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[In Missione] Scheda di Juliet (Ophelia)
03-01-2015, 02:29 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-09-2019 11:25 PM da Ophelia.)
Messaggio: #1
[In Missione] Scheda di Juliet (Ophelia)
Nome: Juliet
Anni: 21
Altezza: 1.85 m
Peso: 72 kg
Arto Dominante: Sinistro
Tipologia: Attacco
Avatar: Simbolo: Uniforme: gli abiti e le protezioni indossate dalla guerriera.
Profilo Fisico: Juliet è alta, dal fisico snello ma solido ed allenato; il seno poco prosperoso, proporzionato al resto del corpo. Dopo tutti gli anni passati ad allenarsi ha perso l'iniziale portamento rude, diventando più aggraziata. Le sue movenze sono agili. La metamorfosi non ha inciso particolarmente sul suo aspetto: i capelli, già biondi, si sono schiariti appena; soltanto gli occhi hanno perso l'originaria colorazione castana, rendendola a tutti gli effetti "una Strega dagli Occhi d'Argento".
Porta i capelli, lunghi e lisci, acconciati in una coda alta; un ciuffo laterale sporge dal lato sinistro arrivando quasi a coprirle l'occhio. Il lato destro della sua testa è ricoperto da minuscole treccine allineate, talmente strette da rivelare il colore biancastro del cuoio capelluto, dando a quel lato della testa un aspetto quasi "rasato". Due treccine più piccole ornano i lati del suo viso.
Ha quattro fori per orecchio: quello sinistro decorato da semplici anellini d'argento; in quello destro, Juliet ha fatto passare attraverso i quattro fori il braccialetto che aveva da bambina, per essere sicura di averlo sempre con sè.
Ha un volto molto espressivo, solitamente la si vede con un sorriso beffardo.
Profilo Psicologico: Juliet è impulsiva, quasi animalesca alle volte. Può buttarsi nella mischia senza riflettere, per via del forte desiderio di brandire la spada. Ha una forte personalità ed un grande carisma; tuttavia, spera segretamente di riuscire a controllarsi e diventare un buon leader per le altre. E' estroversa e tende a socializzare e lavorare in gruppo. Ama fare battute (specialmente sarcastiche), che cerca però di dosare per paura di risultare "il buffone di corte" o perdere il rispetto delle compagne. Quando si sente sola canticchia. Ha un ricordo confuso della sua infanzia e degli eventi precedenti alla sua entrata nell'Organizzazione, tuttavia alle volte, quando si sente particolarmente sola e riflette troppo sul passato, prova un'improvvisa tristezza. L'unico ricordo vivo è l'evento che l'ha portata a diventare una guerriera, evento legato direttamente al suo desiderio di tenere con sè il braccialetto. Ama le armi
E' orgogliosa: non riceve di buon grado degli ordini, se non impartiti da una persona da lei rispettata (e ci tiene, a sua volta, ad essere rispettata da tutte). Il suo carattere schietto può dare problemi nei lavori di gruppo; intelligente ed ambiziosa, Juliet a volte può risultare anche sbruffona per via della sua sicurezza e dell'esperienza con le armi, ma una cosa è certa: aiuterebbe subito una compagna in difficoltà.
Storia Personale: Juliet viveva in un villaggio nelle Terre dell'Ovest, un piccolo villaggio circondato dalla foresta che viveva di caccia. Non aveva fratelli, nè sorelle: quindi era circondata dall'affetto di suo padre, che per vivere cacciava e spaccava la legna, e sua madre. Abitavano in una bella casa di legno immersa nel bosco, tanto bella quanto distante dal centro abitato.
Juliet era più attratta dalla scure e dall'arco di suo padre che dagli utensili da cucina della madre: così, spesso rimaneva ad osservare l'uomo mentre lavorava, senza dire una parola. La incantava il modo in cui egli stringeva il manico dell'arma e scagliava con forza bruta la lama di ferro contro il legno, affettandolo. Seguiva a debita distanza anche le battute di caccia, ammirando la mira e la precisione di suo padre, persino il modo in cui ripiegava l'arco.
Juliet cresceva, e ben presto non si accontentò più di "guardare in silenzio", magari anche da lontano: così cominciò a far pressione ai suoi genitori. Voleva provare anche lei, per seguire le orme di suo padre, cosa c'era di sbagliato?
Suo padre scoppiò a ridere, scompigliandole i capelli: "Questa è mia figlia", aveva detto orgoglioso. Pian piano la fece avvicinare al suo mondo, regalandole addirittura un'accetta a misura di bambina - stessa cosa per l'arco. Poi le impartì lezioni di combattimento con la spada. "Con queste", le disse, "ci andrò piano. Ma quando crescerai, vedrai che perfetta guerriera!"
Juliet cominciò a girare con la spada non affilata che l'uomo le aveva regalato, camminando in modo buffo per via delle dimensioni dell'arma. In questo caso le misure non erano state adattate alle sue piccole fattezze di bambina, ma non le importava. Per casa combatteva contro nemici immaginari, tirava la manica di sua madre per farsi guardare, "Guarda, come sono brava!"
Correva nel bosco, agitava l'arma, spaventando le lepri ed i conigli; e quando capitavano nemici più grandi a cui tuttavia sapeva di non potersi avvicinare, come le volpi, Juliet stringeva i pugni, digrignava i denti e ringhiava: "Roar!", causando la fuga dell'animale. E lei ne era orgogliosissima, si sentiva davvero imbattibile.
Aveva otto anni.
Vista la zona in cui vivevano, le informazioni dal centro abitato arrivavano sempre tardi: così accadde. I suoi genitori non sapevano nulla dello Yoma che da circa tre giorni terrorizzava il villaggio; Juliet non sapeva neanche cosa fosse, uno Yoma. Nessuno gliene aveva mai parlato.
