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QUEST The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria]
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17-04-2015, 10:04 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-04-2015 10:10 PM da Claire83.)
Messaggio: #129
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RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria]
Spoiler (Click to View) Confortata dalla presenza delle tre guerriere, la donna cominciò a parlare. Sicuramente la terribile esperienza che stava vivendo non era facile da raccontare sopratutto a delle estranee dai capelli d'argento ed armate fino ai denti, ma la forza che aveva intravisto in quelle tre guerriere, le diede il coraggio di confidarsi con loro. Inerme e fragile per com'era non aveva altra scelta se non quella di affidarsi a spalle ben più solide e sicure delle proprie. Più che dalla volontà, forse quella era più una scelta dettata dallo stato di necessità. Morgana provò compassione per quella ragazza così come ne aveva provata per l'uomo che versava in stato di quasi incoscienza; anche lei sarebbe stata una semplice umana privata delle armi, se non avesse avuto l'Organizzazione alle spalle. Per ironia della sorte, proprio in quell'istante, pensò che ciò che tanto odiava ora le stava permettendo di stare dall'altro lato della barricata. Essere una guerriera ed avere abilità e sensi diversi da quelli umani le dava un posto di privilegio in quel grande ed oscuro calderone che era la vita. Eppure questo potere non le dispiaceva. Era convinta che non le era stato concesso per caso, ma che avesse una missione sottesa a quella che stava per compiere. Non era mai stata una ragazza pienamente convinta delle proprie capacità ma sapere che avrebbe potuto regalare serenità a chi non ne aveva, la faceva stare bene. Quelle due persone erano state scientemente immobilizzate, e lei, insieme alle altre avrebbero dovuto essere le loro gambe e la loro forza. Non le importava di tornare a Staph e di ricevere una valanga di lodi da Kelsier o da qualche altro uomo in nero; non avrebbe di certo aumentato il suo ego così, gonfiandosi a mo' di pavone, poichè era ben cosciente che le guerriere venivano semplicemente usate. Ricevere un ringraziamento da una persona semplice, come lo era un tempo stata lei: quello invece avrebbe fatto la differenza. Le parole fluirono dalla bocca della ragazza sofferente così come degli affluenti scivolano lentamente per confluire nel mare unendosi finalmente ad esso. Il cerchio cominciò dunque a chiudersi. La donna disse che gli yoma in totale erano undici e che si riunivano tutti insieme per banchettare. Non era stato semplice per quella donna dover vedere quei mostri divorare degli esseri umani e sapere che forse, la stessa sorte sarebbe toccata presto anche a lei. La morte aveva sfiorato per un attimo la sua mano, ma il Fato le aveva rubato quel corpo non ancora destinato a scendere nell'aldilà. E probabilmente, quella donna velata, aveva ancora sete di sangue. Andavano portati via immediatamente da quel posto per evitare che ci fosse ulteriore carne da macello ancora disponibile per quegli yoma, e così fu fatto. La fortuna giocò finalmente dalla loro parte e le guerriere trovarono all'uscita delle catacombe altri abitanti del villaggio ai quali poterono affidare l'uomo e la donna. Ora avranno chi si prenderà cura di loro. Il loro inferno è finalmente giunto alla conclusione. Avevano portato in salvo delle vite, questo era pur vero ma per loro tre invece, quel lungo peregrinare non era ancora volto al termine. Girarono per le vie che non avevano ancora scandagliato, fin quando giunsero in un corridoio che svoltava a sinistra in un'altra stanza. Da lì promanava una forte presenza di emanazioni demoniache: c'erano almeno sei fonti di yoki lì dentro. Che fare dunque? Pareva che si prospettasse aria di combattimento. Erano in inferiorità numerica rispetto agli yoma, ma attirarli nel corridoio non sembrò alla guerriera un'ottima idea. Combattere con quelle lunghe spade in quel luogo angusto non facilitava loro i movimenti e già prima, in un precedente scontro, avevano dovuto cercare di coordinarsi al meglio per evitare di cozzare tra di loro con la spada. Cominciava a detestare sempre più quel labirinto. Dovevano uccidere gli yoma, non ferirsi a vicenda. Optò quindi per l'idea più semplice: entrare direttamente nella stanza. Ovviamente, si sarebbe mossa insieme alle altre. Non era così stolta nè azzardata da mandare a morte se stessa o le altre guerriere. Si fermò quindi un po' prima di quell'ingresso. Suppongo che anche voi avvertiate le fonti di yoki provenire da lì dentro. Direi quindi di entrare ed affrontarli. Era forse una scelta avventata la sua? Non poteva saperlo fin quando non l'avrebbe messa in pratica. Ad ogni modo, a darle sicurezza era il desiderio di fare in un certo qual modo giustizia per quella gente che era stata torturata e quell'immagine, quella figura che spesso le era "apparsa" durante quel percorso a bivi e che, nonostante sentisse estranea le sembrava al tempo stesso familiare. Un volto bello e delicato ma con una personalità molto forte e decisa. Strinse l'elsa e si aggrappò a quella immagine, facendo attenzione all'ambiente circostante. Non voleva neppure per un attimo perdere di vista la realtà. Citazione:Yoki: 0% |
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