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[In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
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07-02-2016, 05:30 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 07-02-2016 05:35 PM da Nardo.)
Messaggio: #11
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RE: [In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
CAPITOLO X: THE FORGOTTEN II
Era la mattina di quella che si preannunciava come una calda giornata estiva quando Seayne, dopo un lungo ma piacevole e tranquillo viaggio arrivò alla destinazione che le era stata indicata nei suoi ordini: il minuscolo villaggio di Ben, situato in una tranquilla area dell'estremo sud-est di Toulouse, una zona isolata lontana dalle principali vie di comunicazione, nella quale sembravano vivere sì e no una trentina di persone tra uomini, donne, anziani, e bambini. Mentre la guerriera albina attendeva all'ombra di una grande quercia che sorgeva poco lontano dal villaggio, altre guerriere si radunarono poco a poco nello stesso luogo. Erano: Crystal, la numero 34; Juliet, numero 36; poi fu la volta di una vecchia conoscenza di Seayne, la numero 35, ovvero la sua amica Alicia. Poco dopo giunse anche la quinta, la numero 27, Syhlvia. Infine, un'ora dopo Syhlvia, fu la volta della sesta e ultima guerriera, la numero 47, Anna. Sulle prime Seayne non ebbe occhi che per Alicia, che salutò con gioia e con un abbraccio, lieta che l’amica si fosse ripresa dallo choc che l’aveva colpita alla fine dell’ultima missione assieme, che era costata la vita alla loro caposquadra, Saphelia. Alicia rispose con calore al saluto, rassicurandola e apparendo allegra come sempre. Dopodiché Seayne si informò con le altre compagne se qualcuna conoscesse i dettagli della missione ma, stranamente, tutte sembravano esserne all’oscuro e dal villaggio non si avvertivano emanazioni di Yoki. Seayne non se ne preoccupò più di tanto, supponendo che presto qualcuno le avrebbe raggiunte per fornir loro ulteriori ragguagli e si appartò con Alicia per chiacchierare un po’ con lei. Passarono così alcune ore, durante le quali le guerriere si trovarono a dover rassicurare gli abitanti del villaggio sul fatto che non correvano pericoli quando, verso mezzogiorno arrivò una grande, lugubre carrozza trainata da quattro cavalli: nera come la pece e dall'aspetto decrepito somigliava più ad un carro funebre che a qualsiasi altra cosa. Il veicolo si fermò davanti alle guerriere e il cocchiere – un accolito di Staph - un uomo pallido e ossuto che pareva un becchino, scese e prese in consegna le spade delle guerriere, depositandole in uno scompartimento per i bagagli, intimando poi a tutte loro di salire a bordo. Una volta accomodatesi, Seayne e le altre si trovarono di fronte l'inquietante figura del Maestro Duncan: Seayne rivolse un rispettoso cenno di saluto col capo all’uomo in nero, prima di spostarsi e liberare l’ingresso al carro a favore delle compagne. La guerriera albina cercò di sistemarsi abbastanza vicino al supervisore: la sua presenza non la turbava più di tanto: in fondo era uno dei capi e se si fosse rivolta a lui col dovuto rispetto, perché averne paura? Inoltre da quella posizione avrebbe potuto udire meglio le parole del supervisore a dispetto degli scricchiolii del mezzo e avrebbe permesso alle altre compagne, nel caso fossero state intimorite dalla presenza dell’uomo, di frapporre lei, una compagna, tra lui e loro. L’uomo in nero attese che il carro riprendesse la marcia, prima di iniziare a parlare, fornendo alle guerriere una stringata spiegazione del perché fossero state tutte convocate in quel posto sperduto, anziché al Quartier Generale… tutte loro erano state convocate per prendere parte a un’ indagine segreta riguardante certi avvenimenti dei quali l'Organizzazione non era ancora stata informata, perché vi erano alcune... circostanze che prima l’uomo in nero voleva verificare di persona e, viste le modalità di “convocazione” delle guerriere, la faccenda sembrava molto delicata. Il supervisore le informò che erano diretti a sud, verso un villaggio di nome Shaemoor. ove il maestro Duncan contava di trovare quel che cercava. Inoltre l’uomo prevedeva dei possibili scontri con qualche Yoma, ma anche con altre…guerriere? O addirittura con delle… risvegliate? Ma che voleva dire? Seayne non desiderava uccidere delle compagne, o ex compagne che fossero: ragazze che avevano sofferto come lei e forse anche più di lei. Tuttavia ciò era implicito nelle regole che le erano state imposte come guerriera e che lei aveva accettato il giorno in cui si era graduata. E poi, se le guerriere di cui parlava Duncan si fossero macchiate di qualche crimine? Mentre rifletteva su questo, le venne in mente uno degli aforismi che aveva studiato: -Colui che ha realizzato la sua identità spirituale non ha interessi personali nell'adempiere i doveri prescritti né ha motivo di non compiere tali doveri. Egli non dipende da alcuno per nessuna cosa. Si devono dunque compiere il proprio lavoro e le proprie azioni per dovere, senza attaccamento ai frutti dell'azione, perché agendo senza attaccamento si raggiunge il Supremo!- Che l’aiutò a mettere ordine ai suoi pensieri e sentimenti. A quel punto Seayne ripassò mentalmente le parole del maestro. C’era un termine: “Risvegliate”, che lei non aveva mai udito e desiderava saperne di più, sia di quello che di altre cose, perciò si mise a sedere composta e, guardando verso il volto del supervisore, tentando di penetrare quella cappa oscura che lo avvolgeva, badando a non ostentare uno sguardo di sfida, con voce rispettosa gli chiese innanzitutto se sarebbe stato direttamente lui il comandante “sul campo” oppure se avrebbero dovuto agire loro sei ad agire per dargli la possibilità di cercare le informazioni delle quali avete bisogno. La guerriera albina desiderava inoltre sapere se le guerriere alle quali aveva accennato fossero delle ribelli e, se sì, qual’ era stato il loro numero in graduatoria quando se ne erano andate. E infine: chi o cosa fossero le “Risvegliate”, creature di cui non aveva mai sentito parlare… Senza preoccuparsi di nascondere il suo fastidio, il maestro Duncan rimarcò il fatto che, essendo lui presente, era sottinteso che avrebbe avuto lui il comando; in seconda battuta chiarì che non si conosceva l’identità di queste guerriere e accertarsi della loro identità era uno degli scopi della missione e infine… svelò loro la vera natura delle “Risvegliate”: durante l’addestramento, alle guerriere veniva insegnato che se abusavano dei loro poteri, correvano il rischio di diventare degli Yoma, ma ciò era falso! Una guerriera che supera il suo limite non diventa un misero Yoma, ma bensì un mostro molto più potente e temibile di quanto il più feroce degli Yoma potrebbe mai essere! Per una guerriera “normale” non esisteva avversario peggiore che potesse incontrare. La verità contenuta in quelle parole ebbe su Seayne lo stesso effetto che ha su un umano una secchiata di acqua gelida… fu in quell’attimo che la guerriera albina realizzò cosa fosse quella voce che urlava nel suo intimo quando la rabbia la coglieva ed ecco perché era così difficile da reprimere! Non ero lei ma quella parte di lei che bramava di liberare tutta la sua potenza, anche a costo della mia anima umana! Tuttavia, riflettendoci un po’ su, quell’attimo di turbamento passò velocemente quando, forse grazie agli insegnamenti ereditati dal Maestro Tahzay, Seayne realizzò che in realtà però, non è che cambiasse molto! Yoma o Risvegliata, debole o