Così, quel giorno tornò a casa dopo il suo allenamento solitario nel bosco, e trovò l'inferno. Sua madre e suo padre giacevano a terra, sventrati dallo Yoma. Juliet rimase sulla soglia, come indecisa sul da farsi... Oppure, semplicemente non voleva crederci, sperava di aver visto male.
Lo Yoma si era accorto di lei, ma continuava a banchettare indisturbato dandole le spalle. Tanto era solo una bambina.
"Devi andare via. Vattene via" pensò lei, stringendo improvvisamente i pugni con tutta la forza che aveva. Le nocche divennero bianche, i muscoli di tutto il corpo tesi. Digrignò i denti con più forza di quanta ne avesse messa in passato, contro le volpi. Perchè lui non era una volpe, era qualcosa di più.
"Roar!" ruggì, mentre cominciava a sudare. Stava tremando. "Roar!" Forse stavolta non avrebbe funzionato. "ROAR!!!"
Lo Yoma voltò appena la testa, mostrando il suo volto mostruoso. Per un attimo, Juliet si aggrappò alla spada che ancora brandiva, quasi pentita di averlo provocato. "Che bambina insopportabile..." sospirò il mostro, tornando al suo banchetto. "Aspetta il tuo turno... Lasciami mangiare in pace."
Lei fece un passo avanti, scosse la testa. Ripensò a tutti gli insegnamenti che suo padre le aveva impartito. "Tu sei forte, Juliet. Sei forte. Sei forte. Forte. Forte..." sussurrò, contando i propri passi. Sinistra, destra, sinistra, destra. "Forte, forte, forte...FORTE!" gridò, giunta davanti al demone, scandendo un colpo mezzano sulla gamba sinistra dello Yoma. Colpo dalla forza ridicola, con una lama non affilata, che tuttavia fece perdere le staffe alla creatura; la quale si alzò in piedi, incombendo sulla bambina.
A quel punto Juliet chiuse gli occhi, contando i secondi che la separavano dal raggiungere i suoi genitori. 1,2,3...
17,18,19... Perchè non accadeva nulla? Era già morta? Cosa...
Aprì lentamente gli occhi. Davanti a sè, il corpo senza vita dello Yoma; in compenso, lei era coperta del suo sangue. Cosa era successo...? Si voltò, scorgendo una figura bianca, alta e snella. Strizzò gli occhi, convinta ormai di sognare. Era un angelo? La osservò meglio: capelli biondi, occhi così chiari da sembrare argentei... chi era quella donna?
La guerriera le lanciò un'occhiata impassibile, prima di darle le spalle e andare via.
Juliet si lasciò cadere in ginocchio, ancora incredula di ciò che era appena successo. Strinse inconsciamente il braccialetto che portava al polso sinistro, una catenella d'argento che portava da quando era nata. Un regalo dei suoi genitori.
Genitori.
Si convinse che stava facendo la cosa sbagliata: doveva sfruttare l'adrenalina che le stava impedendo di realizzare completamente l'accaduto, doveva correre da quella signora, raggiungere il villaggio.
E così fu: fece più in fretta possibile, ma giunta nella piazza del villaggio trovò solo un bizzarro uomo vestito di nero, a cui il capo del villaggio stava consegnando una borsa contenente del denaro. "Sfrutta l'adrenalina, fai la tua mossa."
Corse da quell'uomo, tirandogli la manica. Lui le sorrise, osservandola solo un attimo per realizzare: alla fine, la storia delle guerriere era la stessa, e quella bambina apparentemente selvaggia, dai capelli arruffati, tutta coperta del sangue di Yoma non poteva che volere una cosa sola.
"Chi era quel mostro che ha ucciso mamma e papà? La donna che lo ha ucciso lavora per te, vero?" L'uomo in nero non si scompose, mantenendo quel sorriso inquietante, ma non rispose. "Quel mostro... lo avete mandato voi, vero?" ringhiò la bambina. I suoi sospetti ce li aveva.
L'uomo rise. "Ehi, piccola, potresti mostrare un po' di rispetto per le persone che ti hanno appena salvato la vita"
Juliet arretrò, calmandosi e sospirando. Qualunque fosse la verità, ora lei era sola, aveva bisogno che qualcuno si occupasse di lei, oltre che alle risposte che le servivano.
"Puoi portarmi dall'angelo che ha ucciso quel mostro?"
"Posso fare molto di più, piccola... Posso renderti come lei"

«Sono ancora quella bambina selvatica»


ABILITA’ INNATA

Citazione:Istinto di Protezione Juliet è naturalmente abile nel notare i pericoli... incorsi dagli altri. Ciò si traduce in un bonus di +3 a Comando ogniqualvolta abbia modo di vedere una persona incorrere un pericolo (attacco offensivo, crollo o altro) e glielo comunichi immediatamente. Questa Abilità è utilizzabile tante volte quanto è l'ammontare del proprio livello pieno (E = 1 volta, D = 2 volte, C = 3 volte, B = 4 volte, A = 5 volte, S = 6 volte) durante una quest (unica situazione in cui sia possibile usarla)

ABILITA’ SPECIALI

- Berserker

Citazione:Nome Abilità: Berserker
Parametri Utilizzati: In primis Spirito, poi Forza e Agilità
Effetti: Juliet cede al primordiale istinto della bestia che è dentro di lei. Agirà puramente d’istinto, come un animale, e attaccherà la sua preda massacrando senza riserve. Aumenteranno i sensi: vista, udito e olfatto. Aumenteranno i parametri: Forza e Agilità. Diminuirà invece la Percezione in quanto la guerriera farà affidamento interamente sui suoi sensi e non riuscirà a concentrarsi con esattezza sugli Yoki avversari.
