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[In Missione] Scheda di Diana (Golaroid)
02-09-2015, 10:28 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 22-07-2017 04:41 PM da Semirhage.)
Messaggio: #1
[In Missione] Scheda di Diana (Golaroid)
Nome: Diana
Anni: 22
Altezza: 1,78 
Peso: 67
Arto Dominante: Destro
Tipologia: Attacco

Avatar
[Immagine: image.jpg]




Simbolo
[Immagine: symb.png]






Uniforme gli abiti e le protezioni indossate dalla guerriera:
Veste: Indossa la classica veste dell'Organizzazione: veste bianca aderente formata da pantaloni e giacca, col colletto rosso su cui è ricamato il suo simbolo personale. 
Schiena: Indossa la dotazione ordinaria: una placca metallica per la protezione dell'area del muscolo trapezoidale della schiena, dotazione condivisa anche dalle Novizie. Alle Guerriere graduate viene inoltre aggiunta una mantellina corta che sfiora i glutei e un'ulteriore protezione alla schiena atta a fare da fodero per le claymore, capace di portare due spade.
Spalle: Indossa una unica spallina metallica doppia sulla spalla sinistra, con la lamina inferiore  maggiormente allungata e curvata verso il basso lungo la linea del braccio.
Petto: Dalla spallina in linea trasversale partendo da sotto il braccio destro fino a metà costato, partono una serie di fasce in cuoio duro e rinforzato con anelli in metallo, che ne forniscono maggiore protezione al lato destro che sinistro del corpo.
Braccia: Indossa al braccio sinistro una protezione metallica che dal polso prosegue lungo l’avambraccio, terminando al gomito stesso, di cui è l’ultima parte protetta; la mano invece è coperta da un guardamano che si collega direttamente con il bracciale che protegge l’avambraccio. La protezione al braccio destro si limita ad un semplice guardamano con copertura del polso, il quale termina qualche centimetro oltre lo stesso.
Vita: Indossa il gonnellino metallico a lamine metalliche atto a proteggere il bacino, comune a tutte le guerriere dell’Organizzazione.
Gambe: Calza i normali stivali metallici forniti dall’Organizzazione, che forniscono sia protezione che appoggio ai piedi. I parastinchi avvolgono completamente lo stinco, fermandosi prima del ginocchio per fornire completa libertà di movimento dell’articolazione. 

 
Profilo Fisico: E’ una ragazza alta, snella e slanciata con un peso adeguato alla statura ben distribuito con muscolatura definita ma non abbondante, la quale non intacca minimamente la sua femminilità. Un’espressione neutra ed indifferente predomina, mettendo in rilievo la labbra fini e sottili. I tratti seriosi sono accentuati maggiormente dal naso fine e leggermente a punta, così come dagli occhi dal taglio duro, dal classico colore argenteo che accomuna tutte le guerriere.

 I capelli hanno perso il loro colorito naturale, da un castano scuro sono diventati biondo chiaro, rasente al platino. Scalati, scompigliati e lunghi fino poco oltre le spalle, ma sono tenuti legati dietro alla nuca in una coda libera e voluminosa, ad eccezione di due ciocche lasciate libere di scendere ai lati del viso lungo le guance davanti alle orecchie, fino alle spalle.

Sulla schiena ha presenti quattro cicatrici di una vecchia artigliata che partono dalla scapola destra fino al fianco sinistro.



Profilo Psicologico: Predomina un animo fermo, distaccato e solitario. Per i motivi che hanno contraddistinto il suo passato ed il suo ingresso nell’organizzazione, presenza un particolare distaccamento nei confronti sia degli umani, che degli uomini dell’organizzazione stessa, risultando in un naturale sfoggio di una natura fredda, refrattaria ed arrogante verso i primi e di inespressiva ed anonima obbedienza verso i secondi, conciliata tuttavia dal profondo odio e ribrezzo che prova nei confronti degli Yoma. I rapporti intrapersonali subiranno sicuramente un’influenza negativa dettata proprio dal suo carattere apparentemente menefreghista e distante, che sarà possibile fonte di scontro nei confronti personalità forti di altri individuo, guerriere o umani che siano.

In giornate particolarmente cupe con tempo avverso come pioggia, temporale, freddo e vento, tende a divenire maggiormente malleabile, con un calo della sua personalità refrattaria.



Storia Personale: Una volta, la sua casa, la sua famiglia, la sua vita si trovavano nelle fredde terre del Nord, in un piccolo villaggio dove la neve, il ghiaccio ed il freddo erano la normalità. Era l’unica figlia di una coppia del villaggio, la madre era una dolce e gentile donna, si occupava principalmente della casa e della cura della famiglia, il padre invece era responsabile di quel piccolo gruppetto di uomini addetti al controllo del villaggio e della sicurezza dei suoi abitanti, poiché la piaga degli Yoma li aveva colpiti più volte negli anni, tanto che in uno degli attacchi costò la vita della madre di Diana, provando fortemente il carattere della bambina. L’unico modo nelle loro possibilità per cercare di difendersi, era proprio quello di controllare strettamente tutti ed allontanare sul tempo coloro che risultavano essere sospettosi. La paura fa a gire senza usare la ragione, semplici voci creavano spesso il bando di cittadini senza alcuna prova tangibile ed il padre di Diana, era molto ligio e ferreo nel far rispettare queste regole e non ponendo mai di buon occhio la propria famiglia.

