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[In Missione]Scheda di Iside (Mordred)
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30-07-2015, 08:12 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-11-2015 06:30 PM da Mordred.)
Messaggio: #1
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[In Missione]Scheda di Iside (Mordred)
Nome: Iside
Anni: 18
Altezza: 1,50
Peso: 50 kg
Arto Dominante: Sinistro
Tipologia: Difensiva
Vestimenti & Armatura
Veste Giacca e pantaloni bianchi ordinari.
Colletto ordinario vermiglio su cui è intessuto il simbolo di Iside.
Schiena Placca metallica sull'area trapezoidale.
Spalle Gli spallacci di Iside sono tripli, impilati, di cui la lamina più interna, è più grande e tanto lunga da coprire e giungere quasi al torace poco sopra il seno.
Petto Tre lunghe e resistenti catene uniscono gli spallacci.
Braccia Delle cubitiere d'acciaio sui gomiti si collegano a dei bracciali che coprono sino ai polsi. Le mani sono infilate in guanti di cotta di maglia, atti a lasciare una migliore mobilità alle dita.
Vita Delle lamine impilate tra loro formano una sorta di gonna a protezione dai glutei sino alla vita davanti, congiungendosi in una chiusura ad X, nascosta mentre altre tre catene coprono le parte anteriore delle cosce.
Gambe Gli stivali d'acciaio di Iside si allungano sino a giungere al ginocchio. Ai lati si alza una lamina supplementare per proteggere i lati delle ginocchia.
Abilità innata
Copycat [Abilità Innata] La Guerriera è dotata di una capacità particolare di sincronizzazione dello Yoki: ella può copiare la Tecnica o Abilità di una Guerriera di cui ha visto l'esecuzione. Tale apprendimento va provato in Arena Sotterranea o Biblioteca per diventare proprio (naturalmente si ha successo solo se si hanno Parametri adeguati), e comunque non può essere migliorato al contrario di Tecniche o Abilità personali. Questa Abilità permette di immagazzinare i dati relativi a tutte le Tecniche o Abilità viste avendo Copycat attiva (quindi va attivata per poter copiare), ma possono essere apprese solo quante Tecniche o Abilità è possibile accumulare normalmente (ovvero 3 al massimo). Al raggiungere dei livelli D, B e S si ottiene ogni volta 1 slot Tecniche o Abilità extra solo per quante apprese con Copycat (quindi quelle apprese in modo diverso devono essere al massimo 3, cioè quante inseribili normalmente), avendo esse il malus di non essere migliorabili.
Profilo Fisico:
Iside è di corporatura minuta e sottile, seppur agile e scattante. Il viso da bambina, a cuore, è incorniciato dai capelli bianchi, un tempo ramati, portati corti sino al collo e legati con una mezza coda dietro il capo, in modo che coprano la nuca e le tempie. Gli occhi sono divenuti argentei, lasciando la precedente tinta verde acqua, ma non hanno perduto le loro caratteristiche principali. Sono vispi, curiosi, sempre lucidi nella costante ricerca ed esame di qualsiasi cosa circondi la piccola Claymore.
Profilo Psicologico:
Si dice che il disordine sia sintomo di una grande mente. Potrebbe, non è certo, esser il caso della giovane Claymore. Alle sue compagne, ai suoi capi, ai suoi "clienti", la piccola Iside potrebbe sembrare stramba, lunatica, persino inquietante nella caoticità del suo pensiero. Ella alterna lunghi ed impenetrabili silenzi ad improvvise esplosioni emozionali dall'estrema vitalità, nel caso si trovi al cospetto di qualsiasi cosa desti la sua curiosità e metta in modo la sua mente. Per sua stessa ammissione ha un amore per tutto ciò che sia carne, ossa, sangue e così via, così come redarguisce sul non confonderla con una barbara guerriera. Il suo interesse è spinto dalla sua insaziabile sete di conoscenza, dalla costante ricerca del perché delle cose e la ferma convinzione di trovare tutto ciò di cui abbia bisogno nelle viscere degli altri, in modo da comprendere meglio la vita che è suo compito difendere. Una missione personale, intrecciata con il suo dovere da Claymore impostole in tenera età. Quale migliore occasione che combattere gli Yoma per ottenere la conoscenza di essi?
