The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Versione stampabile +- ClaymoreGDR Forum - Gioco di Ruolo di CLAYMORE (https://www.claymoregdr.org) +-- Forum: Gioco di Ruolo di CLAYMORE (/Forum-Gioco-di-Ruolo-di-CLAYMORE) +--- Forum: TERRE DEL NORD (/Forum-TERRE-DEL-NORD) +--- Discussione: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] (/Thread-The-Secret-Path-claire83-Lachesi-La-X-di-Miria) |
RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Claire83 - 23-10-2014 03:52 PM Si era tenuta aggrappata a quella speranza così come un uomo si aggrappa al bene, mentre sta scivolando lentamente nel male e nell'oscurità. Quell'istante in cui era tornata la piccola ragazzina di un tempo le era servito a mettere in salvo la propria vita. Probabilmente era stato proprio questo a darle la forza di spingersi contro il muro per evitare di essere ferita. La paura della morte, unita al fatto che fosse rimasta completamente sola, aveva fatto nascere in lei quel desiderio che aveva, parzialmente messo da parte per proteggere le sue compagne. Proprio in quel momento in cui aveva cercato di sottrarsi agli artigli degli yoma, si era rinnovata in lei quella sensazione di solitudine che l'aveva accompagnata da sempre. Perchè, nonostante tutto, nonostante fosse diventata una guerriera, nonostante ci fossero tante guerriere come lei, non aveva legato a fondo con nessuna. Erano rimaste semplicemente lei, la sua cara spada e la solitudine che cresceva come una rosa in un piccolo giardino. L'aveva osservata da lontano, le piaceva così tanto farlo che piano piano, sei era lasciata il resto del mondo alle spalle, per avvicinarsi a lei. Non riusciva a capire come quel piccolo, bello e fragile fiore, potesse affascinarla così tanto da diventare piano piano parte di lei. Giorno, dopo giorno, anno dopo anno, aveva continuato ad osservarla instancabilmente, fin quando non se n'era completamente innamorata. Era l'amante perfetta, non chiedeva nulla, nè pretendeva niente da lei, era silenziosa ma riusciva a capire cosa Morgana provasse con un semplice sguardo e lei, lei ne era stata talmente rapita da non poter fare altro che ricambiare, dandole il suo amore. Dopo essere riuscita a schivare lo yoma, sentì il freddo delle pareti delle catacombe ed ilcalore del suo cuore, abbracciarla. Sentì l'urlo di disapprovazione dello yoma, vide Dua per terra, in procinto di venire attaccata dal mostro ed Angelica muoversi dalla parete su cui era appoggiata, in uno scatto, come a voler tentare di aiutare la compagna, gettatasi per terra. Attese per vedere che reazione avrebbero avuto le altre due guerriere, non voleva lanciarsi addosso allo yoma, ma al tempo stesso se fossero state in difficoltà le avrebbe aiutate. Se fosse scattata anche lei verso lo yoma, contemporaneamente ad Angelica, probabilmente avrebbe creato solamente confusione ed incertezza. Quel luogo era stretto e non era facile maneggiare una spada in simultanea con un'altra persona, perchè sarebbero andate a cozzare, risolvendo il colpo in un nulla di fatto. Tenendo sempre la mano ben salda sull'impugnatura della sua spada, sarebbe intervenuta prontamente nel caso se ne fosse presentato il bisogno. In quel caso l'avrebbe sollevata dal basso verso l'alto, mirando poi in direzione del collo dello yoma per colpirlo. Per il momento però non voleva compiere una mossa azzardata, perchè avrebbe rischiato di ferire una delle altre due guerriere. Citazione:Yoki:0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Narratore - 28-10-2014 12:01 AM Dua frappose la punta della propria Claymore tra sé e lo Yoma disperato, Angelica si lanciò con impeto con l'intento di ucciderlo prima che potesse danneggiare la propria compagna, mentre Morgana decise di attendere nel caso le cose si fossero messe male; decisione saggia, poiché tutto si risolse senza necessità del suo aiuto. Lo Yoma non fece in tempo a scansarsi dalla difesa approntata da Dua, forse nemmeno se ne accorse e si infilzò da solo all'altezza del petto; arrivò col viso molto vicino a quello della numero 32 ringhiò di rabbia e la guerriera sentì l'alito fetido del mostro riscaldarle la faccia. Durò giusto un istante, che la spada di Angelica trovò infine il suo bersaglio, facendo esplodere la testa dello Yoma in uno schizzo di liquido violaceo. ~ Se avessero osservato la stanza da cui era sbucato il mostro, si sarebbero rese conto che era una stanza senza altre vie e del tutto simile alle altre visitate finora. Dalla stanza in cui si trovavano in quel momento invece, c'era un'apertura che portava ad un corridoio fiocamente illuminato, verso Sud.* Cosa avrebbero deciso di fare le guerriere? Turnazione: Claire83 X Lachesi Citazione:*Per rendere le cose più facilmente capibili, d'ora in avanti userò le direzioni Nord (su) - Sud (giù) - Ovest (sinistra) - Est (destra) per definire la direzione di ogni via che incontrerete. Se avete domande, mandate pure un MP a Kelsier. RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Claire83 - 30-10-2014 10:25 PM Pensato-Parlato Era rimasta ad osservare la scena, come una semplice spettatrice. Aveva avuto fiducia nelle sue compagne, ed era stata indubbiamente ripagata. Il mostro era stato annientato, e quelle due guerriere che dapprima avevano avuto timore soltanto a sfiorare lo yoma, erano riuscite ad ucciderlo. Era questo che Morgana desiderava: che agissero. Non era facile per lei assumere il ruolo di caposquadra, doveva proteggere ed al tempo stesso coordinare le azioni degli altri, o meglio comandarle, ma più che di comando, preferiva pensare al termine "guida". In ogni caso, sarebbero arrivate altre scelte da fare, ed altre strade da prendere. Se avesse dovuto scegliere per se stessa, non avrebbe esitato, scegliere per gli altri invece, era profondamente diverso. In un modo o nell'altro, la sua decisione avrebbe avuto delle ripercussioni sugli altri, sarebbe stata indubbiamente criticata, ma in fin dei conti non le importava. Per lei la perfezione non esisteva, poteva semplicemente evitare che ci fossero meno danni del previsto. Continuava comunque a sentirsi sola, ma almeno, aveva notato con piacere che l'odore della morte ed il fatto che lei non fosse deliberatamente intervenuta, avevano fatto nascere una spinta propulsiva in Dua ed in Angelica. Si sentiva un po' come una bambina che pasticciando con i colori, creava inconsapevolmente meravigliosi arcobaleni. Aveva dato loro l'opportunità di mettersi in luce, di sentire così da vicino l'odore della morte e di desiderare di sopravvivere. Riusciva malamente a sopportare chi fuggiva dai pericoli ,senza almeno provare ad affrontarli, riuscendo a comprendere fin dove si sarebbe spinto il proprio coraggio e dove sarebbe iniziata la codardia o semplicemente per timore. Il coraggio nasce sempre dalla paura. Era stato versato del sangue e fortunatamente non era ancora il loro. Immaginava però che in quei cunicoli bui, si annidassero infiniti pericoli, che le attendevano bramosi ed assetati del loro sangue. Prima di prendere altre decisioni, si sincerò che le condizioni delle due compagne fossero buone. State bene? Pare che lui invece, sia passato a miglior vita. Avete fatto un buon lavoro, ma adesso dobbiamo proseguire. Guardò intorno e vide che il luogo da cui era sbucato il mostro era una stanza senza via d'uscita, mentre da quella in cui erano presenti in quel momento, si poteva intravedere un'apertura che conduceva ad un corridoio verso Sud. L'istinto la fece optare per proseguire verso l'ultima strada che aveva notato e cioè quella che portava al corridoio. Penso che qui possa bastare, direi di avviarci verso la strada che conduce al corridoio. Ci saranno altre bestioline da uccidere. Se avete delle proposte, avanzatele pure comunque. Citazione:Yoki:0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - La X di Miria - 31-10-2014 02:12 PM Spoiler (Click to View) Fuori uno. Non sembrava forte né astuto, ma è presto per trarre conclusioni. Rinfoderò la spada e agitò le braccia per scrollarsi il sangue dalle dita. Vieni. Porse la mano a Dua, in caso avesse bisogno di aiuto per alzarsi. Scusami per quello - accennando al sangue che era finito sulla sua compagna dopo che lei aveva schiantato la testa allo Yoma.