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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
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20-03-2013, 04:02 PM
Messaggio: #41
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Questo è... ! Pensò Olivia, bloccandosi di colpo per la sorpresa. Per un istante, le era sembrato... anzi no, non era stata una sua impressione, lei aveva davvero avvertito un'emanazione di yoki alle sue spalle. Ma proveniente da chi? La ragazza aveva fatto appena in tempo a notare con la coda dell'occhio una figura vestita di nero, ma questa si era subito mescolata alla folla di nobili e dame che gremivano l'ampia sala, scomparendo alla sua vista. Che fosse la fonte dell'emanazione? Istintivamente, Olivia cercò subito di rintracciare con lo sguardo la figura misteriosa, un'impresa a dir poco ardua a causa di quella moltitudine di persone che riempiva la sala. Ciò nonostante, qualche secondo più tardi riuscì effettivamente a vedere la coda d'un abito nero sparire dietro la sinistra della porta che divideva la sala da un atrio adiacente, ma si trattava dello stesso abito, della stessa persona? La ragazza non avrebbe saputo dirlo: la traccia di yoki che aveva avvertito per un istante era ormai scomparsa (e considerato che era sotto l'effetto del farmaco, era già un miracolo che fosse riuscita a percepirla la prima volta), ed inoltre non era nemmeno sicura se la figura misteriosa che aveva intravisto all'inizio fosse un uomo oppure una donna. Impossibile dunque fare congetture. Che faccio adesso? Si chiese Olivia, incerta sul da farsi. Forse era il caso di avvisare la compagna Andrea? No. Per dirle cosa poi? Che "forse" aveva percepito lo Yoma per un istante e poi se lo era perso? Non era il caso. Prima era necessario indagare, cercando di ritrovare la figura vestita di nero in modo da accertarsi che fosse veramente la fonte dell'emanazione di yoki. Solo una volta che fosse stata sicura di aver trovato il bersaglio, solo allora, sarebbe andata ad avvisare Andrea. Prima però, doveva liberarsi di quel dannato vassoio che teneva tra le mani e così, dopo diversi secondi nei quali era stata ferma imbambolata, si mosse finalmente per raggiungere Anya (che probabilmente la stava aspettando), e sbarazzarsi così delle creme... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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23-03-2013, 03:59 PM
Messaggio: #42
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
E volteggio improvviso fu fatale.
Ad Andrea sul momento parve effettivamente di aver poggiato il piede destro su una superficie inaspettatamente morbida - ma non badandoci troppo, vi caricò il peso prima di farsene una ragione particolare. Fu solo un improvviso, strozzato squittio un attimo dopo a farle avere le prime avvisaglie che ci fosse qualcosa che non andava, sottolineato pure da un improvviso tremolio della mano del Conte. Fu allora che si sentì... mancare l'appoggio, e non poté non guardare in basso: sotto il suo piede destro c'era quello sinistro del Conte, il quale stava energicamente tentando di liberarsi dal peso mastodontico della sedicente pulzella! Gliel'aveva pestato!! Quando il resto dei presenti se ne accorse, la musica s'arrestò; a quel punto, Aloysius de Motmartre, Conte di Gèricault, vedendosi al centro dell'attenzione mormorò pallido. «U... Una mia distrazione... Vi prego di scusarmi... Godetevi un pò di rinfresco... Permesso, prego, scusate... Armand, una mano...» Mentre il Conte s'allontanava zoppicante e pallido da Andrea, giunse pronto a sorreggerlo quel domestico sessantenne che già aveva guidato Hayez e Brera su dove portare la statua: si trattava evidentemente di questo tale Armand. Sorretto da costui, l'augusto ferito prese a zoppicare con maggiore e quasi grottesca lena, allontanandosi dalla sala e percorrendo le stanze con velocità invidiabile,finché non scomparve dalla vista degli attoniti astanti. Un minuto dopo, una forte eco riempì le