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QUEST Il Bosco delle Lacrime [Victoria]
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12-03-2015, 12:29 AM
Messaggio: #2
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RE: Il Bosco delle Lacrime
Legenda:
narrato parlato pensato parlato da altri Era confusa, persa da giorni in un vortice di pensieri senza fine che le rendevano ancora più difficoltose azioni comuni come mangiare, dormire. La morte di Shirley. L'atteggiamento di Minerva. I controsensi dell'Organizzazione. Crystal non capiva. Si rivoltava nella branda, camminava per la cella come un animale in gabbia e di tanto in tanto colpiva il muro con la testa, come se qualche botta avessero potuto darle una spiegazione, cancellare il passato. Come aveva potuto uccidere una compagna? Era una vigliacca, una traditrice, non meritava di essere ancora in vita. E si accasciava a terra stanca, torturata dalla sua mente, dalla coscienza. Quella ragazzina dal viso candido, tremante come un cucciolo... il vivido ricordo dei suoi occhi di quei pochi momenti passati insieme la stremavano e stringeva i pugni, affondava le mani nei capelli rivedendola nel momento del delitto. Per la prima volta aveva avuto a che fare da vicino con un'altra persona e come era finita? Questa era morta. Il contatto che cercava da tanto tempo spezzato nelle sue mani, dalle sue mani. Era un mostro. Lei voleva solo interagire con gli altri, farsi delle amiche e invece non aveva fatto che allontanarle vilmente. Con che faccia poteva uscire da quella cella? Le altre novizie l'avrebbero guardata con disprezzo, con lo sguardo con cui si guarda uno yoma, o forse peggio, perché lei, una novizia, aveva ucciso un'altra novizia. Una compagna, una sorella che aveva passato gli stessi dolori, le stesse difficoltà, una persona dal passato e dal presente simile al suo... E poi? E poi non sapeva come l'avevano giudicata quelli dell'Organizzazione. Tornando agli allenamenti sarebbe stata etichettata come una fallita, una che alla fine aveva commesso il fattaccio, senza però ottenere nulla. Sarebbe stata derisa e umiliata e Crystal aveva ancora una dignità da difendere! Una dignità? Ma quale dignità e dignità, dopo ciò che hai commesso! Una vocina insistente le ripeteva da giorni le stesse cose, la prendeva in giro al posto delle novizie che non aveva il coraggio di affrontare. Voleva rialzarsi, ma in mezzo alle altre cose si sentiva stanca, spossata. Non voleva brandire nuovamente una spada, combattere e fare ancora del male. Troppo dolore le aveva portato la morte di Shirley, tanto da decidere che sarebbe riuscita a vendicarsi di Minerva e a trovare pace per l'anima della ragazza. L'avrebbe tenuta stretta a sé e avrebbe mantenuto la promessa. Glielo doveva, almeno quello. Tuttavia questi buoni propositi non l'aiutavano a stare meglio e altri strani avvenimenti (o, meglio, non avvenimenti) non la convincevano: perché non era stata chiamata? E non si riferiva soltanto all'esito della prova, ma anche agli allenamenti. Nessun accolito era venuto a disturbarla in quei giorni... E nella lucidità e semi lucidità, aveva avuto modo di riflettere sull'Organizzazione stessa, sulla prova che le era stata affidata. Era forse tutto programmato che Shirley fuggisse? Che Crystal sarebbe dovuta scendere nei sotterranei e che, infine, sarebbe arrivata Minerva col cambio di programma? Perché proprio a Lei? Lei che era sempre stata chiusa, ma con una grande voglia di esplorare e conoscere, ma troppo timida o impacciata per avvicinarsi ad altre. E se fosse stato un piano anche non far tornare l'amica di Shirley dalla missione? Come si chiamava? Mh... Mina...? Avevano voluto vedere se poteva essere una buona assassina? Diventare qualcuno come... Minerva! -No!- doveva smetterla con quelle congetture. Non ragionava chiaramente, o almeno di questo si voleva convincere, tentando di mantenere salda la sua fedeltà e i suoi principi. Si stava facendo troppi problemi, troppe domande che non avrebbero avuto risposte o che, se le avesse cercata, sarebbe finita in guai seri e non l'avrebbe scampata un'altra volta, sempre che l'avesse scampata davvero... Nel mezzo di quei complicati ragionamenti e nel tentativo estenuante di non vacillare nei dubbi, un forte bussare fece vibrare la porta della stanza. Quando si dice il caso. Un accolito si fece avanti senza consenso e squadrò la ragazza accucciata in un angolo, le ginocchia al petto e le braccia su di esse. -Crystal! Datti una sistemata e seguimi! La signora Semirhage vuole vederti!- Istintivamente aggrottò le sopracciglia assumendo un'espressione seria, quasi dura. Semirhage? Non l'aveva mai sentita prima, né un cenno né altro. Chi poteva essere? L'appellativo di signora non si addiceva ad una guerriera, perciò era possibile che si trattasse di una donna dell'Organizzazione? Incuriosita e dubbiosa al contempo, si tirò su in un movimento poco elegante. Quei giorni di reclusione l'avevano indolenzito i muscoli e ruotò le spalle e il collo per sciogliersi, muovendo i primi passi verso l'uomo e seguendolo. Giunsero a una porta oltre la quale udì chiaramente un suono... una melodia, non aveva mai sentito qualcuno suonare e quella era un velo di serenità per il suo animo affaticato. Si sentì rigenerare, tornare vigile e attenta e le dispiacque quando l'armonia si spense per far posto ad un -Avanti!- Solo a Crystal fu permesso di entrare, evidentemente l'accolito non aveva il permesso di assistere a quella prossima conversazione, semplicemente non erano affari suoi. Scacciò presto via ogni pensiero su di lui, dedicandosi al nuovo ambiente simile ad un salotto, elegante e raffinato come la donna seduta di fronte ad un arpa. Ecco cosa produceva quel canto! Magnifico, quella scena faceva di lei quasi una figura eterea e non era la prima volta che aveva quell'impressione, sfortunatamente... Ancora una volta fece in modo di accantonare certi ricordi e rivolse la totale attenzione a quella donna dai lunghi capelli corvini totalmente differenti dai suoi. In comune, notò, avevano i lineamenti delicati, la pelle diafana e l'altezza, ma chissà come doveva parer scialba ai suoi occhi. Non che Crystal si fosse preoccupata mai del suo aspetto, era l'ultimo dei problemi, ma in quel momento sarebbe stata curiosa di osservare la propria figura ad uno specchio. Sciocca! Le sorrise piano, ma ciò bastò per mutarne totalmente il volto, divenendo già più dolce :-Benvenuta Crystal! Ti ho fatta chiamare per comunicarti i risultati della tua prova! Si era fatta così ammagliare da quella donna e dalla musica, da dimenticare totalmente l'interrogativo su quella convocazione. Sveglia Crystal! Il momento era arrivato, tra un attimo avrebbe saputo l'esito della prova, a cosa aveva portato la morte di un'anima innocente. Ci siamo Shirley -Sono qui. Mi dica- Citazione:Yoki utilizzato: 0% «ciò che feci per sopravvivere uccise la mia anima»
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