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[In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
22-12-2024, 05:14 PM
Messaggio: #24
RE: [In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
CAPITOLO XXIII – SCACCO AL MATTO

Seayne venne convocata nuovamente nelle terre del sud, in prossimità del villaggio di Gassan, assieme a tre compagne: la Numero 8: Andrea, che era stata la sua ultima avversaria in un duello d’allenamento e le numero 11 e 16, Juliet e Crystal, le compagne che aveva avuto il privilegio di comandare durante la missione a Shaemoor.
Passato un po’ di tempo a chiacchierare, quando ormai la noia stava per prendere il sopravvento, ecco arrivare una lugubre carrozza, trainata da quattro cavalli neri e guidata da un accolito incappucciato. Dopo qualche secondo da essa scesero il maestro Duncan, la signora Semirhage (che suscitò la meraviglia di Seayne) e l'atletico maestro Kelsier. E infine una guerriera alta e bionda, truccata di nero, e provvista di un'armatura completamente nera che nessuna delle guerriere lì presenti aveva mai visto prima.
I tre superiori spiegarono loro che, vicino a Gassan era stata individuata una base nella quale qualcuno, che evidentemente veniva considerato un nemico dell’Organizzazione, stava creando delle mostruosità chiamate "Chimere", ovvero delle creature mostruose che sembravano essere il risultato di un incrocio tra uno Yoma e un animale, e che avevano iniziato ad apparire sempre più di frequente negli ultimi tempi, causando diversi problemi. La missione affidata alle guerriere era semplice a dirsi ma complicata a farsi: dovevano assaltare la base nemica e assumerne il controllo, possibilmente catturando chi la dirigeva!
La nuova guerriera nera: Sasha si sarebbe unita alla spedizione come guida e come supporto tattico, in quanto aveva memorizzato la mappa con le indicazioni per raggiungere l'obbiettivo e tutte le informazioni in possesso dell’Organizzazione riguardo al nemico. Mentre i maestri prendevano congedo, avrebbero atteso l’esito della missione al villaggio di Gassan, Sasha si presentò al gruppo come Sasha l’Inevitabile, ex Numero 7 che ora faceva parte di una sorta di “squadra speciale”, ribadendo poi quanto dichiarato dai superiori e mettendosi quindi a disposizione di Andrea, nominata dai maestri Caposquadra per quella missione. A quel punto, ognuna delle guerriere presenti rivolse alla nuova compagna una serie di domande che portarono a mettere insieme tutta una serie di informazioni.
La base nemica era una struttura sotterranea scavata all'interno di una collina, dotata di due ingressi: uno principale pesantemente difeso e uno secondario meno sorvegliato. La difesa della struttura era affidata ad un cospicuo (decine, forse anche centinaia) gruppo di mercenari umani ben equipaggiati, senza contare un probabile gran numero di Chimere, dal momento che il complesso era il probabile luogo d'origine delle cosiddette Chimere. Le guerriere erano autorizzate ad uccidere ogni mostro che incontriavano ma togliere la vita agli esseri umani rimaneva proibito. Inoltre, nella fortezza era stata individuata anche una delle... dimenticate! Stando alla descrizione doveva trattarsi di Ursula, ex numero 10 della trentanovesima generazione: costei era soprannominata "L'Orrenda" per via del suo aspetto ributtante, ed ai suoi tempi era famosa per il suo fisico possente e la sua grande forza fisica, che ricordavano molto quelli della Caposquadra Andrea, con quest’ultima che rivendicò l’onore e l’onere di affrontarla se le guerriere l’avessero incontrata. Un ulteriore problema era che non si sapeva se Ursula era sola o ci fossero altre Dimenticate lì presenti. Le Chimere infine vennero descritte da Sasha come una sorta di via di mezzo tra gli Yoma e i Risvegliati: mediamente più forti dei primi ma più deboli dei secondi; animali privi di intelletto e di istinto di autoconservazione ma dotati di una ferocia senza pari. Quando una Chimera puntava un bersaglio, non smetteva di attaccare finché uno dei due non fosse morto.
Dopo un paio di giorni di marcia, le guerriere arrivarono a destinazione: una vecchia fortezza in parte diroccata che presentava due ingressi, uno principale e uno secondario. Dopo un rapido consulto, tutte assieme deciseo che Seayne, grazie alla sua capacità, avrebbe creato un diversivo all’ingresso principale, laddove era ammassato il grosso delle forze nemiche, mentre le altre avrebbero forzato l’accesso secondario: recevute da Sasha tutte le informazioni del caso, la Numero 11 si mosse per dare attuazione al piano.