sale. «AHIAHIAAAAAAHHHHHHHWWAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!» Impossibile non comprendere chi ne fosse l'origine. All'udirlo, l'intera sala scoppiò, educatamente ma inesorabilmente, a ridere. __________________________ Pur turbata, Olivia si riprese con prontezza, e rinunciando - per ora - a investigare, raggiunse Anya al tavolo; l'anziana donna le indicò dove mettere le creme senza parlare, e taciturna tolse invece i vassoi vuoti da sotto. Sorrise quindi ad Olivia. «Bene. Ora torniamo in cucina, e...» E in quel momento la musica si arrestò. Non fu facile per la sedicente domestica capire che stesse succedendo: udì il parlare biascicato del Conte, e lo udì chiamare un tale Armand; neanche a volerlo, un uomo sulla sessantina vestito di nero passò accanto a Olivia - che forse ebbe un brivido, dato il colore dell'abito, ma dovette constatare all'istante una cosa: benché le fosse passato vicino quasi a toccarla, quell'uomo non emanava Yoki - e raggiunse il Conte sorreggendolo. Insieme, i due si allontanarono di gran fretta dalla sala tra lo sconcerto generale, e solo un minuto dopo... ... Un minuto dopo, eruppe di lontano un accorato grido di dolore. Seguito dalle risate generali. «Bontà divina!» le sussurrò Anya deliziata «Avevi ragione!» Che fosse stata opera d'Andrea, quella inaspettata pantomima, allora? E, ora che lo notava, non era vestita di nero pure Anya? Ed anche il suo vestito da cameriera, pizzi a parte, era di quel colore, ora che Olivia ci pensava. Turnazione: Sir_Alric Hotenshi precedenza ad Olivia perché è quella con più opzioni d'azione possibili EDIT: son millemila turni che me ne dimentico. Rimedio: Citazione:Obiettivo sbloccato Le spade! Il mio regno per le mie spade! [Andrea - Olivia / 20 PE] Trova un modo ed un luogo adatti ed alla mano per nascondere le ingombranti ed imbarazzanti claymore prima d'entrare alla festa. |
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28-03-2013, 04:47 PM
Messaggio: #43
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Olivia, impegnata a riflettere sull'incontro ravvicinato che aveva appena avuto con la misteriosa figura che emanava yoki, non si rese immediatamente conto di cosa fosse accaduto dall'altra parte della sala tra la compagna Andrea ed il Conte, e in un primo momento, quando il padrone di casa si allontanò zoppicando sorretto da un domestico, la ragazza osservò la scena con uno sguardo perplesso, domandandosi cosa fosse successo. Fu solo dopo aver udito l'eco dell'urlo di dolore del Conte (seguito dalle risate di tutti i nobili presenti) ed il commento deliziato di Anya, che Olivia comprese che Andrea doveva aver combinato qualcosa. (Sospiro) Lo sapevo che prima o poi avrebbe fatto qualche sciocchezza... pensò la ragazza. Del resto, la storia che aveva raccontato ad Anya circa le imbarazzanti abitudini di "Mademoiselle Andrea" aveva proprio l'intento di provare a creare una sorta di "alibi" per coprire le prevedibili gaffes della corpulenta compagna, in modo tale da proteggerne la copertura. Sfortunatamente, Andrea pareva essere entrata in azione prima che Anya avesse modo di diffondere il pettegolezzo (o almeno, questa era stata la speranza di Olivia). Tuttavia, forse non tutto il male veniva per nuocere, perché quell'incidente diede ad Olivia il pretesto per provare a sbarazzarsi di Anya, così da potersi concentrare su cose più importanti che non trasportare vassoi di creme avanti e indietro dalla cucina alla sala da ballo. La ragazza si rivolse quindi alla donna: "Perdonatemi, devo parlare un istante con la mia Padrona..." disse, con un sorriso imbarazzato "...voi andate pure avanti, io poi vi raggiungerò. Non temete, ho memorizzato il percorso mentre venivamo qui, e sono in grado di ritornare alle cucine anche senza che dobbiate farmi da guida." aggiunse poi, augurandosi di convincere così Anya a lasciarla da sola. A quel punto Olivia attese la reazione della donna, sperando che se ne andasse senza fare tante storie. Nel caso in cui la donna se