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QUEST Carne della mia carne [Lachesi]
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15-05-2017, 09:58 PM
Messaggio: #25
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RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Gunnar sembra stupito dalle tue domande e ci pensa su un momento, prima di risponderti:
Beh, quel che dite è vero… devo ammettere che la gente come noi normalmente vi teme, così come temiamo i demoni o yoma che dir si voglia. Ma voi, signorina Dua, siete intervenuta senza che vi chiamassimo per eliminare uno yoma che stava probabilmente tentando di intrufolarsi nel nostro villaggio. Una cosa del genere, per quel che ne so, non accade spesso perciò, mostrarci gentili con voi è il minimo che possiamo fare per dimostrarvi la nostra gratitudine. E mi sono raccomandato personalmente con i miei cittadini affinché ciò avvenisse. Anche perché… Il Borgomastro china il capo e la sua espressione si fa cupa per alcuni istanti, per poi guardarti nuovamente negli occhi e continuare: Abbiamo un triste ricordo legato a una Claymore come voi, signorina Dua. L’uomo prende fiato, e poi prosegue il suo racconto: E’ accaduto credo… dieci anni fa. Uno yoma si era nascosto qui a Teate e aveva ucciso alcuni paesani. Il Borgomastro di allora vi convocò e una vostra compagna lo trovò ed eliminò dopo neanche un giorno dal suo arrivo. Non prima però che lo yoma uccidesse una coppia che aveva due bambine, nate lo stesso giorno ma diverse sia nell’aspetto che nel carattere. Le due si chiamavano Reina e Lynn e, quando rimasero orfane, avevano otto anni. Lo zio paterno: Theros il falegname, avrebbe voluto prenderle con sé ma, avendo egli già altri due figli, poteva permettersi di prendere in famiglia soltanto una delle due, sperando che qualcun altro si prendesse cura dell’altra, almeno finché egli non avrebbe potuto permettersi di badare a entrambe. Gunnar socchiude gli occhi e se ne esce con una breve, bassa risata carica di amarezza: Nessuno volle prendersi in casa una delle due bambine: dal momento che lo yoma aveva assunto le sembianze della loro stessa madre, i benpensanti temevano che questo fosse foriero di disgrazie future. Fu allora che l’uomo in nero che era venuto a riscuotere il compenso, propose di prendere con se una delle due piccole. Quando lo si venne a sapere Lynn scoppiò a piangere perché non voleva andare via con l’uomo nero: fu allora che Reina, la quale le voleva molto bene e l’aveva sempre protetta, quasi fosse una sorella maggiore anziché coetanea, si fece avanti e decise di andarsene lei, permettendo a Lynn di rimanere con i suoi cari. Per otto anni non sapemmo più nulla di Reina finché non fummo costretti a chiamarvi nuovamente, dal momento che due yoma ci stavano tormentando. Quando due claymore arrivarono qui, tutti noi rimanemmo a bocca aperta: una delle due, era nientemeno che Reina! Il Borgomastro fa una pausa per riprendere fiato e riordinare i ricordi, poi prosegue: Reina si dimostrò molto fredda nei confronti di tutti coloro che avevano rifiutato sia lei che la sorella anni prima, ma passò la sera a casa di suo zio Theros e di Lynn. Va detto che quest’ultima si era sempre sentita in colpa nei confronti della sorella ma… Beh, all’epoca aveva solo otto anni, cosa avrebbe potuto fare? Il giorno dopo, le due Claymore si misero in caccia: nell’arco della mattinata riuscirono a smascherare i due yoma e, dal momento che questi tentarono di scappare, li inseguirono oltre le mura del villaggio. Mentre la compagna di Reina si sbarazzava del suo avversario, quest’ultima avvinghiata al suo nemico cadde in un piccolo laghetto che si trova poco più a valle ed entrambi vennero travolti dalla corrente. Con l’aiuto dell’altra Claymore esplorammo poi un lungo tratto del fiume impetuoso, ma riuscimmo a ritrovare solo lo yoma morto e dei pezzi dell’armatura insanguinata di Reina. La sua compagna affermò di aver sentito la sua “aura”, qualunque cosa voglia dire, “spegnersi” all’improvviso, per cui tutti quanti la ritenemmo morta e, in suo onore, posammo una lapide ornata dalla sua armatura, nel punto dove Reina cadde in acqua e fu vista per l’ultima volta. Da allora, ogni giorno, sua sorella Lynn va a portare dei fiori sulla lapide della sorella. E questo è quanto, signorina Dua. Gunnar ti è sembrato sincero nella sua esposizione dei fatti. Cosa farai adesso? |
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