe ingaggiato e trafitto la gola dello Yoma con un singolo e letale fendente di cui le leggende future avrebbero narrato ma, Dua, non era certo tale Guerriera. Lei era una ragazza, per molti versi semplicemente umana con pregi e difetti ed il coraggio sembrava mancarle; non una vera e propria codardia, piuttosto un senso di timore nei confronti di ciò che poteva portare alla morte... ...Cosa avvenuta ai poveri credenti che si erano calati nel Pozzo. Era sempre stata una bambina mite infondo, non di certo un'assassina di mostri. Guardò lo Yoma per qualche secondo, attraverso la Percezione fu chiaro come le sorgenti d'acqua più pure che quello era un essere demoniaco e che lei doveva ucciderlo o essere uccisa a sua volta; ci fu però una momentanea situazione di stallo in cui i due parvero scrutarsi a vicenda. Non che Dua potesse vedere la sua figura così distintamente data l'oscurità del luogo, ovvio, più che la vista a dominare le sue sensazioni c'era l'olfatto infastidito da un puzzo e da un lezzo di morte quasi irrespirabile. Passarono in quel gelo più totale in cui nulla si mosse pochi secondi ma alla mente della ragazza sembrarono secoli eterni, come se stessero combattendo nel miele i suoi movimenti parevano lenti ed intralciati da una forza misteriosa e vischiosa. Anche quella sensazione durò poco, in effetti, perché dopo la sorpresa l'adrenalina prese a correre rapida nel suo corpo e la voglia di vivere e di non soccombere come la Compagna Senza Nome che aveva seppellito nella Città Senza Nome, prevalse. Dalla sorpresa di aver realizzato che il nemico finalmente c'era ed era lì, davanti a lei, la ragazza rilasciò quasi immediatamente il 10% del suo Yoki, una reazione spontanea e di disinteressata prevenzione. I suoi occhi divennero quelli di un demonio: gialli e da una piccola fessura nera malefica, un aspetto inquietante che pochi esibivano con orgoglio. Dopo di ciò, si avventò sul nemico, perché le stava cara la pelle e non voleva attendere che fosse lui ad ucciderla; provò un fendente diretto al suo cranio: con la sua Claymore avrebbe spaccato il cranio fetido dell'essere, tagliato la sua testa inutile e sparso nel pozzo le sue cervella putride.. ...Ma ebbe dalla sua "solo" una daga umana e dovette avvicinarsi alla bestia per poter sferrare l'attacco, che per altro avrebbe potuto al massimo incidere un taglio obliquo sul volto dello Yoma... E nel migliore dei casi, forse avrebbe potuto sperare di accecare almeno un occhio della bestia. Fu un errore di calcolo, tipico per chi era alle prime armi infondo, ma sarebbe stato quello un errore mortale per la piccola Dua? Citazione:Stato Fisico: Condizioni regolari, infastidita dall'odore. Occhi gialli e felini dato il rilascio di Yoki. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 29-06-2014 03:49 PM Ci sono almeno tre metri fra te e il mostro e il pavimento è scivoloso. Sei talmente concentrata sulla tua carica che non ti rendi conto di quanto sia insidiosa la distanza che vi separa e dopo pochi passi calpesti qualcosa di rotondo e viscido, che ti fa barcollare in avanti. Recuperi l'equilibrio, i tuoi schinieri metallici che affondano di qualche centimetro nell'acqua torbida e densa, ma nel frattempo l'impeto del tuo attacco è stato smorzato. E' un tempo sufficiente per la figura incappucciata per prepararsi: estrae da sotto la lunga veste un'arma lunga e appuntita... sembra un femore... e compie un lungo salto verso di te - troppo veloce perché possa essere umano! Cerchi di menare il tuo fendente ma lui ha il vantaggio di attaccarti dall'alto, perciò riesci a ferirlo solamente di striscio, all'altezza del braccio sinistro. Anche lui ti ferisce di striscio, il lungo osso che ti taglia poco sopra il gomito destro, provocandoti un graffio il cui dolore è sicuramente sopportabile [Ferita Leggera]. Il mostro ammantato di nero guadagna la distanza ed estrae un altro osso, impugnandone di fatto due, uno per mano. Le vesti sono recise nel punto in cui l'hai ferito e vedi del sangue rosso scuro che le macchia. Ti sta studiando, a due metri da te, nuovamente pronto a contrattaccarti. Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 03-07-2014 07:49 PM Il risultato del combattimento fu completamente determinato da una successione continua di errori compiuti dalla giovane ed inesperta Dua: una cosa piuttosto prevedibile e da un certo punto di vista comprensibile, essendo quella la sua prima missione. Prima di tutto, il fatto di essere chiusa in un pozzo con il lezzo di morte che le impediva di respirare, era una fonte di non poco stress; seconda cosa, ciò che stava utilizzando come arma non era la sua Claymore. Non era quel gigantesco spadone dal peso ben preciso che la aiutava a bilanciarsi e a raggiungere attraverso la sua punta affilata anfratti di diverso tipo. E terzo ma non meno importante agente di disturbo, il pavimento su cui stava combattendo non era affatto solido e lei non ci aveva pensato nemmeno un po' sopra. Il risultato fu che Dua si lasciò sfuggire due gridolini: il primo una volta che si fu accorta di aver calpestato qualcosa che non voleva davvero calpestare, ed il secondo per il taglio sul braccio. Non che la ferita fosse così grave da impedirle i movimenti del suo braccio destro ma vedere scorrere il proprio sangue limpido fu uno spavento di non poco conto. A quel punto la ragazza doveva fare solo una cosa: concentrarsi seriamente sul combattimento per poterne uscire viva, il fatto che fosse la sua prima missione purtroppo non la giustificava dal "morire". Stringendo forte la torcia nella mano sinistra e la daga nella mano destra, si chiese cosa potesse fare: l'animale, ben poco loquace ed armato, non sembrava intenzionato ad avanzare ma piuttosto a capire che mossa potesse compiere per sopravvivere. I suoi occhi dorati rilucevano nell'oscurità del pozzo e cercavano freneticamente una risposta alle sue domande. Era terrorizzata, non voleva morire in quel pozzo e specialmente non in quel modo, l'idea di essere da sola in un luogo oscuro senza aiuto non era di conforto quindi dovette sinceramente pensare ad altro. Deglutendo rumorosamente decise di lasciare che fosse il mostro ad agire per primo e di effettuare "solo" una mossa di disturbo. Con il piede destro decise di lanciargli contro del fango, o quello che sperava sinceramente che fosse solo fango, sperando che la distanza non interferisse. Non sapeva cosa volesse raggiongere con quell'azione, se sperava di accecarlo momentaneamente o solo irritarlo al punto da fargli commettere un errore ma se qualcosa doveva succedere, sperava che fosse in meglio. Non se la sentiva di rischiare un attacco frontale compiendo gli stessi errori che aveva compiuto prima, perché non lasciare che fosse lui a compierli? Citazione:Stato Fisico: Condizioni regolari, infastidita dall'odore. Occhi gialli e felini dato il rilascio di Yoki. Ferita di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro. Spoiler (Click to View) RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 11-07-2014 02:13 AM Questa volta è lui ad andare all'offensiva con un movimento rapido, che ti fa comprendere quanto lui conosca bene il luogo in cui state combattendo. Saltellando agilmente - rispetto a un uomo, almeno! - lo yoma incappucciato copre nuovamente la distanza che c'è fra di voi, arrivando a un metro e mezzo di distanza. Poi sferra un affondo con il suo lungo osso appuntito, che sta usando a mo' di fioretto, puntando alla tua gola. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 11-07-2014 06:37 PM Il migliore attacco, in quel momento, era chiaramente la difesa; Dua non vedeva altre possibilità oltre che a quella, visto che ancora doveva adattarsi in modo completo all'ambiente scuro e stretto a cui solo lo yoma era abituato e la mossa successiva del nemico non tardò certamente ad arrivare. La ragazza, ingenuamente, sperava che lo yoma si sbilanciasse in qualche modo cosa che però non avvenne affatto; purtroppo contrare sugli errori altrui per quanto fosse una buona idea non era certo la soluzione definitiva a tutti i problemi. Dua ebbe poco tempo per ragionare quindi le azioni che seguirono non furono un ragionamento di testa ma puro e