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Urla, torce e forconi [WolfSoul - Nardo - sagaraluca21]
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31-01-2013, 04:57 PM
Messaggio: #35
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Urla, torce e forconi [WolfSoul - Nardo - sagaraluca21]
«Ah... Nessun problema: lo cercherò volentieri.» rispose loro Harold, visibilmente rinfrancato «Lasciate solo che chieda a padre Gerold di condurvi in chiesa... Un attimo...»
Il Capovillaggio le lasciò dunque sulla piazza per bussare all'attigua chiesa, e quando il portone ligneo si aprì, prese a parlottare attraverso lo spiraglio; un minuto dopo, quello si spalancò e ne uscì il prete del villaggio. Padre Gerold si rivelò essere un uomo sui trenta, trentacinque anni, corti capelli castani stempiati e un'altrettanto corta barba ben curata; vestiva un lungo abito nero con topra una mozzetta violacea, un medaglione dorato raffigurante le Due Dee in preghiera al collo. L'uomo le raggiunse assieme al Capovillaggio tenendo le mani giunte, ma nell'aprir bocca le aprì un poco, rivelando una flebile voce tremolante. «Il Divino agisce per vie imperscrutabili... Ero rimasto il solo, a sostenere il Capovillaggio contro la follia dei nostri poveri compaesani! Mi ha spiegato la faccenda: seguitemi, vi condurrò dal povero Jan, c'è pure uno stanzino attiguo da cui poter ascoltare...» Fu così che mastro Harold le salutò per andarsene a cercare Wit per le case del villaggio, mentre come pianificato le tre Guerriere seguirono il prete fin dentro la chiesa. L'interno si rivelò povero ed essenziale, una sola navata quadrangolare dalle pareti bianche, panche e inginocchiatoi, statue lignee delle divinità , e in fondo un altare, un leggio e una fonte battesimale in pietra. Ma padre Gerold le accompagnò a lato della zona di culto, attraverso una porta oltre la quale si ritrovarono in una stanza relativamente ampia e totalmente spoglia, in cui al centro c'era una specie d'altare in pietra... e, sopra ad esso, il cadavere d'un giovane. Il ragazzo era ancora vestito con abiti pesanti, salvo il petto che era nudo e vistosamente ricucito in modo non lineare: lo squarcio doveva essere stato... barbarico; Jan - perché era palese si trattasse di lui -, aveva lunghi capelli neri che gli ricadevano a ciocche sulla fronte, e un viso magro reso bianco dalla morte. I vestiti erano macchiati di sangue in più punti, e le suole dei suoi stivali erano coperte da un denso strato di fango rossastro e rappreso. «Dobbiamo ancora prepararlo per il funerale...» si scusò il prete «Lo hanno portato qui ieri, e le sue ferite erano... orribili. Tantopiù, qui solo io m'intendo di medicina, e avendo pure gli uffici divini da fare, capirete...» Padre Gerold s'avviò quindi verso l'altro capo della stanza, dove aprì una porta con strani intarsi sulla parte alta, che portava ad uno sgabuzzino pieno di panni, erbe e tutto quanto serviva per ricomporre un corpo. «Ecco: se ho ben capito, due di voi non vogliono farsi vedere... Credo qui andrà bene: vedete questi buchi, questi intarsi? Servono per ascoltare dall'altra stanza, nel caso si debba chiudere la porta e ci sia qualcuno dentro. Necessità per i tristi eventi, temo...» In ogni caso, era l'ideale. Fu così che, mentre Saphelia e Alicia si rinchiudevano nello stanzino e Seayne rimaneva sola col cadavere, padre Gerold se ne andò ad attendere Wit - sperando che fosse arrivato - fuori dalla chiesa. E passarono minuti. E altri minuti. E molti altri. Forse le tre Claymore furono prese da sconforto, temendo che il Capovillaggio avesse fallito... quando, con un lieve cigolio, la porta che dava sulla chiesa vera e propria s'aprì. E vi fece capolino Wit, barcollante ma dagli occhi sospettosi e guizzanti. Notò Seayne, e aggrottò la fronte. «La tisshia coi capelli bianchi... Il fethente non mi ha detto buscie, allorha. Di che volevi pharlarhe?... Basshta che non shi shia quella lì che picchiah...» Chissà come l'avrebbe presa Saphelia, oltre la porta dello stanzino. Turnazione invariata |
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