Creato un po' di trambusto all’ingresso per poi darsi alla fuga con il preciso intento di farsi insegure, Seayne si accorse che il suo piano aveva funzionato fin troppo bene, vedendosi inseguita da almeno un centinaio di umani pronti al combattimento, ovvero circa la metà della guarnigione che stazionava davanti all’ingresso principale. Per un po' il piano della guerriera albina aveva funzionato ma alla fine gli umani si stancarono di inseguirla e iniziarono a tornare indietro: Seayne decise a quel punto di anticiparli e, grazie alla sua velocità, ci riuscì poi, per mantenere l’attenzione dei nemici lontana dalle compagne, iniziò a muoversi nel bosco circostante utilizzando ogni tanto la lama della sua claymore per riflettere la luce del sole nel tentativo di dare l’impressione che, nel bosco, ci fossero altre guerriere appostate che si scambiavano segnali tra di loro. Il trucco funzionò anche questa volta e l’accampamento avversario rimase in allarme e in all’erta per un possibile pericolo proveniente da fuori. Non avendo poi altre opzioni a disposizione e ripresasi da un attimo di smarrimento causato dal pensiero di rimanere intrappolata e picchiata dagli umani senza potersi difendere, Seayne decise di utilizzare un po' del suo yoki per intrufolarsi nella fortezza partendo da una crepa nelle mura molto vicina all’ingresso, nella speranza di passare prima che gli avversari potessero reagire alla sua presenza, sfruttando anche la sua abilità Polaris come ulteriore protezione: la mossa ebbe successo e, per evitare ulteriori problemi con la guarnigione umana, la Numero 11 tagliò i cavi del meccanismo che teneva sollevata una paesante grata all’ingresso facendola cadere e bloccando così i nemici all’esterno, guadagnando un po' di tempo.
Entrata guardinga della fortezza, la guerriera albina si trovò ben presto in una grande sala: essa era suddivisa su due piani e puntellata da due fila di colonne di pietra; esattamente di fronte al corridoio d’ingresso si trovava una singola, grande e apparentemente robusta porta di legno, mentre sulle pareti di destra e sinistra c’erano una ventina di porte più piccole, dieci per lato e cinque per piano. Da dietro la grande porta Seayne percepiva chiaramente diverse emanzioni di yoki e, supponendo che le compagne si stessero dirigendo lì, pensò di fare lo stesso ma, con suo disappunto, la grande porta non aveva né maniglie né serrature, segno che si poteva aprire solo dall’altro lato e quanto a sfondarla… era meglio lasciar perdere e trovare un’altra strada.
E così Seayne si ritrovò a procedere per tentativi, riuscendo però nel contempo a identificare gli yoki delle compagne e trovando alla fine un corridoio che sembrava portare proprio nella loro direzione, corridoio che la Numero 11 seguì senza esitare. Arrivò in una sorta di arena, nel bel mezzo del combattimento tra le sue compagne, meno la Caposquadra, e una masnada di creature orribilmente mutate: le chimere! Vedendo Crystal isolata dalle altre e credendola in difficoltà, Seayne saltò da lei con l’intenzione di darle manforte ma sbagliò i tempi dell’intervento e finì per ostacolare la compagna, che venne ferita da un morso al polpaccio.
Presa dal senso di colpa, la guerriera albina si pose quindi in posizione per proteggere la compagna e darle il tempo di recuperare, accettando e mettendo in pratica i suggerimenti di Crystal nonostante le fosse inferiore di grado.
Dopo un lungo ed estenuante combattimento, le guerriere riuscirono a sbarazzarsi ti tutte le chimere scagliate contro di loro ma, nello stesso momento avvertirono un’esplosione di yoki che significava solo una cosa: Ursula si era risvegliata e, quel che era peggio, sembrava che Andrea fosse lì con lei, alimentando la paura di Seayne di perdere un’altra caposquadra. Preoccupata, Seayne chiese a Crystal e Juliet di correre in aiuto di Andrea, mentre lei e Sasha si sbarazzavano delle chimere rimaste per poi dirigersi verso le compagne. Giunte a un bivio, con gli yoki di Ursula e delle altre guerriere da una parte e altri yoki misteriosi dall’altra, le due si divisero con Seayne che optò per raggiungere le compagne. Non potendo affrontare direttamente Ursula risvegliata e constatando che la stessa era bloccata nella stanza dalle sue stesse dimensioni, il gruppo decise per ritirarsi e ritornare al bivio dal quale Sasha si era staccata dal gruppo.
