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QUEST Io sono Leggenda [Morgana, Angela, Semiramide]
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29-06-2014, 11:45 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 30-06-2014 12:16 AM da Claire83.)
Messaggio: #42
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RE: Io sono Leggenda [Morgana, Angela, Semiramide]
Pensato-Parlato
Quando entrò nell'abitazione, lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi era tutto, tranne quello che avrebbe voluto vedere. Ci volle più di un secondo affinchè la numero trentadue prendesse coscienza di quello che era accaduto dentro quella stanza. Si era scatenato l'inferno. C'era sangue sparso qua e là, c'era il cadavere di un uomo le cui carni erano state dilaniate dai due yoma che si erano introdotti con prepotenza dentro l'abitazione. Adesso, essi erano morti, riversi per terra sul pavimento della stanza e questo non poteva che essere un segno di vittoria, ma il suo sguardo si posò su un'altra persona lì presente: Semiramide. Era andata alla sua ricerca sperando di poterla aiutare, ma al posto della guerriera timida ed insicura che aveva conosciuto, c'era una guerriera totalmente diversa. Il suo corpo si era trasformato, era ricoperta di sangue e di ferite per tutto il corpo ma quando incontrò i suoi occhi e vide il suo volto, ebbe un sussulto. Il suo viso era marcato da vene profonde ed i suoi denti erano diventati aguzzi. Se l'aspetto avrebbe potuto ingannarla, gli occhi di Semiramide non potevano mentire. Era completamente delusa, sconfitta, abbandonata a se stessa ed impotente al pari di un uccello ferito a cui sono state recise le ali. Morgana, ascoltò una per una, ogni singola parola pronunciata da Semiramide. Pur avendo una spada, si sentiva ugualmente impotente. Davanti a lei, non c'era uno yoma da uccidere ma una compagna che stava per superare il limite. Nelle sue parole lesse pessimismo e la sfiducia ed insicurezza più totali. Perchè le allenavano e le facevano combattere duramente se poi alla fine, rischiavano di diventare anch'esse dei mostri? Era un gioco perverso e sadico quello degli uomini in nero e loro, non erano altro se non delle schiave al loro servizio. Non se la sentiva di puntare la spada contro la propria compagna, non ce l'avrebbe mai fatta. È vero, la conosceva davvero poco per considerarla una sua amica, lei che si affidava esclusivamente alla sua spada, ma avrebbe voluto salvarla dalla condizione in cui versava. Tra tutte le parole che Semiramide aveva pronunciato, ce n'era una che le era ben rimasta impressa in mente: insicurezza. Sapeva bene che avere sfiducia in se stessi poteva solamente causare dei mali. Probabilmente, quella ragazza non aveva avuto la fortuna di avere come lei, almeno per un po', una famiglia sostitutiva che la facesse sentire protetta e serena. Cercò quindi di fare quanto poteva per poterla aiutare. Strinse la mano libera dalla spada a mo' di pugno e si rivolse a Semiramide. Smettila di pensare che sei inutile e rinnega la tua insicurezza! Ella ti sta divorando l'animo lentamente senza che nemmeno tu possa rendertene conto. Sei una guerriera e ti sei battuta con onore, e non pensare che io adesso ti veda come un mostro. Davanti a me vedo solo una ragazza triste ed affranta, in cerca di sicurezza e di amore. La vedi questa cicatrice che segna il mio volto? Questa ,mi ricorda tutti i giorni che ho un motivo per vivere e per combattere, ed anche tu, ne hai uno. Aggrappati alla tua vita, non lasciarla andare, amati e non rinnegare te stessa. Non ci sarà mai nessuno che riuscirà ad amarti più di quanto tu possa fare. Ti prego, resisti e combatti! Era difficile e complicato essere lucidi in quel momento. Era accaduto tutto così in fretta ma quello che si augurava di fare, pronunciando quelle parole, era instillare quantomeno una qualche forma di sprone nella sua compagna, cercando di sottrarla dalle braccia di quel mostro che la stava divorando. Citazione:Yoki:20% |
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