Ci vuole un grande controllo per non perdere il controllo: questo status richiede quindi una grande concentrazione sia per essere mantenuto che per non cedere al Risveglio, che sarà più facile man mano che più Yoki verrà sprigionato. In parole povere, l’abilità richiede un discreto livello di Spirito per tenere la guerriera sulla “retta via”.
Visivamente parlando, la guerriera libererà una quantità di Yoki pari ad un minimo di 10% in maniera spontanea che, nel momento dell’attivazione di quest’abilità, potrebbe apparire come un’aura di colore rossastro sottile come fumo.
Bonus: Aumento dei parametri Forza e Agilità; aumento dei sensi vista, udito e olfatto.
Malus: Diminuzione del parametro Percezione; liberazione di Yoki spontaneo minimo pari al 10%, con conseguente consumo di Punti Limite, più aumento spontaneo del 5% per turno; Juliet potrà concentrarsi solo su un bersaglio per volta, attaccando selvaggiamente fin quando quest'ultimo non sarà morto o fuggito troppo lontano per essere raggiunto, permettendole di potersi "calmare" e disattivare Berserker in modo naturale.
L'Abilità può anche essere disattivata forzatamente, ma questo costringerà la guerriera ad azzerare lo Yoki per un turno intero; dopodiché potrà utilizzarne una quantità crescente nei turni successivi, fino a un recupero completo. Berserker non potrà essere usato durante la ricarica.
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03-01-2015, 03:21 PM
Messaggio: #2
RE: [Nuova] Scheda di Juliet (Ophelia)
Scheda approvata.


A breve verrai contattata per la tua prima missione introduttiva.
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27-03-2015, 09:40 PM
Messaggio: #3
RE: [In Missione] Scheda di Juliet (Ophelia)
Chapter I
La novizia scomparsa

«Ho sempre voluto essere una guerriera. O almeno, nella mia seconda vita.
Sì, decisi tempo fa di considerare la mia vita divisa in due parti: la prima, la mia vita da umana. La seconda, la vita come guerriera, come Claymore.
Nella mia prima vita non sapevo esattamente cosa fare "da grande": mi piacevano le armi, mi facevano sentire forte... Tuttavia non avrei mai immaginato di doverne imbracciare di vere per lavoro. Mi godevo il momento, giocavo, esploravo il bosco, mi sporcavo col fango senza pensare al domani.
E il domani arrivò; e il risultato fu tragico.
Diventando una novizia, e per molti anni, il mio unico pensiero era la vendetta. Mi immaginavo nell'atto di seviziare, tagliare, uccidere gli Yoma ed imbrattarmi del loro sangue dalla testa ai piedi; e questo solo pensiero riusciva a riempirmi di determinazione, ad accendermi nel profondo, a darmi la forza di proseguire. Non mi importava altro, volevo solo la mia vendetta.
Ma durante il mio test, l'occasione per raggiungere il mio obiettivo, ho imparato molto.
Consisteva tutto nel recarsi in una città predata da uno Yoma, Kodara, ucciderlo e ritrovare una mia compagna scomparsa, Eliza. Lei non aveva più fatto ritorno dopo il suo test, e così all'Organizzazione avevano pensato di mandare un'altra guerriera a cercarla.
La mia prima missione, la mia prima vera esperienza come guerriera.
Arrivata a Kodara ho realizzato quanto le voci circa gli umani fossero vere: il loro atteggiamento verso noi guerriere è... evitante. Anzi, sembrano disgustati da noi, che rischiamo la vita per salvare le loro vite. Fortunatamente non sono tutti così: durante quasi tutta la mia permanenza nella città una ragazza umana mi ha fatto compagnia. Le ricerche sono andate avanti per un po', data la mia inesperienza, ma alla fine sono riuscita a scovare lo Yoma. E' stato strano, a dire il vero... All'inizio ero tesa, ma ho cominciato ad agire con testa e corpo contemporaneamente e a quel punto mi stavo davvero divertendo. Certo ci ho rimediato delle ferite, ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Lo Yoki... questa è stata la seconda vera rivelazione. Un potere smisurato che ho sempre temuto, una forza bestiale che ci accomuna agli Yoma, e che può scatenare chissà cosa se superato il proprio limite. Ebbene, l'ho rivalutato. Sentire quella forza scorrermi nelle vene è stato pazzesco, estasi pura. Immagino che sia quello, il potere.
Le sensazioni che ho provato nell'uccidere lo Yoma sono state altrettanto curiose. Dopo averlo decapitato, coperta del suo sangue ho provato paura. Credo che fosse un attacco di panico, la mia testa era piena di quei ricordi dal passato e ho creduto di rivivere quel giorno...
E lì ho capito. Ho capito quale fosse davvero la mia missione: vendetta... era banale. Coi miei pensieri avevo scavato un po' più a fondo, rendendomi conto che tutto ciò che importa è la vita.
La mia, quella degli umani, delle mie compagne, la vita. Non potrò riportare i miei genitori indietro, anche se tengo ancora alla vendetta; ma ho deciso di combattere per la vita prima che per la morte.
Voglio diventare la guerriera più forte per riuscirci.
Questa è stata la vera rivelazione.
Eliza, che le mie supposizioni avevano creduto morta per quasi tutto il tempo, l'ho ritrovata in un orfanotrofio. E' stata accecata, forse non riacquisterà più la vista. La ragazza acrobata e le signore dell'orfanotrofio si sono tutte affezionate a lei, al punto di nasconderla ed opporsi inizialmente alle mie intenzioni ponderate usando il cervello; sembravano non voler capire, forse perchè non possono capire. Noi guerriere abbiamo cuore umano, ma siamo molto diverse da loro... Superiori in forza e agilità, rese tutte uguali nel colore di capelli ed occhi, private della libertà, destinate a combattere e morire.