semplice istinto che per quanto codardo fosse, almeno una volta ogni tanto la faceva reagire nel modo corretto. O almeno così si sperava. Il ricordo di quella ragazza senza nome che aveva perso la vita perché non aveva saputo reagire al combattimento, era un grave monito per la Guerriera perché la natura delle due non doveva essere così distante e lei lo sapeva; Dua, però, aveva la possibilità di continuare a vivere combattendo o di provarci anche in quel momento. Oltre a far affidamento al suo corpo e alla sua mente, che doveva rimanere per quanto possibile lucida, la ragazza aveva ora l'occasione di avere fiducia e speranza nelle proprie capacità. Agendo d'istinto dunque Dua tentò di parare l'affondo nemico sperando che il colpo venisse deviato verso l'alto in modo che parte del corpo deforme dello Yoma fosse quanto più scoperto possibile per magari tentare un attacco successivo -a seconda di come si sarebbero messe le cose. Non doveva però dimenticarsi che il mostro, stranamente poco socievole rispetto a quello incontrato precedentemente, fosse armato di ben due "armi". Stringeva ancora la torcia nella mano sinistra. Citazione:Stato Fisico: Infastidita dall'odore, corpo in tensione per l'azione incombente. Occhi gialli e felini dato il rilascio di Yoki. Ferita di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 12-07-2014 09:49 AM Nel momento in cui le vostre armi si scontrano capisci che in quanto a forza fisica siete pari, anzi, forse gli sei leggermente superiore, infatti metti a punto ciò che i tuoi istruttori di Staph ti hanno insegnato e con una mossa defletti il suo colpo verso l'alto, proprio come da te premesso. E per poco non ti trapassa il cranio. Per poco. Bene riguardo al fatto che possieda più di un'arma e di fatto la cosa non ti coglie impreparata, infatti il suo secondo assalto viene dal basso: un altro affondo - un altro lungo femore - che stavolta punta al cuore. Siete ancora molto vicini e le azioni si susseguono rapidamente. Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 12-07-2014 03:46 PM Con gli occhi ora irridescenti color dell'oro, Dua vide la morte a pochi centimetri dal suo stesso volto ed era stata non poco fortunata ad aver agito per tempo o quel tentativo di deviare il colpo nemico l'avrebbe portata a morte certa; sarebbe stato come uccidersi da sola, letteralmente. -Gasp!- Le sfuggì un gemito di sorpresa in tutto quello e per un attimo non seppe come reagire al secondo attacco: forse poteva parare e deflettere anche l'affondo diretto al suo cuore visto che aveva ormai compreso la sua superiorità fisica, almeno nella mera e pura forza fisica, rispetto allo Yoma eppure con che arma avrebbe potuto tentare di fare una simile cosa? La sua spada era ancora "incagliata" contro l'arma nemica e liberarsi da quella stretta avrebbe potuto significare che l'essere immondo che aveva davanti potesse tentare in seguito un attacco con ben due armi contemporaneamente. Sarebbe stata la sua fine, a quella distanza. Cercare quindi di balzare indietro? Dopo l'enorme fatica che Dua aveva compiuto per portare la sua lama a portata del mostro indietreggiare era da stupidi, inoltre il pozzo stesso l'avrebbe messa con le spalle al muro: lo spazio vitale nel quale muoversi era poco e ristretto, non poteva essere sprecato in quel modo. Ad ogni modo, anche se avesse voluto in quel momento fuggire, era passato troppo: per quanto avesse tratto quelle conclusioni nella sua testa in pochissimi secondi, la vicinanza con il mostro era tale da averle fatto sprecare non poco tempo. Ora era costretta a reagire. Con la mano sinistra dunque, impugnando la torcia, tentò di colpire sulle nocche lo Yoma di modo che se il colpo fosse stato abbastanza violento venisse disarmato, o nel caso che fosse sufficiente ad impedire che la "lama" appuntita e fatta di osse arrivasse fino al suo fragile cuore. Per reagire in modo più scattante dato il tempo perso richiese un ulteriore sforzo dal suo corpo minuto: rilasciò ulteriore Yoki, lasciando che in rilievo nascessero delle piccole increspature attorno agli occhi, segno che si