In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Versione stampabile +- ClaymoreGDR Forum - Gioco di Ruolo di CLAYMORE (https://www.claymoregdr.org) +-- Forum: Gioco di Ruolo di CLAYMORE (/Forum-Gioco-di-Ruolo-di-CLAYMORE) +--- Forum: TERRE DEL SUD (/Forum-TERRE-DEL-SUD) +--- Discussione: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] (/Thread-In-fondo-al-pozzo-Dua-Camilla-Anna) |
RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 21-07-2014 03:48 PM Quando lo Yoma parve non capire minimamente ciò che intendeva lei, Dua iniziò a respirare più faticosamente perché la tensione di quei attimi orrendi stava crescendo a dismisura; come poteva lei fidarsi di un essere che non capiva nemmeno le basi del linguaggio? Parole che per la Strega dagli Occhi d'Argento erano basilari per lui erano cose che andavano ben oltre la sua concezione; la cosa la faceva infuriare, non solo perché non capiva ma anche e soprattuto perché aveva scelto di ignorare le sue domande. Respirando affannosamente rifletté su come avrebbe mai potuto terminare la sua misera esistenza, trovando tuttavia una cosa superflua ed inutile in un certo senso: farlo a pezzo e mescolare le sue interiora a quelle delle sue vittime non l'avrebbe certo resa migliore di lui né avrebbe potuto riportare in vita le persone che erano morte; sarebbe rimasta, in un certo senso, un animale assetato da sangue come tanti altri quando lei era solo una persona. Quante persone si sentono incomplete? Come se un minuscolo pezzo del mosaico nel loro spirito fosse venuto a mancare sin dalla loro nascita e dal loro primo respiro; non ci si sente mai completi e quasi non ce ne si rende nemmeno conto fino a quando, un giorno, da quel piccolo tassello mancante e dal vuoto ormai marcito ed in decomposizione nasce la disperazione. L'angoscia, lo sconforto, l'abbattimento e la delusione entrano indisturbati nel tuo animo e rosicchiano lentamente e gradualmente i tasselli limitrofi a quello mancante con i loro tentacoli guasti, trasformando poco a poco tutto in legno marcio. Tutto accade gradualmente, progressivamente, tanto da farci l'abitudine; forse la vittima se ne accorge, volte abusa e violenta quei sentimenti per sentirsi forte ed indipendente come non lo è stato mai... E mai lo sarà. Un malessere che ti divora dentro e che lasci fare perché, trovare quel pezzo, quella tessera, è il modo che gli Dèi hanno studiato per metterti alla prova mentre loro si divertono alle tue spalle. Smettere di cercarlo è ingiusto e per continuare a conservarsi come si è necessita di una forza non da poco ma quando lo avrai trovato non potrai più posizionare il tassello al suo posto di origine perché ormai il vuoto lasciato dentro è stato colmato da quei polipi cancerosi che ti hanno rubato l'umanità. E quell'amato tassello che adoravi davvero, che cercavi realmente, ti sembrerà superfluo; lo getterai, nella spazzatura. Il processo era già iniziato, è iniziato per tutti, anche per Dua; fu per questo unico motivo, con questa spaventosa immagine nella testa, che la ragazza trovò improvvisamente giusto accettare le condizioni poste dallo Yoma: per conservarsi umana e passionale. Certo, poteva lasciarlo andare, poteva farlo fuggire e poteva evitare di spargere il suo sangue nella melma marcia ed imputridita delle sue vittime; fare altrimenti forse l'avrebbe avvicinata di più a quell'essere di quanto avrebbe mai potuto fare la forza demoniaca che utilizzava -per quanto lei ne poteva sapere. Infondo era così simile a lei, provavano lo stesso sentimento: la più pura paura e il più grande attaccamento alla vita possibile e se tutti gli Yoma erano tali, c'era da chiedersi se lei non fosse stata davvero partorita da uno di loro. E poi, quante volte solo quel giorno aveva pensato di trovare un mezzo alternativo per concludere la missione senza necessariamente combattere? Ora lo aveva chiaramente trovato. Stava dunque per accettare con un sorriso quando dal cielo scese una voce a lei familiare, quella di Camilla; la voce del dovere. Confusa guardò verso l'alto, probabilmente la compagna non aveva idea di cosa stesse accadendo nel pozzo in quel momento e forse non percepiva più il suo Yoki ma a dire il vero, non lo sapeva nemmeno lei. Fu certa una sola cosa: quella voce, che non aveva mai adorato a dire il vero, la riportò un po' più alla realtà togliendo dalla testa di Dua l'idea di un Pozzo cosciente ed affamato e di un polipo famelico della sua umanità. Doveva pensare alla missione, per quanto l'idea di liberarlo le piacesse, che conseguenze avrebbe avuto tutto questo? Se lo avesse lasciato andare, se avessero scoperto ciò che aveva fatto, avrebbe passato dei grossi guai e forse l'avrebbero persino uccisa senza nemmeno pensarci due volte, evitand il ripetersi di scene come questa ma con che coraggio Dua poteva mozzare la testa ad uno che aveva sofferto quanto lei? O così pareva... Era titubante. Rispettare i propri doveri e rendere orgoglioso Cort e Minerva o aspettare di ricevere certi riconoscimenti in favore di una piccola "debolezza" emotiva che rendeva Dua tale essere? -Io...