La novizia alla fine è tornata indietro con me. Nonostante mi fossi comportata in maniera fredda a Kodara, quando le esponevo i rischi di ogni scelta per il suo caso, il pensiero che potessero ucciderla - e che io potessi essere indirettamente il suo boia - mi ha tormentato per tutto il tempo.
La signora Semirhage, la mia addestratrice, mi aspettava davanti al cancello della fortezza di Staph. Hanno portato Eliza dentro, non so cosa le sia capitato.
Sto cercando di essere abbastanza felice per la riuscita del test: ora sarò una vera guerriera...»
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10-08-2015, 04:49 PM
Messaggio: #4
RE: [In Missione] Scheda di Juliet (Ophelia)
Chapter II
The Bloody Dancer

«La mia prima missione da guerriera graduata. Un simbolo personale sulla mia spada, sulla mia armatura... In un certo senso mi ha fatta sentire meno "carne da macello", anche se penso che sotto il numero 30 le guerriere siano tutte sacrificabili. E' logico, un'Organizzazione del genere deve mantenere una certa freddezza per sopravvivere ed essere efficiente. Salire sopra il numero 30 per me non sarà affatto una comfort zone: voglio ancora essere la migliore. Non per vanità, neanche per il mio solito orgoglio, ma perchè... vendicarmi e proteggere è la mia missione, no? E per proteggere devo esserne in grado. Fisicamente, psichicamente, ma soprattutto fisicamente. Il mio limite maggiore al momento è quello del corpo.
Me ne son resa conto per l'ennesima volta con questa missione. Dovevo unirmi ad un gruppo di mercenari, di umani, a Torlilo, un luogo nei pressi della Città Santa, per via di una serie di violenti massacri che si stavano verificando in quella zona. La mia missione stavolta era... particolare... Ero incaricata di osservare la natura della minaccia e tornare indietro a riferire il tutto. Niente più. Qualcuno al posto mio avrebbe fatto i salti di gioia, dato che non mi è stato richiesto di rischiare la vita, sembrava fin troppo facile. Ma non lo è stato affatto, no.
Al contrario è stato ben più difficile del mio test; anzi, mi è sembrato quasi come l'evento che tempo prima mi fece diventare una guerriera.
Io... mi conosco, voglio stringere legami e piacere agli altri. Il pensiero di passare una missione in compagnia di un gruppo di persone mi è sembrato divertente dal primo istante. Quelle persone mi hanno accettata senza troppi pregiudizi - fatta eccezione per un paio di gente religiosa - e mi ci stavo davvero affezionando. Credo di averne la colpa, forse tendo ad affezionarmi facilmente perchè mi sento sola e odio essere sola. In ogni caso, dopo esserci rilassati e divertiti abbastanza, ci siamo messi in viaggio per fare il nostro dovere.
Per tutto il tempo ho pensato ad uno Yoma, nel peggiore dei casi, o nel migliore a dei banditi. Ma mai avrei pensato che il colpevole di quei massacri fosse... una di noi. Una guerriera come me. Noi, che abbiamo il compito di difendere gli umani ed il divieto di ucciderli.
Lei ha preso quelle persone, tutte loro, e le ha ridotte ad un ammasso di carne e sangue sparso per il campo. Ha fatto a pezzi la loro individualità, il loro Essere, per trasformarli in materia senza volontà.
Io non ho voluto guardare, ho solo dato un'occhiata alla donna per accertarmi della sua identità, ero pronta ad andare via per riferire il tutto alla mia tutrice in modo che potessero mandarle dietro qualche guerriera abbastanza forte. Già, perchè io non lo ero. Non ero abbastanza. Non ho potuto fare nulla, non ho potuto proteggerli. Credo che avrei perfino disobbedito alla regola del non ingaggiare battaglia, se avessi sentito la sua forza come inferiore o pari alla mia. Si chiama Samara, ed oltre ad essere molto più potente di me è anche totalmente folle. Fortunatamente non mi ha considerata sua nemica, anzi; continuava a chiamarmi "sorella" e a blaterare qualcosa sul liberarmi. Ho conservato tutta la freddezza possibile per non reagire d'istinto. Ho fatto tutto quel che diceva per restare viva e andarmene.
Mi ha costretta a fare uno strano rituale. Mi ha fatta spogliare, rotolare nel sangue dei miei compagni per farmelo bere alla fine. Ho fatto davvero il possibile per non perdere la calma, ed incredibilmente mi ha lasciata in pace. Ha detto qualcosa come "Ora sei libera, ci rivedremo" e lì non ci ho visto più. Mi sono lavata dal sangue che avevo addosso, e ho rigettato quello ingerito. Sono tornata a Staph in un viaggio di ben quattro giorni, senza chiudere occhio, con la scena degli umani assassinati ancora stampata nella mia mente. Perchè mi sento in colpa? Mi ribolle il sangue al pensiero che alcuni, guardando in faccia il loro carnefice, abbiano pensato a me come una sua alleata. Hanno creduto al pregiudizio su noi guerriere in punto di morte. Perchè mi sento in colpa?
Alla fine ho riferito tutto alla signora Semirhage e mi ha assicurato che quella Samara avrà quel che si merita, quanto vorrei assistere alla scena. Voglio picchiare qualcuno. E voglio uccidere. Sicuramente per la prossima missione sarò bella carica.»
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08-02-2016, 07:00 PM
Messaggio: #5
RE: [In Missione] Scheda di Juliet (Ophelia)
Chapter III
The Forgotten II

«Missione numero due. Mentre pattugliavo il territorio assegnatomi ad Ovest ho visto arrivare il messaggero.