Dopo una breve pausa per riprendere fiato e consentire alla Caposquadra di guarire almeno in parte dalle sue ferite le guerriere discussero sul da farsi: alla fine Andrea optò per inseguire Sasha. Così, dopo aver superato uno stanzone dotato di baliste probabilmente disattivate dalla loro guida e nel quale una massiccia porta metallica si spalancò, rivelando una via più diretta per raggiungere le chimere rimaste. Pur con opinioni distinte al riguardo di quella che sembrava una trappola, le guerriere decisero di continuare lungo la via scelta da Sasha e ignorare l’invito. Trovarono la compagna impegnata in un combattimento con guardie umane, mentre un’altra ventina di balestrieri cercavano vanamente di colpirla, dal momento che la seconda guerriera nera aveva scardinato mezza anta di una porta e la usava come scudo per i dardi: tutte si buttarono nella mischia con Andrea in particolare che prese l’altra mezza anta della porta divelta, lanciandosi poi in avanti come un ariete e con Seayne che, grazie a Polaris riuscì ad accecare quasi tutti gli umani presenti.
Quasi tutti, poiché alcuni balestrieri, vistisi piombare addosso Andrea, si ritirarono in un’altra stanza cercando di chiuderla facendo calare una grata, la quale però rimase bloccata dallo “scudo” brandito dalla caposquadra che, fortunosamente, andò a incastrarsi nella stessa…
Messi fuori combattimento gli umani rimasti dal loro lato, dopo un approccio prudente le guerriere passarono nella stanza accanto, apparentemente divisa in due parti, con l'ingresso che si trova proprio a metà: sulla destra, appena un paio di metri oltre la grata, una grande fossa che occupava quasi tutta l'area a disposizione e sembrava scendere fino al livello inferiore, annessa a un robusto montacarichi posizionato nel centro; sulla sinistra c’erano varie attrezzature da laboratorio, posizionate per lo più lungo i muri perimetrali con quella che appariva come una enorme cassa di metallo collegata nella parte superiore a delle grandi catene anch'esse di metallo che scendevano dal soffitto, a loro volta collegate ad una qualche sorta di meccanismo, posizionata più o meno nel centro della metà superiore dello stanzone. Nel mezzo, infine, proprio sul lato direttamente opposto rispetto all'ingresso da cui erano entrate, si intravvedeva una porta chiusa e, diversi metri sopra di essa, quella che sembra una piattaforma rialzata… il tutto pervaso dalla presenza di yoki! Mentre le compagne erano intente a esplorare la stanza, un dardo colpì Crystal privandola apparentemente delle forze e venendo soccorsa da Juliet, mentre sulla piattaforma fecero la loro comparsa una decina di balestrieri e, soprattutto, colui che stavano cercando: ARALDUS!
Prima che le guerriere potessero riprendersi dalla sorpresa, l’uomo in nero fece aprire la cassa, scatenando contro di loro la sua ultima creazione, che lui aveva chiamato: FUFFY! La creatura aveva la forma di un enorme quadrupede, con tre teste incastonate l’una nell’altra dotate di zanne acuminate ed il corpo ricoperto da una specie di armatura di scaglie per finire con una coda che terminava con un pungiglione simile a quello di uno scorpione.
Seayne, con Andrea e Sasha si gettò contro la creatura e, ignorando l’ordine di Andrea che aveva detto di amputargli la coda, la guerriera albina vide l’occasione per utilizzare in battaglia la sua nuova tecnica: Gùrthang! L’esecuzione fu perfetta e i ltriplice testone di Fuffy cadde al suolo ma il mostro non morì! Anzi il pugiglione della coda la colpì in pieno, inoculandole anche un veleno che ebbe gli stessi effetti che avevano afflitto Crystal poco prima. Sasha giunse in suo soccorso e la “lanciò” verso Juliet che ebbe il suo bel daffare a trascinare le compagne al sicuro nella stanza dalla quale erano entrate.
Mentre Andrea e Sasha combattevano contro il mostro, Juliet mise a tacere lo sproloquiante Araldus colpendolo con un dardo della balestra il cui veleno ebbe l’effetto di metterlo a dormire quasi subito ma suscitando anche la risposta dei balestrieri i dardi dei quali però non riuscirono a colpire la numero 18, ritiratasi al sicuro. A quel punto due uomini si precipitarono sul loro capo, cercando di portarlo via ma le tre compagne, ormai tutte in salute, escogitarono un veloce pianto per cercare di impedirglielo: Seayne, dopo essersi fatta prestare la spada da Juliet attese il momento propizio prima di lanciarsi di corsa nello stanzone e scatenare ancora una volta il bagliore accecante della sua Polaris. Dopodiché, approfittando del momento di cecità dei mercenari, la guerriera albina sfruttò la sua superiore agilità per saltare sulla piattaforma e, una volta lì, non ebbe grossi problemi a mettere al tappeto i balestrieri in preda alla confusione, mentre quelli che non riuscì a stendere lei venero messi al tappeto dai dardi di Juliet e Crystal. In mezzo a quella confusione Fuffy venne finalmente ucciso da Andrea e Sasha.
