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Divina vs. Serena [Allenamento]
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29-01-2013, 10:52 PM
Messaggio: #2
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Divina vs. Serena [Allenamento]
[Divina, Post 1]
Citazione:"parlato" L'umidità era tangibile, già accarezzante la pelle dei suoi abiti dopo un minuto o due all'aria aperta dell'Arena; lei, però, la sentì quasi come se fosse sudore, tesa in attesa della risposta di quella donna. Ma Serena non la tenne per molto sulle spine: parlò, calma e apatica, una sensazione che lei trovò non nuova, anche se non sapeva perché; parlò, e rispose alla sua domanda. Umanità ... Quel termine che la numero Uno aveva usato non le fu indifferente. Umanità . Cos'era un essere umano? Non era sicura di saperlo. Quando cercava di ricordare quello che aveva fatto in quegli anni, le giungevano alla memoria panorami sfocati e ombre amorfe. Niente umani. Cos'erano, dunque? Le tornò alla mente sua sorella piangere e gridare, deformandosi orribilmente; le tornò in mente l'ombra gigantesca sul tetto di casa sua, e l'enorme testa mozzata al centro del villaggio l'indomani. Erano quelli, dei non-umani? Vide con ritardo che Serena s'era mossa, e batté le palpebre seguendone con la testa gli spostamenti; la numero Uno prese due spade dalle rastrelliere, e ne lanciò una a lei. Che l'afferrò. E ne saggiò il bilanciamento, toccandone quindi il filo. ... Smussato. Vero: le avevano detto di non ferire né tantomeno uccidere, lì nell'Arena. Un vecchio e vago ricordo. Sentì come un senso di vuoto. ... Odio e amo.
Non so perché tanto mi senta ma 'l me animo se crucifigge.* Tanto per i suoi ricordi, quanto per la risposta di Serena: temeva il passato, eppure lo cercava. Temeva le risposte, eppure le voleva. Alzò lo sguardo, e vide la numero Uno che l'attendeva con la claymore volta verso il basso, la punta verso la rena. "No: a domanda, domanda sol seguir." Così rispose, seppure in ritardo, all'affermazione retorica della donna. Eppure, non avrebbe disobbedito al suo invito: era una strana sensazione, ma... voleva capire quanto fosse forte. Capire la differenza tra loro due. Ma prima, chiarì i suoi ulteriori dubbi. "In prima istanza, cos'intendesti
per umanità venir a mancare? Seconda, perché sì gravi l'eventi tali ti parsero da ea fin dare? E terza, ma non ultima per grave: ea... che fu 'n procinto de' deventare?" Di nuovo, la visione di sua sorella presa da spasmi, convulsioni e mutazioni grottesche, l'enorme ombra del suo incubo. E quella del tetto di casa sua. Sbatté le parlpebre per scacciare tutto: perché le aveva pensate assieme? Cercò di calmarsi, e mise la claymore da allenamento in posizione di guardia: le venne naturale, senza nemmeno dover pensare. Non poté non stupirsene. Ciò è... absurdo: como poteo far ciò ch'io non più recordo? Istinto, puro istinto. Deglutì, e tornò a guardare Serena, in qualche modo rassicurata da quell'inaspettata conoscenza non dimenticata. "Ma... di tanto, non menerò io fretta: l'alma mia, pur dal tuo vigor fu tratta. Certe, i' dico, dar gloria assieme potrem a guerra e fiata divine." Avrebbe potuto rispondere, la numero Uno, così come dar di pugna: lei, di questo non aveva dubbi. Tacque, e si scoprì... nuda: che fare? I ricordi degli allenamenti erano lontani, e la sua esperienza di Guerriera ammantana d'una nebbia fitta. Era contro Serena la Splendente, ma sapeva a malapena tenere in mano la claymore. Deglutì. E or... como agisco? Serrò le piccole mani magre sull'impugnatura, e abbassò per questo il suo sguardo su di essa. Ed ebbe un'illuminazione. E con questa, il primo passo. Istinto: era l'unica cosa che le rimaneva. La memoria del suo corpo, la stessa che le aveva fatto impugnare l'arma con tanta naturalezza. Lei smise di pensare, e lasciò che la Divina ancora dentro se stessa riemergesse. E Divina, Divina sapeva bene cosa fare: lei era istinto. E l'istinto faceva sempre la cosa apparentemente più semplice e vantaggiosa. Fece un passo, e poi una falcata, quindi prese a correre con la claymore dritta davanti a sé, leggermente in avanti. Divina era sempre stata bassa, e Serena era non indifferentemente alta:ç in genete, ad avversari del genere lei avrebbe tagliato le gambe. Ma questa volta non l'avrebbe fatto. E no, non perché era impossibile tagliare alcunché con una spada smussata. Ma perché Serena teneva la sua, di claymore, curva in basso fino a toccare terra. Un invito, e probabilmente lo era. Ma Divina, l'istinto di quella piccola Guerriera, non se ne sarebbe mai curata: avrebbe seguito Serena di petto, e se possibile avrebbe colpito con la sua lama la spada dell'avversaria per impedirle d'alzarla, o per frenare ciò; avrebbe poi messo un piede ferrato sopra a essa, mentre con l'altro... avrebbe tenteto un calcio. Alla pancia o al petto, laddove si sarebbe trovato nel caso la numero Uno fosse riuscita a sollevare arma e avversaria insieme. Perché per lei non era vitale mozzare le gambe in sé: era avere l'avversario alla sua altezza. Citazione:Yoki utilizzato: 0% Spoiler (Click to View) ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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