Volevano che mi recassi in un villaggio di nome Ben per poi "restare in attesa". Un po' vago come ordine, ma il mio compito non è fare domande; così mi sono messa subito in marcia.
Questa missione sembrava essere l'ideale per me: ben sei guerriere! Non si poteva certo dire che avrei sofferto la solitudine. Tuttavia ero ancora scottata per ciò che era accaduto durante la mia precedente missione, e il gran numero di guerriere non lasciava presagire niente di buono.
Come se la situazione non fosse cupa già di suo, dopo ore di attesa ecco arrivare una carrozza che sembrava più un carro funebre; ho fatto la conoscenza di Duncan, uno degli Uomini in Nero, il quale ha messo in chiaro alcune cose: era una specie di missione sotto copertura, una cosa segreta di cui a Staph non sapevano niente. Avremmo dovuto spostarci a Shaemoor con la consapevolezza che avremmo potuto combattere con delle guerriere, o addirittura delle Risvegliate.
Risvegliate, già. Mi sono sempre chiesta cosa accadesse a chi oltrepassa il proprio limite dello Yoki, ed ecco la risposta piombarci addosso come un fulmine a ciel sereno: diventiamo dei mostri, come quelli che combattiamo, ma più stronzi. Una notizia che ti tira su la giornata, come si suol dire.
Il Maestro dev'essere un veggente, perchè ha tristemente indovinato: arrivate nella piazza di Shaemoor ci siamo scontrate con cinque guerriere. Avevano spade e uniformi come le nostre, ma il loro sguardo era assente e hanno cercato di fuggire al suono lontano di un corno.
E' stato strano, ma ho scelto la mia "preda" e alla fine dell'inseguimento l'ho decapitata esattamente come faccio con gli Yoma. Non saprei, la battaglia mi fa esaltare più di quanto dovrebbe. E' tutto ciò che faccio, alla fine.
Sapete cosa è successo dopo? I cadaveri delle guerriere prese da Syhlvia e Alicia si sono rialzate. Esatto. Le mie colleghe le hanno uccise tagliando loro la gola o infilzandole con la spada, e quelle due son tornate nel mondo dei vivi.
Il Maestro ci ha azzeccato un'altra volta, perchè son tornate con un corpo nuovo ed uno Yoki molto più forte... Risvegliate, nondimeno.
Stavo per farmela addosso, lo ammetto. Il primo istinto è stato quello di arretrare e balbettare qualcosa come "Moriremo": ero solo alla mia seconda vera missione, ancora troppo debole, e ancora con troppa voglia di vivere per gioire di fronte alla possibilità di tirare le cuoia lì, in quella piazza.
Voglio farla breve: un'altra guerriera uccisa si è risvegliata, e lì abbiamo capito che è il modo in cui vengono uccise a determinare il "Si rialzerà o no?". Da un lato mi son sentita intelligente, del tipo "Wow per merito della mia brutalità e delle storie che mi raccontavano da bambina adesso non dobbiamo ritrovarci un'ennesima Risvegliata davanti". Da un lato avevo troppa paura per muovere un muscolo ma sapevo di non poter fuggire - e non l'avrei fatto davvero in ogni caso.
Comunque, adesso avevamo tre Risvegliate davanti a noi: la prima la chiameremo Cornuta, grande e grossa ma lentissima nel caricare un attacco; la seconda Titania, altissima ma più veloce di Cornuta; la terza e ultima Occhiovispo, una specie di occhio ambulante velocissimo.
Ho aiutato Crystal a sbarazzarsi dell'ultima guerriera rimasta, con una decapitazione a regola d'arte, e poi abbiamo unito le forze per combattere i tre mostri rimasti in campo.
Pensavo che sarebbe stato peggio, a dir la verità: ero sicura che saremmo morte. Non è successo, non so con quale fortuna, e mi sono persino ritrovata illesa fino alla fine. L'unico graffio me lo sono autoprocurato - no, non ho improvvisamente cominciato ad odiare me stessa. E' successa una cosa in battaglia... verso la fine. Lo Yoki è sfuggito al mio controllo. Pensavo di risvegliarmi. Ho avuto così tanta paura da afferrarmi il polso, talmente forte da perdere quasi la presa intorno alla mia spada. Per qualche secondo ho avvertito un'intensa sensazione piacevole, ma era come se venissero fuori tutti gli istinti primordiali di una bestia; dopodichè una piccola parte di Yoki si è sprigionata contro il mio volere, restando attiva. Più tardi il Maestro mi ha detto che è parte di un processo di usura, irreversibile, iniziato per aver oltrepassato un certo limite di tempo con lo Yoki attivato.
Certo, avrebbero anche potuto evitare di chiamare guerriere inesperte per una missione del genere. Quando ho detto che "non siamo morte" intendevo quelle di noi rimaste sul campo. La numero 47 Anna, allontanatisi credo per cercare la fonte del suono di corno, ha incontrato colei che lo suonava e che è in seguito venuta a farci visita: Matilda, una guerriera secondo Duncan "morta" ma che in quel momento era viva e vegeta davanti a noi. Si è rifiutata di ingaggiare battaglia perchè... era tutto sporco di sangue. Già, il suo punto debole apparentemente è lo sporco.
In ogni caso, Anna è morta ed io sono ancora troppo turbata dall'incidente con lo Yoki. Se voglio restare viva e umana devo allenarmi, allenarmi fino allo stremo, e credo che sia proprio ciò che farò ora. Vado»
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24-07-2017, 09:20 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2017 09:27 PM da Ophelia.)
Messaggio: #6
RE: [In Attesa] Scheda di Juliet (Ophelia)
Chapter IV
La Negromante

«Missione numero tre. Ci sto pian piano prendendo la mano, ma non è ancora abbastanza.
