Grosso Guaio a Bose! [Hotenshi, Clayfax, Victoria, Ophelia]

[Narratore]

La maggior parte della gente, si sa, non ama le guerriere Claymore. Se a questo sentimento diffuso aggiungiamo anche l’immagine di una guerriera grande e muscolosa più di tutti gli uomini lì presenti, vestita di nero e con un teschio che pende dall’elsa della sua arma, non è difficile capire che nessuno va a disturbare Andrea, Camillah e Juliet mentre confabulano tra di loro.
Prima di appartarsi con le compagne, la Caposquadra prova a sua volta a rilevare tracce di yoki sul mostruoso teschio ma tutto quello che riesce a sentire è solo una traccia debole e elusiva, simile a quella che ha avvertito sulla ragazza di prima.
Poi, le tre compagne si riuniscono per mettere in comune le loro idee e Rutger, chiamato in causa da Andrea, le risponde:
 
Il Sindaco Achilles? Beh, di solito risiede al municipio e, che mi risulti, non ha una casa in paese, solo quella di cui parlavate voi e che è vicina a una salina di cui è proprietario e che gli permette di vivere in maniera dignitosa anche se, per quanto se ne sa, è una persona riservata, nonostante sia un uomo dal fisico imponente, quasi quanto il vostro e nessuno l’ha mai visto abbandonarsi agli eccessi che, volendo, potrebbe anche permettersi.
 
Detto questo, Camillah espone alle compagne le sue considerazioni e, soprattutto le sue proposte sul come agire, incontrando subito il sostanziale appoggio di Juliet ma, a questo punto, la decisione spetta ad Andrea.
 
Nel frattempo, spiazzato dalla risposta di Crystal la quale, molto probabilmente, contiene un fondo di verità, il giovane pescatore del teschio rimane interdetto mentre la Numero 16, seguita dalla ragazza subito dopo che quest’ultima ha rivolto un’altra occhiataccia al pescatore, entra alla Taverna dei Cupi Bisbigli.
 
Lo spettacolo che si presenta non è molto edificante: l’ambiente non è molto grande, potrà far sedere al massimo una trentina di avventori; i muri, una volta bianchi, appaiono ingialliti e macchiati in vari punti; l’aria stessa è impregnata da odori di fumo, pesce e di frittura stantii; i tavoli sono per la maggior parte sbrecciati o riparati alla meno peggio mentre le sedie non sono da meno e anzi, in alcuni casi, sono state sostituite da delle piccole botti usate come sgabelli.
In questo momento sono presenti una dozzina di clienti i quali, visto l’aspetto devono essere a loro volta pescatori o manovali del porto: metà sono già ubriachi e l’altra metà sono sulla buona strada per esserlo entro poco tempo. Commenti poco lusinghieri accolgono l’ingresso di Crystal ma, soprattutto quello di Leyan, la quale sembra essere ben nota agli avventori, forse proprio a causa della sua “professione”. La ragazza ignora gli epiteti che le vengono rivolti e indica un tavolino per due persone in posizione un po’ defilata e vicino a una finestra, per poi dirigersi là e sedersi. La sedia di Crystal scricchiola sinistramente sotto il peso della guerriera e, soprattutto, della sua armatura ma sembra reggere, almeno per ora.
Poco dopo che le due si sono sedute, un uomo magro e brutto, con un’incipiente calvizie ma che porta i grigi capelli restanti lunghi e raccolti in una piccola coda dietro la nuca, il quale indossa un grembiule sporco, si avvicina al loro tavolo:
 
Desiderate?
 
Chiede, con una voce che risulta sgradevole alle orecchie di Crystal.
 
 

Citazione:@Victoria: se lo desideri, hai tempo di porre alcune domande a Leyan prima che arrivi l’oste.

 
 
Turnazione
Andrea
Camillah
Juliet
Crystal