potente, comunque non sarebbe più stata lei, ma un essere pericoloso che bisogna abbattere per il bene comune! Se le guerriere citate da Duncan si fossero rivelate delle risvegliate, allora per il loro stesso bene dovevano essere uccise! Realizzato ciò, Seayne si rasserenò e, pur non potendo assumere la posizione corretta per meditare, chiuse gli occhi assecondando le oscillazioni del carro, mentre cercava di eseguire i suoi esercizi respiratori: un atto che l’aiutava sempre a recuperare e mantenere la calma, ignorando il successivo scambio di battute tra il maestro e Juliet… evidentemente gli uomini in nero centellinavano le informazioni che fornivano alle guerriere in missione: solo quel che bastava per cercare di evitare che le stesse ci lasciassero la pelle… forse. A quel punto calò il silenzio, interrotto solo dallo stridio lamentoso della struttura della vecchia carrozza: Seayne ormai ci si era abituata e il rumore, nonché il tremolio del carro non le davano più fastidio. La guerriera albina chiuse gli occhi e, continuando a respirare in maniera cadenzata, si ritrasse in sé stessa… date le ultime rivelazioni, aveva molto su cui meditare. Dopo cinque giorni di viaggio, sembrava che la comitiva avesse finalmente raggiunto, poco prima di mezzogiorno, la sua vera destinazione: il villaggio di Shaemoor. Mentre scendevano in un boschetto poco distante dall’abitato, Seayne diede una prima occhiata alla cittadina, illuminata da un sole splendente: sembrava tutto normale ma mentre scioglieva i muscoli vide infatti Crystal, la prima guerriera che aveva incontrato a Ben, dirigersi velocemente dal Maestro Duncan e avvisarlo riguardo l’aver percepito un folto numero di yoki in movimento provenire dal centro di Shaemoor; la maggior parte apparteneva a Yoma, la minoranza invece aveva un'emanazione diversa, forse guerriere. Senza quasi pensarci, Seayne attivò la sua percezione dello yoki, orientandola verso dove riteneva vi fosse il centro del villaggio, constatando che Crystal non solo aveva ragione, ma anche che la compagna era in grado di discriminare i tipi di yoki che percepiva, mentre per lei erano tutti uguali. Seayne era un po’ invidiosa della notevole capacità della compagna e del potenziale che questa poteva sviluppare in futuro, ma la sua invidia non era fonte di disprezzo, bensì di sincera ammirazione. La Numero 19 si complimentò con la compagna, ma in quel frangente le priorità erano altre: era il momento giusto per cercare di capire chi avesse comandato il gruppo sul campo, perciò Seayne con una mano si buttò i capelli all’indietro e si avvicinò al Maestro Duncan e, rivolgendosi a lui con tono rispettoso ma fermo, gli suggerirei di muoversi verso la direzione indicata da Crystal, con quest’ultima, lei e Juliet davanti e Shylvia, Alicia e Anna di retroguardia e l’uomo in nero in mezzo a loro. In ogni caso Seayne avrebbe preferito che Anna rimanesse vicino al superiore per protezione, non sapendo ancora di preciso a cosa andavano incontro. Seayne sperava in tal modo di riuscire anche a proteggere la Numero 47, la più debole del gruppo, evitandole di esporsi direttamente al pericolo. Seayne concluse mettendo in guardia le sue compagne sul fatto che gli Yoma potessero usare gli umani come scudi, le esortò a coprirsi gli occhi o a non guardarla qualora l’avessero sentita gridare “ORA”, ovvero nel momento in cui la guerriera albina avesse deciso di utilizzare la sua abilità: “Polaris”, chiedendo loro infine in quale delle loro doti si sentissero più forti. Il maestro Duncan sembrava soddisfatto di essere arrivato in quel momento, un po’ meno delle esternazioni di Seayne, affermando poi che per quando sarebbero giunti, gli yoma non sarebbero più stati un problema, ammonendole di tenersi pronte a tutto ma di non agire senza un suo ordine diretto, incamminandosi poi subito dopo a passo spedito verso il centro del villaggio. Le guerriere lo seguirono, disponendosi in formazione come suggerito da Seayne; il gruppo così schierato fece il suo ingresso a Shaemoor e si diresse verso la piazza principale, al centro del villaggio. All'inizio incontrarono poca gente, ma man mano che si avvicinavano a destinazione il numero di abitanti che incrociavano sulla loro strada aumentava sempre di più. I più le osservarono con un misto di sorpresa e curiosità. Quando poi raggiunsero i bordi della piazza, trovarono una vera e propria folla, radunatasi lì per assistere a qualcosa che il gruppo ancora non vedeva; la gente comunque impiegò poco ad accorgersi del gruppo ma, a parte poche persone, la folla sembrò di buon umore, felice persino. Dopo qualche secondo di imbarazzo alcuni civili si avvicinarono addirittura per ringraziare le guerriere e per stringere loro la mano: un comportamento inusuale e bizzarro che lasciò perplesse le ragazze, le quali non ne comprendevano il motivo, non avendo Seayne e le altre fatto ancora nulla. Quando il gruppo sbucò nella piazza trovò che a terra, in mezzo ad un lago di sangue violaceo, c’erano i resti fatti a pezzi di almeno quindici Yoma; in piedi, accanto ad essi, vi erano cinque guerriere che indossano l'armatura dell'Organizzazione. Se ne stavano lì, immobili, armi in pugno e sguardo assente, apparentemente ignare dell'arrivo della squadra agli ordini di Duncan. La prima era alta e slanciata, con i capelli bianchi portati a caschetto; la seconda era di altezza nella media, robusta, e portava anch'essa i capelli a caschetto, anche se i suoi erano biondo spento; la terza era più bassa, magra, e portava i suoi capelli biondo vivo raccolti in una coda di cavallo; la quarta era alta come la seconda, ma decisamente più in carne, quasi grassa, e aveva la testa rasata; la quinta, infine, era alta come la terza e portava pure lei i capelli color paglia raccolti in una coda di cavallo, solo che la sua era collocata bizzarramente sul lato destro della testa. Anche dopo l’arrivo del gruppo di Duncan, nessuna di esse accennò ad alcuna reazione. Seayne non sapeva cosa pensare del loro atteggiamento, ipotizzando addirittura potesse essere una conseguenza del risveglio ma, ricordando le scarne informazioni che il superiore aveva fornito a lei e alle compagne, decise di accantonare per il momento le sue teorie e preoccupazioni cercando di concentrarsi sul presente. Quindi, per avere un’idea della potenza di quelle misteriose guerriere puntò su di esse la sua percezione e chiese a Crystal se fosse stata in grado di determinare quali di quelle ragazze avesse avuto lo yoki più forte. Seayne si fidava della sua percezione ma, avendo dimostrato Crystal un’abilità più affinata della sua, forse era in grado di cogliere delle sfumature che a lei potevano sfuggire. In pochi istanti tutto fu chiaro: le due guerriere con i capelli a caschetto e quella con la coda di cavallo sulla destra avevano lo yoki più potente tra le cinque, anche se "potente", nel loro caso specifico, equivaleva ad un livello analogo a quello che potrebbero avere delle guerriere che in graduatoria occupano una posizione dal numero 40 in giù; lo yoki delle altre due invece era così debole che poteva essere paragonato sì e no a quello delle semplici novizie. La situazione di stallo venne spezzata dall’improvviso suono di un corno che attraversò l'aria con una singola nota, alla quale le misteriose guerriere reagirono all’unisono, girandosi di scatto dando le spalle al gruppo di Duncan e si mettendosi a correre nella direzione opposta, tentando evidentemente di scappare. L’uomo in nero reagì ordinando alle “sue” guerriere di catturare le fuggiasche. L’ordine