Al mondo, Iside si mostra educata, composta, sino a poter essere giudicata fredda ed insensibile. Finché non incontra una fonte d'interesse, un cadavere, un fenomeno naturale inspiegabile, un problema di qualsiasi natura o un enigma particolarmente intricato. In questi casi, la minuta guerriera s'illumina: solare, gioviale, quasi infantile. Tanto la stimola l'ossessione dell'imparare e del sapere. Allo stesso modo, questo grande punto di forza rischia spesso di renderla distratta e confusionaria, poiché pensa ad altro. Può darsi debba sforzarsi per non chiedere a chi le da ordini di ripetersi due volte, così come è in grado di perdersi nel percorso verso una località, scena di una missione, semplicemente perché pensava ad altro.
Il rispetto per i suoi superiori ed il semplice senso del dovere, in quanto collante di un pensiero logico, la rendono tuttavia una guerriera fedele e ligia al dovere, semplicemente perché così dev'essere e non dovrebbe cambiare. Il motivo per cui Iside non ha mai attentato alla vita di nessuno per studiarne le viscere è dato dal fatto che l'Organizzazione sia arrivata a lei prima potesse farlo. Ora, la sua cieca obbedienza le preclude per sempre questa opportunità. L'ordine è tutto nella mente, nella vita di Iside. Un motivo in più per ergersi contro la caotica, irrazionale e ferale esistenza degli Yoma, che non odia, ma compatisce. Nessuno vi nasce. Così come nessuna guerriera è benedetta da una mente talmente forte da resistere alla propria benedizione e maledizione. Nessuno sentirà la mancanza dei primi o delle seconde, quindi è giusto e doveroso eseguire il proprio dovere.
Per quanto riguarda le sue compagne in questa eterna lotta, i sentimenti di Iside sono contrastanti. Se esistono. Un regolare rapporto di collegialità e comunione d'intenti, scevro di qualsiasi sentimento o socievolezza oltre quella regolata dalle leggi del buonsenso. A meno che una di esse susciti l'interesse di Iside. Il che è molto facile. Basta una semplice domanda, abbastanza intelligente, perché un entusiasta e euforico fiume di parole inondi la sfortunata curiosa. In genere basta un pugno ben assestato per metterla a tacere, offesa e costernata.
In definitiva, la vita di Iside è regolata dalle ferree regole della logica e della razionalità, il che la porta ad odiare tutto ciò non sia ordine: Yoma, guerriere ribelli, guerriere idealiste. Sacrificherebbe persino le sue compagne in nome di ciò che lei chiama "progresso". Ogni cambiamento richiede i suoi martiri, dice sempre.
Storia Personale:
Iside nacque primogenita di una modesta famiglia di un villaggio piccolo ed isolato, dove la superstizione è cresciuta ben più del paesello che le diede i natali. Ancor più strana, vista l'educazione impostale e l'ambiente dove crebbe sono gli strani interessi con cui nacque. Non si contano le volte la madre, pulendo la camera della figlia, ha trovato nei cassetti, nascosti abilmente in panni e vestiti mai indossati, cadaveri di uccellini o ratti, aperti in due con una dovizia da far invidia ad uno spaccaossa.
I genitori temevano grandemente la figlia. La sua impeccabile educazione era in tale contrasto con le sue strane e macabre perversioni, che non osavano né punirla, né potevano fingere nulla accadesse. Tentarono di parlarle, con la scusa della giovane età e convincerla di quanto fosse sbagliato ciò che stesse facendo. La brava bambina promise di non farlo più e tutto parve tornare alla normalità.
Non passo che un anno, prima che strane sparizioni affliggessero il villaggio. Dapprima, alcuni cani, poi alcuni gatti, poi ritrovati nella foresta tutt'intorno, sotterrati in diversi punti, cosa che rese arduo il recupero delle salme. Persino un cavallo sparì, ritrovato macellato nelle scuderie, tra le mosche. La colpevole fu presto colta con le mani nel sacco, quando, durante una cena in famiglia, gli occhi della madre di Iside caddero sulla manica della veste della bambina mentre l'aiutava ad apparecchiare la tavola. Sporca ai bordi di sangue.