- è tutto a posto? Le parole di Morgana catturarono la sua attenzione. Solo ora Angelica notò che c'era una via che si apriva a sud della stanza: Morgana era decisa a prendere quella strada ma prima, Angelica voleva fare una cosa. Io proporrei di dare un'occhiata alla stanza da dove è sbucato questo qui. I suoi occhi corsero sul corpo decapitato dello Yoma. Forse c'era un motivo per cui si era rifugiato lì dentro. E magari era anche lo Yoma che ci ha sorprese all'entrata: forse andava ad avvisare qualcuno, e in quella stanza potrebbe esserci qualche indizio. Io controllerei: se non c'è nulla, proseguiamo per la strada che hai indicato. Citazione:Yoki: 0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Lachesi - 31-10-2014 05:41 PM Con la coda dell'occhio vide avanzare Angelica, con la spada in mano pronta a caricare lo Yoma; fu un contatto visivo fugace e momentaneo ma Dua ebbe una forte e sincera paura che la lama della compagna avrebbe colpito lei, si chiese dunque a cosa stesse mirando. Poco dopo, con qualche sforzo mentale, si ricordò che la minaccia più grande non era certo la povera Angelica, bensì lo Yoma; con sua grande sorpresa lo vide infrangersi sulla punta della sua lama come onde del mare contro gli scogli, senza esitare. Il risultato fu molto simile, la spuma bianca delle onde divenne un ribollente gorgoglio di schiuma e sangue violacea del demone che nonostante tutto si dibatteva ancora per la vita o, per meglio dire, per la morte della Guerriera. Dua sentì il vibrare della sua lama contro le sue ossa, contro il suo petto; la sensazione di ciò che aveva appena fatto era vivida e reale, il suono molliccio delle carni trafitte e quello secco delle ossa spezzate penetrarono nel suo cervello con forza. Nonostante la quantità spropositata di danni che il mostro avesse subito sembrò quasi -a Dua si intende- che lui ne godesse e che si spingesse sempre più verso di lei; stava sporgendo il suo volto come a volerla baciare, l'unico che avrebbe voluto, con un morso appassionato e sincero che le avrebbe strappato di netto la faccia. Dua lo fissò negli occhi, languidi e umidi, mentre con la mandibola sembrava vomitare parole o scoccare con la lingua l'amore per il suo odio; non lo sapeva nemmeno lei, la vista le si era offuscata e non riusciva a mettere a fuoco. L'unico motivo per cui lo Yoma non procedette oltre fu perché il suo corpo aveva raggiunto la guardia della spada, ben più larga della lama, che gli impediva di avanzare. Dua si scoprì in un qualche modo... Eccitata dalla cosa, se avesse ucciso quel mostro allora avrebbe ripagato i debiti per quello che invece aveva salvato ma dall'altro lato si spaventò essa stessa per quei suoi pensieri turpi poiché sapeva cosa fosse il dolore e cosa fosse la paura; come poteva augurare ad un altro le stesse sensazioni? Poi tutto ebbe meno importanza: il cranio e le cervella dello Yoma esplosero grazie ad Angelica che pose fine alla vita del mostro e bagnò Dua del suo sangue. La compagna poteva anche essersi sporcata le mani ma sotto il cadavere c'era lei, fu lei ad essere davvero "sporcata" e toccata dalla cosa. Morgana intervenne solo alla fine, giusto per constatare la situazione fino a quel punto ma ormai Dua di testa era assente; si lasciò andare, sdraiandosi per terra, tolse le mani dall'elsa della spada e si accorse che per quanto avesse detto ai suoi muscoli di rilassarsi in quell'istante, lei fosse irrigidita. Tenne le mani vicine al petto, a pochi centimetri di distanza, con le braccia incrociate come una mummia; le sue dita erano contorte e contratte, non riusciva a muoverle in qualche modo. Alzò lo sguardo verso il cielo, per così dire, e tutta la rabbia che aveva provato per Morgana ed Angelica scomparvero nel suo torpore e nel suo abisso personale; certo, una aveva perso tempo a parlare e l'altra si era semplicemente nascosta senza dir niente ma se la colpa fosse stata solamente sua? Le altre che colpe potevano averne, poteva davvero biasimarle? Infondo, poi, se anche lei fosse morta cosa sarebbe cambiato? Era chiaro che lei non era nulla né per le sue compagne né per l'Organizzazione e tanto meno per Kelsier stesso; era così dannatamente confusa, diamine! Pensava di avere una qualche importanza, glie lo avevano fatto credere, e lei ci era cascata come un'idiota ed ora soltanto realizzava quanto fosse in errore. Perché lei non aveva mai smesso, prima di allora, di cercare Elise sua sorella? Perché, tanto, lo sapeva dentro nel profondo: lei non era nessuno per nessuna di quelle persone e cercare un fantasma del suo passato, come amica e come sorella, la faceva sentire un po' meno sola di quanto in realtà fosse. Le altre procedevano senza di lei, perché lei non era necessaria per loro. I bei ricordi di qualche anno prima, di quando le cose sarebbero potute andare bene, erano solo un tumore nel suo cervello. Chissà se invece di andarsene fossero rimaste in contatto; chissà quante cose sarebbero cambiate, magari lei non sarebbe stata così... Sola. Ma se nemmeno le sue compagne sembravano importarsi di lei, di quel che diceva, di quel che pensava allora forse lo sbaglio era lei e nessun'altra; lei aveva qualcosa che non andava dentro e fuori e forse era persino un errore che lei esistesse ancora. Che l'Organizzazione avesse sbagliato a produrla? E per quanto riguardava Kelsier, insomma, cosa doveva pensarne di lui? A volte, sì a volte, pensava sinceramente che di lei a lui qualcosa importasse ed era una dolce illusione nel mare amaro in cui si trovava ma non era per lei che gli Uomini in Nero avevano dei piani bensì per Angelica; quanto sarebbe stato più grave se fosse morta Angelica e non lei? Era tutta un'illusione quella, niente sarebbe tornato come sperava e niente di nuovo sarebbe successo, e la colpa era solo e soltanto sua; che Kelsier dicesse quel che gli pareva, che dicesse pure che ci sarebbe sempre stato per lei ma non sarebbe mai potuto essere così; avrebbe mentito e lo sapeva perfettamente. Tutto quel che poteva aver pensato di lui, la sua testa, la sua immaginazione, il suo cervello bacato; l'immaginazione di Dua era la sua più grande ombra, la più oscura colpa, da cui non poteva riemergere e da cui presto sarebbe stata spazzata