risultò gradito a Seayne la quale, non riuscendo a venire a capo della situazione, preferiva di gran lunga catturare una guerriera – o presunta tale – piuttosto che ucciderla e, dando una voce alle compagne, si gettò all’inseguimento della guerriera con la coda sulla destra, pensando di far valere la sua velocità superiore per prenderla. All'ordine dell'uomo in nero, anche le altre guerriere della sua scorta si lanciano all'inseguimento delle fuggiasche; tutte meno una, Anna, che decide di restare al fianco del Maestro, forse perché memore delle parole pronunciate da Seayne al momento del loro arrivo, o forse perché, dato che le avversarie sono in cinque e le sue compagne (che tra l'altro sono tutte di rango ben più alto di lei) pure, non ritiene che ci sia bisogno di un suo intervento. Seayne corse dietro alla guerriera con la bizzarra coda di cavallo portata di lato: la sua idea è semplicemente quella di far cadere l'avversaria colpendola alle gambe, senza però tentare di amputarle alcunché. Tuttavia il distacco tra lei e la sua preda si mantenne, con stupore della Numero 19, pressoché costante, segno che loro due si muovono praticamente alla stessa velocità. Neanche il tempo di rendersene contro che il suono del corno si fa sentire un'altra volta, con una nota però diversa rispetto a prima. Reagendo al suono del corno, e ancora una volta muovendosi in perfetta sincronia, le guerriere misteriose smettono immediatamente di scappare e si lanciano invece all'attacco del gruppo! Nella concitazione, le avversarie di Shylvia e di Alicia rimangono uccise, mentre la nemica di Seayne si volta di scatto, e si scaglia contro di lei vibrando un affondo di spada diretto al petto della guerriera albina. Forse grazie all’addestramento spirituale al quale si era sottoposta negli ultimi tempi, Seayne riuscì a mantenersi calma e lucida di fronte all’improvviso voltafaccia dell’avversaria e rapidamente pensò alla sua contromossa, aumentando nel contempo il suo yoki al 30% per di guadagnare un po’ più di velocità rispetto alla nemica. Quell’atto le consentì di evitare elegantemente l'affondo dell'avversaria grazie ad uno spettacolare salto acrobatico con annessa piroetta a mezz'aria che le consentì di portarsi alle spalle della guerriera misteriosa: da quella posizione favorevole, la guerriera albina sferrò un fendente a due mani con il quale mozzò di netto la gamba sinistra dell'avversaria; quest'ultima, sbilanciata, stava per cadere in avanti, ma all'ultimo momento riuscì a mantenersi in posizione eretta puntellandosi con la spada. A quel punto la guerriera misteriosa, senza mostrare alcun cenno di dolore sul suo volto inespressivo, si voltò verso una evidentemente turbata Seayne e, dandosi la spinta con la gamba rimasta, tentò di saltare addosso alla guerriera albina, con la spada protesa in avanti per menare un nuovo affondo. Seayne però, aspettandosi una reazione da parte dell'avversaria, si mise fuori portata con un agile balzo all'indietro, sicché la guerriera misteriosa trovò solo aria di fronte a sé e finì per cadere lunga distesa per terra a pancia in giù. Eppure, nonostante tutto, non si diede per vinta e subito tentò, seppur a fatica, di rialzarsi aiutandosi con la sua arma. Ancora disorientata dalla capacità avversaria di ignorare il dolore, Seayne si portò con un balzo vicino alla guerriera misteriosa e, con un colpo di spada ben assestato, colpì l'arma dell'avversaria strappandogliela via dalle mani e scagliandola a qualche metro di distanza, in un'area vuota della piazza dove atterra senza conseguenze. La guerriera misteriosa, privata del suo sostegno mentre cercava di rialzarsi, finisce di nuovo con la pancia a terra. Eppure, ella ancora non si arrende e di nuovo tenta in qualche modo di rialzarsi, seppur con estrema difficoltà anche se, oramai, era sconfitta. In quel preciso istante però, un evento inaspettato cambiò completamente il corso della battaglia. Ad un tratto infatti, tutte le guerriere presenti percepirono distintamente delle emanazioni di yoki provenienti dai cadaveri delle due guerriere misteriose uccise da Syhlvia ed Alicia. Il che non aveva alcun senso, dato che quelle due erano palesemente morte: una era stata trafitta al cuore, l'altra aveva avuto la gola tagliata ed era stramazzata a terra senza nemmeno tentare di rigenerarsi. Eppure, per quanto la cosa possa sembrare assurda, e lo è, quegli yoki che fino ad un attimo prima erano totalmente scomparsi, erano ricomparsi di nuovo. Anzi, non solo erano riapparsi, ma stavano anche aumentando in maniera vertiginosa. Esclamazioni di stupore proruppero all’unisono da Alicia e Syhlvia, un attimo prima che delle vere e proprie esplosioni di yoki inducessero in pochi secondi dei mutamenti drastici nei corpi delle due guerriere cadute: la grassona pelata di fianco a Syhlvia si trasformò in un mostro completamente nero e alto circa due metri, provvisto di un paio di grosse corna appuntite lunghe almeno 50 centimetri sulla testa, di una coda di un metro e mezzo, e di gambe e braccia così muscolose da far sembrare per contrasto meno grasso il torso che comunque rimaneva bello robusto; la guerriera con la coda di cavallo trafitta da Alicia invece mantenne un aspetto umanoide, se non fosse che era diventata una gigantessa alta 6 metri e completamente marrone, con zanne acuminate al posto dei denti, e artigli stile yoma su mani e piedi. Entrambe le Risvegliate – tutte le guerriere presenti lo avevano ormai capito - attaccarono immediatamente le guerriere a loro più vicine: La gigantessa si china in avanti e cercò di afferrare Alicia con la mano destra, ma la numero 35 la evitò allontanandosi con un balzo all'indietro; il mostro nero invece partì alla carica contro Syhlvia con l'apparente intenzione di infilzare la guerriera con le sue corna. La numero 27 tuttavia balzò agilmente fuori traiettoria, sicché il mostro, che parve non essersene accorto, proseguì nella sua corsa e puntò ora in direzione di Seayne e della guerriera misteriosa a pochi passi da lei. Seayne avvertì chiaramente la sua rabbia innata ribollirle dentro: rabbia per essere stata messa in quella situazione, per quello che aveva visto, per quello che stava succedendo a lei, alle sue compagne e alle loro nemiche! Sarebbe stato facile abbandonarsi a quella furia combattere come una belva impazzita uccidere o essere uccisa, ma la guerriera albina si rifiutò di lascarsi andare, guidata dal suo addestramento spirituale e dal senso di responsabilità nei confronti delle compagne. Così Seayne scacciò dalla sua mente dubbi e tentazioni, regolò la sua respirazione e, così facendo, ricacciò la rabbia nei più profondi recessi della sua anima, recuperando la lucidità necessaria in quel frangente… la risvegliata, il cui livello di yoki sembrava ora paragonabile a quello di Shylvia, si stava precipitando su di lei e in pochi istanti le sarebbe stata addosso. Seayne aumentò il suo yoki al 50% per raddoppiare la massa muscolare e si preparò ad affrontare la carica dell’avversaria. La risvegliata taurina, lanciata nella sua carica a testa bassa, prima travolse e calpestò senza pietà la sua ex-compagna che tentava di rialzarsi e quindi puntò verso la guerriera dell'Organizzazione. Seayne però balzò agilmente fuori traiettoria portandosi alla destra della risvegliata, e da quella posizione sferrò un fendente a due mani contro la gamba destra del mostro nel tentativo di mozzargliela. L'attacco della Numero 19 andò a segno e colpì l'avversaria all'altezza della coscia, rivelandosi tuttavia inefficace: la trasformazione