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QUEST Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
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01-04-2013, 04:15 PM
Messaggio: #9
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Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:"parlato"Rabona si trovava grossomodo a Sudovest delle Terre Centrali - o Terre dell'Ovest, per quanto riguardava l'Organizzazione; ma, quand'era ancora Teresa, si ricordava bene di come parlassero gli adulti del loro mondo -; da Staph, il viaggio fu lungo e monotono, noioso e privo di attrattive. Pensò anche di mettere alla prova le capacità di qualla lì, Camillah - ma ci rinunciò: aveva già inquadrato la natura della missione, e non aveva bisogno di sapere se affidarsi o meno alle abilità dell'altra - era superfluo. Inoltre, gli uomini in nero le avevano già assicurato che non vi fosse alcuna Guerriera pari a lei, nella sua Generazione. Lasciò quindi che Lune e Camillah facessero comunella - si conoscevano da tempo, era chiaro -, riservandosi di chiudersi nella stizza per dover dar la caccia a delle criminali comuni (col rischio pure di non poterle uccidere, perdipiù!), e... nella serenità di ripetere i versi di Aldiger, ovviamente. O sodalizio eletto a la gran messa
ne la Città Santa, ove si loda tanto Dio senza che la voglia cessa, se per Sua Grazia laggiù vi si trova nel far salire a Lui la consessa, 'cciò dopo morte 'l peccato prescriva, ponete mente a l'affezione immensa di chi con voi non è nel sacro coro perché pel mondo va, ma a voi pensa.1 Avrebbe fatto bene ad andarci, a Rabona, ora che ci pensava: non aveva mai conosciuto il Dio di Aldiger, dopotutto; certo, era diventato quasi un amico, a leggerlo tra quelle pagine, ma ora che si rendeva conto che quel mondo era reale, e quindi un Dio esisteva davvero - forse: in realtà , a casa sua erano più note divinità come le Dee Gemelle, come testimoniavano i nomi suo e di Claire -. Un giorno o l'altro, sperò di poterla visitare, comunque: tanto, regole o non regole, dubitava che gli Yoma ci prestassero attenzione... Sempre che Dio non vegliasse davvero sulla città . Un pensiero curioso. Rabona la videro all'orizzonte verso la fine del loro viaggio, una cinta muraria oltre la quale si vedevano quasi solamente le torri campanarie: un pò deludente, dal di fuori. Fu solo una volta che si lasciarono Rabona, che raggiunsero infine Nerkus. La cittadina si rivelò una realtà mercantile protetta da basse mura e circondata da catapecchie forse - congetturò Divina - dei contadini che coltivavano le campagne locali; la piccola Guerriera, cresciuta addirittura ai margini d'un modesto villaggio del Nord, riuscì comunque ad accorgersi che un tizio agghindato che se ne stava con un bavero sul naso nel bel mezzo della strada per la porta cittadina non faceva parte di quel quadro sommamente impoverito. Quando poi il bel tomo in questione cambiò visibilmente espressione nello scorgerle, la numero Tredici capì che doveva essersi appostato là per accoglierle; il comitato di benvenuto, insomma, o comunque il loro interlocutore o forse addirittura il committente. Non poté non rammentare la raccomandazione di Lune all'inizio del viaggio, allora lasciata cadere senza commentarla: in realtà se ne rendeva benissimo conto pure lei, che la sua parlata era anomala; anzi, aveva fatto scena muta proprio perché si trattava d'una osservazione banale. ... Deberò dattarme a l'uso volgar de' cagionar prosa tosto ch'in rima, benché ciò alzi lo letterato far. Da bambina lei stessa era capace di parlare fluentemente senza prima pensare alla metrica e alla rima da adottare nel discorso... ma era ormai passato, un passato che non tornava più, morto con sua sorella; contrita, la numero Tredici guidò con l'aria contrita di chi deve le compagne nell'incontrare lo strano tipo... quando costui tirò fuori una pergamena e, srotolatala, ne declamò, beh... l'altisonante contenuto. Divina ne fu... interdetta: d'accordo, questo Mastro Philip e cert'altra gente di Nerkus voleva e non voleva questo e quello, e vabbé. Ma... pretendevano pure che lei parlasse in prosa, dopo una tal sciorinata verbale che le mancava giusto metrica e rima per entrare ne I Racconti Celestiali? Ma, anziché contrita, la piccola Guerriera ne fu... sollevata. A proposito, che le aveva raccomandato Lune? Oh, sì... Lasciando che Mastro Philip arrotolasse la pergamena e si perdesse in inchini e salamecchi, la numero Tredici si volse verso la numero Quattordici, la guardò negli occhi, e... *GRIN*
Sorrise soddisfatta. E tu, che sol per subire meni... Le fu naturale ricordarsi il modo in cui aveva apostrofato Lune in Arena: calzava davvero addosso, a quella peculiare Guerriera. Ma, toltasi il sassolino di dosso, Divina tornò subito alla sua solita espressione mogia, e tornata ad osservare Mastro Philip, senza più il fardello del far prosaico poetò tranquilla: "L'alto saluto e l'avvisi savi grati ci son, ch'abbiam lunge viaggiato. Terrem conto... ma, pria d'ir per borgavi, ce parli del crimine efferrato che in citta ripetuto ha loco, e 'l cui eco noi ivi ha clamato." Citazione:Yoki utilizzato: 0% Spoiler (Click to View) ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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