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Nascosto nel Buio [Xyz10 e Nemas]
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29-07-2012, 10:02 PM
Messaggio: #89
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Nascosto nel Buio [Xyz10 e Nemas]
Citazione:Narrato La situazione degenerò in fretta. Syhlvia non aveva la minima intenzione dâaccettare passivamente la punizione, e così la compagna. Anche Ambrosia provò ad addossare la colpa su di lei, additandola prima come incapace e poi come disgraziata, continuando a sostenere la sua versione dei fatti â che ovviamente era sbagliata perché, come aveva già detto, non era di certo lei ad aver commesso quegli errori. Syhlvia faceva davvero fatica ad ingoiare quelle accuse senza poter rispondere; ma, dâaltronde, aveva già avuto modo di difendersi. Cort non avrebbe tollerato un battibecco di quel genere, immaginava, e questo poteva complicare ancora di più le cose. Ambrosia tacque non appena il superiore assunse una postura riflessiva. Nella stanza calò un silenzio raggelante, quasi religioso, che però non le conciliava affatto il pensiero: non riusciva a togliersi dalla testa le parole punizione e fallimento, e a tratti ricordava le accuse che le aveva appena rivolto Ambrosia; allora cadeva di nuovo nellâangoscia delle due temibili parole, in un turbinio sempre più crescente. Aveva paura. Paura di aver fallito miseramente. Paura di essere punita in modi che nemmeno poteva immaginare. Paura di perdere la fiducia dellâOrganizzazione. Paura di essere degradata. Paura di essere lasciata di nuovo a sé stessa, come prima. Paura di perdere tutto, di nuovo. Aveva paura. Paura di Cort. Nel frattempo, egli aveva iniziato a scrivere su una pergamena: la ragazzina la fissò, fissò la mano e poi la sua traiettoria, come per tentare di capirne il contenuto, ma fu inutile. Consegnò la pergamena ad una guardia: era una lettera, e il messaggero conosceva bene il destinatario. Tutto questo mistero la turbò ancora di più. Che diavolo câera scritto? Forse la loro punizione? E per chi era? Per i saggi dellâOrganizzazione? O direttamente per lâAnziano? Moriva dalla voglia di strappare quella missiva dalle mani dellâuomo e di leggerla, ma qualcosa la bloccava alla sedia. Rimase ancora in rigoroso silenzio, capo chino per la vergogna. Lâultima cosa che voleva al mondo era incrociare lo sguardo di Cort. Il messaggero tornò molto, moltissimo tempo dopo. Consegnò al superiore un altro rotolo, che venne letto più e più volte. Stavolta la sensazione di volerla leggere era decisamente meno forte. Forse perché avrebbe dovuto rubarla dalle mani di Cort. Poco dopo, il burbero uomo iniziò a parlare. Era arrivato alla conclusione che solo una tra loro due meritava la punizione. Il suo cuore perse un battito. Aveva una speranza. Vedeva una luce in fondo a quellâoscuro tunnel. Finalmente la vedeva. ¬ Era più arrabbiato con Ambrosia, prima! Ha sottolineato i suoi errori più volte, mentre a me mi ha nominata solo verso la fine! Sono salva! Rialzò lo sguardo, come se si fosse tolta un peso. Fu colta da un improvvisa sensazione di sconforto nel vedere il volto di Cort: non si aspettava un ghigno come quello. Era malefico. Improvvisamente si ricordò che effettivamente poteva anche essere lei quella da punire, e Ambrosia poteva salvarsi. Non sapeva più cosa aspettarsi. La sentenza arrivò immediatamente: quando avevano deciso di non collaborare, diceva Cort, era come se si fossero dichiarate nemiche. Dove voleva arrivare con questa frase? âI nemici vanno abbattuti senza pietà .â La Numero 29 spalancò gli occhi. Il suo cuore perse di nuovo qualche anno di vita. Il volto dellâuomo si era deformato, il ghigno si era trasformato in una risata agghiacciante: faticava a pensare che fosse veramente umano. âAffrontatevi! Qua e subito! Ora!â Ora stava sbraitando. âDimostrate la vostra lealtà punendo l'incapacità della vostra compagna! La prima che mi offre la testa dell'altra otterrà il perdono e la misericordia dell'Organizzazione!!!â Era una cosa folle. Scioccante. ¬ No.. Cosa.. Non riusciva nemmeno a comporre un pensiero sensato. Ebbe lâistinto di alzarsi dalla sedia non appena si accorse di esservi ancora seduta. Similmente, indietreggiò verso il muro. Portò la mano allâelsa della spada, per ogni evenienza, ma non voleva sguainarla. O meglio, voleva evitare la punizione â doveva farlo -, ma non a questo prezzo. Non era sicura di poter far cadere la lama sulla testa di una come lei, di una che era stata sua compagna, anche se per poco. Non era sufficientemente legata a lei per coprirla, e dunque aveva scaricato la colpa su di lei; ma toglierle la vita era tutta unâaltra questione. Anche se Cort aveva ragione, in fondo: entrambe avevano accusato lâaltra per evitarsi il peggio, non erano più compagne. Ma era giusto considerarla nemica? Era giusto considerarla alla stregua degli Yoma? La risposta le venne da sola. No. Non era uno Yoma. Non aveva tradito lâOrganizzazione. Tecnicamente non aveva nemmeno fallito la dannata missione. Non meritava la morte. Nessuna delle due la meritava. Ma come faceva a dirlo a Cort? Era impazzito, ora addirittura picchiava i pugni sul tavolo da tanto era impaziente. Avrebbe condannato a morte pure lei, se glielâavesse detto. Che diavolo doveva fare? Eseguire lâordine sarebbe stato folle tanto quanto ignorarlo. Non poteva nemmeno fuggire, o sarebbe stato considerato un tradimento. Oltretutto, non sapeva nemmeno quali fossero le reali intenzioni di Ambrosia. Se lei avesse veramente tentato di decapitarla, sarebbe riuscita a risparmiarla ugualmente? Non sapeva cosa fare. Doveva la vita allâOrganizzazione, e dunque anche a Cort, lâaveva salvata da morte certa tanto tempo prima; aveva giurato di servirla ciecamente, di ripagarla per averle donato una seconda possibilità . Ma davvero poteva eliminare unâaltra Guerriera? Non aveva idea di che fare, però sentiva che doveva trovare una soluzione. Una via di fuga. Un qualcosa che non aveva considerato a cui appigliarsi. In effetti poteva anche combattere. Aveva dieci numeri in meno di Ambrosia. Sulla carta era semplice. Poteva batterla. Poteva vincerla, e forse anche senza decapitarla. Se riusciva a sconfiggerla senza fatica, forse â forse â poteva evitare di ucciderla. Ma non poteva combattere al meglio in quel posto. Era stretto. Le serviva più spazio. ~ Chiedo.. chiedo il permesso di poter combattere in un altro luogo. In arena. Allâesterno. O non potremo combattere al meglio. Aveva bisogno della sua approvazione, doveva sembrare disposta ad eseguire i suoi ordini. Le serviva anche tempo: camminare fino allâarena poteva essere un inizio, forse le sarebbe venuta unâaltra idea; forse Cort si sarebbe calmato, per allora, e quindi avrebbe provato a sconfiggere Ambrosia senza ucciderla. Citazione:Yoki Utilizzato: 0%. Scusatemi il post kilometrico, ma era necessario °° |
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