via come sabbia al vento. Le parole non avrebbero mai potuto esprimere esattamente i suoi pensieri contorti ed aggrovigliati come la corda di un cappio, sapeva solo che queste si stringevano lentamente attorno al suo collo perché da lì la sua schiena avrebbe assaggiato nuovi "sporchi pavimenti" e si supponeva ce l'avrebbe fatta da sola con il solo conforto che, forse, Kelsier aveva detto qualche parola. Ma a cosa sarebbe servita? Per ora lei poteva rimanere lì, a riposare, fino a quando non avrebbe trovato un altro stato d'animo che non la rendesse patetica; in qualche modo quella forma debole la metteva al sicuro, si chiese cosa se fosse scomparsa. Non morire, semplicemente scomparire, come un fantasma di porcellana, studiare cosa avrebbero fatto gli altri che l'avevano evitata ed illusa ma sapeva bene che ciò non sarebbe importato a nessuno. Non a Kelsier, con 47 Guerriere di cui occuparsi, non a Morgana con Angelica sulle spalle così... Così inspiegabilmente importante. Di loro avrebbero detto che sarebbero cadute, che non avrebbero mai sfiorato la volta celeste ma sapeva che era falso; sapeva anche, però, che lei sarebbe rimasta indietro. Di loro avrebbero detto che non avrebbero mai potuto concludere i loro lavori ma Dua sapeva che era falso; sapeva anche, però, che il suo di lavoro non avrebbe mai avuto una fine né un pubblico. Una tragedia senza spettatori, la migliore attrice ma mai protagonista, così egocentrica ma priva di attenzioni, la rosa senza petali e solo ricamata di spine. Ecco cos'era. E si sentiva così stupida ad aver creduto a certi complimenti che aveva sentito su di sé, di aver creduto che fossero giusti; di cosa l'avevano lodata? Per il suo animo turbolento e tempestato, per le sue spine ingrate? Per il suo schifo? Non c'era da sorprendersi se lei era lì dov'era, a terra con uno Yoma putrescente tra le braccia, mentre Angelica e Morgana in piedi; con la faccia nella polvere poteva solo rimanere abbagliata da quelle due figure, come lo fu per Minerva mentre lei sarebbe rimasta nell'abisso senza luce. Senza. Cercò di rialzarsi ma il cadavere dello Yoma glie lo stava impedendo in qualche modo a lei inconcepibile, si sentì stupida; tentò di tirarsi su e giunse alla convinzione che parte delle difficoltà sarebbero state minori se lei avesse estratto la spada dal corpo esanime dello Yoma, così impugnando l'elsa con entrambe le mani iniziò a fare forza. Ebbe qualche difficoltà e si sentì patetica ed inutile, trovando incredibile l'idea che qualcuno potesse affezionarsi davvero ad un ammasso di carne ed ossa come lei senza niente dentro; sospirando appoggiò il piede contro la spalla del cadavere e con uno strattone più forte infine riuscì nel suo intento; si tolse di dosso il pezzo di carne morta e tentò goffamente di rialzarsi. Non si sentiva nemmeno triste, né apatica, era vuota ma non era apatica; non era nessuno quindi che emozioni poteva provare a parte una sensazione di... Nulla? Delusione, forse. Avrebbe davvero voluto non sentirsi così, perché l'avevano illusa con complimenti e lodi che non le appartenevano; non le erano mai appartenuti, non era bella né speciale, non era coraggiosa né forte. Una formica che non si alzava in piedi. Sorrise timidamente ad Angelica, che le porse il suo aiuto, e si tirò in piedi ascoltando le parole delle compagne con un orecchio sì ed uno no; la verità era che si sentiva in colpa per aver fatto faticare le due per lei. Aveva sporcato la mano alla compagna e timidamente le chiese scusa, con un sospiro si rese dunque subito conto che infondo lei... Era sempre stata di troppo, un peso per chiunque. La prima a sopportare la sua presenza ingombrante fu proprio Elise, a lei aveva rubato il cibo che lei non si meritava; avrebbe dovuto, a quei tempi, smettere di mangiare e morire, lentamente, chiudendo gli occhi nel suo letto caldo e vuoto ma forse qualcuno che non avrebbe mai potuto esserci per lei per davvero, le aveva detto di non farlo ed ora come prevedibile non c'era. Non c'era da sorprendersi che la sorella l'avesse abbandonata. Avrebbe fatto ciò che avrebbero deciso ma per quel momento si sentiva così... Presa in giro, e delusa. Stupida per aver pensato qualsiasi cosa. Annuì alle parole di Angelica, imitando i suoi movimenti, ma non sapeva davvero cosa stesse succedendo. Citazione:Yoki: 0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Kelsier - 03-11-2014 11:34 PM Turno extra concesso a Claire83/Morgana in qualità di Caposquadra, per decidere il da farsi.
RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Claire83 - 07-11-2014 03:48 PM Pensato-Parlato Lo yoma era stato ucciso e pareva che lì non ci fosse più null'altro da fare, o perlomeno era questo che pensava Morgana. Avrebbero potuto dilungarsi in discorsi inutili o sciocchi convenevoli, ma non erano state mandate lì per questo. Dovevano semplicemente continuare il loro percorso. La sua domanda per accertarsi se entrambe stessero bene, cadde praticamente nel vuoto. Fu quindi la realtà a darle la risposta che stava cercando. All'inizio, la caposquadra, aveva cercato di rassicurare entrambe e di far capire loro che potevano contare su di lei, ma quello che era appena successo, aveva dovuto farla ricredere. Non sapeva se nel corso di quella missione, avrebbe potuto fare affidamento su di loro, perchè da quello che era appena accaduto, aveva intuito che la loro paura avrebbe prevalso sul resto. Non le biasimava, ma ad ogni modo doveva tenerne conto. Avrebbe dovuto in ogni caso cercare di proteggersi da sè, ed allo stesso tempo cercare di essere una guida. Non era molto semplice, perchè anche lei, aveva i suoi timori e le sue perplessità, ma quella era una condizione in cui non aveva scelta e c'era in palio qualcosa di così prezioso da non volerlo gettare via. Morgana era tremendamente attaccata alla vita, perchè oltre al desiderio di libertà era ciò che le restava. E poi, sapeva comunque che in quel mondo fatto di spade, di yoma e di combattimenti, c'era qualcun altra come lei che viaggiava sulla sua stessa lunghezza d'onda. C'era una guerriera come lei, che pur avendo paura, riusciva ad aggrapparsi ad essa per combattere e dare il meglio di sè e questo quello che le aveva dimostrato nella precedente missione. Ripensò ad Angela e sorrise e quel pensiero la fece sentire per un attimo meno sola. Chissà cosa starà facendo lei adesso. Magari, in un giorno non molto lontano si sarebbero riviste ed avrebbero combatutto insieme per ottenere la libertà. Aveva già scelto una possibile strada da intraprendere ma, non voleva essere dispotica, ma sentire il parere delle altre. A risponderle fu solo Angelica, mentre Dua restò in silenzio. Propose di andare a perlustrare la stanza da cui era sbucato lo yoma. A Morgana, non parve una buona idea. Per il momento pensava che si fossero rimaste abbastanza in quel luogo e desiderava spostarsi da lì, cercando invece altri possibili tracce e forse, altri pericoli verso la strada che aveva proposto in precedenza. Angelica ,ti ringrazio per la tua proposta ma penso che sarebbe meglio andare via da qui. Non è detto che in quella stanza ci siano altri yoma. Abbiamo perlustrato abbastanza, credo, ed è tempo di andare ad esplorare altri luoghi. Avviamoci