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QUEST Kono mi wa nan'iro de sobaniyuku no darou? [claire83-Jacques Mate]
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13-09-2013, 03:38 PM
Messaggio: #67
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Kono mi wa nan'iro de sobaniyuku no darou? [claire83-Jacques Mate]
Narrato
Pensato Parlato La strategia che aveva progettato non era andata a segno, la guerriera aveva erroneamente indirizzato la punta della lama verso la sua improvvisata avversaria, se solo avesse pensato di ruotarla, avrebbe evitato il colpo. Ora senza nemmeno rendersene conto aveva la lama piantata nel plesso solare, ma tutto quello che riusciva a sentire era solo il dolore. Un dolore lancinante, lento e penetrante che per un attimo le annebbiò la vista. In quell'istante fu come essere in preda di un brutto incubo, che voleva scacciare al più presto. All'inizio sentì un corpo freddo penetrarle nella carne, poi cominciò ad avvertire calore, era una sensazione strana che le dava tormento e piacere al tempo stesso. Il dolore non la spaventava ,avrebbe potuto anche conviverci, ma era di vitale importanza liberarsi di quel pezzo di ferro che aveva piantato addosso. Avrebbe voluto non urlare , ricacciare la voce dentro di sè ma non ci riuscì, urlò tremendamente. Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh D' istinto cominciò a stringere con forza l' elsa della spada che aveva nella sinistra, la strinse in maniera così forte che sembrava quasi volesse distruggerla. Era un gesto dettato dal dolore e al tempo stesso dalla rabbia. Si sentiva come un animale ferito, e come accade a tutti gli animali feriti, anche dentro di lei emerse l'istinto di sopravvivenza in maniera forte e dirompente. Sebbene fosse dolorante, cercò con la destra di estrarre la lama , non sarebbe stata un'operazione semplice e di certo non le avrebbe risparmiato altro dolore ma il suo obiettivo era liberarsi di quel corpo estraneo. Mentre con la destra cercava di sfilare la spada, con la sinistra come per darsi forza cercava di stringere la sua spada, stringendo quella che reputava "la sua unica amica". Hellborn non era semplicemente una ferraglia come le altre, era la SUA spada, quella con cui aveva ucciso due yoma, durante il test, e quella che non l'avrebbe mai tradita. Era come se fosse il prolungamento della sua anima e quando la maneggiava si sentiva un' unica cosa con lei. Dammi la forza amica mia. In caso non ci fosse riuscita, avrebbe tentato di afferrare sempre con la mano destra la lama della spada che aveva conficcata dentro di lei, per riuscire ad estrarla. Non era sicura che sarebbe riuscita ad arrivare con la mano all'elsa della sua spada e le conveniva, per salvare la pellaccia, tentare il tutto per tutto. Mentre cercava di eseguire questa operazione, avvertì uno spostamento d'aria, non riusciva ancora a capire cosa fosse successo ma era come se quel peso che si trovava sopra di lei fosse sparito. Si sentiva più leggera, ma accanto ai suoi gemiti di dolore, percepì un altro suono diverso che di sicuro non proveniva dalla vipera che l'aveva accompagnata finora. Era un suono gutturale. In ogni caso, qualsiasi cosa fosse arrivata, yoma o meno che fosse, se fosse riuscita a rialzarsi, avrebbe avuto intenzione di usare entrambe le spade. La guerriera era ben cosciente che al dolore avrebbe fatto seguito la vendetta e che la vendetta era un piatto da servire freddo ed adeguatamente meditato. Citazione:Yoki utilizzato:20% |
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