- Iniziò a balbettare confusa. -Vorrei lasciarti andare ma... Ma... Dove andrai? Se scoprissero che sei ancora vivo, io che fine farei?- Abbassò lo sguardo, un po' lacrimante, un'altra cosa c'era da considerare: -Se te ne andrai di qua, se ucciderai altre persone, qualcuno come me verrebbe a darti la caccia. ...Dovrei ucciderti io e invece non ho il coraggio di farlo. Lasciarti andare, lasciare che qualcun'altro ti uccida sarebbe scaricare i miei doveri su un'altra...- Si interruppe. Cosa doveva dire? Non lo sapeva nemmeno lei, non era una decisione facile quella! Forse era la decisione più difficile che poteva prendere nella sua esistenza. Però una cosa era certa: sicuramente, Dua, non riusciva a vedere gli Yoma come le sue compagne poiché uno di loro l'aveva nutrita come una madre. Forse erano come le persone, tali e quali: alcuni erano dei malati e depravati, come quello nelle Terre del Sud, ed altri erano solo spaventati: come quello inginocchiato davanti a lei. -Non dovrai più uccidere, non dovrai... Farti scoprire. Ce la faresti? Capisci in che condizioni mi metti?- Sperava, questa volta, di ottenere una risposta sincera da parte dello Yoma; forse in quel modo avrebbe scelto definitivamente cosa fare visto che non se la sentiva né di ucciderlo né di farsi uccidere perché lo aveva lasciato andare. ...Forse, a dire il vero, ciò che più la spaventava era vedere la sua immagine riflessa negli occhi dello yoma mentre lo pugnalava, per vedere nello specchio solo un mostro. Per evitare una cosa del genere, avrebbe dovuto colpire alle spalle, come un vero codardo ma sarebbe poi riuscita a convivere con un'immagine simile di sé nella testa? Citazione:Stato Fisico: Infastidita dall'odore, corpo affaticato e percorso da tremori di confusione e paura. Due ferite di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro e all'altezza del petto. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 22-07-2014 10:53 AM Una risposta sincera. Ma cosa significa la sincerità? Possiamo fidarci di qualcuno che ci dice esattamente ciò che più abbiamo bisogno di sentirci dire, che ci tocca dove siamo deboli? Sempre che uno yoma possa essere così intelligente o sensibile - o entrambi, per gli Dei! - da agire in questo modo. «Farò di tutto per non farti passare dei guai.» E dice tutto, senza davvero dirti nulla. «Resterò nascosto qui fino a notte fonda, poi uscirò e nessuno mi vedrà più da queste parti, te lo prometto. Ai tuoi superiori dì che mi hai sconfitto, in fondo è la verità, non dovrai nemmeno preoccuparti di mentire, nessuno potrà contraddirti.» Si rialza, si avvolge come meglio può sotto il suo mantello - stracci? - e attende, dalla sua posizione di sicurezza, che tu prenda una decisione. Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 22-07-2014 09:05 PM Alla fine cosa poteva saperne lei? Forse l'Organizzazione avrebbe scoperto che lo Yoma era in realtà sopravvissuto e lei sarebbe stata punita e forse non sarebbe mai venuto a saperlo; l'unica certezza era che se voleva crederci doveva avere fiducia in lui e una salda speranza nelle sue pericolose parole. Infondo solo la fiducia poteva allentare la presa che i tentacoli marci e sporchi della depravazione stringevano attorno al collo di Dua, prima di renderla nient'altro che un essere vuoto ed affamato di nulla, cresciuto nel caos e nel torpore. Certo, quei piccoli atti umanitari potevano lenire la ferita e credere in un futuro migliore era naturale (chi non spera?) ma era solo l'illusione del povero ebete fiducioso, un sogno che rimandava di poco l'inevitabile destino che tutti attende. Un po' titubante dunque Dua annuì, firmando il patto con lo Yoma con i suoi stessi occhi, lo specchio dell'anima; da un lato non poteva credere che ci fosse qualcosa di così umano tra le loro fila, dall'altro era come se lo avesse sempre sospettato. Alla fine lei non si sentiva nata per uccidere, quella doveva essere la soluzione migliore ed in entrambi i casi sarebbe pentita e lo sapeva: perché allora non agire come ciò che si sentiva di essere, piuttosto che una macchina per uccidere? Guardò il pavimento guasto e putrescente, si passò una mano sulla fronte macchiata dal sangue degli innocenti pensando a ciò che avrebbe raccontato a Camilla: di aver preso una bella botta alla testa durante l'ultimo furioso colpo tra lei e lo Yoma; a quel punto, risvegliandosi ferita, guardando lo Yoma aveva pensato fosse morto ed essendo lei tramortita dal colpo lo aveva creduto morto. Annuì ancora. -Addio- Bisbigliò all'essere, per poi alzare lo sguardo verso il cielo rotondo sopra la sua testa. Dopo qualche attimo di titubanza urlò: -Camilla? Camilla mi senti!? A...Aiutami ad uscire di qui! Tieni la corda e riportami su, ti prego!