quindi verso la strada che conduce al corridoio. Non aggiunse null'altro e cominciò ad incamminarsi. Teneva la mano sempre impugnata saldamente all'elsa della spada, avanzando con cautela. Probabilmente presto, avrebbero avuto altro lavoro da fare. Citazione:Yoki:0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Narratore - 13-11-2014 01:27 AM Dopo aver ribadito che nella stanza dove s'era rifugiato lo Yoma non ci fosse assolutamente nulla di utile o interessante (le tre se n'erano accertate), la caposquadra decise di proseguire per l'altro passaggio presente a sud. Chissà, forse lo Yoma era stato preso dalla disperazione e s'era messo in trappola da solo; la cosa certa era che le guerriere se n'erano liberate senza problemi, quindi ormai era storia passata. La caposquadra quindi proseguì, seguita da Angelica e da una pensierosa Dua, ancora un po' sporca del fetido sangue demoniaco. Morgana si trovò davanti immediatamente ad un bivio, ma vide con chiarezza che quello che proseguiva verso Sud finiva in un vicolo cieco, in cui era presente un loculo pieno di ragnatele, quindi si diresse verso Ovest, finendo comunque per virare nuovamente verso Sud poco dopo. Ad un certo punto, Angelica schiacciò una mattonella appena appena rialzata, che emise un sono *clack*, udito chiaramente anche dalle altre due. Come avrebbe reagito ognuna di loro? Turnazione: X Lachesi Claire83 RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - La X di Miria - 13-11-2014 09:52 PM Spoiler (Click to View) Morgana diede l'ordine di proseguire per il corridoio, mettendosi alla testa del gruppo. Angelica diede un'ultima occhiata al luogo che si stavano lasciando alle spalle e si mise dietro la caposquadra. Avanzarono fino a un bivio e Morgana prese senza indugi la strada che proseguiva a Ovest: dopo qualche passo in quella direzione, la guerriera si accorse che l'altra via risultava essere un vicolo cieco. Sinistra e... di nuovo giù. La via infatti girava di nuovo verso sud. Si ripeté a mente tutte le svolte e le stanze che avevano incontrato dall'entrata fino a lì. Immersa nei suoi pensieri, non si accorse di una mattonella appena rialzata sul suo cammino. Lo schiocco la fece trasalire, levò il piede d'istinto e afferrò la spada, guardandosi attorno con gli occhi sbarrati. Citazione:Yoki: 0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Lachesi - 16-11-2014 03:43 AM La vita in quei corridoi grigi e polverosi era in bianco e nero, coperta da una coltre di nebbia filtrava i pensieri positivi di Dua; li mangiava, li inghiottiva e li rigurgitava sporchi e macchiati. Il suo volto ormai anemico osservava meccanicamente i movimenti delle compagne, li registrava e li seguiva; quel piccolo pezzo del puzzle che aveva provato a salvare, quel piccolo residuo di umanità che aveva stretto tra le dita ossute era stato perso. Che le sue compagne, che Kelsier stesso, dicesse pure quanto importava loro di lei: Dua sapeva che nessuno avrebbe mai dato la vita per lei, come lei invece sentiva di poter fare. O bianco, o nero. O vita o morte per lei, o amore o odio; nient'altro. Un concetto così difficile per loro da capire? Forse anche per Kelsier? Quei sentimenti scorrevano tra le sue vene, le corrompevano, le spezzavano dall'interno; il sangue scuro e nero zampillava ovunque mentre la sua crepava come porcellana bianca. Con fili di metallo che le tagliavano la gola, che la perforavano e la facevano vomitare, sentiva di poter svenire da un momento all'altro; con il naso, più aria respirava e più morte entrava dentro di lei. Un'espressione, un mutamento sul suo volto di cristallo, le ricordò il sangue di cui era ricoperta e da cui non era riuscita davvero a ripulirsi; lo Yoma era morto, lei lo aveva ucciso in un certo senso. Sì, lei lo aveva ucciso; ora ne era convinto ma questa volta l'idea non le diede alcun tipo di brivido né gioia solo una forte amarezza, come se si fosse improvvisamente ricordata del sottile filo spinato che aveva provato a tenere tra le mani per non perdersi. Sarebbe corsa indietro, avrebbe abbracciato il capo mozzato dello Yoma; lo avrebbe stretto ai suoi seni, e avrebbe pianto lacrime amare. Ne avrebbe piante così tante, così tante, che avrebbe potuto far crescere una pianta o un germoglio di vita nuova e degenerata come lei. Tutto questo solo nella sua testa. Ma infondo le sue compagne la capivano, Kelsier capiva quel discorso o faceva finta per i suoi interessi personali? Bianco o nero, alleati o nemici. Ripensando allo Yoma lo rivide come nemico, ripensando alle sue compagne non vide le alleate che sperava; piegò il labbro insoddisfatto, si andava a sinistra ed ancora giù. "Io... Io ho provato a tener da parte quel che provo, a non dir nulla a queste due. Speravo almeno che questo potesse velocizzare la Missione, uscire di qui! Invece..." Invece non accadeva nulla. E il pensiero di essere sola e circondata dalla nebbia la tormentava, la distruggeva; non era come veleno che le scorreva dentro nello spirito era come malvagità. Come oscurità, una profonda oscurità e delusione, nient'altro solo... ...Solo l'oblio, la paura, l'ira, l'odio e la sofferenza. Gettando un ultimo sguardo simbolico al suo passato, improvvisamente ricordò che non provava più nessun rimorso per le lotte avute, per i litigi, per tutto ciò che aveva avuto e che non avrebbe più riottenuto. Non avrebbe pianto tutte le notti, non avrebbe perso la testa per ciò che non poteva riottenere, non aveva il cuore spezzato; non per il passato, per il presente, per il futuro che non vedeva più. Il sorriso di Kelsier, il sorriso delle compagne, dovevano smetterla; non erano reali, erano un trucco, illusione maestosa per non farla sentire come in realtà era: sola. Un peso al cuore, non essere ricordati è atroce, da morti però non te ne accorgi ma da vivo sì che è una vera sofferenza; come camminare a piedi nudi sulle braci, tra le spine roventi delle rose della rabbia. Si fermò dietro alle sue compagne e riprese a camminare, era stata messa nuovamente ultima in fila; un'ulteriore sfiducia che ormai sapeva accettare, a modo suo. Non sembrava una persona affidabile ma perché sembrarlo, infondo? Cos'avevano di più gli altri, che non facevano altro che sventolare in aria ciò che facevano per gli altri? Che urlavano quanto si fossero informati, per loro, quanto avessero sacrificato, per loro, sì... Cos'erano più di lei? Aveva così tanta tensione nel corpo che il suono meccanico che si udì ad un passo specifico di Angelica fece scattare sull'attenti Dua; tornò nel mondo "dei vivi" e non quello nella sua testa e questa volta fu lei che fece un balzo indietro attenta a percepire qualunque cosa stesse accadendo ed in caso, ad evitarlo. Non era un balzo esagerato, bensì misurato, non pauroso ma cinico. Citazione:Yoki: 0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Claire83 - 17-11-2014 09:55 PM Pensato-Parlato- RUMORE. In quel luogo, sembrava che tempo e spazio si fossero fermati. A parte lo yoma che avevano incontrato in precedenza, quei cunicoli oscuri le apparivano come un labirinto senza fine, un vortice che le aveva risucchiate dalla superficie per trascinarle in una spirale di morte. Camminava silenziosamente, accompagnata solo dall'eco dei