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TRAMA TRAMA - Il Branco si raduna
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04-08-2017, 05:43 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-08-2017 06:15 PM da Narratore.)
Messaggio: #1
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TRAMA - Il Branco si raduna
Eliza: [-pensato-] [parlato]
Mara: [-pensato-] [parlato] Sif: [-pensato-] [parlato] Nina: [-pensato-] [parlato] Minerva: [-pensato-] [parlato] Altri: [parlato] C’erano una volta cinque ragazze mezze demoni dell’Organizzazione… Tutte quante erano riuscite a passare il loro test di ammissione per diventare guerriere graduate ma, a causa di alcuni “difetti” fisici o caratteriali, non avevano convinto fino in fondo i loro istruttori anche se tutte le ragazze avevano trovato un modo per spingersi al di là dei loro limiti. Così tutte e cinque rimasero confinate al Quartier Generale, troppo esperte per essere ancora considerate novizie ma troppo deboli per affidare loro la responsabilità di un territorio e, di conseguenza, un grado. Tuttavia ci fu uno dei supervisori che vide qualcosa in loro e convinse i suoi compagni e i capi a dare a quelle cinque una possibilità e così, un bel giorno, la vita di quelle mezze demoni ebbe una svolta imprevista… Furono tutte svegliate di buon mattino da un accolito che ordinò loro di recarsi, senza indossare l’armatura, presso l’arena esterna, il luogo dove le guerriere graduate erano solite duellare con delle compagne per allenarsi e affinare le loro capacità combattive oppure, a volte, per stabilire una certa gerarchia… Nessuna osò avanzare obiezioni, forse incuriosite dall’inusuale destinazione alla quale erano state indirizzate. La prima ad arrivare si chiamava Eliza. Aveva perso entrambi gli occhi al termine del suo test a causa di un secondo yoma che l’aveva colta di sorpresa e impreparata dopo che lei ne aveva già ucciso uno. Ma lei era una guerriera da attacco e le fu impossibile rigenerare gli occhi che le erano stati strappati e, di conseguenza, era completamente cieca. Tuttavia, con molta determinazione e grazie al suo yoki, aveva trovato un modo per ovviare alla sua menomazione, nascondendola sotto una cascata di capelli lunghi dai quali facevano capolino solo il naso, la bocca e il mento. Grazie alle sue capacità, non fu difficile per Eliza percepire l’arrivo di una seconda ragazza mezza demone: Oh! Buongiorno! Io mi chiamo Mara. Si presentò la nuova arrivata: Err… Piacere, io sono Eliza. Rispose la ragazza cieca. L’esitazione di Eliza era stata causata dalla voce della nuova arrivata, che era quella di un'adulta piuttosto che di una ragazza. Infatti Mara era a tutti gli effetti una donna. Quando subì la sua trasformazione, qualcosa andò storto così Mara divenne una di quelle rare guerriere la cui trasformazione risultava incompleta e, a riprova di questo fatto, i suoi capelli raccolti in una lunga cresta al centro del suo cranio, mentre i lati erano rasati, avevano mantenuto una colorazione castana, anziché schiarire del tutto. A causa di questo, Mara risultò essere molto più debole delle altre novizie e dovette passare molti più anni di loro ad allenarsi, prima di essere ritenuta pronta per tentare il suo test. Questo stato di cose però aveva comportato un effetto collaterale interessante… La terza ragazza che entrò nel recinto dell’Arena, portava i capelli quasi bianchi raccolti in un’ordinata crocchia dietro il capo. Non appena giunse al cospetto delle altre due, sorridendo lievemente fece un cenno di saluto con la mano, poi si inginocchiò sul pavimento sabbioso dell’arena, tracciando su di esso con le dita alcune parole, invitando poi con un gesto della mano le due compagne presenti a leggerle. Forse intuendo le