ne fosse andata, la ragazza avrebbe recuperato il vassoio con le creme dal tavolo. All'inizio era stata ansiosa di sbarazzarsene, ma pensandoci meglio, forse poteva usarlo per indagare in giro senza destare sospetti: avrebbe infatti cercato di individuare con lo sguardo ogni singola persona vestita di nero presente nella sala (a cominciare ovviamente dai nobili ospiti, per poi passare in un secondo tempo ad eventuali domestici), dopodiché si sarebbe avvicinata col vassoio in mano ad ognuno di loro col pretesto di domandare se gradissero una delle creme (nel caso in cui si trattasse di un domestico e non di un nobile, avrebbe chiesto dove doveva poggiare il vassoio, fingendo di non aver visto il tavolo), sfruttando al contempo la vicinanza per esaminare la persona in questione alla ricerca di emanazioni di yoki o odori riconducibili ad uno Yoma. Non era certa che la figura che aveva visto uscire dalla sala fosse la stessa da cui aveva percepito l'emanazione di yoki, quindi tanto valeva iniziare l'indagine cominciando con le persone che erano nelle vicinanze... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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28-03-2013, 08:37 PM
Messaggio: #44
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Aha! Dai che ce l'ho fatta. Aspetta, che diamine è questa cosa morbida? Oh, be', non credo che sia importante. Poggio il piede e sento qualcosa di strano, una specie di... di... quel rumore che fanno i dannati topi, insomma. E il Signor Baffo pare tremare. Comincio a pensare che ci sia qualcosa che non va quando la cosa morbida comincia a muoversi. Va bene, c'è decisamente qualcosa che non torna. Guardo giù e allora capisco: gli ho pestato un piede. Ecco, lo sapevo. La coordinazione non è mai stata il mio forte. Oh, be', comunque non avevo intenzione di continuare così. Tanto per non peggiorare le cose e per lasciare che se ne vada, dato che so che non dev'essere stata una bella esperienza, alzo il piede con un "ops" e qualche borbottio che dovrebbe assomigliare a una scusa ma in realtà mi viene più naturale farlo sembrare un insulto. Non so perché, a quel punto lui si da la colpa da solo, ma magari è pure vero, che ne so, e se ne va zoppicando appoggiandosi a un vecchietto. Per un momento resto lì impalata senza sapere cosa fare. Sono sollevata di essermi liberata di quel tizio, e non oso immaginare la scenata che mi avrebbe fatto una di quelle puttane se avessi provato a combattere con lei, però adesso che cazzo faccio...? Poco dopo c'è un urlo pazzesco, e ho la netta sensazione di sapere chi è che urla così. La gente comincia a ridere, e in effetti è piuttosto divertente che il capo di tutti loro si sia fatto battere da un piede calpestato. All'inizio cerco di trattenermi, ma non c'è niente da fare: ora che ci penso, è davvero troppo divertente. Scoppio a ridere anch'io, probabilmente più forte di chiunque altro, tenendomi la pancia e buttando indietro la testa, cercando però di fermarmi quando lo fanno gli altri per non esagerare. In fondo, a quanto ho capito, forse è meglio non prendere troppo per il culo il Signor Baffo. Però davvero... haha... sconfitto da un pestone. Questa me la ricorderò... forse dovrei dedicarci una treccia, ma è stato veramente quasi troppo facile. Nah, lo sfiderò sul serio e lo batterò come si deve, e poi avrò la mia treccia, da aggiungere a quella per lo Yoma. Ora che ci penso... dov'è Olivia? Appena smetto di ridere mi metto a cercarla, prima con gli occhi e poi, se non c'è niente a fermarmi, anche con tutto il resto. Mi serve, quella bambolina, dannazione. Io non ho trovato un cazzo finora, ma magari lei ha avuto culo. Speriamo.... Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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30-03-2013, 03:02 PM
Messaggio: #45
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
«Oh, immaginavo una simile incombenza data la situazione, cara.» le sorrise Anya con fare complice «Ti aspetterò in cucina, allora.»