Seayne si lanciò nel corridoio dietro la piattaforma per inseguire gli uomini che avevano portato via Araldus ma poco dopo si trovò davanti una porta chiusa che non riuscì a sfondare e dovette attendere il ritorno di Andrea per passare oltre… poco dopo le guerriere, mentre percepivano lo yoki di Ursula allontanarsi, si ritrovarono in una stanza dalla quale si dipanavano tre corridoi. Notando che Crystal aveva recuperato la sua arma se la fece ridare, restituendo a Juliet la sua e decidendo poi di inoltrarsi nel corridoio che si apriva sulla destra, avanzando con prudenza e con la Precezione all’erta. Giunse così a una porta chiusa dal suo lato, comprendendo quindi che da quella parte non era scappato nessuno ma la guerriera albina decise lo stesso di dare un’occhiata dall’altra parte, ritrovandosi praticamente al… punto di partenza!
Infatti Seayne si ritrovò nella sala dalle quale lei e le sue compagne erano partite alla caccia di Araldus: sulla sua destra, la grande porta metallica che si era aperta per invitare le guerriere a entrare; di fronte, sull'altro lato, la via per la quale erano passate in precedenza seguendo le orme di Sasha. La Numero 11, sempre sul chi vive, decise di dare una sbirciatina oltre la grande porta: la guerriera albina aveva sperato che tutte assieme avessero debellato tutte le mostruosità che erano state create in quel luogo, invece la sua Percezione, oltre a rilevare le compagne in un altro punto della struttura e il potente yoki di Ursula che sembrava si stesse allontanando, le fece capire che non tutte le creature erano state eliminate.
La guerriera albina soppesò le sue possibilità: era ferita e iniziava a sentirsi stanca; un po' di energia demoniaca albergava ancora in lei ma Seayne non era disposta a dare fondo a tutte le sue risorse, davanti ad un ancora imprecisato numero di quelle bestie, calcolato probabilmente per impegnare tutto il suo gruppo e che, una volta scatenato non le avrebbe dato tregua. Presa la sua decisione, sperando di non essere scoperta da qualche guardia, la Numero 11 arretrò fino alla porta dalla quale era sbucata, ripassandoci e richiudendosela alle spalle per bloccare qualunque minaccia potesse provenire dall’altro lato e si mosse per ritornare in fretta al bivio, sperando di ritrovare le altre compagne.
Ritornata al punto d’incontro con le compagne, Seayne notò con soddisfazione che Araldus, l’obiettivo della loro ricerca, era stato riacciuffato nonostante un’ultima guardia avesse tentato di portarlo in salvo. La guerriera albina si avvicinò all’uomo in nero che era stato suo mentore ma anche la causa della sua più dolorosa perdita da quando era una guerriera. Per anni Seayne aveva covato in sé il desiderio di vendicarsi di Araldus, anche se questo avesse significato violare la sacra regola delle guerriere: non uccidere un umano, per quanto meschino esso possa essere. Ma ora, a parte la soddisfazione derivante dalla cattura dell’uomo, pur avendolo a portata di mano, tale desiderio sembrava essersi sopito, come se qualcosa nel cuore e/o nei pensieri della guerriera albina avesse lenito il suo dolore, lasciandola quasi indifferente nonostante la vista di colui che aveva rovinato quello che, probabilmente, sarebbe rimasto solo un bel sogno d’amore a occhi aperti… forse tutti i suoi sforzi per seguire gli insegnamenti del maestro Tahzay stavano iniziando a dare i loro frutti.
La Caposquadra Andrea decise che era il momento di andarsene e Seayne si premurò di avvisare le compagne di non prendere l’uscita principale, raccontando brevemente quel che le era successo quand’era entrata nella fortezza e così, presa l’uscita secondaria, dopo due giorni di cammino in compagnia di un recalcitrante Araldus, le cinque guerriere tornarono a Gassa, laddove ad attenderle c’era rimasto il solo maestro Duncan al quale fecero immediatamente rapporto, al termine del quale l’Uomo in Nero fece loro addirittura un complimento, cosa che sorprese non poco Seayne, prima di congedare il gruppo ordinando alla sola Sasha di rimanere con lui.
E fu così che, dopo un giro di saluti, accompagnati dalla promessa di rivedersi e dopo aver invitato Juliet a percorrere la strada assieme visto che anche lei presidiava un territorio a Nord, Seayne prese la strada che l’avrebbe riportata al suo villaggio.

I am the one, the only one! I am the god of kingdom come! Gimme the prize!
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