suoi passi, da quelli delle sue compagne e dal battito vigoroso del suo cuore. Più aveva modo di osservare l'interno di quel luogo, più sentiva la mancanza della luce. Morgana amava la natura e cercava sempre appena ne aveva l'occasione di abbandonarsi a lei. Lì, non c'era nessun posto per la luce, ma regnava incontrastata l'oscurità. Fu assalita da una profonda nostalgia, un moto che le nasceva profondamente dall'interno e desiderò di voler ritornare in superficie ed assaporare per un solo e singolo istante una boccata di quell'aria che tanto bramava. Avrebbe voluto stendersi tra il verde, per essere baciata dal sole e coccolata, da ogni suo singolo raggio. Cogliere un piccolo fiore dal prato, avvicinarlo a sè e sentire l'odore di vita che emanava. C'era un tempo in cui poteva compiere ciascuno di questi singoli gesti senza che nessuno potesse interromperli. Non sapeva che nome dare a tutte quelle sensazioni che provava, era un sentimento talmente forte e travolgente che la affascinava al tempo stesso ma di cui aveva timore. Amore, ne aveva sentito parlare, ma non era in grado di stabilire se era questo ciò che stava provando. Era strano ma era così dominante da farla sentire sempre più viva. Sembrava quasi come se si trovasse davanti ad uno specchio, cercando di toccare con le proprie mani quelle che si trovavano al di là del vetro, senza riuscire ad afferrarle. Erano delle mani che non le erano estranee: erano le sue mani. C'erano dei momenti in cui la guerriera lasciava il posto alla ragazza che era stata, e prendeva il posto in maniera prepotente, quasi come se non volesse rassegnarsi a morire lentamente in quella che sarebbe stata la sua nuova vita. Il confine tra lei e tra la ragazza dello specchio, sembrava così labile da non riuscire a distinguersi in maniera netta e precisa. Presto o tardi, quel vetro sarebbe andato in frantumi. Ma non adesso. Esplose nell'aria un rumore inatteso e strano. CLACK Restò ferma e cercò di chinarsi rapidamente flettendo le gambe, aiutandosi con i palmi delle mani sul pavimento. Urlò un fugace monito alle altre. Attente! Quello, poteva essere il rumore di un trappola. Provò a guardarsi intorno per capacitarsi di quale pericolo avrebbero dovuto affrontare, sempre che ne avrebbe avuto il tempo. Citazione:Yoki:0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Narratore - 18-11-2014 03:16 AM Morgana si abbassò d'istinto, mentre Angelica si mise in guardia; Dua optò per un balzo all'indietro e quasi immediatamente sentì un forte dolore alla schiena. La caposquadra sentì qualcosa sfiorarle il capo e udì un lamento dalla compagna immediatamente dietro. Piccoli dardi erano stati sparati dai muri davanti e dietro le guerriere e l'unica a non essere colpita era stata Morgana, più per fortuna che per capacità; tuttavia, la fortuna era necessaria anche alla più forte delle guerriere. Dua fu presa in pieno alla schiena e un forte dolore quasi la costrinse in ginocchio. Dieci dardi le avevano trafitto la schiena e se fosse stata un semplice essere umano sarebbe morta senza ombra di dubbio. Tuttavia riuscì a resistere, anche se quelle ferite dovevano essere trattate immediatamente. [Ferite MEDIE da perforazione in tutta la schiena] Ad Angelica andò un pochino meglio; grazie alla sua posizione, riuscì a deviare per caso tre dei dardi diretti verso di lei, ma gli altri sette la centrarono. Due la presero al braccio sinistro mentre gli altri cinque le trafissero alla parte alta dell'addome. [Ferite MEDIE da perforazione] Non successe altro, ma ora le guerriere avrebbero dovuto fermarsi per leccarsi le ferite e forse per fare il punto della situazione. Turnazione: Lachesi X Claire83 Citazione:Avete due turni a testa, di cui nel primo potrete portare a termine eventuali Rigenerazioni (richiesta descrizione del prima e del mentre) e poi potrete far interagire le vostre PG. RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Lachesi - 18-11-2014 03:59 AM Morgana era sempre pronta a preoccuparsi delle sue compagne, però purtroppo la sua reazione giungeva tardiva e lenta, forse perché troppo concentrata ad immergersi ad un passato che ormai non le apparteneva più anziché prestare attenzione al mondo reale. Dua certo non lo sapeva ed anche se lo avesse saputo, non avrebbe mai potuto lamentarsene perché se Morgana piangeva ciò che non aveva più, la numero 32 piangeva ciò che non avrebbe mai avuto. Nonostante ciò, comunque, Dua provò a scansare il colpo: aveva creduto che essendo la fonte del rumore nei pressi di Angelica, qualunque cose sarebbe successa sarebbe avvenuta lì, invece non fu affatto così. La minaccia giungeva alle spalle, e compiendo un balzo all'indietro Dua aveva semplicemente aperto la strada a quei dardi metallici nella sua morbida e fragile carne. "Dio..." Non finì la frase nemmeno nella sua testa perché un gemito di dolore interruppe i suoi pensieri, sebbene la conclusione di suddetta frase fosse più che prevedibile. -Argh...!- Nonostante lei fosse ferita aveva ancora le forze per restare sulle due sole gambe, eppure decise con fare tragico e scenico di inginocchiarsi con fare scomposto e stanco. Non lo era fisicamente ma nell'animo, sì. Com'è come non era, qualcosa a lei doveva sempre succedere; e va bene un po' di sfiga, per carità chi non se la merita, ma forse stava un po' esagerando! Prima la voleva là con lui e poi la abbandonava al suo triste destino; neanche si rendeva conto di quanto la stesse prendendo in giro, era troppo stupido per farlo evidentemente. Ad ogni modo la sofferenza era difficilmente paragonabile a qualcosa che lei avesse già vissuto; non sapeva come classificare quel male interiore ed esteriore che stava provando, tanto nello spirito quanto nel corpo ora si sentiva spezzata e vulnerabile. Voleva piangere ma non c'era tempo per farlo; ironia della sorte, l'unica a non essere stata colpita era Morgana. Grugnì qualcosa, estraendosi il primo di dieci dardi pensando: "Ancora nove?! Morirò prima di averli tolti tutti!" A volte manco ci arrivava alla sua schiena per togliere quei pezzi di metallo, li raggiungeva con le sue piccole dita con sforzi disumani e ansanti lacerando talvolta di più la ferita. Ogni volta diceva "Basta, questo è l'ultimo! Non reggo ancora..." Eppure continuava, un po' come continuare ad assumere droghe che facevano palesemente male ma che creavano dipendenza; l'ultimo ma mai l'ultimo. Però era vero: continuava a farlo ma non avrebbe retto ancora, se avesse potuto avrebbe finito là la sua missione, sarebbe tornata indietro e avrebbe mandato le due Guerriere e Compagne a quel paese. Neanche era colpa sua aver calpestato quella mattonella e la punizione più grande a lei. Digrignò i denti per l'odio trattenendo a stendo le lacrime; per la rabbia rilasciò 10% del suo Yoki ma sentì immediatamente quando quella poca quantità di energia demoniaca non bastasse. Altri 10. E ancora. I suoi occhi divennero felini, le vene attorno ai suoi occhi si ingrossarono e i denti assunsero forme disumane ma ancora non le parve abbastanza; lentamente anche i suoi muscoli si inspessirono, attorno al 40% di Yoki, ma lentamente riprese il controllo. Focalizzò la sua mente su quell'energia demoniaca, l'abbassò e tornata al 30% si dedicò ad