difficoltà di Eliza, Mara si fece avanti e lesse ad alta voce: Io sono Sif… Sono sorda ma… se parlate con me e riesco a vedervi in faccia… posso capire quello che dite… e rispondere. Mara guardò Sif dritta in faccia e, sorridendo, le rispose: Ho capito. Eliza le fece eco, anche lei con la bocca rivolta verso l’ultima arrivata. Se avessero saputo della sua abilità speciale, ne sarebbero rimaste sorprese. -E io che credevo di avere dei problemi– Si ritrovò a pensare Mara –Mentre queste povere ragazze fanno del loro meglio per tirare avanti nonostante le loro difficoltà, senza dubbio maggiori delle mie- La guerriera colorita, forse anche a causa della sua età, iniziò a provare un sentimento nei confronti delle compagne lì presenti… come una sorta di istinto materno, si ritrovò a sentire quasi la necessità di proteggere in qualche modo quelle due compagne, quasi a volersi prendere cura di loro. -Andiamo bene!- Pensò Eliza dopo la presentazione… inusuale della nuova arrivata: -Io cieca, Sif sorda e Mara, nonostante sia più grande di noi, ha uno yoki che è paragonabile al nostro.- Eliza era perplessa: -Cos’è? Stanno radunando qui gli scarti dell’Organizzazione? E perché poi?- I pensieri delle due furono interrotti da una nuova arrivata che fece capolino dall’ingresso: S… scusate… Mi… hanno detto di presentarmi all’arena esterna. E’ questa vero? Disse una testolina bionda e riccioluta che spuntava timidamente da dietro il portone. Mara rispose con un cenno d’assenso, invitando con un gesto della mano la nuova arrivata a farsi avanti. Costei era la più piccolina del gruppo: bassa di statura, molto magra e piatta al punto da farla sembrare un maschietto, con dei grandi occhi d’argento e un ciuffo ribelle che ogni tanto le ricadeva sopra l’occhio sinistro. Tutte le presenti pensarono quasi all’unisono che, se la nuova ragazza si fosse trovata a incrociare la sua claymore con una guerriera nella media, probabilmente il contraccolpo l’avrebbe fatta volare via come un fuscello. Il che era quasi sicuramente vero ma nessuna di loro poteva sapere che anche la piccoletta ne era ben cosciente e, in qualche modo, aveva provveduto. Piacere di conoscervi, io sono Nina! Qualcuna di voi ha un’idea del perché siamo qui? Ciao! Io sono Eliza! Io Mara! Piacere! Furono le presentazioni delle prime due mentre Sif preferì sorridere a Nina e farle un segno di benvenuto con la mano destra, mentre Mara riprese la parola: Non sappiamo perché ci hanno chiamate qui, ma direi che stanno radunando alcune di noi e credo che quando saremo tutte, forse ci diranno qualcosa… almeno spero… Mara si interruppe quando si accorse che l’attenzione di Nina si era spostata dalle sue parole ai suoi capelli, infatti, con gli occhioni sgranati per la meraviglia, la piccoletta disse: Ma… i tuoi capelli sono… castani! Com’è possibile? Non dovrebbero essere chiari come quelli di tutte quante? L'esclamazione colse di sorpresa le altre due ragazze: Eliza non poteva saperlo mentre Sif, travolta dagli eventi che accadevano in rapida successione, non ci aveva badato. Mara non ebbe tuttavia il tempo di rispondere, perché proprio in quel momento una voce maschile si fece udire dall’ingresso dell’arena Ecco Desirée, quelle sono le tue compagne! Vai da loro da brava! E l’ennesima mezza demone entrò nell’arena… ma, quando le altre la videro, a loro sembrò più un animale antropomorfo con indosso una tuta da novizia che una ragazza. Desirée infatti era affetta da una malattia che le faceva crescere del pelo in ogni parte del corpo, viso compreso. Abbandonata dalla famiglia a causa della malattia e cresciuta allo stato brado, la ragazza era stata presa dall’Organizzazione e sottoposta al processo di ibridazione, per vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. Il