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TRAMA Massimo guadagno [Hankegami]
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08-11-2014, 12:43 PM
Messaggio: #6
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RE: Massimo guadagno [Hankegami]
Narrato
pensato "parlato" ______________ Un luogo sacro santamente vuoto risuonante nel silenzio muti echi a Dio, un devoto Cavaliere inginocchiato davanti al santissimo altare, in contemplazione solitaria prima del suo gravissimo compito. Divina ci mise un qualche istante a capire che non si trovava in un Racconto di Aldiger, ma al massimo nella sua farsa: il nobile uomo d'armi intravisto inginocchiato, alzatosi e venutole incontro non appena s'era accorto di lei, era un avvilente ometto con indosso quella che aveva tutta l'aria d'essere l'armatura del nonno tirata a lucido, o giù di lì; il fatto che si trovavano dentro ad una cappella anonima e povera, poi, completava il quadro. A quel punto, quando quel tizio a cui mancava giusto la pentola in peltro della madre in testa - Massimo, ovviamente: il suo contatto - prese a parlare di Draghi, Divina fu lì lì per prenderlo per la collottola e trascinarlo fino in taverna per chiedere quale imbecille aveva lasciato lo scemo del villaggio libero di scrivere all'Organizzazione. Fu solo quando Massimo accennò agli ordini degli Uomini in Nero che la Guerriera cominciò a prendere sul serio la questione. Un istante!... A Staph preser sul serio quel che a me par ischerzo bonario? Non poté, a quel punto, andare per associazione d'idee al mostro dei suoi sogni, quello la cui natura Cort aveva proibito a Serena di rivelarle. Che fosse la volta buona? In tal caso, dubitava fortemente che quel tizio balzano potesse uccidere il "drago". L'ometto nell'intanto s'era zittito, chiaramente in attesa d'una sua risposta. E che rispondergli? Divina sapeva di non poter lasciar morire un umano, scervellato o meno che fosse; di contro, quel Massimo era la sua unica guida, a quanto pareva. Quindi, concluse, doveva farsi innanzitutto portare dal "drago"; al resto ci avrebbe pensato dopo. "Se già sai ove andare per tale
bestia cacciare, su, andiam a tuoi destier cennati ne' dir attorale. Ma nel viaggio parlarmi vere puoi d'omne cosa su questo drago tu sai: che sia, como sapesti o chi per te d'esso, s'ha occiso e se a' guai survisse mai alcuno. Niuna parte, guai a te, di ciò a me ometterai." Naturalmente Teresa la Divina sapeva di avere un linguaggio ostico per la maggior parte della gente -- affari suoi, era stata chiara comunque. Inoltre, le sarebbe costata una fatica immensa a parlare in prosa. Tacque comunque un attimo, poi alzò un dito e sottolineò un'ultima frase. "E, sovra tutto, ferma nostro viaggio
ove ancor isto drago non potrà 'vertirci. Intendo aver vantaggio." In realtà, intendeva valutare la situazione in santa pace e, eventualmente, mettere alla prova quel Massimo: se parlava tanto di "gloria dell'uccisione" era chiaro che volesse combattere, ma l'Organizzazione non le avrebbe perdonato l'uccisione d'un umano, neanche di un mentecatto del genere. Certo, sperava di potersi affidare alla propria Percezione - quel "drago", se aveva intuito che fosse, doveva emanare Yoki, o almeno quelli nascevano da esseri dotati di Yoki, se aveva capito bene quanto Serena le aveva detto e non detto -, ma preferiva non rischiare l'eventualità d'essere avvertita prima lei, anche solo visivamente: il Dio di Rabona soltanto sapeva cosa potessero e non potessero fare certi abomini. Certa di aver detto tutto il necessario, Divina allora si voltò; fece per far cenno a Massimo di farle strada fino ai cavalli, quando si ricordò una cosa. Ricordi di quando sua madre l'aveva educata, tanto, tanto tempo addietro. "... Dementecavo: Teresa è 'l nom mio,
ma Divina pur clamami s'hai disio." E le presentazioni erano fatte. A quel punto la Guerriera alzò la mano destra, in un evidente cenno a farle strada. Citazione:Yoki utilizzato: 0% ___________ Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
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