aveva indurito la pelle della risvegliata fino a renderla resistente quanto una corazza, e il fendente che Seayne sferrò con tutta la sua forza rimbalzò contro il bersaglio senza infliggere niente di più che una ammaccatura. La Risvegliata, praticamente illesa, superò Seayne e proseguì nella sua carica raggiungendo i bordi della piazza, fermandosi solo dopo aver abbattuto il muro perimetrale di un edificio che le sbarrava la strada. A quel punto, dopo qualche secondo impiegato per riemergere dai detriti, la risvegliata si guarda intorno alla ricerca del bersaglio più vicino, individuando Crystal e la guerriera misteriosa ad una ventina di metri da lei, ripartendo quindi con una nuova carica a testa bassa stavolta in direzione della Numero 34. Come se ciò non fosse abbastanza, una nuova minaccia si materializzò sul campo di battaglia, annunciata da un'esplosione di yoki proveniente dal cadavere della guerriera travolta dalla carica della risvegliata con le corna. La nuova risvegliata – perché di questo si tratta - ha l'aspetto bizzarro di grosso occhio da Yoma circondato da otto tentacoli posto all'estremità di quello che sembra il corpo di un serpente che si tiene eretto sulla coda. Non è chiaro dove si trovi la bocca, ammesso e che ve ne sia una. La nuova nemica, che si trova a pochi metri da Seayne, ha uno yoki che rivaleggia con quello della Numero 19. Quest’ultima però, mentre attendeva l’inevitabile risveglio della sua avversaria, ebbe il tempo di dare un’occhiata al campo di battaglia e di notare che Juliet aveva decapitato la sua avversaria e che questa non si risvegliava, rimanendo semplicemente… morta! La caposquadra diede quindi ordine alla Numero 36 di aiutare Crystal, ancora alle prese con una guerriera non risvegliata e di decapitarla. Dopodiché si preparò ad affrontare la risvegliata più forte del gruppo e a utilizzare per la prima volta in battaglia la sua abilità speciale: Polaris. Il piano della Numero 19 era semplice: prima correre verso l'avversaria fino ad averla a portata di lama, poi spiccare un balzo verso l'alto gridando a pieni polmoni la parola in codice che avrebbe avvisato le compagne della necessità chiudere gli occhi (o quantomeno di guardare da un'altra parte), quindi abbagliare la risvegliata con Polaris, ed infine vibrare un fendente verticale a due mani dritto nel bulbo oculare della risvegliata accecata in modo tale da ucciderla o almeno ferirla gravemente. Facile. Veloce. Efficace. In teoria. Se non fosse per un piccolo particolare: Seayne non aveva considerato la possibilità che la nemica potesse essere più veloce di lei, e dunque perfettamente in grado di reagire alla sua offensiva. Una svista che alla Numero 19 costò cara. Appena Seayne spiccò il suo balzo per piombare addosso alla risvegliata infatti, la nemica la trafigge alla spalla sinistra e alla coscia destra con due dei suoi tentacoli mentre si trova a mezz'aria, e quindi impossibilitata a schivare; la guerriera albina riuscì comunque ad utilizzare Polaris e ad accecare la risvegliata, salvandosi così da altri quattro tentacoli che in caso contrario l'avrebbero sicuramente colpita in pieno, ma ora si ritrovava appesa a tre metri da terra e sballottata di qua e di là dalla nemica che si agitava in preda al panico per l'improvvisa cecità. I tentacoli del mostro, pur essendo veloci e forti non erano altrettanto robusti, motivo per cui Seayne riuscì a liberarsi dall'infelice situazione nella quale si era venuta a trovare mozzando prima il tentacolo che le aveva trafitto la spalla sinistra e poi quello che le aveva perforato la coscia destra con due fendenti di spada in rapida successione. A quel punto la guerriera albina si trovò a precipitare al suolo da un'altezza di tre metri, riuscendo però ad ammortizzare la caduta evitandosi di subire ulteriori danni. La guerriera albina si ritrovò quindi a fronteggiare l’avversaria la quale, nel frattempo, aveva smesso di agitarsi perché, terminato l'effetto abbagliante di Polaris, aveva recuperato la vista: inaspettatamente però la risvegliata non provò minimamente ad attaccare Seayne, ma anzi, schizzò via velocissima saltellando a zig-zag sulla sua coda come se fosse una molla, allontanandosi dalla Numero 19. Indolenzita e sorpresa, Seayne ne approfittò per fare nuovamente il punto della battaglia: sembrava che Crystal e Juliet fossero riuscite a decapitare l’ultima guerriera non ancora risvegliata; il problema per quelle due era che Cornuta stava per tornare alla carica! Ma prima che Seayne potesse dir loro qualcosa, un urlo lanciato da una voce a lei ben nota squarciò l’aria: la risvegliata gigante aveva acchiappato al volo Alicia e, stringendola nel pugno, le aveva probabilmente stritolato le gambe. Un urlo d’angoscia proruppe dalla gola di Seayne mentre questa, istintivamente, cercò di correre verso l’unica guerriera che, finora, le aveva dimostrato sincera amicizia, ma la ferita alla gamba destra non glielo permise, costringendola al passo e a imprecare! Fortunatamente, prima che Titania si mangiasse la compagna, Syhlvia intervenne riuscendo finalmente ad assestare un fendente alla gigantessa che riuscì a ferirla alla caviglia sinistra, il che fece infuriare l’enorme risvegliata la quale a quel punto tentò ripetutamente di schiacciare la guerriera che l’aveva ferita sotto i propri piedi: la sua mole però era tale che, almeno per il momento, Syhlvia riusciva a schivare agilmente tutti i suoi pestoni. Le manovre evasive della Numero 27 però ebbero l’effetto collaterale di farla avvicinare pericolosamente alla risvegliata occhiuta, senza che, apparentemente, la compagna se ne fosse accorta. Seayne urlò alla compagna di fare attenzione. La guerriera albina si rendeva perfettamente conto che, nelle sue condizioni, poteva essere di poco o nessun aiuto tanto ad Alicia quanto alle altre sue compagne: fosse stata la più debole avrebbe forse potuto ignorare la cosa ma, anche se Duncan aveva messo bene in chiaro chi comandava, Seayne non ricordava di averlo sentito profferire il benché minimo ordine: probabilmente stava osservando quanto stava accadendo, assimilando più informazioni possibili… No, toccava a lei, era la Numero 19, la più alta in grado e, teoricamente, la più forte del gruppo, colei sulla quale le compagne contavano: non poteva ignorarle. Fu a quel punto che Seayne realizzò che la risvegliata monocolo si era allontanata precipitosamente da lei dopo il lampo e la gigantessa stava cercando in maniera forsennata di calpestare Syhlvia! In pratica, avevano reagito a una loro mossa che sembrava avergli causato dolore: non si erano limitate ad attaccare senza senso a testa bassa come facevano prima! Forse, che assieme ai loro corpi, si era risvegliata in loro una scintilla di autocoscienza? Potevano sfruttare la cosa a nostro vantaggio? Fu così che subito dopo aver avvisato Syhlvia della presenza della risvegliata occhiuta, Seayne le ordinò di cercare di far calpestare la risvegliata occhiuta dalla gigantessa e a Crystal e Juliet di cercare di portare la risvegliata taurina a caricare verso la risvegliata gigante, in modo che potesse andare a sbatterci contro. La speranza di Seayne era che se le risvegliate taurina e gigante avessero effettivamente anch’esse acquisito una briciola di autocoscienza, se ferite o spaventate, vista la robustezza dei loro corpi, a differenza dell’occhiuta si avventassero contro chi aveva causato loro del dolore, cioè tra di loro, anziché accanirsi contro di lei e le sue compagne. A quel punto, Seayne si genufletté, poggiando il ginocchio destro