una lenta ma meticolosa rigenerazione dei tessuti lesi uno alla volta: unica cosa che le deva pace, rabbia. Citazione:Yoki: 10% > 20% > 30% > 40% > 30% (ora stabile al 30%) RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - La X di Miria - 21-11-2014 12:10 AM Spoiler (Click to View) Sette dardi le si conficcarono in corpo, l'aria le uscì di botto dai polmoni e si ritrovò a rantolare mentre crollava in ginocchio. Ahia... ahia... ahia... uggiolò, trascinandosi verso una parete. Ci appoggiò la schiena e riprese fiato, nonostante le cinque punte che la scavavano ad ogni respiro. Aveva gli occhi pieni di lacrime, per il fastidio che quel dolore le procurava, per la vergogna di non aver nemmeno badato a dove metteva i piedi. Affondò i denti nel labbro e estrasse i due dardi nel braccio. Il suono molle della punta che usciva dalla carne le diede il voltastomaco, nascose il viso contro la spalla per non mostrare le lacrime, che le scendevano bollenti fino al collo. Ma perché è successo, perché adesso? Estrasse il secondo dardo e lo scagliò lontano. Trasse quattro dolorosi respiri, fissando il ventre trafitto che s'ingrossava e s'abbassava. Respirava a bocca aperta, con la fronte contratta. Strinse un'asta e tirò piano: il sangue le defluì dalle guance, strinse gli occhi e la punta uscì. Poi toccò alla seconda, alla terza, alla quarta... . Restò accasciata contro il muro, raccogliendo le forze. Ora bisognava rimarginare i buchi. Ce la posso fare, se lo faccio piano... non sarà brutto come la prima volta. Appena lo yoki le si liberò nel corpo avvertì un senso di repulsione, gli occhi si accesero d'oro, le pulsazioni aumentarono e sangue fresco le colò dal ventre. Era difficile concentrarsi tra il dolore e quell'energia. Fissò la mente sull'addome e liberò ancora yoki: le vene le solcarono il volto, il sangue gorgogliava dalle ferite ma non era ancora abbastanza. Ancora... e i denti le divennero aguzzi. Una volta abituatasi alla presenza dello yoki, era più semplice liberarne dell'altro. I muscoli presero ad espandersi. Per ora lo controllo. Suoni viscidi e sibili le giunsero alle orecchie: le ferite all'addome si stavano rimarginando e pian piano il sollievo cresceva. Di seguito, Angelica si concentrò sulle ferite al braccio, rigenerandole più rapidamente. Citazione:Yoki: 0% > 10% > 20% > 30% > 40% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Claire83 - 22-11-2014 04:39 PM Pensato Parlato Fu come udire il sibilo del vento che le accarezzava i capelli, ma quella folata che le era passata accanto, era intrisa di pericolo. Dopo di quella, sentì il lamento della compagna. E subito dopo, arrivò lui. Era giunto all'improvviso, come un prode cavaliere, armato di lancia e di scudo, pronto a difenderla dal pericolo imminente. Non ne conosceva il nome, ma non era la prima volta che arrivava a salvarla. Fu come se l'avesse spinta ad abbassarsi verso terra con tutta la forza che aveva, proteggendola con il suo forte e caldo abbraccio: era l'istinto. Proprio lui, uomo invisibile e silenzioso, era stato suo compagno di mille avventure, e lei, non poteva che fidarsi di quella persona che riusciva a guidarla verso la via migliore. Nel momento in cui la trappola era scattata, era partita una raffica di dardi, la quale aveva investito le guerriere sia dal lato frontale che da quello posteriore a quello in cui si trovavano. L'unica che al momento era rimasta indenne era la caposquadra. Il fatto che si fosse prontamente abbassata, le aveva evitato di finire come bersaglio in quella traiettoria letale ma al contempo, le altre due guerriere erano state fortemente trafitte. Accadde tutto così all'improvviso, che anche se avesse voluto fare qualcosa, non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo. Sebbene fosse una guerriera, nulla poteva fare contro quella trappola. L'unica cosa che poteva fare in quel momento era rimanere impotente a vedere come il corpo delle due compagne venisse martoriato dai dardi. Quella situazione le dava profondamente fastidio. A cosa serviva essere una caposquadra se non poteva aiutare le altre due guerriere? Ai suoi occhi, Dua ed Angelica, non erano delle semplici guerriere mandate dall'Organizzazione a massacrare degli yoma ,per poi tornare a Staph a riverire gli uomini in nero. Probabilmente, se fossero morte, essi avrebberosubito pensato a rimpiazzarle. Del resto, per L'Organizzazione quelle ragazze erano dei miseri fantocci che meritavano di essere colpite senza alcuna pietà. Ma questo non era quello che pensava Morgana. Avevano anche un cuore. Ciò che lei stava pensando e stava continuando per tutto il corso della missione, era che entrambe fossero prima di ogni cosa due esseri umani. Proprio in quel momento, la fragilità del loro corpo, si stava manifestando in tutti i sensi. Il dolore stava loro lacerando non solo la carne, ma anche lo spirito. Qualunque essere umano, avrebbe avuto difficoltà a sopportare il carico di ferite di quelle che entrambe avevano ricevuto, ma loro, erano pur sempre delle guerriere. Ciò che la preoccupava maggiormente ,era che, nel tentare di tirare fuori i dardi dal proprio corpo, e nel trovarsi in quella situazione spaventosa, avrebbero potuto rilasciare più forza demoniaca del dovuto. Pensò a Semiramide, al suo risveglio ed all'ultimo sguardo che aveva rivolto a lei ed Angela. No, non poteva restare inerme davanti a tutto questo. No...non voglio! Non è giusto! Dopo essersi rialzata da terra, si avvicinò alle compagne per tenerle d'occhio. Stavano già provvedendo da sè a sfilarsi i dardi, ma se una delle due o entrambe, avesse avuto bisogno, lei avrebbe tentato di soccorrerle e di aiutarle. Non era impavida come il cavaliere che la proteggeva ogni volta, aveva le sue paure, i suoi timori ma desiderava tutto, eccetto che vedere davanti a sè altre compagne morte o risvegliate. E mentre si avvicinava, sussurrò ad entrambe delle poche ed umili parole: Ragazze...qualsiasi cosa accada tenete duro, io sono con voi. Non vi lascerò da sole. L'unica cosa che poteva fare adesso, era quella di instillare loro sicurezza e coraggio. Citazione:Yoki:0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Lachesi - 22-11-2014 09:23 PM Citazione:"Pensieri" Inutile dire che la rigenerazione dei tessuti non le dava alcun sollievo, al contrario di quanto sperava, provò esattamente la stessa sensazione che ebbe provato durante la sua prima missione nella Città Senza Nome: sentì i filamenti di carne sciogliersi nuovamente, scomporsi per poi ricrearsi uniti e coesi. Sentiva la pelle smembrarsi, colarle giù lungo la schiena sciolta come se fosse stato miele, la vischiosità era identica; avvertiva la pelle tirarsi come se stessero sfilacciando una bambola di pezza, i fili del suo corpo venivano tirati con una serie di punture, nemmeno fosse caduta in un vespaio. Infine sentiva il sangue, la cute e le masse muscolari pulsare al ritmo del suo cuore producendo sensazioni, suoni e percezioni disumane del suo corpo; lentamente una alla volta le ferite da perforazione andavano chiudendosi. Dua doveva rimanere concentrata, liberare una quantità di Yoki consona e in modo duraturo, e focalizzare la sua energia demoniaca unicamente su una ferita alla volto. Le sarebbe