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TEST Un normale pomeriggio a Staph [Lachesi]
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27-02-2014, 05:24 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 27-02-2014 06:40 PM da Lachesi.)
Messaggio: #32
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RE: Un normale pomeriggio a Staph [Lachesi]
La sensazione del freddo metallo dell'elsa a contatto con il palmo della sua mano era impagabile; in un certo senso capiva perché lei fosse la guerriera che era, perché anche se quella lama era priva di simbolo la sentiva sua ed avvertiva con essa una certa sinergia. Forse quella sinergia era data dal fatto che con essa avesse fatto la sua prima uccisione, o semplicemente che grazie a lei era sopravvissuta; prese tra le mani anche quella della Novizia caduta e non avvertì le stesse sensazioni: se quell'oggetto avesse avuto un'anima, Dua l'avrebbe descritta come un essere un po' insicuro ma specialmente terrorizzato. Come la ragazzina morta, probabilmente. "Mi chiedo se sia giusto che io la tenga." Formulò quel pensiero solo per onorare la guerriera senza nome che aveva perso la vita in una Città Senza nome; poi mosse il capo in segno negativo, tralasciando che a malapena riusciva a sventolare come uno spolverino la sua di spada, figurarsi ad impugnarne una seconda. E poi, la verità, era che l'unica cosa che poteva fare per quella ragazza era offrirle una degna sepoltura e la sua lapide sarebbe stata solo e soltanto la sua spada. Dopo aver riappoggiato in terra la spada che probabilmente apparteneva alla ragazza senza nome, un olezzo si alzò prepotente dal cadavere dello Yoma: avevano sempre quell'odore sgradevole? Era una cosa che aveva notato anche mentre era in vita ma semplicemente non se ne era curata, ora però l'odore era inconfondibile. Simile a quello del cadavere della guerriera ma molto più acido ed acre; si insinuava nel naso di Dua come se fosse stato fumo. -Santo cielo!...- Esclamò sconvolta dall'olezzo inammissibile dello yoma. Sconvolta e schifata Dua si allontanò quel tanto che bastava per non sentire più quel puzzo inumano ed avvertendo vari dolori assalirle la spina dorsale, si ricordò delle ferite che ancora il suo corpo portavano; immediatamente pensò di doverle rigenerare. Aveva visto quanta strada le serviva di percorrere prima di far ritorno agli alloggi ed era certa che quelle ferite le sarebbero state non poco di impiccio. Ora, anche se provata mentalmente, aveva abbastanza tempo per dedicarsi alle loro cure senza correre e senza esagerare con la quantità di Yoki da rilasciare. Aver curato simili tagli con quell'esplosione di Yoki l'aveva salvata ma proprio per la fretta non aveva potuto ottenere un risultato completo. Infilzò la sua claymore senza simbolo nel terreno; pendeva un po' di lato perché la forza con cui aveva scavato non era sufficiente. Dua ripetè il processo affinché potesse appoggiare la schiena mentre con calma si occupava del processo rigenerativo che in parte l'aveva sconvolta. Cercò di mettersi comoda e di rilassarsi; poco a poco lasciò che poche percentuali di Yoki si fondessero con il suo corpo e lentamente concentrò le sue energie affinché la pelle lesa ritornasse quella di un tempo. Lentamente incalanò le energie nella sua pelle lesa, gli occhi divennero dorati anche se fu un particolare difficile da notare visto che tenne le palpebre chiuse, alcune venature si formarono attorno agli occhi e una dentatura un po' aguzza si formò nella sua mascella. Come la prima volta, il processo era fastidioso: la sensazione di centinaia di piccoli aghi che le cucivano le ferite la solleticavano e la infastidivano allo stesso modo. Per fortuna di Dua, però, non fu affatto un evento doloroso; immaginò che la prima volta lo fosse stato perché aveva rilasciato ben il 50% di Yoki oltre perché fosse stata, appunto, la prima volta. Inspirò e respirò lentamente, rimanendo concentrata sull'unico obbiettivo di tornare in forma esattamente come quando il giorno prima era uscita dal suo letto. Lentamente la sensazione pungente che avvertiva sulla sua pelle iniziò a svanire, anche se non su tutte le ferite simultaneamente com'era ovvio che fosse. Tenne duro una mezz'ora ancora, fino a quando aprendo gli occhi ancora gialli e felini vide di essere ancora una volta "una sola" Guerriera. Represse il suo Yoki. -Ottimo!- Sussurrò, fiera del suo risultato. Si guardò attorno con un mezzo sorriso, come a voler contemplare il grande successo ottenuto a dispetto di quel luogo ostile; le cadde lo sguardo sulla lama non sua e ripensò con un velo di tristezza a quanto aveva "promesso" prima: di seppelire la compagna caduta. Con un velo di tristezza e compassione, si diresse laddove il cadavere della ragazza era rimasto incustodito tutto quel tempo, facile preda dei rettili. Citazione:Stato Fisico: Un po' accaldata e infastidita dal processo rigenerativo ma si sente come nuova. |
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