Il territorio di pattuglia assegnatomi stavolta era al Nord, nei pressi di un vulcano.
Mi sono accampata in un monastero disabitato, tutta sola, in quell'ambiente così cupo a passare le mie giornate... Quando finalmente è arrivato un barlume di speranza a salvarmi da quella noia: un'altra guerriera. Guardandola così piccola mi sono prima divertita a spaventarla un po', ma avevo già capito che stesse portando una missione per me: stavolta, infatti, avrei dovuto recarmi presso la città di Dabi per cercare una novizia scomparsa - e portare con me la ragazzina al mio fianco, la quale aveva già fallito il suo primo test. All'inizio ho pensato ad uno scherzo: "Un'altra novizia da recuperare? Mi avranno mica presa per la balia dell'Organizzazione?", ma d'altro canto sembrava abbastanza tranquilla come missione, e poi ero troppo felice di lasciare quel posto grigio.
In ogni caso sono subito partita con l'altra novizia, Nina. Arrivate a Dabi abbiamo iniziato con le ricerche: solita storia, abbiamo chiesto in giro e raccolto informazioni; non è passato molto tempo prima di riuscire ad avere le prime risposte. Milena, questo è il nome della ragazza scomparsa, risultava infatti essere ancora in città, ma non si vedeva in giro da giorni.
Dopo una serata in taverna, necessaria per fare il pieno prima di entrare nel vivo della missione e capire con quale minaccia avremmo avuto a che fare stavolta, abbiamo ripreso a cercare. Cacciata da una taverna e accolta da una ragazza ben vestita, questa Milena sembrava essere sempre meno introvabile. Seguendo gli indizi siamo risalite a Gwen Salmar, la figlia di un ricco mercante della città: l'abbiamo interrogata, ha negato tutto (ovviamente), ma le incongruenze nella sua storia e le tracce di Yoki che aveva addosso l'hanno subito spedita nella mia lista dei sospettati. Ed in quanto unica sospettata, ho pensato di aspettare che uscisse di casa per osservare i suoi movimenti. E' in quel momento che ci è arrivato uno strano invito: diceva di recarci presso un posto chiamato "la corte dei miracoli" in tarda sera per avere informazioni su Milena. C'erano tracce di Yoki anche sul messaggio.
L'abbiamo fatto. Siamo state "accolte" da una banda di mendicanti - questi umani se ne approfittano un po' troppo del fatto che non li possiamo toccare, pensiero personale - e dalla loro regina, i quali ci hanno impacchettate per consegnarci a delle streghe. Questa è la parte migliore: ci hanno preso le spade e ho dovuto contrattare per riaverle... Ho usato tutta la mia diplomazia e la mia migliore parlantina per due spade. In cambio volevano che uccidessi queste "streghe", che a quanto pare erano un problema anche per loro. Conosco i miei limiti, ma non sono una deficiente: non avrei mai potuto promettergli una cosa del genere, non sapevo se queste streghe fossero umane ed in quel caso non avrei potuto far nulla. Quindi, ho proposto alla regina di portarle da loro nel caso, e avrebbero avuto la loro vendetta da soli. Lei ha acconsentito, ricordandomi che nel caso in cui non avessi rispettato la mia parte del patto avrebbe detto in giro che io e Nina abbiamo ucciso degli umani. (Ovviamente non è vero)
Andato in porto il patto, degli uomini ci hanno portato al cospetto di queste streghe... Le quali si sono rivelate umanissime, e tra loro c'era anche la mia sospettata numero uno Gwen Salmar - perchè il mio istinto non sbaglia MAI. L'ho sfottuta un po', perchè amo avere ragione. Solo in quel momento ha finalmente ammesso la sua colpevolezza: sì, stavano conducendo degli esperimenti sulle claymore perchè volevano impadronirsi della nostra giovinezza ed immortalità. Ci hanno chiuse in una prigione dalla quale sono riuscita ad uscire solo grazie allo stato mostruoso che posso raggiungere ora con lo Yoki. Ma qualcosa di strano stava succedendo in quell'edificio isolato: riuscivo a sentire due diversi Yoki, e solo uno poteva essere di Milena. Poi delle grida femminili.
Dopo l'irruzione nella casa mi sono resa conto che fosse ormai troppo tardi... Milena si era risvegliata. In quella nuova forma mostruosa ha iniziato ad uccidere le donne che le avevano fatto questo, e non mi sono sentita di condannarla. Ho provato a ragionarci, per vedere se fosse possibile, e ci sono riuscita all'inizio; ma poi ho capito che la sua umanità si stava gradualmente allontanando, e ho osservato con interesse il suo cercare di avvisarmi e cacciarmi da quel posto prima che fosse troppo tardi... Ho mandato via Nina con la scusa di andare a prendere le due streghe che erano fuggite - nonchè le ultime due rimaste in vita - e ho iniziato a combatterla. Avevo paura, ero da sola e non è stato facile, mi sono servita di tutte le occasioni fortuite che ho trovato. Ho fatto il possibile per rimanere in vita, e alla fine ce l'ho fatta: anche stavolta è andata. E' stata fortuna, ma che importa? La fortuna è anche una forma di intelligenza, basata sull'istinto. Ho rischiato grosso sul finale, ma sono viva.
Grazie a Nina ho anche deciso di lasciar andare le due umane invece di consegnarle ai mendicanti, e ho subito capito di aver rischiato ancora! C'era una donna mandata dalla signora Semirhage, la quale ci aveva osservate tutto il tempo. Se non avessi ascoltato il consiglio di Nina chissà cosa ne sarebbe stato di me ora.