risultato più semplice se, se per la testa non avesse avuto tutta quella confusione e quella rabbia. Odiava Morgana, odiava Angelica, Cort, Elise ed anche Kelsier perché no? Era semplicemente incredula che tutto quanto stesse capitando proprio a lei, aveva detto ed aveva ormai preso coscienza del fatto che le sue compagne fossero più importanti di lei ma che le divinità nel cielo avessero preso alla lettera le sue parole le parve così... Assurdo. E lo sapeva, sapeva perfettamente che dall'esterno chiunque avrebbe riso di quella situazione così disgraziata ed infelice; già sentiva le risa degli altri. Diamine, si sentiva così pugnalata al cuore abbastanza da voler scoppiare a piangere; pensava -era convinta- di aver provato dei pensieri puri credendo di poter dare vantaggio alle due e non a sé stessa ma lentamente capiva che non era affatto così. Oh, si immaginò la scena del loro ritorno a Staph: Kelsier le accoglieva indietro e mentre si lodava e complimentava con Morgana che da capitano aveva giostrato per bene le sue due compagne, finiva poi con il meravigliarsi di come Angelica fresca di accademia avesse già ucciso uno Yoma salvando la vita. E lei? Lei Dua cosa aveva fatto di buono? Era stata aggredita da uno Yoma facendosi salvare da Angelica e poi perché era un'idiota colossale aveva deciso di imitare un riccio lasciandosi trafiggere da una decina di dardi in metallo sulla schiena. Utile, grandioso. Doveva prendere semplicemente atto che lei, non era abbastanza né per Kelsier né per Cort -che avevano ben altre Guerriere a cui pensare- e a dire il vero per nessun altro; perché semplicemente non smetteva di rigenerare le ferite e non si lasciava morire insomma? Perché era così assuefatta alla vita quando, chiaramente, la vita stava cercando di rigettarla via? Fece una breve pausa dalla rigenerazione constatando che aveva ormai rimarginato sei delle dieci ferite; era un po' spossata ma più mentalmente che fisicamente e intendiamoci: non che fisicamente stesse bene. La voce di Morgana la distrasse dai suoi pensieri ma di certo non furono il balsamo che le poteva dare sollievo; era contenta di sapere che lei stesse bene ma al tempo stesso la odiava e voleva vederla messa nella sua stessa condizione. Questa dualità dei suoi pensieri spezzava Dua a metà, e finiva infine con il rigettare l'idea di vederla o sapere cosa facesse; stessa cosa per Kelsier e Cort, voleva davvero piacere ma loro non avrebbero mai... -...Ah?- Chiese spaventata a Morgana; infondo Dua si stava chiaramente concentrando su problemi di forza maggiore e lei si era messa, per la seconda volta, a fare uno sproloquio ben poco utile ai fini delle due ferite. -Vorrei... Vorrei concentrarmi ok?- Disse, cercando di essere a modo suo gentile e di sorridere. Tratteneva a stento i suoi sentimenti dolce-amari nei confronti della compagna perché se non si fosse messa a parlare così tanto anche qualche attimo prima quando lo Yoma le aveva scoperte, le cose sarebbero andate in modo differente. Ma non lo disse, lo pensò intensamente; poi cercò di focalizzarsi suoi suoi errori che erano davvero troppi affinché lei potesse ancora viva. "Sono una stupidissima idiota." Sbuffò. Riportò la sua attenzione sulle 4 rimanenti ferite alla schiena e con un profondo sospiro terminò dunque la rigenerazione di un'altra ferita. Si sentiva idiota perché per quanto pensasse di meritarsi la morte, alla fine non riusciva finalmente a lasciarsi andare alla deriva come sperava. Qualcosa la tratteneva ma sperava davvero che quel qualcosa a cui era legata si spezzasse, così da andarsene finalmente. La rigenerazione terminò poco dopo, se non ci fossero stati ulteriori impedimenti e non avrebbe saputo dire esattamente quanto tempo ci aveva impiegato per la rigenerazione completa. Citazione:Yoki: 30% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - La X di Miria - 25-11-2014 09:43 PM Spoiler (Click to View) Pian piano le ferite si stavano rimarginando: sull'addome la pelle cominciava a coprire la carne viva e il braccio era tornato come nuovo. Angelica tuttavia non si fece distrarre: sebbene il peggio fosse passato e lo yoki restasse sotto il suo controllo, sarebbe bastato girarsi indietro una sola volta per incontrare di nuovo quell'angoscia terribile. Se si fosse concentrata su quell'energia che non era sua, che era altro dentro di lei, che non c'entrava niente con lei, si sarebbe fatta sopraffare di nuovo dal terrore e dall'agitazione. Diminuì lo yoki, piano, piano; non aprì gli occhi finché non fu certa di aver completato la guarigione. Dua stava ultimando la rigenerazione, per fortuna sembrava non fosse in gravi condizioni. Morgana era illesa e Angelica non poté che esserne felice. Ma non dedicò alle compagne più di qualche occhiata: non poteva fare altro che pensare a ciò che era successo. Era stato un incidente, non l'aveva proprio vista quella mattonella, quando si è concentrati su altro mica si guarda dove si cammina. Certo però che potevi guardare un po' a terra, sei o non sei nel territorio del nemico? Che bel disastro che è successo. Restò seduta, con gli occhi bassi e il cuore stretto, facendo finta di pulirsi la tuta. Attese una decisione delle compagne: lei non aveva il coraggio di dire nulla. Citazione:Yoki: 40% > 30% > 20% > 10% > 0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Claire83 - 27-11-2014 12:46 AM Pensato-Parlato Il pericolo era ormai passato ed entrambe le compagne avevano portato a termine il processo di rigenerazione. Le parole pronunciate da Morgana erano state forse inutili, ma era stato forte il desiderio in lei di far capire ad entrambe le guerriere, che lei sarebbe stata una colonna portante per loro. La numero trentacinque sembrava molto determinata in questo. A volte, pareva che la sua missione consistesse nell'infondere sicurezze negli altri, sebbene lei, di certezze ne avesse ben poche. Era buffo che si facesse carico di una missione che non le era stata affidata. Quelle due guerriere non erano le sue sorelle, non le legava alcun rapporto di parentela o di sangue, non erano niente per lei e lei, non era niente per loro, eppure cercava costantemente, per quanto poteva, di farle sentire al sicuro. Proprio lei che aveva bisogno di sicurezza. Morgana non aveva mai avuto sorelle, ma c'era qualcuno con lei a renderle meno pesante il suo stato di solitudine, a parte la sua spada. Se ne stava nascosta nell'oscurità, a volte silenziosa, altre più impertinente, la osservava da lontano invisibile come un fantasma, quella ragazza così simile a lei. C'erano dei momenti in cui l'aveva abbandonata al suo destino, l'aveva lasciata libera di scegliere e di sbagliare, l'aveva finanche sbeffeggiata per le sue scelte sbagliate ma, com'era bella e dolce, quando la accoglieva tra le lacrime nel suo caldo abbraccio, circondandola con i suoi lunghi capelli setati. Era strano come fossero così simili, ma erano altrettanto diverse. Le sussurrava parole, ma spesso Morgana le faceva cadere nel vuoto. Le urlava di fuggire e di andare via, in cerca della sua libertà, ma lei le ripeteva che ancora non era giunto il momento. Era forte e determinata lei, era cinica e sicura: era la linfa vitale di cui non poteva fare a meno. Era strano sentire