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TEST L’Innocente [DarkGreen]
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04-04-2022, 05:56 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-04-2022 11:59 AM da DarkGreen.)
Messaggio: #20
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RE: L’Innocente [DarkGreen]
《Parlato》 | "Pensato" | 《Parlato da altri》
“Ops, non dà segnale.” E, in effetti, la sua percezione niente di demoniaco rilevava in quell’uomo, di sicuro sbalordito dal fuoriluogo momento di rinfrescata che la guerriera si era appena concessa. Risollevò il volto dal catino, tamponandolo con lo straccio e umettando con il madido tessuto di esso la famosa macchia, giusto per dilatarla un poco e dar l’impressione di averla bagnata. 《Daryn si trova nella sua stanza, al piano di sopra. Venite, vi porto subito da lei.》 《La raggiungo subito.》 “Mmh, non capisco se la situazione sia più divertente o più pallosa. Forse ambedue. O forse la cosa mi sfugge ad ora. Mmmh mmmh. Procace. Sono in serbo un gruzzolo di sorprese.” Prese la bacinella e la posò sul tavolo. La pezzuola la rimise sulla spalla. Si avvicinò alla finestra e brandì di nuovo l’arma… in quella maniera. Sembrava davvero portare una tracolla. Gesticolò a Marianne – mimando col labiale un muto “dopo!” e facendo ruotare orizzontalmente l’indice sinistro – il fatto che più in là le avrebbe restituito il cencio. Quindi camminò dietro Ned, che andò verso un vano adiacente l’ingresso, si infilò su per una scala laterale e salì. Un pianerottolo ermetico (ma ‘aperto’) con tre porte si aprì finita la breve scalinata. Il tonfo delle scarpacce di Ned per i gradini avevano un ritmo che legò la sua mente ad un’altra strofa di quella contorta litania in versi senza rima, che stava giusto recitando il mattino in cui le fu assegnata la missione: “Corica crepe su lande di sangue indaco il cielo di cavie aspiranti quando poi canta di strazio omertoso rimbomba nel petto il gallo del pulito” L’ultimo rigo lo sbagliò, forse volontariamente, forse perché distratta dal rumore della serratura e della voce di Ned, che in modo squillante chiamò la propria bambina, per sporgersi e vedere la persona di cui papà aveva parlato. O forse era un errore dovuto a una parodia infantile, a un motto dei venditori ambulanti di saponette a Rabona riemerso dal niente, a un richiamo canzonatorio di chissà chi. Poco importa. Eudoxa si sporse per vedere l’interno della camera. Ed era la camera ben tenuta di una bionda bambina ben tenuta, coi balocchi sparsi sul pavimento. Lei stessa sembrava un balocco. Due occhioni azzurri come il mare. Azzurri come quelli di Eudoxa un tempo. No, i suoi dovevano avere un tono più scuro, oltremarino. “Dovrei commuovermi?” Una raffica di periodi ridondanti sciabordò per tutte le quattro pareti che la recludevano: 《Ciao! Io sono Daryn! Come ti chiami? Perché hai quei capelli strani? Perché sei scalza? E perché porti quella tuta? Lavori nelle cave anche tu?》 Alla ragazza venne il singolare ghiribizzo di afferrare uno ad uno i pupazzi di pezza da terra per poi fiondarglieli in faccia, ciascuno per ogni domanda posta. Ma ovviamente non lo fece. Le sorrise, si girò a far un occhiolino a Ned e poi tornò a sorridere, focalizzando la sua percezione yoki su quel bel faccino vellutato. 《Sono un’apprendista minatrice. Gli apprendisti stanno scalzi per rafforzare i piedi. Ho la tuta per sentirmi più comoda. Mi chiamo Dodò. I miei capelli sono così perché una volta...》 Citazione:Yoki utilizzato: 0% But a desperate fear flows through my blood
That our dead love's buried beneath the mud. |
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