- Sì, stare in quale posto maleodorante non era il sogno di nessuno, feticista o meno che fosse, era davvero un luogo oltre ogni fantasia perversa. Guardò un'ultima volta l'essere, aspettando di risalire in superficie. Stato Fisico: Infastidita dall'odore, corpo affaticato e percorso da tremori di confusione e paura. Due ferite di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro e all'altezza del petto. Stato Psicologico: Non ha ancora trovato la serenità mentale di cui necessita per un ragionamento lucido e chiaro, quel che è certo è che sia ucciderlo che lasciarlo in vita sarà una decisione che graverà sulla sua coscienza, opta per l'idea più umana. O quella che crede tale. Yoki: 0% Abilità: Percezione (passiva) RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 24-07-2014 02:43 PM Camilla ti regge la corda e ti aiuta a risalire. L'ultima cosa che vedi è lo sguardo incandescente dello yoma che ti segue senza dire più nulla. Infine scompare tutto nelle tenebre... Sei fuori dal pozzo, inzaccherata e puzzolente. Camilla non sembra preoccuparsene troppo, anzi, ti tende la mano e ti aiuta a uscire; dà per scontato che lo yoma sia morto, perciò non ti fa nessuna domanda, se non uno sguardo che lascia intendere: e ora? Turnazione invariata. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 24-07-2014 04:31 PM Mentre risaliva faticosamente, Dua gettò gli ultimi sguardi sullo Yoma a cui aveva consentito di vivere fino a quando l'oscurità non fu tale da limitarle lo sguardo; le ultime cose che vide di quel posto maledetto furono gli occhi accesi del mostro e poi più niente. Emerse dall'oscurità del pozzo trascinandosi appresso l'odore di morte e di disperazione che i viandanti di quel luogo avevano trovato, anziché i tanto sperati desideri. Le gambe le tremavano un poco, accettò dunque di buon grado l'aiuto di Camilla per uscire dal Pozzo; Dua quindi mosse alcuni passi incerti all'aperto, trovando l'illuminazione del luogo insopportabile per i suoi occhi abituati ormai da diverso tempo a scrutare l'oscurità. Lo spazio aperto e l'ossigeno ora puro e non più contaminato dall'olezzo di muffa e morte avevano un che di mistico, eppure il cielo e lo spazio aperto non portarono quella dolce consolazione che chiunque si sarebbe aspettato di trovare. Non per Dua almeno. Si lasciò andare, sdraiandosi sul pavimento e sul manto erboso delle Terre del Sud, respirando a pieni polmoni qualcosa che non avesse l'odore di un cadavere sebbene lei ne fosse impregnata; il cielo e le nuvole chiari si riflessero nei suoi occhi argentei ora vuoti. Respirava lentamente, incerta, dubitando persino che fosse la cosa giusta quella di restare in quello stato; eppure, per qualche minuto, Dua aveva bisogno di sentirsi completamente immersa nel nulla o far parte del cielo stesso. Era silenziosa ma mille parole scorrevano dolorose nel suo cervello infiammato, pensava a ciò che aveva appena fatto cercando di convincersi che aveva fatto la cosa giusta; come l'avrebbero vista le compagne se avessero scoperto una cosa simile? E Minerva? Sospirò, per una volta volle pensare solo che almeno era ancora viva. Malinconicamente ripensò alla gioia provata all'alba dopo aver sconfitto il primo nemico e alla fatica per restare in vita; avrebbe voluto provare quella stessa gioia in quel momento ma in realtà non era nemeno certa di cosa stesse provando per davvero. Solo confusione. Si rimise seduta, guardando la compagna e guardando infine sé stessa; dovevano dare il "lieto" annuncio al Sindaco del villaggio ma lei non se la sentiva di fare una parata macchiata di sangue in quel modo. Guardò Camilla e le porse la spada che il sindaco le aveva donato, con voce esile disse: -Mi rigenerò le mie ferite, intanto tu vai dal Sindaco e riportagli questa; non fare tardi. Poi torneremo a... Casa.- Non erano ferite così gravi da necessitare un'immediata rigenerazione ma voleva starsene un po' sola mentre si occupava di sé stessa. Citazione:Stato Fisico: Affaticata. Due ferite di entità LEGGERA all'altezza del gomito destro e all'altezza del petto. RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Narratore - 24-07-2014 08:52 PM Le tue ferite rigenerano velocemente e dopo qualche minuto anche Camilla è di ritorno. Il sindaco ha già ringraziato la tua compagna, come vieni ben presto a sapere, e anche per te ci sono state parole di elogio. Solo tu, però, conosci la verità. Non avete più motivo di restare qui, perciò riprendete il viaggio verso Staph. La missione è conclusa... o forse no? Citazione:Obiettivo difficile completato: Non serve la laurea in architettura per capire che... - Lo spazio era stretto e hai combattuto in modo da non colpire la parete. Fine. |