Il Bosco delle Lacrime [Victoria]

[Narratore]

Quando fai la tua comparsa, l’uomo ha un evidente sobbalzo e noti che, con la mano sinistra, stava richiudendo uno stallo nel quale puoi notare un cavallo adulto, col manto dello stesso colore del puledrino, le cui orecchie e la parte alta della testa fanno capolino dal portello: con ogni probabilità l’animale adulto è Mai ed è la mamma del cucciolo, chiamato Siptah, il quale deve aver trovato il modo di scavalcare il recinto e, complice la porta rotta, si era allontanato alla chetichella…

OH! La… claymore…?

Dice l’uomo dopo la tua comparsa, evidentemente colto da stupore, mentre si affretta a gettare nell’ombra una piccola ascia che teneva nella mano destra. Chissà… forse aveva pensato che dei ladri si fossero introdotti nella sua stalla. L’umano che hai davanti sembra essere di mezza età: anche lui porta quella strana barba corta senza baffi a incorniciargli il volto; la barba è scura ma ti sembra di intravvedere alcuni ciuffi bianchi qui e là. Per il resto, l’uomo indossa una lunga camicia da notte chiara e una papalina in testa che, nella penombra, ti sembra dello stesso colore, e un paio di pantofole ai piedi.

Facendo uno sforzo per dominare l’evidente timore che prova nei tuoi confronti, l’uomo ti aggira con molta cautela e va ad esaminare il chiavistello rotto.

Hm! Avete… avete ragione signorina! Domattina vedrò di farlo riparare! Vi… vi ringrazio per avermi riportato Siptah… sapete, come avete visto ha un manto particolare e, quando crescerà, varrà molto!

A quel punto l’uomo apre anche l’anta superiore della porta della stalla e si fa da parte evidentemente per lasciarti il passo libero.

Se… se non avete bisogno di me, io ritornerei a dormire. Vi auguro una buona notte e… grazie ancora!

L’uomo attende in piedi: con ogni probabilità dovrà bloccare la porta in qualche modo dopo che te ne sarai andata…