risultato fu una creatura che, più che una mezza demone, poteva sembrare un demone vero e proprio: capelli biondi lunghi e incolti e il corpo ricoperto da una corta peluria dello stesso colore; le unghie delle mani erano pronunciate e rassomigliavano a dei veri e propri artigli, mentre il suo corpo era grosso e muscoloso, più di quello delle novizie più forti; la ragazza camminava china in avanti, spesso appoggiando le mani a terra, assumendo un’andatura che ricordava più quella di un animale che quella di un essere umano. I numerosi tentativi dell’Organizzazione di dare a Desirée una parvenza di civiltà erano in buona parte falliti. La creatura riusciva a parlare a malapena e aveva bisogno di essere seguita costantemente da qualcuno in grado di imporsi su di lei come un vero capobranco per riuscire a farsi ubbidire. Desirée, che in fondo cercava solo qualcuno che le volesse bene e l’accettasse per quel che era, non poteva sapere quanto fosse stata vicina all’epurazione, prima che qualcuno decidesse di darle un’ultima occasione. Così, quando il suo istruttore la lasciò libera all’interno dell’arena, Desirée trotterellò a quattro zampe verso le altre ragazze, inizialmente impietrite davanti a quell’apparizione per loro sconcertante, con Nina che, prima di bloccarsi, aveva pensato bene di porre tra lei e la pelosa compagna tutte le altre. Tuttavia Desireè si limitò ad avvicinarsi alle altre, annusandole una a una, per poi arrivare dalla piccola Nina che, per inciso, iniziò a tremare come una foglia al cospetto della bestiale compagna finché, forse avvertendo l’odore della paura che emetteva, Desirée le ruggì contro con fare minaccioso. Ype! Gridò Nina col cuore in gola, spostandosi velocemente per mettere nuovamente le altre tra sé e Desireé. Fortunatamente per la piccoletta, la bestiale compagna non andò oltre, perché fu distratta da qualcosa... qualcosa abbastanza importante da attirare l'attenzione di tutte... Uno Yoki potente, mai avvertito prima, neanche lontanamente paragonabile a quelli che ognuna di loro aveva affrontato, si irradiò all’improvviso e sembrò avvicinarsi al cancello dell’arena. Tutte e cinque le ragazze ammutolirono, iniziando a fissare l’ingresso: il silenzio era rotto soltanto da un basso ringhio emesso da Desirée ========== Minerva del Giudizio, la Numero 10 dell’Organizzazione e unica guerriera a non avere un territorio da pattugliare, essendo lei destinata a presidiare il Quartier Generale, era stata convocata la sera prima dal suo istruttore capo, il maestro Duncan, assieme a mastro Duran, uno degli aiutanti del venerando Ufizu. Quando giunse al loro cospetto, i due superiori la misero al corrente di una idea di Duran, approvata dall’Anziano, che mirava a recuperare al servizio attivo un gruppo di ex novizie “difettose” secondo gli standard dell’Organizzazione, delle quali, finora, nessuno aveva voluto prendersi la responsabilità né di dichiararle abili al servizio, né di eliminarle chiedendo a lei anzi, di fatto, ordinandole di occuparsi personalmente dell’addestramento di quelle miserelle e di portarle al massimo potenziale ottenibile, in vista di un loro possibile impiego. Come da sua abitudine, Minerva aveva accettato senza obiezioni né riserve. Tutto sommato non le dispiaceva avere qualcosa da fare per spezzare la monotonia e la noia delle lunghe giornate passate a Staph, attendendo che i superiori le dessero qualche ordine anzi, si sentiva onorata di aver ricevuto quell’incarico: avrebbe fatto di quegli scarti delle vere guerriere o le avrebbe ammazzate nel tentativo se non si fossero dimostrate all’altezza di quella seconda occasione che l’Organizzazione aveva offerto loro! ========== Così la mattina seguente, dopo aver atteso che tutte si radunassero