Finito ogni pericolo, tuttavia, ho pensato molto alla mia compagna di viaggio: ha fallito il suo primo test, e nel secondo non ha fatto alcuna esperienza in combattimento. Mi sono chiesta quanto sarebbe durata come guerriera. Ho desiderato che esistesse la possibilità di lasciare l'Organizzazione, così che le ragazze non adatte a quella vita avessero una chance di andarsene... Ma so che non è possibile, e non posso fare nulla per questo. L'unica cosa che posso fare è allenarmi, e consigliare alle altre di fare lo stesso. E' un mestiere duro, ma dobbiamo restare vive. Alleniamoci, e aiutiamo la nostra fortuna»
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28-07-2018, 05:58 PM
Messaggio: #7
RE: [In Missione] Scheda di Juliet (Ophelia)
Chapter V
Grosso Guaio a Bose!

«Missione numero quattro. Sento che qualcosa sta cambiando dentro di me.
Sono stata assegnata ad un'altra caccia al risvegliato (iniziano ad essere un po' tante ma ehi, è perché sto salendo di grado), stavolta in buona compagnia: Crystal, con cui ho già combattuto in passato, e ben due numeri singoli, Camillah e Andrea. Ad una manca un braccio, l'altra invece è enorme. Non mi era mai capitato di beccare qualcuna che mi superasse in altezza finora, quindi è divertente.
Comunque sia, siamo partite per Bose a cercare questa risvegliata... o risvegliato, in teoria sarebbe al femminile ma la signora Semirhage ha parlato al maschile. Strano. Comunque solita storia, siamo arrivate e abbiamo iniziato a fare domande in giro, tra strani ritrovamenti di teschi e abbordamenti di prostitute - non è quello che pensate, giuro - e alla fine arriviamo alla conclusione che la risvegliata in questione abbia fatto un bel massacro di guerriere non-morte (chiamasi Dimenticate) e che si trova ancora sul posto. Dopo aver appreso del sospettosissimo sindaco che vive come un eremita, isolato dalla sua stessa città, andiamo a scovarlo. E ovviamente il risvegliato è lui. Sono ancora confusa sulle origini di un risvegliato uomo, dato che qui siamo tutte donne - almeno quelle che ho potuto ispezionare io - ma a parte tutto sembra anche molto, molto potente, quindi ci diamo da fare e iniziamo a combattere.
E' un disastro, un vero disastro. All'inizio pare una rissa da baretto, con Andrea che si lancia come una furia contro di lui; poi ci uniamo anche noi, ma non riusciamo neanche a scalfirlo. Solo Andrea riesce a fargli danni più consistenti.
Un paio di commozioni cerebrali più tardi decidiamo di pensare ad una strategia. Io ho il vuoto totale, non essendomi mai scontrata con un mostro del genere, quindi alla fine ci pensa Camillah. Data la mia proverbiale fiducia nei confronti delle guerriere più in alto di me, io eseguo senza fare domande.
E la cosa mi si ritorce contro. Oh se mi si ritorce contro.
La strategia era potenzialmente valida, ma è stato fatto un errore da principianti... Sbandierare tutto di fronte al mostro, che nonostante la stazza ci ha sentito benissimo. Poi è successo tutto in un attimo, mi ha sbalzata via e ho perso la spada dalle mani, sono atterrata da qualche parte lontano da lui e mi son ritrovata in un lago di sangue... tutto mio. Sono andata nel panico più totale. Non mi era mai capitata una cosa simile. E' come se gli interruttori di "rabbia" e "paura" nella mia testa fossero stati posizionati entrambi su 100. Stavo morendo dissanguata e per il panico all'inizio ho anche fallito la rigenerazione. Credo di aver provato una sensazione negativa così forte solo una volta nella mia vita... quella volta, che ha segnato la fine della mia vita da umana.
Quando riapro gli occhi sono ormai fuori pericolo, fortunatamente, e la battaglia è finita. Come pensavo ha fatto tutto Andrea, quindi mi viene un'idea... Siamo entrambe guerriere d'attacco, entrambe abbiamo il parametro della forza come cavallo di battaglia, quindi potrebbe darmi una mano negli allenamenti. Arrivata a questo punto, sviluppare una tecnica di attacco speciale per me è diventata una necessità e questo potrebbe aiutarmi.
Poi vedendo Crystal capisco di esser stata protetta durante la mia rigenerazione.
Alla fine arriva l'accolita coi capelli rossi dell'altra volta, che si congratula con Andrea e sminuisce il resto di noi. Io non ci vedo più e la aggredisco verbalmente. E' vero, di questo gruppo sono la più scarsa e probabilmente avremmo dovuto organizzarci meglio, ma non mi faccio minacciare da un'umana. Col cazzo. Sei l'ultima arrivata e mi arrivi alle ginocchia? Modera i termini se non vuoi uno sgabello sulla fronte.
Sono fuori di me dalla rabbia ma poi mi calmo. Con Camillah non ci vado pesante, alla fine avrei dovuto capirlo dal braccio mancante che non avrei dovuto darle retta. Fidarmi ciecamente di una compagna solo per il suo grado in classifica è stato superficiale da parte mia, e sicuramente non incapperò nello stesso errore un'altra volta. La cosa positiva di me è che imparo sempre dai miei errori.
Tolto ogni sassolino dalle scarpe (prima l'ho fatto letteralmente, poi figurativamente...) arriva il momento di ringraziare Crystal e la abbraccio istintivamente. Ha rischiato grosso solo per permettermi di curarmi, quindi non ci penso due volte. Solo dopo averlo fatto mi rendo conto di quanto mi manchi il contatto fisico... Quello positivo, non gli artigli di uno Yoma o le zampate di una risvegliata. Sono una che non si farebbe problemi a toccare la gente, ma so che molte mie compagne non ci sono abituate e potrebbero prenderla male. Triste! Forse è ora di trovarmi una ragazza.