a terra, lasciando momentaneamente a terra la sua claymore e, con la mano destra libera, estrasse il moncherino del tentacolo dalla sua gamba. Avrebbe poi subito recuperato l’arma e convogliato il suo yoki nella guarigione della ferita alla coscia destra, per cercare almeno di ridurne la gravità nel minor tempo possibile e recuperare quindi la mobilità dell’arto. Grazie alla grande quantità di yoki utilizzata il processo di guarigione fu abbastanza rapido, ed in poco tempo la maggior parte del danno inflitto dal tentacolo viene riparata: per la completa guarigione sarebbe stato necessario ancora un po' di tempo, ma comunque ora Seayne era in grado di muoversi senza grossi problemi. Ma Syhlvia non riuscì a portare la ciclopica avversaria a tiro della risvegliata gigante perché la prima si dimostrò ancora una volta molto agile, evitando tutti gli attacchi. Fu così che una nuovamente mobile Seayne, preoccupata dal fatto che Alicia non dava segni di vita e cercando di approfittare del fatto che la monocola al momento sembrava concentrata nel tentativo di seguire Syhlvia e contemporaneamente schivare le pestate della gigantessa, avrebbe cercato di caricare direttamente la risvegliata occhiuta, con l’obiettivo di colpirla al corpo serpentiforme con un fendente da sinistra a destra, per cercare di mozzarlo in due o, quantomeno, di ferirla quel che bastava per rallentarla e/o impedirle di saltellare di qua e di là. L’attacco della guerriera albina salvò Syhlvia da una sicura sconfitta: ferita gravemente all'addome da un tentacolo della monocola che non è riuscita ad evitare , la numero 27 era molto probabilmente destinata a soccombere se il provvidenziale arrivo della compagna non avesse messo in fuga la risvegliata, consentendole di scamparla… la risvegliata infatti, come si accorse del sopraggiungere di Seayne interruppe ogni azione offensiva per disimpegnarsi e saltellare via, salvandosi per un pelo dall'attacco di Seayne e allontanandosi dalla guerriera albina che sembrava farle davvero paura. Da quando era stata abbagliata dalla luce di Polaris, la risvegliata stava facendo del suo meglio per evitare di ingaggiare la Numero 19 in combattimento. Nel frattempo sembrava che Juliet e Crystal stessero riuscendo a prevalere sulla risvegliata taurina e, vista la situazione, Seayne voleva tentare una nuova strategia, ma fu a quel punto che il maestro Duncan intervenne, ordinando a tutte loro di abbattere la risvegliata occhiuta, la più pericolosa in quanto estremamente veloce, rinviando in un secondo momento l’eliminazione delle altre due. La guerriera albina fu costretta a riformulare la sua strategia, da momento che Seayne non aveva nessuna intenzione di disubbidire al superiore. Fu così che entrò in azione per prima, accecando nuovamente la risvegliata con il bagliore intenso sprigionato dalla sua abilità speciale, Polaris. Proprio come accadde la volta precedente, la risvegliata si fece prendere dal panico per l'improvvisa cecità, e iniziò a dimenarsi furiosamente e a sferzare un'area ampia e profonda di fronte a sé con colpi casuali dei suoi otto tentacoli, probabilmente in un tentativo istintivo di tenere alla larga la pericolosa avversaria. Cosa che peraltro le riuscì, in quanto Seayne si rese conto che provare ad avanzare attraverso quel nugolo di colpi velocissimi e impossibili da prevedere per tentare di colpire l'occhio al di là di essi sarebbe stato praticamente un suicidio, sicché la guerriera albina dovette rinunciare ad attaccare. A Crystal e Juliet andò meglio: le due guerriere, arrivate in leggero ritardo perché all’inizio erano lontane da bersaglio e più lente della caposquadra, ebbero però il tempo di osservare la reazione della monocola e di aggirarla per attaccarla alle spalle, nell'area non coperta dallo sbarramento dei tentacoli. Riuscirono quindi a colpire entrambe il corpo serpentesco della risvegliata, e a tagliarlo in due con relativa facilità coi loro fendenti. Tuttavia, con stupore delle guerriere, la risvegliata interruppe il suo sbarramento di attacchi e il grande occhio ed i tentacoli che lo circondavano si separarono dal resto del corpo, così come una lucertola che si disfa della coda per sfuggire ad un predatore. La nemica era però oramai ridotta soltanto al suo occhio e agli otto tentacoli, due dei quali utilizzati come sostegni per muoversi e sei per difendersi da eventuali attacchi… Senza contare che, in tutta quella confusione, c’erano anche i pestoni della gigantessa da schivare, ma almeno la colossale risvegliata in quel modo stava dando tregua a Syhlvia la quale, forse, avrebbe in tal modo avuto la tranquillità necessaria per rigenerare la ferita. La risvegliata cornuta invece era rimasta ferma, distante dall’azione: forse stava cercando di rigenerare i danni subiti -Cosa posso fare? Cosa posso fare? -Si chiedeva Seayne mentre un senso di frustrazione iniziava a impadronirsi di lei, il che minacciava di riportare a galla la sua innata rabbia... La guerriera albina iniziava a subire lo stress di quella situazione: gli infruttuosi attacchi alla monocola, le compagne ferite e, non da ultima, la consapevolezza di avere puntato su di se lo sguardo del maestro Duncan, stavano mettendo una enorme pressione sulla ragazza alla quale però, in quel momento, forse proprio grazie alla presenza dell'uomo in nero, ritornò alla mente il suo duello in arena con Angela, la claymore della compagna puntata su di lei e la sua domanda beffarda: Ti arrendi? E, nella mente di Seayne, risuonò come un rombo l’urlo della sua risposta: MAI! E non si sarebbe arresa ora! Quel pensiero ricacciò indietro gli istinti primordiali che stavano per sopraffarla e, ricordando gli esercizi spirituali ai quali si era sottoposta, si impose di calmarsi per meglio valutare la situazione. Fu così che si accorse che l’avversaria non aveva ancora smaltito del tutto gli effetti della sua abilità: bisognava approfittarne per darle il colpo di grazia, finché erano in tempo.... Finalmente le tre guerriere ebbero la meglio: mentre Seayne approfittava del fatto che la nemica era confusa e indebolita per mozzare un paio dei suoi tentacoli e attirare i rimanenti su di sé e riuscendo a schivarli, le altre due riescono finalmente a farsi strada verso il grande occhio e a colpirlo mortalmente con le loro lame, facendolo a pezzi. A suggellare definitivamente la vittoria ci pensò subito dopo la gigantessa la quale, nell'ennesimo tentativo fallimentare di colpire le guerriere, schiacciò i resti martoriati della sua ex compagna con uno dei suoi pestoni riducendoli ad una poltiglia informe. Una in meno: ne rimanevano due! Il bersaglio successivo delle guerriere fu la gigantessa. Nel tentativo di far crollare a terra il mastodontico corpo della risvegliata, le tre guerriere concentrano i loro attacchi nell'area intorno alle sue caviglie: Crystal e Juliet attaccarono la gamba sinistra, che era stata precedentemente ferita da Syhlvia, mentre Seayne attaccò la destra. I colpi delle guerriere andarono a segno colpendo i loro bersagli quasi in simultanea, tuttavia solo il fendente di Seayne si rivelò abbastanza forte da infliggere dei danni al mostro. Proprio come la numero 19 aveva sperato, il suo attacco recise il tendine d’Achille della risvegliata proprio mentre quest'ultima si preparava a sollevare la gamba sinistra per colpire con l'ennesimo pestone, e il danno inflittole fu tale da costringerla in ginocchio. La risvegliata ruggì per il dolore e la rabbia, e tentò di colpire le guerriere con delle spazzate fatte con le braccia nonostante la sua