nell’arena esterna, indossando anche lei soltanto l’uniforme e con in mano una claymore da allenamento, Minerva decise di fare il suo ingresso sul campo, notando con soddisfazione come quelle cinque monelle si fossero zittite alla sua sola presenza. Senza dire una parola, la Numero 10 si diresse al centro dell’arena e, quando vi arrivò, fece passare il suo sguardo gelido su tutte le ragazzine lì presenti, ripensando alle loro peculiarità e difetti dei quali era stata opportunamente informata, prima di ordinare loro seccamente: Tutte in riga! Notando con soddisfazione la rapidità con la quale quattro di quelle cinque ubbidivano mentre l’ultima, quella più grossa e pelosa, sembrava avere problemi di comprendonio. Prima però che Minerva potesse dire o fare qualcosa, forse notando l’atteggiamento delle compagne, la ragazza bestiale decise imitarle e si allineò con loro. -Intressante. E’ un modo per farsi ubbidire.- Pensò la Numero 10 mentre conficcava la claymore da allenamento di punta nella sabbia davanti a sé e appoggiava le mani sull’elsa. Poi prese un respiro e si rivolse alle sue “allieve” con tono solenne e freddo: Io sono la Numero 10 dell’Organizzazione, Minerva del Giudizio… Un brivido percorse le spine dorsali delle ragazze. E sono qui perché l’Organizzazione ha deciso di dare a voi cinque fallite un’altra occasione per dimostrare di essere utili alla nostra nobile causa anziché eliminarvi come degli scarti! Il mio compito è quello di fare di voi delle vere guerriere nonostante i problemi che tutte voi avete. Spero per voi che comprendiate quale fortuna avete avuto e che, in virtù di ciò, fallire non vi sarà più permesso! Non pensiate che i vostri problemi possano impietosirmi o mi portino a essere più gentile nei vostri confronti. Alcune di voi già sanno che, fuori dalle nostre mura, ci sono degli avversari molto più forti degli yoma contro i quali vengono mandate le novizie nei loro test… Minerva fece una pausa per prendere fiato, notando che due delle ragazze, quella coi capelli colorati e la più piccola del gruppo avevano fatto un impercettibile segno d’assenso con la testa. Io vi insegnerò come sopravvivere e voi dovrete fare esattamente quello che vi dirò, se volete riuscirci, altrimenti morirete! Che accada qui o là fuori alla fine non farà nessuna differenza, almeno per me... Per prima cosa, a partire da oggi, voi vivrete assieme, mangerete assieme, nel dormitorio verrete allontanate dalle altre novizie e spostate in un’altra zona dove le vostre cellette saranno vicine. Inoltre lei… Minerva indicò Desirée, mentre le altre - esclusa Eliza - si girarono a guardarla, seguendo il gesto dell’allenatrice. Da oggi è una vostra responsabilità. I superiori e gli accoliti non possono perdere continuamente tempo per badare a lei: da oggi è una di voi e, visto che siete un gruppo, se lei combinerà qualcosa ne verrete considerate tutte responsabili, senza nessuna eccezione. E’ tutto chiaro? Sissignora! Risposero quattro vocine spaventate quasi all’unisono, mentre Desirèe guardò prima le compagne, evidentemente sorpresa dalle loro parole improvvise, per poi girarsi nuovamente verso Minerva, la quale decise che il tempo delle parole era finito. Molto bene! Ora, andate tutte a prendere una claymore da allenamento nella rastrelliera laggiù. Quattro allieve scattarono a ubbidire a quell’ordine mentre Desirée, pur seguendole, non prese con sé una claymore, limitandosi nuovamente a seguire le compagne quando tornarono indietro, riallineandosi nelle stesse posizioni di prima. Minerva inarcò un sopracciglio ma, per quella volta, decise di non dire nulla al riguardo. Per adesso le importava di più conoscere quanto scarsi fossero i livelli di abilità e potenza delle sue “allieve”, per potersi fare