Magari più tardi però, perché ora è il momento di allenarmi sul serio. Non mi sentirò inutile un'altra volta.»
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14-08-2018, 07:21 PM
Messaggio: #8
RE: [In Attesa] Scheda di Juliet (Ophelia)
Chapter VI
Andrea vs Juliet

«Senza pensarci ho sfidato Andrea in arena. Perché no, mi sono detta, il suo stile di combattimento è il più simile a quello che vorrei io. E poi avevo già intenzione di tornare a Staph per mettermi sotto con gli allenamenti, quale modo migliore di iniziare se non con una cifra singola?
Il punto è che volevo capire su cosa investire. Ormai sono abbastanza in alto da poter sviluppare delle tecniche speciali, delle abilità speciali, qualcosa in più che mi dia una mano dove ancora non riesco; quindi volevo capire cosa fare.
Andrea mi ha proposto subito di dimenticare le spade smussate da fighette e combattere a mani nude. Io ovviamente ho accettato subito, ero al settimo cielo! Non lo facevo da tanto tanto tempo e sembrava divertente. E lo è stato... forse anche troppo, perché Semirhage non era molto entusiasta. Ho deciso di non usare lo Yoki perché volevo farcela con le mie capacità, e ho fatto bene. Ad un certo punto Andrea mi ha preso la caviglia e pur di liberarmi le ho infilato le dita negli occhi... Poi Semirhage si è incazzata perché diceva che non ci stessimo impegnando abbastanza e ha fermato tutto proprio quando iniziavo a scaldarmi, ma va bene così. Lo rifaremo un'altra volta, senza interruzioni e senza dover tenere conto a nessuno. A quanto pare devo smettere di schivare per imparare a darle davvero e va bene, la prossima volta farò così.
Razionalità o impulsività? Fino a questo momento è stato il mio dilemma più grande. L'impulsività fa parte di me, quindi all'inizio sono stata me stessa. Poi mi hanno detto "Juliet, dovresti essere più razionale", e quindi ci ho provato. Ma finalmente ho capito una cosa: funziono meglio se rimango fedele a me stessa. Non ha senso cercare di essere diversa, non ha senso perdere tempo a pensare e pensare alla strategia giusta quando alla fine poi è la decisione lampo presa in un millesimo di secondo a portarmi sulla strada della vittoria. A quanto pare ho un buon istinto, a quanto pare "Juliet, dovresti essere più razionale" è una cazzata, e questo scontro mi ha confermato entrambe le cose.»
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26-01-2019, 09:17 PM
Messaggio: #9
RE: [In Missione] Scheda di Juliet (Ophelia)
Chapter VII
Berserker

«Ci ho pensato molto, ad un'abilità tutta mia. Cosa potrebbe fare una come me? Cos'è che so fare meglio? Cosa vorrei fare?
Vorrei essere più forte, chiaro. Più forte e più veloce, per compensare il livello a cui non sono ancora arrivata. Più forte per non sentirmi in pericolo. Chiaramente non voglio ritrovarmi di nuovo in una "situazione Achilles".
E poi ho sentito che fosse necessario. Al mio attuale livello, la maggior parte delle guerriere ha già sviluppato un'abilità speciale da un pezzo.
La mia l'ho chiamata Berserker, come gli storici guerrieri che durante i combattimenti entravano in una sorta di trance, uno stato mentale di furia violenta, così forte da renderli assetati di sangue e insensibili al dolore.
Sono andata in biblioteca. Era la prima volta, quindi all'accolito è preso un colpo a vedermi lì. Dopo avergli spiegato di non essermi persa, e l'idea che mi ero fatta di Berserker, mi ha portato in arena per cominciare.
Poi... è successo. Non so ancora spiegarmelo, ma con l'accolito a guidarmi, sono riuscita ad entrare in trance. E' stato come chiudere gli occhi e ritrovarmi in tutt'altro posto. Era come sognare, ma quello che provavo era tutto vero. Ho sentito dolore, dolore vero. In quella dimensione ho cominciato a comprendere per davvero Berserker, e ho deciso di sacrificare la mia Percezione in cambio del vantaggio in Forza, Agilità e sensi di cui avevo bisogno: i miei istinti saranno in grado di compensare la Percezione adeguatamente.
Nella seconda fase ho combattuto, sempre in quello stato di trance. La prima volta contro una sorta di "altra me", poi è arrivato il turno dello Yoma. Berserker si è fatta sempre più chiara, come se stesse aspettando che io la capissi. E' come una bestia, un'entità dentro di me, finora dormiente, che attendeva solo di essere risvegliata al momento giusto.
Mi fa sentire invincibile, senza paura, insensibile al dolore... e soprattutto, in vena di uccidere e vedere spargimenti di sangue.
E' davvero forte, e necessita una persona abbastanza forte da usarla senza scottarsi.
E quella persona sono io, finalmente capace di tener sotto controllo il mio Yoki, che oggi ho spinto al mio limite. Ho rischiato grosso, ma ce l'ho fatta, e ne è valsa la pena.
Nell'ultima fase, quella decisiva, ho combattuto contro la numero 4. E' stata la guerriera più forte con cui mi sia mai scontrata, ed è stata in grado di non esser fatta a fettine dalla furia cieca di Berserker. Alla fine sono quasi riuscita a metterla in difficoltà, un po' grazie alla mia abilità, un po' per la mia naturale tendenza a comportarmi in modo inaspettato... che stavolta ha compreso prendere una compagna per capelli. Ma a chi importa della sportività?
Ho combattuto, letteralmente, per avere Berserker. Ora è mia.»
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