Temendo un demone, uno Yoma, potesse aver posseduto il corpo della ragazza, fu chiamata una Claymore affinché verificasse da sé il problema. La guerriera constatò non vi fosse uno spirito maligno nel corpo della piccola Iside e si preparò a lasciare il villaggio che lei apostrofò come "popolato da bigotti affannati mentali", quando uno Yoma si palesò ugualmente, benché assolutamente incolpevole di tutto ciò avesse perpetrato la ragazzina.
Presasi cura del mostro, la Claymore decise di sostare, con malcelata malavoglia, in quel casale per rifocillarsi e riposarsi del lungo viaggio e della battaglia.
La stessa notte, si decise che, per rendere grazia alle dee gemelle, si sarebbe bruciata la carcassa dello Yoma all'alba, purificandola col fuoco. Sarebbe stata una bella cosa da vedere indubbiamente, non fosse che il guardiano del camposanto dov'era stata riposto il gigantesco corpo aveva udito strani e sinistri rumori provenire dalla cripta dove ne era stato gettato il cadavere. La lampada con cui andò a controllare, in un atto di coraggio, illuminò una ragazzina, coperta di liquido violaceo, con un coltellaccio nella mano destra e delle viscere nella sinistra, e l'addome dello Yoma aperto.
Fu convocata in fretta l'assemblea del villaggio e discussero a lungo su come comportarsi con Iside, la quale non diceva nulla, rimaneva ferma al suo posto, udendo e traendo le proprie conclusioni. Comprendendo molto più di quanto potesse la madre, che la stringeva timidamente a sé, mormorando al suo orecchio maledizioni al demone che, a suo dire, la possedeva. Il padre, ugualmente combattuto tra l'affetto ed il ribrezzo, propose una soluzione alternativa.
Donarla o venderla alla Claymore che aveva salvato il villaggio, come ulteriore tributo per il servizio reso.
Dapprima la guerriera li redarguì sul fato cui era loro desiderio abbandonarla, ma tanto i genitori di Iside insisterono, che si risolse a parlare con la diretta interessata, la silenziosa bambina macellaia.
Le chiese se lei sapesse cosa fosse una Claymore.
Iside scosse la testa.
Le chiese se lei sapesse cosa fosse uno Yoma.
Lei rispose che voleva imparare.
Le Illustrò cosa volesse dire diventare un Claymore.
Lei rispose, ancora, che voleva imparare.
Lasciò il villaggio ed intimò ai genitori della ragazza di attendere: come il capo villaggio avrebbe consegnato la cifra pattuita per l'uccisione dello Yoma all'Uomo in Nero che sarebbe giunto a saldare i conti, loro avrebbero gli consegnato la piccola Iside. Quest'ultima accettò senza fiatare, salutando con educazione e ringraziando la guerriera per il servizio offerto alla sua gente.
Il giorno seguente, l'Uomo in Nero giunse e le venne presentata la piccola Iside. Questi la squadrò, come potrebbe fare un guitto nell'esaminare i nuovi animali da mandare in scena, come un macellaio con un cucciolo appena nato al macello. Si inginocchiò e la guardò, domandando quesiti differenti da quelli della guerriera. Parlavano di fedeltà, di obbedienza. Iside rispose che voleva imparare. L'Uomo in Nero fu così divertito da quella bestiola, così fuori posto tra quella gente, che acconsentì senza pensarci due volte e porto via Iside, prevedendo "un gran futuro" per lei.
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30-07-2015, 10:05 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-08-2015 08:01 PM da Ufizu.)
Messaggio: #2
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RE: [Nuova]Scheda di Iside (Mordred)
SCHEDA APPROVATA
Usa il menu che trovi sotto GdR Cp per assegnare i primi punti parametro. Il tuo test avrà inizio a breve. Per qualsiasi domanda scrivimi pure un MP. Grazie.