nascere in lei un'altra persona. Gli occhi di lei che la scrutavano indagatori e curiosi, ad un tratto scomparvero. Dopo che la trappola era stata innescata, sembrava che il clima fosse un po' mutato, sia Dua che Angelica erano diventate ancora più silenziose. Fu sopratutto l'atteggiamento della nuova graduata a dar da pensare a Morgana. Angelica, era stata sempre quella che avanzava proposte per prima, ma adesso, se ne stava seduta in un angolo ad occhi bassi, senza proferire parola. Era stata lei a calpestare la mattonella che aveva fatto innescare la trappola, ma non era indubbiamente colpa sua. Nessuna delle tre poteva essere ritenuta responsabile di ciò che era accaduto. Accade tutto ciò che può accadere. Ora che entrambe avevano risanato le proprie ferite, restava decidere il da farsi. Morgana spezzò quindi il silenzio, continuando comunque a guardarsi intorno. Mi dispiace per ciò che è accaduto e sono felice che voi stiate bene adesso. Direi di proseguire per la strada che stavamo percorrendo. Potrebbero esserci altre trappole qui intorno, teniamo gli occhi bene aperti. In ogni caso, ciò che è successo prima non è colpa di nessuno, intesi? Andiamo! Prima usciamo da qui e meglio sarà per noi! Lanciò una fugace occhiata ad entrambe e riprese il cammino, tenendo sempre la mano ben stretta all'elsa. Citazione:Yoki:0% RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Narratore - 29-11-2014 01:19 AM Dopo svariati minuti di calma, Angelica e Dua riuscirono a rigenerare le proprie ferite, senza aver grossi problemi durante il procedimento. Non appena furono a posto, Morgana ordinò di proseguire, conscia che non avrebbe portato nulla di utile stare lì. Proseguirono per quasi dieci minuti in corridoi tutti uguali e tortuosi, fino a ché, non arrivarono ad un punto che conoscevano bene, l'entrata. Erano tornate all'inizio delle catacombe. Cosa avrebbero fatto ora? A Dua venne in mente che la prima stanza in cui erano arrivate, presentava un passaggio che portava verso Nord, quindi avrebbero potuto usare quello... Sempre se Dua lo avesse fatto presente alle compagne; o magari sarebbe venuto in mente anche a loro. Turnazione: Lachesi X Claire83 RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Lachesi - 29-11-2014 02:41 AM I suoi occhi tornarono pallidi come la luna ricoperta d'argento, il suo viso tornò tondo ed umano come quello di una bambina. Nonostante avesse finito la rigenerazione dei tessuti della propria pelle, Dua, rimase ancora per qualche secondo seduta in terra perché l'orribile sensazione della pelle sciolta che si disassemblava ed univa nuovamente solo come dei fili di ferro potevano intrecciarsi andava prima dimenticata; la Guerriera doveva risanarsi prima dai dolori fisici e forse, un giorno, avrebbe potuto alleviare i dolori della propria mente anche se quel momento pareva semplicemente troppo lontano e non appartenente all'universo nel quale lei viveva. Forse, doveva ammetterlo, dentro la sua pelle sopravviveva più che la gioia la tristezza: il lato poetico della vita, nato e partorito solo dal dolore e della morte; eppure che piacere poteva trarne quella ragazza così bizzarra, dal dolore? Struggente era il suo desiderio di felicità, gioia e apprezzamento da parte degli altri ma come poteva conciliare queste sue voglie con qualcosa di diametralmente differente come il dolore, la paura e la sofferenza? Ecco, sì: in questo se poteva denotare il carattere particolarmente duplice, spezzato a metà ed estremamente emotivo della Guerriera ma chi nel mondo non desidera due cose diverse ed ottenere averi a cui dovresti rinunciare? Così Dua desiderava ardentemente il bene delle due compagne ma al tempo stesso, per ottenere ciò, avrebbe dovuto accantonare il proprio piacere e la propria gloria personale e non era sicura di essere abbastanza matura da accettare una cosa del genere. Si alzò lentamente dal terreno osservando le due compagne, Angelica muta forse era racchiusa dentro il suo cranio di cristallo a meditare una nuova strategia mentre Morgana... Beh Morgana faceva poco o niente ma pensava di rendersi utile elargendo astute parole. Doveva comunque ammettere, Dua, che la più inutile fino a quel momento era proprio lei: insomma, gran parte delle sventure erano capitate proprio a lei ed evidentemente non per caso. Se le meritava, meritava di soffrire ma non poteva trascinare per questo motivo le altre compagne nel baratro con lei. Doveva lasciarle andare, in un certo senso. Si sforzò, dunque, di sorridere ad Angelica e tentò con fare timido di darle una pacca sulla spalla; certo, sarebbe stato un tocco molto delicato ed impercettibile quasi, ammesso che la compagna volesse farsi toccare da lei. Comunque, il viaggio proseguì, ormai il tempo non si distingueva più; era ancora notte e, se fosse stata notte, era la stessa notte nella quale si erano addentrare nelle catacombe? O forse era un giorno imprecisato del mese? Ormai Dua non lo sapeva più, aveva perso la concezione del tempo e con esso anche la Percezione dello spazio: la quantità di Yoki in costante rilascio all'interno di quei luoghi era una nebbia scura nel quale loro tre si stavano muovendo. E ancora, nessuna delle sue compagne aveva avanzato ipotesi su cosa fosse e addirittura sembravano essersene dimenticate ma Dua no: non aveva mai cessato di pensarci. Quella sensazione era assai differente da un cupo e greve silenzio assordante, era più facilmente assimilabile ad un continuo brusio di sottofondo; sentivi, percepivi a volte parole a volte no, ma alla fine tutto diveniva piatto e monotono... ...Un caos continuo, ben diverso dal silenzio che avvolgeva il gruppo di caccia. Dua si guardò intorno, ad un certo punto, assai sorpresa: dunque erano ritornati al punto di partenza e ora da che parte sarebbero andate? Spettava a Morgana la decisione, come al solito infondo, ma Dua sapeva che non avevano affatto esplorato tutte le vie possibili e d'improvviso si ricordò tutte le domande che aveva fatto e le proposte che aveva avanzato che erano state lasciate cadere nel vuoto dalle sue compagne. Un filo di rabbia le annebbiò il cervello e per un attimo pensò di mandare tutte e due a quel paese e di non fare niente ma il problema era uno: poco prima aveva scelto la strada in cui aveva deciso di rovinarsi in nome delle altre, ed ora voleva rovinarle in nome suo. Come erano messe le cose? Balbettò qualcosa, incerta; se non per una vera e propria bontà d'animo, Dua alla fine scelse parole alate e morbide per timidezza. -Ah...- Infondo il silenzio le rodeva soltanto lo stomaco. -...Dunque.- Tacque qualche attimo, soppesando le parole e i tempi morti per lasciare assorbire alle due il messaggio assolutamente non necessario che stava per fornire. -Vi avevo suggerito un'altra strada prima... Non so quanto prima. Vi ricordate, sì? Le domande che ho fatto e tutto il resto... E la strada che dicevo...- Con timidezza stava anche, per altro, cercando di capire se le due avessero quantomento ascoltato le domande che precedentemente aveva fatto sui cadaveri e sullo Yoki presente in quei luoghi. Ma quello l'avrebbe ferita soltanto, non le avevano risposto già una volta; aveva chiaramente scelto la via del malessere interiore. Citazione:Yoki: 0% |