posizione sfavorevole: Seayne e Crystal schivarono i suoi goffi contrattacchi senza problemi; Juliet rischiò un po’ di più ma anche lei alla fine se la cavò con solo uno spavento e niente di più. A quel punto, su ordine di Seayne, Crystal e Juliet fecero del loro meglio per attirare l'attenzione della gigantessa mentre la guerriera albina, sfruttando la sua agilità superiore, ne approfittò per portarsi velocemente alle spalle della risvegliata e arrampicarsi sulla sua schiena per raggiungere la testa, impresa resa possibile dal fatto che la nemica, in quel momento, si trovava con il busto leggermente inclinato in avanti. Naturalmente il mostro si accorse della presenza di Seayne appena la sentì camminare sulla sua schiena e subito mosse il braccio destro per cercare di agguantarla, ma la Numero 19 era molto più svelta di lei: dopo aver raggiunto il collo, la guerriera albina infilzò la risvegliata alla nuca e spinse la sua lama all'interno dell’enorme cranio per tutta la sua lunghezza. Seayne inflisse così un colpo mortale alla risvegliata, la quale prima ebbe un sussulto violento che ne scosse il corpo per qualche istante e poi cadde in avanti come un albero abbattuto in un bosco, finendo lunga distesa a faccia in giù e facendo tremare la terra nel tonfo e strappando a Seayne una truce dedica all’amica Alicia, gravemente ferita dal mostro! Neanche il tempo di esultare per aver abbattuto la seconda risvegliata che un ruggito proveniente dall'altra parte della piazza annuncia alle guerriere che l’ultima risvegliata rimasta aveva finito di rigenerarsi ed era di nuovo pronta a combattere, cosa che dimostrò immediatamente lanciandosi in una delle sue ormai consuete cariche a testa bassa, puntando verso le guerriere ed in particolare verso Juliet. Crystal, in preda a un’agitazione improvvisa, chiese a gran voce alla caposquadra di aiutare Juliet. Seayne rimase momentaneamente interdetta dal fatto che Crystal si fosse messa a dare ordini: aveva infatti pensato di lasciare alle due compagne l’onore e l’onere di abbattere l’ultima risvegliata, visti i buoni risultati del primo scontro, mentre lei si occupava di soccorrere Alicia ma, forse, visto il protrarsi della battaglia, le due cominciavano a sentire la stanchezza. Così Seayne decise di correre in loro aiuto, cercando di non intralciarle ma pronta ad aggredire l’ultima risvegliata dopo che le compagne avessero fatto la loro mossa. Considerato l'ampio preavviso dato dalla distanza che l'avversaria doveva percorrere prima di poter arrivare loro addosso, le tre guerriere non ebbero difficoltà a schivare la sua carica, balzando agilmente fuori dalla sua traiettoria. La corpulenta risvegliata, che voleva centrare Juliet, finì così per colpire soltanto l'enorme cadavere della gigantessa, contro il quale va a sbattere: cosa che oltre ad arrestare bruscamente la sua corsa la lasciò anche leggermente stordita per qualche secondo. Approfittando di quel momento favorevole, prima Crystal e poi Seayne attaccarono Cornuta alle spalle. La prima colpì la risvegliata alla schiena, la seconda, più agile, la centrò alla nuca sperando in una replica del colpo mortale con cui aveva steso la gigantessa. Purtroppo, entrambi gli attacchi si rivelano inefficaci in quanto la robusta corazza della risvegliata taurina, non venne neppure scalfita dalle lame delle guerriere. A peggiorare la situazione si aggiunsero le parole concitate di Crystal che chiedeva a gran voce a Syhlvia e Alicia di rigenerate le loro ferite perché aveva percepito lo yoki di un’altra guerriera molto forte che si avvicinava. A parer suo, l’aura che avvertiva era paragonabile a quella di Minerva del Giudizio, la Numero 10 ma il peggio era che, Anna le stava inconsapevolmente andando incontro! Neanche il tempo di realizzare questo fatto e accadde che la risvegliata cornuta si riprese, e si voltò per fronteggiare le guerriere, scagliandosi contro Crystal con un ruggito e cercando di colpirla con un poderoso pugno destro. Nel frattempo, quasi in risposta alle suppliche di Crystal, Syhlvia si era rimessa in piedi e arrancava verso le compagne; Alicia invece non dava ancora segni di vita. Ancora una volta l'ottima percezione di Crystal le consentì di anticipare l'attacco dell’avversaria e quindi di evitarlo. La numero 34 si abbassò fino a toccare terra con le ginocchia, e così il potente pugno della risvegliata colpì soltanto l'aria sopra la sua testa. Da quella posizione Crystal contrattaccò immediatamente, mirando al gomito del mostro. L'attacco andò a segno e la spada della guerriera, entrando attraverso l'articolazione del gomito, trafisse da parte a parte lo spesso braccio della nemica, restando tuttavia successivamente incastrata al suo interno. Situazione quasi analoga si presentò pochi istanti più tardi per Seayne: la Numero 19, approfittando del fatto che l’avversaria era impegnata con Crystal, riuscì a mettere a segno un affondo sotto l'ascella della risvegliata e a spingere la sua spada in profondità all'interno del corpo del mostro. Così in profondità, che la punta della lama della guerriera albina fuoriuscì dallo zigomo sinistro dell’avversaria, appena sotto l'occhio. Purtroppo però l'attacco di Seayne mancò il cervello del mostro per pochi centimetri, infliggendo una ferita sì grave, ma non mortale. Subito dopo fu Juliet a mettere a segno il suo attacco: con un fendente orizzontale mirato dietro al ginocchio sinistro della risvegliata, la numero 37 riuscì a danneggiarle la gamba abbastanza da azzopparla nuovamente e da farla cadere in ginocchio. Ma anche se messa alle strette, la risvegliata cornuta trovò ancora la forza per dimenarsi, riuscendo in tal modo, grazie alla sua immensa forza fisica, a strappare letteralmente le claymore via dalle mani di Seayne e Crystal, le quali vennero anche sbalzate a terra per il contraccolpo, senza però subire danni di rilievo. A questo punto si fece avanti Syhlvia, la quale ebbe gioco facile nello squarciare la gola dell’avversaria con la sua spada, in modo del tutto identico a come aveva già fatto per abbatterla quando era ancora una guerriera. La risvegliata accusò il colpo e ora sembrava fosse notevolmente indebolita. Seayne non amava essere una caposquadra, non voleva essere costretta a prendere decisioni che, se sbagliate, avessero potuto costare la vita alle sue compagne… tuttavia, vedere con quanto spirito di sacrificio le altre guerriere le avevano ubbidito finora e con quanta grinta continuavano i loro attacchi nonostante fossero tutte probabilmente esauste e, grazie agli avvertimenti di Crystal, quasi sicuramente tese e impaurite a causa di quella minaccia che si avvicinava e che, come aveva avvisato Crystal, aveva appena spazzato via l’incolpevole Anna, erano tutte cose che la commuovevano… Non poteva mollare adesso. Caparbiamente la guerriera albina si rialzò da terra, sforzandosi di ignorare il dolore alla spalla sinistra incrementato dall’urto dopo che la risvegliata, ferita oramai abbastanza seriamente e, apparentemente, immobilizzata ma non ancora sconfitta, s’era scrollata di dosso lei e Crystal. Seayne aveva perso la presa sulla sua claymore e ora, con lo sguardo, cercò freneticamente di ritrovarla e, dopo pochi istanti la vide: era ancora là, piantata nel corpo della nemica. Seayne non se ne rammaricò: anche se aveva fallito di poco il colpo mortale, la posizione della sua arma, nello specifico l’angolo col quale era entrata - e uscita - dal corpo del mostro stava fornendo alla guerriera albina un’indicazione preziosa per preparare il suo prossimo colpo: incitando le compagne, Seayne si precipitò a riprendere la presa sulla sua claymore A differenza di Seayne Crystal cercò di recuperare la spada di Alicia abbandonata per terra ad una ventina di metri di distanza, là dove la sua proprietaria l'aveva lasciata cadere quando aveva perso i sensi, e corse subito a recuperarla. Quando tornò indietro, le sue tre compagne stavano già sferrando l'attacco finale contro la risvegliata cornuta prendendone di mira la testa praticamente da ogni lato: Seayne colpì dal fianco sfruttando la sua spada già in posizione dentro il corpo del mostro, supportata in questo da Syhlvia che si assicurò di tenere il braccio destro della nemica lontano dalla Caposquadra. Juliet si arrampicò sulla schiena del mostro e colpì dall'alto, attraverso l'occhio. Crystal arrivò giusto in tempo per mettere a segno l'ultimo colpo contro un'avversaria che praticamente nemmeno reagiva più e suggellare così la disfatta dell'ultima risvegliata. A quel punto la minacciosa nuova presenza individuata ad ovest dalla Numero 34 proprio in quel momento ricominciò ad avanzare verso la piazza, questa volta si muovendosi a grande velocità. Di lì a poco sarebbe arrivata. Seayne estinse il suo yoki e rimosse con attenzione il brandello del tentacolo della risvegliata occhiuta dalla sua spalla, sopportando stoicamente il dolore che ne seguì. Poi, non volendo abbandonare Alicia, ordinò alle compagne di raccogliere i resti delle guerriere non risvegliatesi e implorò il maestro Duncan di allontanarsi, sperando in tal modo di mettere al sicuro la maggior parte di loro, se non tutti. Le compagne non vollero abbandonarle e l’uomo in nero stesso sconfessò gli ordini di Seayne, sostenendo che la velocità dell’avversaria era tale che nessuna di loro sarebbe riuscita a scamparle: meglio restare unite, dopotutto. Inoltre, egli desiderava vedere con i suoi occhi di chi si trattava. Seayne non replicò e concentrò la sua attenzione su Alicia, scoprendo con sollievo che l'amica era salva, seppur tutt'altro che sana. La numero 35 infatti aveva perso i sensi per il dolore dopo che la gigantessa le aveva sbriciolato entrambe le gambe con la sua stretta poderosa, ma almeno Alicia non era in pericolo di vita. Per poterla spostare però sarebbe stato necessario liberarla dalla morsa della risvegliata la quale, seppur morta, stringeva ancora le gambe martoriate di Alicia nel suo enorme pugno. Ma non c’era più tempo: una figura si materializzò per qualche istante sul tetto di un edificio a ovest, per poi saltare giù atterrando con grazia nella piazza dopo aver eseguito un paio di eleganti capriole a mezz'aria. Era una guerriera alta e slanciata, dai lunghi capelli biondi e lisci agghindati con alcuni fiori colorati che sembravano appena colti, e le labbra color lampone. Ella indossava la tipica armatura delle guerriere dell'Organizzazione, esattamente come le cinque che l'avevano preceduta. Da quella distanza, tutte quante loro percepirono il suo potere, ma anche il nome che sfuggì di bocca al maestro Duncan: Matilda! Dopo alcuni istanti di esitazione, il superiore ordinò a tutte loro di non fare mosse avventate. Seayne osservò ammirata la nuova arrivata, vedendo nella sua figura quella guerriera che avrebbe desiderato essere se la trasformazione non l’avesse resa bianca come un cencio e ascoltò senza fare una piega il rimprovero – per lei – insensato che la misteriosa Matilda aveva rivolto a tutte loro, al posto di un saluto o di una minaccia. Visto che l’ultima arrivata sembrava possedere il dono dell’intelletto, Seayne pensò potesse trattarsi di una guerriera ribelle e, rispondendo alle critiche rivolte loro da Matilda, cercando di trarre vantaggio da un momento di confusione del quale la nuova arrivata sembrava in balìa replicò presentandosi educatamente e umilmente, chiedendo perdono per il caos e sostenendo che lei e le altre erano di ritorno da una missione quando avevano avvertito gli yoki delle Risvegliate e delle altre guerriere, decidendo di vedere cosa stava succedendo ma, quando erano arrivate, le due guerriere erano già morte ed essendo loro alla prima esperienza di combattimento contro delle risvegliate, il risultato era stato quel disastro! Il cuore di Seayne mancò un battito quando la cosiddetta Matilda disse chiaramente di non credere a quanto la guerriera albina aveva affermato, salvo poi rimanere stupita e incredula quando la loro avversaria concesse a lei e alle sue compagne… la grazia, apparentemente per l’educazione con la quale la caposquadra le si era rivolta… ma forse c’era anche qualche altro motivo… chissà… -Mi ricorderò di te!- fu il saluto che Matilda le rivolse, prima di compiere un’elegante balzo all’indietro, ripiombando sullo stesso tetto sul quale aveva fatto la sua comparsa - Neanche io mi dimenticherò di voi, signora! - fu il commiato che Seayne rivolse alla misteriosa guerriera prima che quest’ultima si dileguasse, lasciando la guerriera albina ad ammirarne l’armonia dei movimenti, prima di realizzare il fatto che era riuscita in un modo o nell’altro a salvare le sue compagne. Ancora una volta, volontariamente o meno, il maestro Duncan attirò nuovamente su di sé l’attenzione di tutte loro, affermando che Matilda non era cambiata e che doveva aver pensato che il campo di battaglia era troppo lurido e che lei non aveva nessuna voglia di sporcarsi. Quindi affermò che lo scontro era finito e che le guerriere potevano rilassarsi e darsi una sistemata, nonché liberare Alicia. Per sicurezza, comunque, ordinò a Crystal di controllare l’area con la sua percezione superiore. Seayne chiese a quest’ultima, quando avesse finito, di cercare un po’ d’acqua per far rinvenire Alicia, nel mentre lei e le altre avrebbero fatto leva con le loro claymore sulle dita della gigantessa per allentarne la presa e sfilare fuori Alicia. Grazie agli sforzi congiunti di tutte loro, Alicia venne liberata e, con estremo sollievo di Seayne, riprese i sensi e, soprattutto, a chiacchierare; a quel punto il dolore alle sue gambe martoriate prese il sopravvento e alla povera Numero 35 non rimase altra scelta che cercare di utilizzare le sue forze residue per rigenerarsi. Seayne poggiò delicatamente a terra il capo dell’amica, lasciandola tranquilla… anche lei doveva pensare a rigenerarsi anche perché, dopo tanti sforzi, sentiva il braccio sinistro intorpidirsi e perdere forza, ma prima aveva ancora un compito da assegnare alle compagne, chiese infatti a Crystal, Shylvia e Juliet, di andare a recuperare il corpo di Anna: voleva infatti dare almeno una degna sepoltura a quella povera ragazza! Dopodiché si sedette vicino ad Alicia e si concentrò sulla rigenerazione della sua spalla sinistra. Il maestro Duncan modificò ancora una volta gli ordini di Seayne, inviando solo Crystal e Juliet a recuperare Anna, dicendo invece a Syhlvia di trovare qualcosa in cui avvolgere i cadaveri delle due guerriere che non si erano risvegliate per portarle a Staph. Seayne completò la rigenerazione della sua ferita ma Alicia riuscì solamente a rigenerare quasi del tutto la gamba destra, prima che il suo fisico cedesse alla stanchezza ed al rischio di perdere il controllo del proprio yoki, avendo oramai raggiunto il limite. Non potendo fare altro, la Numero 35 chiese all’amica Seayne un aiuto per alzarsi e camminare: un aiuto che la guerriera albina, ricordando tristi momenti passati, non le negò. Finito quel che dovevano fare, il maestro Duncan concesse loro ancora qualche minuto di riposo, dopodiché si rivolge al gruppo, ordinando di prepararsi a partire. A quel punto