Fu così che Olivia si trovò libera di girare le creme tra gli aristocratici astanti, pur ottenendo poca attenzione - i più erano ancora impegnati a ridere o chiacchierare del divertente incidente -; la Guerriera, guardandosi intorno, dovette notare che gli invitati erano tutti vestiti in modo variopinto, mentre (forse non a caso) la servitù vestiva tutta un bel completo colore nero, tinta unita. Eppure, ogniqualvolta avesse cercato di avvicinarsi a ognuno di loro, non avrebbe Percepito alcuno Yoki; e nessuno, fra l'altro sarebbe più andato o giunto dalla sinistra dell'atrio. Presto o tardi, comunque, Olivia finì per forza col ritrovarsi faccia a faccia con la sua compagna di missione, la ben poco aristocratica - malgrado gli sforzi - Andrea. E pure Andrea vide lei. Nel mentre, rosso in volto e ansimante, il Conte rientrò zoppicando tra le risa soffocate dei presenti, e gli vennero offerti una sedia e del vino vicino all'atrio, e lui li accettò entrambi. Turnazione invariata |
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01-04-2013, 10:31 PM
Messaggio: #46
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Fortunatamente Anya non fece storie, anzi, le sorrise con fare complice e le disse che l'avrebbe attesa in cucina. Ottimo. Olivia, rimasta da sola, poté quindi mettere in atto il suo proposito, e si aggirò tra la folla che gremiva la grande sala armata del vassoio con le creme. Gran parte degli augusti ospiti erano in altre faccende affaccendati (principalmente occupati a scambiarsi commenti divertiti sull'incidente appena capitato al padrone di casa) e le dedicarono ben poca attenzione, ma ciò non impedì alla ragazza di esaminarli comunque uno per uno, arrivando così ad appurare che no, lo Yoma non era tra loro. Inoltre, durante il suo giro la guerriera non poté fare a meno di notare un particolare: pressoché tutti i nobili invitati indossavano abiti multicolori, e le uniche persone a vestire abiti di colore nero erano... i domestici, come lei. Questo significa che lo yoki che ho percepito prima proveniva da un membro della servitù? Si chiese la ragazza. Se ciò era vero, avrebbe significato restringere ulteriormente il campo della ricerca. Ad un certo punto, Olivia, nel suo girovagare, si imbatté nella compagna, Andrea. "Ah, Padrona..., gradite una crema?" Chiese la ragazza, avvicinandosi e mostrandole il vassoio che reggeva tra le mani. "Ho individuato una traccia dello Yoma, e la sto seguendo... ti informerò appena l'avrò trovato..." aggiunse subito dopo, questa volta sussurrando a bassa voce per essere sicura che solo Andrea potesse sentirla. In un primo momento la ragazza aveva deciso di non dire nulla alla corpulenta compagna (non prima di essere riuscita a scovare il demone, almeno), ma dato che ora ce l'aveva a due passi, decise che tanto valeva dirle qualcosa. Olivia a quel punto attese una eventuale replica di Andrea, dopodiché si sarebbe diretta verso l'atrio dove aveva intravisto infilarsi la figura misteriosa in precedenza. Dato che aveva appena appurato che lo Yoma non era nella sala, la possibilità che la figura misteriosa che aveva intravisto entrare nell'atrio fosse effettivamente la fonte dell'emanazione di yoki, e cioè lo Yoma, si era fatta molto molto più elevata.... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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02-04-2013, 11:15 AM
Messaggio: #47
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato No... no... no... sì... ah no, era solo una che ci somiglia. Ma dove è andata a cacciarsi quella troietta? Mi guardo intorno per un bel pezzo senza trovare Olivia, e alla fine decido che è venuto il momento di andarla a cercare. Proprio in quel momento sento una vocina venire da sotto di me e abbasso lo sguardo. Eccola là! Ma come cazzo c'è arrivata? Non importa. Cosa? Creme? Ma chi se ne fotte delle creme... però... ne afferro una, così, tanto per far finta di mangiarla. Dopotutto, Hayez mica ci ha dato niente durante il viaggio, o se ci ha dato qualcosa io dormivo e lei non ha offerto. Quindi perché no? Intanto mi abbasso per vederle meglio e lei subito mi dice qualcos'altro, qualcosa di... be', di decisamente meglio. L'hai trovato? No? Be', sbrigati, allora. Non mi accorgo che sta sussurrando e parlo ad alta voce, ignorando completamente tutti gli altri. Anzi, quasi urlo, dato che la cosa mi da un certo fastidio. Mi vieni a dire che non sei riuscita a trovare nulla? Una traccia, va bene, ma mi aspettavo di meglio... oh, be', è sempre un punto di partenza. Devo venire a cercarlo anch'io? Aggiungo dopo aver ingoiato la pasta, per la verità non poi così schifosa. La pillola era peggio. Aspetto che la bambolina mi risponda, ma sono già pronta a partire a passo di carica in qualsiasi direzione mi sembri quella giusta. Mi sono decisamente stufata di aspettare. Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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02-04-2013, 12:08 PM
Messaggio: #48
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Gli invitati non fecero caso a Olivia e Andrea che passarono per il corridoio, la prima che, involontariamente, guidava la seconda verso l'angolo dell'atrio in cui aveva visto sparire il lembo di veste nera.
