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TEST Un normale pomeriggio a Staph [Lachesi]
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10-02-2014, 10:37 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-02-2014 10:43 PM da Lachesi.)
Messaggio: #24
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RE: Un normale pomeriggio a Staph [Lachesi]
Il suo piano aveva avuto parzialmente successo, escludendo il dilaniamento muscolare al gluteo ed alla caviglia sinistra, ma se avesse continuato a mantenere il controllo forse sarebbe uscita viva da quella situazione. Il problema, appunto, era riuscire a mantenere la calma cosa non proprio semplice data la sua natura estremamente emotiva; Dua non era una cattiva ragazza ma semplicemente, a volte, non riusciva a trattenersi né con la rabbia né con la paura... ...Ed in quel caso, ovviamente, a prevalere era la paura di poter morire in quel momento, in un luogo dimenticato e senza nemmeno l'ombra di un'amica. C'era qualcosa di più patetico di lei, in quel momento? Se fosse morta quel giorno, nessuno si sarebbe ricordata della sua esistenza, nessuno avrebbe onorato la sua memoria ed il suo cadavere sarebbe marcito sul pavimento dissestato di quella Città Senza Nome, come la guerriera che l'aveva preceduta, senza ottenere nessun tipo di onoranza funebre. Dua era sicura di potersi vedere con gli occhi di un estraneo, di un Dio magari, sdraiata in terra, con il volto sporco di fango purpureo perché intriso del suo sangue e la sabbia del deserto a mescolarsi ai suoi capelli argentei come la luna. Perché un Dio avrebbe voluto salvare la sua misera presenza in quel mondo privo di ragione? Con la fronte schiacciata sul terreno Dua sentiva la ferita alla spalla bruciarle enormemente; all'inizio l'adrenalina del combattimento aveva sconfitto il dolore fisico ma ora la pelle le bruciava talmente tanto da avere l'impressione che un palo in ferro completamente rosso di calore le stesse bruciando la pelle. Ma solo la bocca della ferita bruciava così tanto da farla piangere perché, poco a poco, il resto del braccio diventava sempre più freddo a causa della continua perdita di sangue; per quanto tempo ancora Dua avrebbe potuto resistere? Con gli occhi pieni di panico osservò le due lucertole intente a banchettare con la sua carne che per ora parevano occupate ma quando rialzò lo sguardo verso la vera minaccia si accorse di quanto fosse vulnerabile in quel momento. In fin dei conti, lo Yoma stesso non era meno patetico di lei; c'era da chiedersi come avesse fatto a vivere tanto a lungo se delle bestie così fameliche gli arrecavano tanto fastidio. Con quel fugace pensiero, Dua non poté fare a meno di pensare cosa la distinguesse da quel bieco essere che l'avrebbe disossata viva per il suo piacere personale e, così, in quei pochi attimi che lei ebbe ragionato su ciò... Non trovò una risposta rassicurante da dirsi. Singhiozzò, doveva reagire e farlo subito anche solo con la forza della disperazione. Si tirò su in ginocchio, digrignando i denti per il dolore, e con rammarico pensò di non avere abbastanza energia per uno scatto fulmineo verso lo Yoma; era forte e rispetto alle sue compagne poteva sopportare ferite di superiore entità ma non era agile e ancor meno lo era con una caviglia fatta a pezzi. "Oh..." Con terrore realizzò che aveva un solo modo per raggiungere il nemico, guardando la sua spada luccicante pensò di doverla lanciare. Lo yoma era vulnerabile in quel momento, non poteva aspettare ancora! Ma... Se avesse mancato il bersaglio? Se non fosse morto? Lei sarebbe stata completamente disarmata ed in balia di un tragico destino! Strinse con forza il manico della spada ed iniziò a singhiozzare. Forse la morte era il suo unico destino. Cercò di prendere la mira come meglio poteva, di caricare il colpo in modo tale che fosse letale, forte ma preciso... Come se tutte queste caratteristiche potessero fondersi in un unico lancio, poi. Citazione:Stato Fisico: Occhi gialli e felini, sporchi con venature ai lati degli occhi. Ferita di entità media (perforazione del tessuto muscolare) alla spalla sinistra e lacerazione del tessuto muscolare all'altezza del seno, ferita leggera. |
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