stava avvicinando al famoso e deformante 30% di yoki senza però esserci arrivata. Citazione: Stato Fisico: Infastidita dall'odore, corpo in tensione per l'azione incombente. Occhi gialli e felini dato il rilascio di Yoki, piccole increspature attorno agli occhi. Ferita di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 14-07-2014 01:29 PM L'azione prosegue molto rapidamente e i vostri scambi impiegano meno di un secondo per concludersi. Dopo aver salvato il collo cerchi di salvare il cuore, così colpisci la mano destra del mostro con la torcia. Sei veloce quanto lui, forse leggermente di più, perché riesci nel tuo intento di spostargli la lama verso il basso. In forza più o meno vi eguagliate quindi non riesci a fargli perdere la presa sull'arma e il colpo ti prende all'altezza del petto, senza riuscire ad affondare abbastanza da essere una ferita pericolosa ma sufficientemente per farti sanguinare [Ferita leggera]. Ciò che non avevi previsto è che la fiamma della tua torcia iniziasse a lambire una delle sue maniche e iniziasse ad avvampare rapidamente. Lo yoma balza all'indietro e vedi che forsennatamente cerca di spegnere le fiamme con l'altra mano. Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 14-07-2014 08:26 PM Ancora una volta, gli scambi e le battute dettate dalle armi vennero eseguite in pochi e fatali attimi che parvero però ore data la concentrazione raggiunta dai due; per quel che Dua poteva saperne, con uno sbatter di ciglia si sarebbe potuta ritrovare morta e riversa in quella fanghiglia rossa e marcia in posizioni assurde e scomposte mentre arti e pezzi non ben identificati di corpi putrefatti lambivano il suo corpo esamine. Il terreno sotto i suoi piedi, non poteva dimenticarlo specialmente dopo l'incidente di poco prima, era un viscidume fatto di interiora e scarti di corpi umani ma in quel momento non voleva pensarci. Eppure, poiché la lama giunse al suo petto, si ritrovò a mugugnare qualcosa più per lo spavento che per il dolore stesso e si ritrovò persino ad inginocchiarsi ferita e sconvolta con le ginocchia che affondavano nel fango e nel sangue marcio degli innocenti. -Ugh!- Ansimò pesantemente, sia per lo schifo che per la paura. Temendo che fosse giunta la sua ora, si lasciò andare ad un piccolo tremolio; timorosa di vedere la morte negli occhi chiuse le palpebre e le tenne strette per non far scendere dal suo volto delicato, ma leggermente mutato per il rilascio di Yoki, le lacrime salate di una bambina. Tentennò, sentendo pochi attimi dopo che la ferita non le stava causando un'ingente perdita di sangue: fastidiosa e dolorosa sì, non mortale eppure. C'era ancora una speranza? Quando volse il suo sguardo verso il rumore angosciato di chi agitava la manica senza ucciderla vide lo Yoma prendere fuoco. O meglio, il manicotto della sua mantella, non altro ma per Dua "vederlo andare a fuoco" era un eufemismo che le garbava parecchio tanto da farla sorridere. Strinse i denti, pensando che forse poteva farcela anche quella volta a non morire come un cane; doveva sfruttare quella momentanea distrazione dello Yoma per accanirsi su di lui. Si alzò di scatto, e sperando di ottenere una seconda volta l'effetto che disturbava tanto lo yoma in quel momento, cercò di portare a termine due affondi con entrambe le "armi" all'altezza del petto del malcapitato. Citazione:Stato Fisico: Infastidita dall'odore, corpo in tensione per l'azione incombente. Occhi gialli e felini dato il rilascio di Yoki, piccole increspature attorno agli occhi. Due ferite di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro e all'altezza del petto. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 18-07-2014 12:09 PM Lo yoma solleva repentino entrambe le mani per deflettere il tuo attacco ma il fuoco, ancora una volta, lambisce il suo vestito: ora è l'altra manica ad accendersi, mentre la precedente già bruciava. Chissà cosa spinge uno yoma a cercare dei vestiti umani, chissà cosa ha spinto questo yoma a indossare degli stracci così vecchi e così facilmente infiammabili. Per spegnere le fiamme è costretto a buttarsi in terra, scoprendo la schiena. E' un movimento irrazionale, probabilmente dettato dalla paura... ma che lo mette completamente alla tua mercé. Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 18-07-2014 07:29 PM Esausta, a dir poco, sfinita dal combattimento surreale che stava perpetrando e con gli occhi sfatti dalla fatica e dalla paura stessa di morire, Dua si lasciò andare. Si inginocchiò, affaticata, lasciando che le sue gambe e le sue ginocchia venissero immerse dalla melma rossa putrescente di quel pozzo ormai dannato e macchiato dal sangue degli innocenti, o così pareva. Dopo l'improvvisa voglia di vivere della ragazza e un'improvvisa forza adrenalica che aveva iniziato a scorrerle nel sangue, oltre che a una buona quantità di Yoki, non rimase nulla o quasi. Era solo molto stanca ed impaurita, singhiozzando si passò una mano sul petto per controllare che effettivamente non avesse subito una ferita mortale: per quanto fosse un taglio non grave, sentiva scorrere sotto la sua tuta bianca il suo stesso sangue; non poteva non riconoscere la sensazione umida e viscida del sangue che scorreva sulla sua pelle, come fosse stata acqua stagnante. Appoggiò momentaneamente la mano destra nel fango, cercando di non "raccogliere" niente di indesiderato, e mentre le tremava la mano riuscì appena ad accarezzarsi il volto per rimettere in ordine i ciuffi ribelli. No: non doveva perdere né la speranza né il controllo, per quanta paura avesse doveva rimanere lucida anche se non poteva certo dimenticare i momenti terribili vissuti nella Città Senza Nome nel deserto delle Terre del Sud. Come poteva scordarsi il sogno fatto? Una lugubre visione che segnava il suo destino o semplicemente un motto per farla andare avanti? Smettendo, momentaneamente, di piangere prese lentamente il controllo di sé amirando la figura struggente dell'essere avvolto tra le fiamme: anche lui aveva voglia di vivere, proprio come lei ma proprio per questo uno dei due doveva morire. Ansimando ridusse la quantità di yoki che aveva in circolo e abbassò momentaneamente le difese, poiché erano tutte energie spese che le affossavano ancora di più nella stanchezza. -Al diavolo!- Urlò, stanca della situazione surreale nel quale era venuta a trovarsi; era un sogno o un incubo? Quella non poteva essere la realtà! Il Pozzo degli Incubi, il Pozzo dei Morti, esigeva un ulteriore sacrificio e non voleva essere lei uno dei cadaveri in quel luogo. -Che cosa diamine sta succedendo? Perché sei qui?- Cinguettò singhiozzando. Raccolse la spada e si portò sopra lo Yoma, non voleva ucciderlo perché non si sentiva ancora abbastanza coraggiosa per farlo ma non voleva dare l'impressione che di lì a poco non avrebbe ucciso un mostro come lui. Come sua madre; poteva uccidere uno come sua madre? Strinse la spada con la mano destra cercando di tenere in vita le fiamme della torcia cercando la forza d'animo per compiere quello che nella sua testa in quel momento era un matricidio. Per il momento, voleva solo stare attenta affinché lo yoma non le risultasse mortale. Citazione:Stato Fisico: Infastidita dall'odore, corpo affaticato. Occhi gialli e felini dato il rilascio di Yoki. Due ferite di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro e all'altezza del petto. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 19-07-2014 03:31 PM Smette di rigirarsi nell'acqua rossiccia e si rialza velocemente, riprendendo le distanze fino a raggiungere il limite dell'area di luce prodotto dalla tua torcia. Ha le maniche bruciacchiate e in alcuni punti carbonizzate, fin quasi alle spalle. Lo vedi respirare silenziosamente, e poi inaspettatamente: «Perché non mi hai ucciso mentre ero impotente?» La sua voce è mostruosa, il tono irregolare e discontinuo, ma fra una sillaba distorta e l'altra cogli una perplessità difficile da nascondere. Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 19-07-2014 06:21 PM Il respiro della giovane Guerriera tremava ad intermittenza, il fiato non era mai regolare e fluido come quello di una persona immersa in un ambiente tranquillo; sottoposta a tutto quello stress Dua poteva giurare che ad essere irregolare non fosse solo il suo stesso respiro ma persino il battito del suo cuore, quello che aveva rischiato di perdere pochi attimi prima. La luce della sua torcia era debole e fiacca, un po' come lo spirito guerriero della ragazza che poco a poco andava sempre più lontano dal suo corpo, Dua non era nata per uccidere in quei modi brutali né per sentire la propria vittima piangere o dimenarsi nella melma che lui stesso aveva generato. Era convinta che, Camilla, al posto suo non avrebbe fatto domande: sarebbe andata avanti e l'avrebbe ucciso con un colpo secco dall'alto verso il basso come un'esecuzione capitale, nella sua immaginazione Dua vide la testa del mostro rotolare un po' prima di arrestare il suo moto e fermarsi immersa nell'acquitrino. Gli occhi gialli e mostruosi, l'avrebbero fissata per il resto della sua non più placida esistenza. I suoi capelli chiari erano macchiati dal sangue delle vittime che lo yoma aveva sacrificato per il Pozzo, visto che dopo aver immerso le mani nel sangue marcio si era accarezzata proprio la sua folta chioma, quindi respirando a pieni polmoni e sentendo l'odore del sangue raggrumato al fango non potevano esserci dubbi: doveva uccidere quel mostro, o almeno, sarebbe stato così per qualunque altra guerriera dalla mente lucida. Strinse forte la spada come a volersi legare ad essa ma improvvisamente, i movimenti frenetici dell'essere cessarono e lo Yoma balzò all'indietro ad una distanza di sicurezza cogliendo di sprovvista la ragazza. -Ah!- Spaventata volle fare la stessa cosa Dua; riguardandolo un po' stupita continuò a ricordarsi di sua madre, il vero Yoma della sua storia. Non aveva mai assistito in tutta la sua vita ad un suo omicidio, piuttosto aveva assistito a quello di Esbern da parte di altri esseri umani, né le aveva mai torto un capello eppure lei era sempre stata un mostro. Mangiare gli umani non era l'immagine ideale di una persona per bene. Ansimò, stando sull'attenti, cercando di decidere cosa fare; intanto il mostro, come a volerle insinuare altri dubbi nella sua piccola testa confusa e a dir poco contraddittoria, le fece una domanda. Lei lo guardò stupita, perché fino a quel momento non aveva mai sentito quello yoma parlare per quanto invece l'altro incontrato nelle Terre del Sud si era dimostrato un chiacchierone. -Che razza di domande sono queste?- Disse lei, nervosa ed impaurita da un'eventuale trappola; stava sudando freddo. Non sapeva perché ma aveva l'impressione che la luce si fosse come "raffreddata", così anche la luce nei suoi occhi si spense da un'oro intenso ad un color argenteo; cercando di calmarsi gli rispose. -Non lo so io il perché! Perché? Perché no?- Respirava affanosamente. -Ho avuto paura! Mi hai fatto pena, compassione non lo so!- Aggiunse, come se dovesse davvero dirgli quelle cose così private. -E tu perché non lo hai fatto ora?- Lo guardò un po' confusa, certo bell'idea dare confidenza ad un mostro torturatore le cui vittime facevano da tappeto per Dua stessa; inoltre ora che il mantello era bagnato l'idea di dargli fuoco poteva darle l'addio. Citazione:Stato Fisico: Infastidita dall'odore, corpo affaticato e percorso da tremori di confusione e paura. Due ferite di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro e all'altezza del petto. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 21-07-2014 10:00 AM La perplessità del tuo interlocutore cresce ancora di più. «Compassione? Pietà?» Era come cercare di spiegare il rosso a un cieco. Tuttavia la discussione assume una piega inaspettata: «Anche io ho paura.» Lo dice a voce bassa, molto bassa. «Lasciami andare e ti prometto che andrò via da qui.» Apre le braccia verso di te, i palmi delle mani rivolti verso l'alto, un segno di buone intenzioni. Per il resto non si muove, restando ancora a debita distanza. Segue, dall'alto, la voce di Camilla, che rimbomba in tutto il pozzo: «Dua, tutto bene? Lo hai ucciso?» Capisci che siete troppo in profondità e che lei non sente né vede nulla di quanto stia accadendo qua sotto. Turnazione invariata. |