Raggiunto il luogo, le due Guerriere guardarono a sinistra, e scoprirono che lì c'era una scala che portava, cosa singolare, a una sola porta situata al piano di sopra. «E' l'ingresso posteriore per i miei appartamenti privati.» A dirlo alle loro spalle, con un filo di voce, fu nientemeno che il Conte in persona - come scoprirono non appena si voltarono; l'uomo, sorretto dal fido Armand - che no, neanche lui emanava Yoki - si era evidentemente trascinato fin da loro notando la curiosità per la rampa comitale. «Sarebbe mio piacere mostrarveli, Mademoiselle.» proseguì l'aristocratico parlando alla sola Andrea - una domestica come Olivia aveva la stessa presenza d'un soprammobile, ai suoi occhi - «Temo però che non mi sia possibile: è l'unico luogo tradizionalmente vietato agli ospiti, nonché chiuso a chiave, chiave che solo i miei domestici personali possiedono. Posso farmi perdonare lo sgarbo in qualche modo?» Turnazione: Hotenshi Sir_Alric |
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02-04-2013, 08:59 PM
Messaggio: #49
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Oh, bene, ora manco si degna di rispondermi! Be', l'importante è che sia partita verso quello che dovrebbe essere il posto dove ha visto lo Yoma. Sentito. Percepito. Quello che è. Insomma, la seguo. E nessuno sembra farci caso. Be', tanto meglio. Vediamo, dove cazzo stiamo andando...? Oh, un corridoio. Arrivo e prima che possa chiedere qualcosa Olivia si gira a sinistra. Guardo anch'io e ci sono delle scale e una porta. Una sola. Di là? Dico alla bambolina, ma, manco a dirlo, non ho il tempo per sentire la risposta che qualcuno ci interrompe. Quel qualcuno sarebbe poi il Signor Baffo, che con un giro assurdo di paroloni ci dice... uh... che non possiamo entrare. Bene. Ora mi sono francamente scassata. Dato che parla con me, credo, mi avvicino e lo sovrasto. Poi lo guardo dall'alto in basso. Io lì ci entro. Con la chiave, o senza. Chiaro? Mentre parlo faccio scrocchiare il mio collo. Due volte. Di solito funziona. Vediamo quante palle ha 'sto tizio. Se non mi dà la chiave, mi basterà mantenere la promessa e sfondare quella cazzo di porta. Ho fatto la brava fin troppo a lungo. Ora basta. Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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05-04-2013, 09:26 PM
Messaggio: #50
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Oh, no, qui si mette male... Tutto ad un tratto, la situazione aveva preso davvero (e tra l'altro, inspiegabilmente) una piega infelice. Olivia aveva deciso di informare Andrea dei suoi progressi nella ricerca dello Yoma perché sperava in cuor suo che l'energumena, venendo a conoscenza che le cose stavano procedendo nella giusta direzione, si desse una regolata e comprendesse la necessità di starsene buona ancora per un pò, possibilmente senza causare altri incidenti che potevano metterne a rischio la copertura (come quello di cui era stato vittima il Conte Aloysius poco prima). Tutto qui, voleva soltanto dirle di non fare casini e di lasciarla lavorare. E invece, cos'era successo? Che non solo Andrea aveva deciso di seguirla, senza che lei glie lo avesse mai chiesto, nell'atrio adiacente alla sala da ballo (e per fortuna che gli altri ospiti erano troppo occupati a conversare tra di loro per far caso a loro due) dove la ragazza aveva in precedenza visto sparire la misteriosa figura vestita di nero che ora sospettava essere lo Yoma, ma una volta lì, scoperto che l'atrio in questione terminava sulla sinistra con una rampa di scale in cima alla quale si trovava una porta chiusa a chiave (la quale porta conduceva agli appartamenti privati del Conte, come confermato dallo stesso padrone di casa, il quale si era nel frattempo avvicinato alle due guerriere perché