un’idea di come addestrarle da lì in poi: Adesso voglio che mi attacchiate, tutte assieme. Usate pure lo yoki se pensate di averne bisogno… ORA! Cinque mezze demoni, poco più che novizie, si avventarono sulla Numero 10 dell’Organizzazione… ========== Al termine dell’allenamento, le cinque allieve erano riverse sul fondo sabbioso dell’arena, completamente esauste, peste e doloranti. Perfino Desirée, che pure era stata l’ultima a cedere, giaceva assieme alle altre emettendo un verso che assomigliava molto a un rantolo mentre, poco distante, Minerva del Giudizio si riassettava l’uniforme, spazzando via con le mani la sabbia rimastale addosso. Quando parlò, lo fece col suo solito tono tagliente e privo di emozioni: Che pena! Siete molto più scarse di quanto mi aspettassi e ri quanto mi era stato riferito! Mi sono già pentita di aver accettato questo incarico. Forse dovrei dire ai maestri che non vale la pena perdere tempo con voi incapaci, dopotutto. Minerva prese un attimo fiato, riflettendo e guardando le cinque ragazzine col suo sguardo gelido, per poi riprendere il discorso: Ma gli ordini sono ordini e non si discutono. Mai. Se i superiori sostengono che c'è del potenziale in voi, vorrà dire che dovrò lavorare parecchio e farvi sputare sangue per farvelo tirare fuori. E lo farò, costi quel che costi! Il sottointeso delle ultime parole della Numero 10 era più che evidente: Adesso andate a riposarvi, ci vediamo qui domani alla stessa ora. Abbiamo molto lavoro da fare. Tanto per essere chiara: considerate una passeggiata la lezione di oggi. Detto questo, la Numero 10 si mise in spalla la claymore che aveva usato e uscì dall’arena. Passarono alcuni minuti nei quali gli unici suoni udibili erano i respiri affannosi e i gemiti delle sue giovani allieve. Fu Nina la prima a recuperare fiato a sufficienza per parlare: Ragazze, che figuraccia! Non siamo riuscite nemmeno a toccarla. Lei è… Terrificante! Mara si rizzò a sedere: In parte è anche colpa nostra: eravamo totalmente scoordinate, al punto che molte volte abbiamo finito per ostacolarci tra di noi, anziché intralciare le mosse di Minerva. L’urlo di Sif è stato proprio il classico esempio: ci ha stese tutte! La guerriera sorda chinò il capo: evidentemente si sentiva in colpa per aver messo in difficoltà più le sue compagne che l’allenatrice. Mara camminò a gattoni fino a portarsi davanti alla compagna, in modo tale che la vedesse in viso, per poi rassicurarla con un sorriso: Tu non hai nessuna colpa, Sif! Onestamente, dobbiamo ammettere che forse nel nostro piccolo siamo anche brave, ma come squadra facciamo veramente pena. Penso che possiamo ammetterlo tutte quante con onestà, siete d’accordo con me? Tre teste annuirono in silenzio, mentre Desirée sembrava riprendersi lentamente e, dopo averle dato una fugace occhiata, Nina iniziò a grattarle la testa con la sua piccola mano, al che la bestiale ragazza reagì balzando via con un verso minaccioso mentre Nina, troppo stanca e spaventata da Minerva, non si mosse. Essendo però anche lei esausta, Desireé non poté far altro che andare a sedersi poco più i là, mentre Eliza si inseriva nel discorso, cercando di farsi coraggio e di darsi un contegno: Ragazze, abbiamo un'ultima, grande opportunità: essere addestrate da Minerva, la Numero 10 in persona. Io per prima ammetto che sarà durissima ma non voglio neanche pensare al fallimento. Penso che gli allenatori che abbiamo avuto finora siano stati gentili in confronto a lei ma… Ehi ragazze, abbiamo tutte avuto i nostri problemi e li abbiamo superati, abbiamo affrontato il nostro test e siamo sopravvissute per raccontarlo. A quel punto siamo rimaste ferme come una nave in bonaccia, ma ora il vento ha ripreso a spirare a nostro favore e, anche se violento, sta