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QUEST The Bloody Dancer [Ophelia]
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17-06-2015, 11:44 PM
Messaggio: #56
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RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato "Una spada non potrà mai essere un aratro Juliet! Il destino ti ha reso una guerriera e questo è quel che sei e che sarai! Guardare indietro ti porterà solo sofferenza, non si può cambiare il passato; si può solo guardare avanti cercando quello che è meglio per noi stessi! E ricordati che l’istinto e l’addestramento sono i nostri alleati in battaglia, ma il cervello aiuta a restare vivi!" Juliet rialzò la testa ed annuì meccanicamente, un po' sorpresa. Non pensare al passato... Destino... Ripetè più volte queste parole nella sua mente; e più le ripeteva, più le sembravano perfettamente logiche. Sì, aveva decisamente senso! Non si aspettava di avere un atteggiamento negativo... Insomma, aveva sempre fatto del suo meglio per essere solare come ricordava. E invece si stava solo gettando la zappa sui piedi. Certo, ci era anche arrivata da sola ad un certo punto; ma sentirlo dire da voci esterne la convinceva molto di più, perchè significava che non fossero solo delle sue paranoie. Era tutto vero. Bene, doveva mettersi l'anima in pace e smettere gradualmente di rimuginare sul passato: anche se era più facile a dirsi che a farsi, ce l'avrebbe messa tutta. Era una guerriera, dopotutto. Ancor prima di entrare nell'Organizzazione, lo era sempre stata. Fin da bambina. Per quanto riguardava la parte relativa al karma, aveva già il suo pensiero. Non affidava interamente il proprio percorso al destino, perchè teneva al fatto di poterselo plasmare da sè, per quanto possibile. Ringraziò l'uomo per il consiglio, quella chiacchierata le era stata decisamente utile; ed Hettar si allontanò per fare il giro dell'accampamento. Rimase seduta lì fino all'alba, senza più guardarsi i piedi. Fu felice di rivedere gli altri da svegli, il sole che sorgeva ed un nuovo giorno che cominciava... La notte era decisamente il momento della giornata che meno le andava a genio. A Juliet piaceva la compagnia, il sole, la luce, la vita. Non aveva lottato per restare in vita; tuttavia, aveva imparato ad apprezzare quel dono e a renderlo (nuovamente) il suo elemento. E si sentiva decisamente allegra. Dopo aver mangiato un po', il folto gruppo si mise in marcia; Kheldar le offrì nuovamente posto sul suo cavallo e la guerriera ovviamente accettò. Come il giorno prima si fermarono per pranzo, fecero riposare i cavalli e ripartirono, sempre nella stessa direzione fino al tramonto. Giunsero presso una piccola abitazione che sembrava esser stata distrutta da un incendio. Nei pressi della casetta vi era quello che in passato doveva esser stato un piccolo orto, ormai invaso dalle erbacce; e a sinistra della casa notarono dodici cumuli di terra a grandezza d'uomo, disposti in fila. Delle sepolture. La voce di Lukas fece chiarezza sulla situazione. "Questo è il luogo di un altro attacco! Il più recente! Qui viveva una piccola comunità composta da dodici monaci che sono stati fatti a pezzi con estrema crudeltà… o almeno così hanno riferito i pietosi viandanti che ne hanno trovato i resti e dato loro sepoltura. I giochi sono finiti, signori! Da qui in poi vi consiglio di prestare la massima attenzione anche quando non siete di guardia! Come potete vedere, chi stiamo cacciando non si fa molti scrupoli nell’uccidere!" Juliet deglutì. Cazzo, a sentirlo così sembrava decisamente il lavoro di uno Yoma. Dannazione era uno Yoma, ne era sempre più sicura. E lei sarebbe dovuta fuggire lasciando quella gente in pasto a quel mostro. Gli altri intorno a lei iniziarono ad accamparsi. Il clima era così teso quella sera... Sembrava quasi che le parole di Lukas avessero spaventato anche gli altri, oltre che lei. Ma era ovvio, che stupida. Loro non avevano possibilità contro uno Yoma, come avrebbero potuto starsene lì a ridere e scherzare dopo quel racconto? Restò in piedi tutto il tempo, la preoccupazione e l'ansia stampate in volto, sperando che nessuno lo notasse. Respirò a fondo, più volte, inspirando ed espirando, cercando di calmare quel terribile sentimento. Le braccia ciondolavano fiaccamente mentre la guerriera camminava avanti e indietro per il campo, senza cercare compagnia, senza cercare conforto da nessuno. Chi avrebbe potuto darglielo, in ogni caso? Erano solo umani. Era lei a dover dare conforto a loro, semmai. Iniziarono i turni di guardia; Juliet decise che avrebbe fatto come la sera precedente: presto a letto e presto in piedi, così avrebbe potuto monitorare personalmente la situazione nelle ore più tarde. Sì, aveva questa stupida convinzione secondo cui la notte tarda avrebbe aumentato la possibilità di attacchi. Decise di dormire nella parte più esterna dell'accampamento, lontana da tutti gli altri. Sentiva quasi di essere lei stessa un pericolo per loro, una strega attira sventure... Citazione:Yoki utilizzato: 0% |
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