incuriosito dal loro comportamento), l'energumena non aveva saputo fare di meglio che minacciare in modo abbastanza esplicito il Conte di buttargli giù la porta se non glie l'avesse aperta! Ma perché Hayez ha voluto a tutti i costi mandare lei a fare una missione sotto copertura?? Era evidente che non era all'altezza del compito! Pensò Olivia, frustrata, ritrovandosi a rimuginare le stesse cose che aveva pensato appena aveva incontrato Andrea a Staph, e che purtroppo erano state confermate in pieno. "Capitano, vi prego di mantenere la calma! Ricordate che cosa ci ha raccomandato il Padrone prima che venissimo qui?" disse Olivia alla compagna, sperando così di indurla a più miti consigli (In questo caso "il Padrone" era riferito ad Hayez. Ma quell'ammasso di muscoli, ci sarebbe arrivata a capirlo?). "Mio Signore, perdonate la mia impudenza, ma siete proprio sicuro di non poter fare uno strappo alla regola? Mademoiselle Andrea ci tiene davvero tanto a visitare i vostri appartamenti..." aggiunse poi subito dopo in tono decisamente imbarazzato, rivolta questa volta al Conte Aloysius, in un disperato tentativo di rimediare al danno. In quel momento, Olivia non si fermò nemmeno a riflettere sulla nuova informazione di cui era venuta in possesso (ovvero che solo i domestici personali del Conte avevano accesso ai suoi appartamenti, il che lasciava dunque supporre che la figura misteriosa fosse uno di loro): era troppo impegnata a cercare di impedire ad Andrea di mandare all'aria la missione... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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06-04-2013, 11:06 PM
Messaggio: #51
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Prevedibilmente, la prima reazione del Conte alla... richiesta di Andrea fu d'incredula indignazione.
«Santi numi! Se voi insinuate che...» Non che fosse palese cosa stesse insinuando Andrea, ma il Conte non proseguì: Olivia era infatti giunta vocalmente in soccorso alla "padrona", al che il padrone di casa la ascoltò scettico, quindi tacque un pò arricciando la bocca a cul di gallina, e... «A parte che vorrei rammentarle che questa casa non è un accampamento militare, Mademoiselle.» puntualizzò il Conte, ancora stizzito per le minacce della Tourier de la Varalle «Un favore a lei sola contrarierebbe gli altri ospiti, ma qualcosa tipo un premio per un gioco... pourquoi non? Mi stavo giusto chiedendo come rallegrare la festa...» Con una strana luce negli occhi, il nobile alzò la testa per guardare bene Andrea in faccia. «Un gioco per persone au pair come noi, ovviamente: una partita a carte. Una bella gara tra tutti gli invitati, una partita particulaire, basata sul ben dell'intelletto, il cui vincitore potrà chiedermi QUALUNQUE COSA desideri. E... Oh, oui, ogni giocatore potrà tenersi al fianco un servitore che... ne valorizzi le capacità cognitive. Che ne dite?» Chissà se Andrea avrebbe riconosciuto nell'uso del servitore una frecciata al suo non proprio acuto intelletto. Ad ogni modo, ora avevano un metodo alternativo per raggiungere quella stanza. Sempre che non volessero optare per altro. Turnazione: Sir_Alric Hotenshi turnazione capovolta perché, beh... voglio dare una speranza alla pace, ecco. |
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09-04-2013, 06:56 PM
Messaggio: #52