Questa paura della gente li portò ad evitare il più possibile il contatto con loro, fin da piccola, ha sempre avuto difficoltà a socializzare con gli altri bambini e ragazzini del villaggio, i quali le stavano accuratamente a distanza, escludendola da ogni contatto.

Con la violenta mancanza della figura materna a cui era legata, la dolce e solare bambina che era Diana in origine, crescendo, piano piano, mutò perdendo di calore giorno dopo giorno fino a gelarsi come la terra dove vivevano. Diventò sempre più schiva, solitaria, refrattaria verso gli altri abitanti iniziando a prediligere la compagnia unicamente di se stessa, sola com’era, esiliata all’interno del suo stesso villaggio. Di riflesso, prendendo coscienza della propria situazione, iniziò ad accusare sempre più il padre, incolpandolo della sua infelicità ed il padre come risposta non fece nulla, lacerando ancor più i rapporti con la figlia.

Iniziarono frequenti  i litigi a casa e dopo non molto tempo, i litigi si trasformarono in qualcosa di più, quando le mani del padre presero il posto delle parole per far zittire la figlia.

Passarono lunghi mesi, la situazione non migliorò e nuovamente, il villaggio fu attaccato dagli Yoma. All’inizio vi furono delle morti isolate ed alcuni abitanti vennero allontanati proprio dal padre di lei, ma la situazione mutò esponenzialmente e le vittime aumentarono drasticamente. Rabbia e paura erano i sentimenti che dominavano nel villaggio, rabbia verso quell’uomo che non era in grado di proteggerli e che testardo, si rifiutò sempre di chiedere l’aiuto delle “Streghe dagli occhi d’argento”. Il villaggio velocemente si spopolò, molti abitanti semplicemente se ne andarono, altri morirono. Non v’era giorno che Diana implorasse il padre per andarsene, scappare o di chiedere aiuto, ma un muro avrebbe dato miglior risposta e la testa della ragazzina, ormai alle porte dell’adolescenza, era piena di domande, di “perché?”.

Gli abitanti ben presto scarseggiarono, ma non le vittime. Un giorno, Diana vede ciò che diede risposta a tutti i suoi dubbi. Un urlo, nella casa vicina alla loro. Una corsa verso la finestra per osservare la via ed un corpo riverso sulla neve diventata rossa. Un mostro, uno Yoma, suo padre che banchettava con calde budella. Diana urlò, il mostro smise di cibarsi ed alzò la testa verso la finestra dov’era affacciata la ragazzina, i due si fissarono. Fu un attimo di stallo prima che i due si mossero: la ragazzina si allontanò dalla finestra per scappare, mentre il mostro saltò verso di lei, con il braccio teso in avanti spaccando la finestra. Agitò il braccio per cercare di afferrare la ragazzina ma trovò solo la schiena, lacerandole con gli artigli il vestito e la schiena in quattro ben distinti punti.

Freddo, lacrime, sangue e paura. Diana fuggì fuori dalla casa dalla porta, corse lungo la via innevata fra le case con le urla del mostro ancora dentro la propria testa. Scappò fuori dal villaggio, corse fino a quando il freddo, il dolore e la fatica la vinsero. Svenne, perdendo conoscenza per molti, troppi giorni.

Al suo risveglio non si trovava più nelle fredde terre del Nord, ma dentro una grottesca stanza con molti strani individui attorno a lei. Legata, in una fredda lastra di pietra capì che non era più una ragazzina libera. Il dolore alla schiena era passato, rimanevano solo quattro lunghe cicatrici che la avrebbero accompagnata per sempre; a quel dolore, tuttavia, si era sostituito un altro tipo di sofferenza: fisica, mentale, una stretta fino al profondo dell’anima. Non era più umana. Tutto era già finito, non c’erano più lacrime. C’era già metà di qualcos’altro in lei.. solo che ancora non lo sapeva. 




Abilità innata: Genio [Abilità Innata] Benché il suo odio per gli Yoma e la sua rabbia latente l'abbiano resa una Guerriera d'Attacco, la cosiddetta Claymore rivela il suo enorme talento latente nel fatto che il suo corpo presenta le caratteristiche anche di una Guerriera di Difesa. Ciò si traduce con un bonus di +2 al Yokiyori e l'accesso a tutte le caratteristiche proprie di una Guerriera di Difesa. Questa è un'Abilità Passiva, pertanto va segnalata permanentemente in Abilità Utilizzate a chiusura dei post con la dicitura "Genio (passiva)".
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[In Missione] Scheda di Diana (Golaroid) - Golaroid - 02-09-2015 10:28 PM

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