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09-11-2015, 12:31 AM
Messaggio: #3
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RE: [In Missione]Scheda di Iside (Mordred)
Oggi sono una Claymore
- Buone nuove, gente!
Se dovessi ricordare i miei primi giorni presso la fortezza nera di Staph, li ricorderei, un giorno, grigi, senza uno spiraglio. Ricorderei una soffocante routine e le mie ali tappate. Se dapprima l'eccitazione per la nuova avventura aveva preso il sopravvento, forse plagiata dal dolore del nuovo sangue in me, presto è divenuta una vuota sensazione di prevedibilità e ciclicità, nel quale mi sentivo soffocata.
Gli uomini in nero si occupavano di tenere l'ordine e le mie compagnie erano esseri grigi. Chi dedita ad un futuro nella battaglia, chi dedita ad alcun futuro, perché priva di scelta. Non mi riconosco in loro, mai lo farò. Così passarono i miei giorni, tra questi spettri d'argento, finché, una notte, un bagliore lucente mi sollevò dalla mia branda e mi portò dove mai pensavo, ma sempre speravo, di giungere. Il Dottore, che l'ignorante, dall'aspetto cadaverico e butterato, bolla come matto e violento, ma in grado di nascondere una tale signoria nel cuore, votato al sentiero delle scienze, della ricerca e della creatività, da sfidare chiunque a contestare la sua buona fede. Anche io, dapprima, cascai nel tranello, poco fidandomi della sua esuberanza, non capendo - per mio errore - fossi davanti alla sregolatezza del genio. Lo compresi pienamente una volta giunti al suo laboratorio, dove ogni alambicco, oggetto, utensile, tavolo operatorio, chissà cosa aveva visto al posto dei miei occhi, che tanto ambiziosi avrebbero voluto scoprire.
Tutto si schiudeva ai miei occhi, come una tetra rosa in quella grigia fortezza. Il dottore, nella sua infinita fiducia, mi onorò coinvolgendomi nel suo esperimento ultimo: uno Yoma in carne ed ossa. A pensare che quel che il mio villaggio di idioti, i miei genitori bigotti, mi han strappato mi veniva consegnato una seconda volta, da quello che considero il mio mentore e guida, gli occhi si riempirono di lacrime di gioia. Eppure durò poco, poiché lo Yoma, approfittando della sua forza bruta scappò e tramortì il dottore, costringendomi a fronteggiarlo.
Ebbi ragione di lui, nonostante l'inesperienza e lo uccisi. Tuttavia, quel che ad alcune delle più grette tra le mie compagne porterebbe gioia, a me diede solo angustia. Ancora una volta l'insoddisfazione s'impossessò di me, perché ancora una volta la mia ricerca sfuggiva sotto il mio stesso naso. Ma ciò che era peggio è l'aver strappato con le mie mani la ricerca del dottore il quale, tuttavia, nella sua infinita bontà, degna d'un uomo che guarda sempre al futuro, non alzò la voce al mio indirizzo, né mostrò disappunto. Eppure il mio cuore scoppiava per il senso di colpa, tanto che ripromisi di rimediare al misfatto, offrì la guancia e la schiena alla punizione... prima un altro uomo, il terzo incomodo ai miei occhi, ci interruppe, minacciando punizioni e minacciando il dottore.
Mi schermai. Tentai la via della diplomazia, per buona parte del mio cuore spaventata, fuggendo verso il mio porto sicuro, il mio faro. Questi dissipò le mie paure, affrontando l'intruso e prendendo le mie difese... e tremo nel ricordare come mi chiamò, con quali dolci e soddisfatti epiteti mi indicò, nonostante la delusione che dovevo avergli inflitto pochi istanti prima. Tanto bastò per far andare via l'intruso, per scelta di chi non saprei dire. Alla fine, il Dottore mi ringraziò, ma io ribadì la mia disponibilità a divenire sua diletta e fedele assistente...
Oh, dottore, sono impaziente di continuare sul sentiero della verità che lei ha tracciato. A qualsiasi costo. Qualsiasi.
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