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato""Questa è... un'idea davvero eccellente, mio Signore. Sono certa che gli illustri ospiti qui presenti ne saranno entusiasti." rispose Olivia complimentandosi con il Conte per la sua idea (con l'ovvio intento di rabbonirlo), incurante del fatto che la domanda del nobiluomo fosse stata rivolta ad Andrea e non certo a lei: tanto a quel punto, dopo che l'energumena si era permessa di minacciare apertamente il padrone di casa di sfondargli la porta dei suoi appartamenti privati, la sua inosservanza dell'etichetta sarebbe dovuta sembrare ben poca cosa, al confronto. E poi ormai aveva capito che ogni volta che la compagna apriva bocca faceva solo dei danni, quindi era quanto mai opportuno che fosse lei a prendere in mano la situazione, o quantomeno a provarci. "Padrona, credo che dovreste accettare l'offerta. Se doveste vincere, sono certa che Sua Signoria sarebbe ben lieto di esaudire la vostra richiesta e di mostrarvi i suoi appartamenti..." disse infatti Olivia subito dopo, questa volta rivolta ad Andrea "...e poi sembra interessante: per raggiungere l'obbiettivo, dovrete prima sconfiggere tutti i vostri avversari proprio come su di un campo di battaglia, penso che vi divertirete." aggiunse la ragazza, nel tentativo di suscitare nella compagna una barlume di interesse per la proposta del Conte, con la speranza che servisse a farla desistere dai suoi propositi demolitori. Ci sarebbe riuscita? Difficile dirlo, certo era che la loro copertura era appesa ad un filo, e tutto dipendeva dalla reazione che avrebbe avuto Andrea. Spero solo che questo ammasso di muscoli non fraintenda le mie parole e non cominci a prendere a pugni gli ospiti pensando che se li stende tutti allora ha vinto e ha diritto al premio. Considerato il tipo, non posso dire che me ne stupirei, ma se accadesse sarebbe un vero disastro... pensò Olivia, preoccupata, mentre attendeva la risposta della compagna. Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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09-04-2013, 09:05 PM
Messaggio: #53
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Allora, premessa: non ci ho capito un cazzo. Inutile dirlo? Forse, ma vorrei chiarire che stavolta proprio credo di essermi persa da qualche parte del discorso. Non parliamo delle parole usate, figuriamoci se ci capisco qualcosa di quelle. Ma avessi almeno capito cosa cazzo ha proposto il Signor Baffo... andiamo con ordine. Prima mi fa una faccia schifata, sembra che si stia incazzando. Perfetto, gli do una batosta e entro! No, invece: Olivia deve mettersi in mezzo, fermandomi appena in tempo per farmi ricordare che è meglio se non massacro un umano. Poi dice che voglio tanto tanto entrare in quella fottuta stanza. Manco fossi una bambina capricciosa, ma è vero e quindi annuisco. Allora l'altro parla di qualcosa come "acciullamenti velleitari" o qualcosa del genere, e io preferisco fare scena muta. Poi dice qualcos'altro, di cui capisco più o meno solo "premio" e "gioco". Sto per proporre il mio gioco preferito, la lotta ovviamente, ma vengo fermata di nuovo. EBBASTA, mi sto stufando. Allora, dopo questo non ci ho capito più niente. Sono più o meno arrivata alla conclusione che ha proposto lui qualcosa, qualcosa che si basa su... uh... "carte"? Che diamine significa? E' uno stile di lotta. No, però ha detto anche qualcosa sul "cappelletto"... che cazzo significa? Non ci capisco niente. L'unica cosa che mi è chiara è che potrò tenermi al fianco per qualche motivo Olivia. Ben venga, dato che dovrà spiegarmi parecchia roba. Sembra però che lei si sia calata troppo nella parte della troietta e ora parla tutto strano... be', dice che devo accettare, però. E dato che lei sembra aver capito tutto, o almeno ben più di me, dico al Signor Baffo che accetto. Uh... va bene. Sì, ecco, meglio se non dico proprio nient'altro. Aspetta, ho capito un'altra cosa: se vinco a... be', qualsiasi cosa sia questa roba, potrò entrare. Ehm, grazie tante, ma lo Yoma potrebbe essere scappato chissà dove nel frattempo. Dovremmo andare ORA, porca miseria! Lo dico ad Olivia sottovoce, cercando di non farmi sentire dal Signor Baffo: Olivia, cazzo, se lo Yoma è lì dobbiamo seguirlo