a noi cavalcarlo e non farci travolgere da esso. Io ci voglio provare, non voglio dare a Minerva la soddisfazione di attuare le sue minacce o, almeno, cercare di renderle la vita difficile e voi? SI! Risposero in coro Mara, Sif e Nina: in fondo avevano tanto da perdere e tutto da guadagnare. Allora Mara, che aveva tenuto d’occhio Desirée sia prima che dopo lo scontro con Minerva, decise di fare un tentativo di comunicare con la bestiale compagna, vista anche l’incombenza che Minerva aveva assegnato loro. Così si portò vicino a lei e le tese lentamente la mano in un gesto rassicurante. Quando la compagna, sorpresa, girò il volto verso di lei per annusarla, Mara presentò se stessa e le compagne: Mara, Nina, Eliza, Sif. Noi amiche di Desirée… Desirée amica? Sorprendentemente, Desirée prestò attenzione alle parole di Mara e, dopo aver socchiuso gli occhi alcune volte, come se pensare le costasse fatica, annuì. Al che, Mara si mise in ginocchio e stese il braccio a destro davanti a sé, proclamando con tono solenne: Insieme iniziamo! Insieme finiremo! Tutte le altre si inginocchiarono a loro volta, formando un cerchio e stendendo le loro braccia destre per poggiare le mani su quella di Mara: inaspettatamente lo fece anche Desirée, anche se la pelosa mezza demone rimase silenziosa quando le altre dissero in coro con entusiasmo: Insieme iniziamo! Insieme finiremo! Sottolineando però quel solenne impegno con un potente ruggito che, stranamente, non spaventò le compagne. A quel punto, non senza sforzo, le cinque giovani si alzarono e, sorreggendosi l’una con l’altra, quattro di loro uscirono dall’arena per andare a cercare i loro nuovi alloggi, con Desireé che trotterellava dietro di loro. ========== Nel frattempo, in un’altra area del Quartier Generale Duran, l’uomo in nero che aveva avuto l’intuizione di trasformare quelle cinque guerriere difettose in un’unità “speciale”, attendeva il primo rapporto di Minerva, ora che la Numero 10 aveva preso contatto con le sue future allieve. La guardiana di Staph non tardò a presentarsi: Ebbene? Qual è il tuo giudizio, Minerva? La guerriera non badò minimamente al gioco di parole del superiore riguardo al suo titolo e, semplicemente, rispose: Come avevate detto maestro, c’è molto lavoro da fare. Sono scarse... molto scarse. Tuttavia non posso negare che ci sia effettivamente del potenziale in loro. Sono deboli, poco resistenti e non sono riuscite a toccarmi nemmeno una volta, però a loro merito va detto che si sono arrese solo quando non ce l’hanno fatta più, resistendo anche quando le ho colpite un po’ più forte del solito, quindi almeno la volontà di fare bene c'è… Inoltre ho trovato interessanti le doti che hanno sviluppato. Duran prestava molta attenzione alle parole della Numero 10, la quale concluse: Quindi, a mio modesto parere, anche se riuscissero a irrobustire i loro corpi e a essere maggiormente disciplinate, avrebbero comunque difficoltà da sole sul campo ma, se miglioreranno la loro coordinazione, agendo come squadra potrebbero far valere le loro doti e, forse, a dimostrarsi migliori di altri gruppi di guerriere che non hanno le loro capacità. Ma me lo dovranno dimostrare giorno per giorno e non avrò nessuna pietà con loro: o riusciranno a raggiungere un livello accettabile o moriranno. Duran annuì alla conclusione del rapporto di Minerva, rispondendole semplicemente: Molto bene. Grazie Minerva, continua pure l’addestramento di quelle ragazze. Poi se ne andò, lasciando sola la Numero 10, la quale attese che il superiore si allontanasse per poi tornare nel suo alloggio. Era vero che nessuna delle sue nuove allieve era riuscita a toccarla, tuttavia aveva parecchia sabbia da togliersi di dosso… |
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