Seayne si alzò e, dopo essere giunta davanti all’uomo in nero, chinò il capo e, con gli occhi bassi e voce umile ma ferma gli chiese se fosse stato possibile riportare con loro anche il corpo di Anna ma, soprattutto, se egli poteva dir loro qualcosa di più nei riguardi di Matilda: c’era infatti il rischio di ritrovarsela di fronte prima o poi e, anche se, forse, un giorno qualcuna di loro avrebbe potuto eguagliare la sua potenza, sapere qualcosa di più sul suo conto avrebbe potuto esser utile. Subito dopo le fece eco Juliet la quale appariva molto preoccupata in quanto, durante il combattimento aveva chiaramente esagerato nell’utilizzare il suo yoki ed esso le era sfuggito al controllo per qualche istante. Seayne si preoccupò immediatamente per lo stato della compagna e per il timore che, visto quanto era stato detto, visto e fatto, il superiore potesse ordinare di “epurarla” per prevenire problemi futuri. Duncan le osservò entrambe a in silenzio per diversi secondi… Poi disse loro che Matilda, ai tempi della quarantaduesima generazione, era una delle guerriere sotto il suo comando, la numero 7 in graduatoria; una guerriera molto abile, ma anche terribilmente capricciosa; era stata soprannominata "la Linda" dalle altre guerriere del suo tempo, per via della sua passione smodata per i bagni. Si lavava in continuazione, e per lei ogni scusa era buona per togliersi l'armatura di dosso e tuffarsi nel primo specchio d'acqua che le capitava a tiro: tutto per colpa di un trauma infantile che le aveva causato una autentica ossessione per l'igiene e la pulizia. Matilda non tollerava l'idea di sporcarsi e faceva un sacco di storie quando le condizioni del campo di battaglia non erano di suo gradimento – come in quel caso - Come se ciò non bastasse, aveva anche il vezzo di atteggiarsi come se fosse una celebrità e di decorarsi i capelli con fiori freschi. Ciò nonostante, l'Organizzazione era disposta a tollerare le sue manie igieniste ed i suoi atteggiamenti da diva in considerazione delle sue capacità come guerriera; Matilda era, infatti, una combattente molto abile. Ai suoi tempi nessun'altra guerriera in servizio poteva competere con i suoi riflessi e la sua agilità. Il suo stile di combattimento si basava sulla velocità e sull'eliminare gli avversari nel minor tempo possibile con un singolo colpo fatale. Probabilmente per ridurre al minimo il rischio di sporcarsi. Il problema era, semmai, convincerla a combattere. A quel punto l'uomo in nero fece una pausa, dopodiché si rivolse a Juliet, spiegandole in dettaglio cosa le era accaduto, ammonendo tutte che utilizzare troppo yoki tutto in una volta era probabilmente il metodo migliore per risvegliarsi, ma non era il solo: talvolta anche l'usura lenta ma progressiva conduceva allo stesso tragico risultato. Il processo purtroppo non era reversibile una volta iniziato per cui il maestro suggerì a Juliet di prestare in futuro estrema attenzione a come avrebbe utilizzato i suoi poteri. Seayne ascoltò tutto con estrema attenzione, senza perdere una parola, tuttavia il racconto le sembrava… incompleto, perciò, mantenendo il suo atteggiamento umile nei confronti del superiore, Seayne osò chiedere ancora all’uomo in nero se fosse stato a causa delle sue manie che Matilda aveva disertato. Seayne non poteva sapere che legame ci fosse tra Matilda e le guerriere e risvegliate che avevano abbattuto; ma di una cosa era sicura, viste anche le reazioni del superiore: probabilmente Matilda non faceva più parte dei ranghi dell’Organizzazione perciò era possibile che avesse disertato… ma perché? L'uomo in nero rispose che Matilda non aveva disertato: era morta! Era stata convocata per una speciale missione di ricognizione nelle terre di Lautrec, ma non si era mai presentata sul luogo dell'appuntamento. Era stata ritrovata qualche giorno dopo in un laghetto non molto distante dall'obbiettivo, morta stecchita. Pare avesse cercato un posto appartato dove farsi uno dei suoi soliti bagni e, così facendo, si fosse inconsapevolmente avvicinata un po' troppo alla tana della Signora dell'Ovest – probabilmente una risvegliata molto potente, ragionò Seayne- Un errore che pagò con la vita. Duncan prevenne ulteriori domande declamando che i superiori erano certi che fosse proprio lei e che fosse proprio morta. Inoltre non sapeva come fosse possibile che Matilda fosse apparsa pochi minuti prima davanti ai loro occhi. Era un avvenimento che sfidava ogni logica e una cosa su cui l'Organizzazione avrebbe dovuto indagare a fondo. A quel punto il maestro pose fine alla discussione, ordinando di raccogliere i tre corpi e di tornare alla carrozza, voltandosi poi e incamminandosi senza aggiungere altro. Le parole del maestro Duncan turbarono non poco Seayne la quale, mentre il racconto procedeva, si trovò a provare una profonda pietà per quella guerriera e le altre morte sul campo, strappate alla morte contro la loro volontà: la sua mente si ribellava a quella nuova mostruosità, a quella violenza finale che, coloro che evidentemente conoscevano la loro natura, erano in grado di infliggere loro e per un istante, pensò con una punta d’orrore alla possibilità di ritrovarsi davanti Saphelia! L’unica consolazione era data dal fatto che l’uomo in nero aveva accolto la sua richiesta di portare via anche Anna; a quel punto chiese con voce mite alle compagne di trasportate i corpi, mentre lei aiutava Alicia. Senza attendere risposta la guerriera albina si recò al fianco dell’amica con l'intenzione di aiutarla ad alzarsi e a tornare assieme a lei alla carrozza. Il gruppo guidato dall'uomo in nero uscì dal villaggio di Shaemoor e in breve raggiunse il boschetto dove li attendeva la carrozza nera che li aveva portati sin lì. Mentre l'uomo in nero e le guerriere salirono a bordo, l'ossuto accolito si occupò di caricare i cadaveri. Dopodiché la carrozza partì verso est, in direzione di Staph, giungendovi sette giorni dopo. Dopo un viaggio tanto tranquillo da risultare tedioso, durante il quale Seayne rivisse tutto quanto era successo quel giorno: le guerriere prive di mente, le risvegliate, la comparsa di Matilda e le spiegazioni del maestro Duncan, decidendo di farne oggetto delle sue meditazioni - ora che conosceva la sua vera natura, forse il percorso che aveva intrapreso si sarebbe rivelato meno difficile - la lugubre carrozza si fermò verso le due del pomeriggio di fronte ai cancelli della non meno tetra fortezza dell'Organizzazione. Mentre un gruppetto di accoliti si preoccupò di prendere in consegna i corpi, il maestro Duncan, sceso dal mezzo, si rivolse per l'ultima volta alle guerriere, congedandole. Quindi si voltò e si allontanò facendo cenno agli accoliti di seguirlo, lasciando sole le guerriere. Seayne attese finché gli umani non furono fuori vista, poi si rivolse alle compagne con tono gentile, rivolgendo loro un leve sorriso: le ringraziò e fece loro i complimenti per come s’erano comportate in battaglia e, come compagna, per non aver abbandonato lei e Alicia all’arrivo di Matilda ma, come caposquadra, le ammonì benevolmente di essere maggiormente ubbidienti nei confronti delle loro caposquadra in futuro. La guerriera albina invocò su tutte loro la protezione della Grande Stella del Nord e le invitò, se avessero voluto, ad aiutarla a dare sepoltura e un ultimo saluto ad Anna dopo che avesse portato Alicia in infermeria. Tutte decisero di darle una mano e Seayne, dentro di sé, ne fu felice! I am the one, the only one! I am the god of kingdom come! Gimme the prize!
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