ORA. Poi però torno a dare la faccia sorridendo al tizio là. Il sorriso perché la bambolina m'ha detto che bisogna battere gli avversari e si vince, come su un... campo di battaglia, sì. Insomma, dovrebbe essere una cosa che mi piace. Anche se non ho capito COS'E'. Ma dettagli. Provo a fare qualcosa di gentile, per una volta, perché il Signor Baffo sembra davvero averla presa male. Ehm... scusatemi per prima. Parlo a lui E al vecchietto che gli sta dietro. Non so perché, ma dopotutto ho urlato anche contro di lui. "Prima" vuol dire sia "la minaccia" che "il piede". Capisci quello che vuoi, a me non interessa. Vincer... ahem, parteciperò al vostro gioco. Con calma, non so nemmeno cosa sia. Però in qualche modo vincerò, non è che possa fare altro. Sennò credo che butterò giù quella porta. Se trovo un attimo per dire una cosa alla bambolina, poi, le dico: Meglio se mi spieghi che cazzo dobbiamo fare, che non c'ho capito niente. E speriamo che non mi faccia incazzare. Citazione: Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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12-04-2013, 12:29 AM
Messaggio: #54
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Il Conte, chiaramente contento d'aver trovato il modo d'imbrigliare la sua problematica ma chiacchierata ospite, annuì signorile e accettò le scuse di buon grado.
«Oh, cose che capitano, non si preoccupi, mon Capitaine. Ho un bel tavolo da gioco proprio per le feste, laggiù verso il retro della mia proprietà: appronterò tutto in men che non si dica, il tempo d'ordinare alla servitù di preparare il gioco ed avvisare gli altri nostri pari. Ci raggiunga quando vuole: è la più grande sala che ho, la troverà di sicuro.» Soddisfatto, il Conte quindi zoppicò via nella direzione dove aveva detto ci fosse la sala suddetta. Olivia e Andrea erano ora a distanza dalle orecchie indiscrete. Turnazione invariata |
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14-04-2013, 07:48 PM
Messaggio: #55
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Non appena il Conte ed il suo attempato servitore si furono allontanati, Olivia poté fare un sospiro di sollievo: in qualche modo era riuscita ad evitare che la situazione degenerasse, almeno per il momento. "Va bene, visto che dici di non aver capito niente, cercherò di spiegarti quello che è successo nel modo più semplice possibile." disse la ragazza, rispondendo ad Andrea che le aveva chiesto delucidazioni. "Forse lo Yoma è entrato là dentro..." spiegò, indicando con l'indice della mano sinistra la porta degli appartamenti del Conte, quella appena salvatasi da una fine ingloriosa "...quindi dobbiamo entrare lì dentro anche noi per vedere se il bastardo c'è davvero oppure no. Tuttavia, non possiamo entrare con la forza, perché se succede che noi sfondiamo la porta e poi salta fuori che lo Yoma non c'è, siamo fottute. Prima di iniziare a spaccare tutto e far sapere a questa gente chi siamo veramente, dobbiamo essere assolutamente certe di aver trovato quello Yoma del cazzo, altrimenti la missione va a puttane. E' chiaro fin qui?" chiese la ragazza. Non era una domanda retorica, la sua, si stava davvero chiedendo se la compagna stesse capendo quello che diceva. Ciò nonostante, continuò senza attendere una risposta dell'energumena. "Ora, il Conte Aloysius..." si fermò di colpo, pensando che probabilmente Andrea non aveva la minima idea di chi fosse il Conte Aloysius, ragione per cui corresse immediatamente il tiro "...voglio dire, il tizio di prima, ha detto che ci farà entrare lì dentro, ma solo se vinciamo la partita a carte che sta organizzando assieme ai suoi amici. Quindi noi adesso dobbiamo partecipare a questo cavolo di gioco, e vincere, hai capito?" non era proprio quello che aveva detto il padrone di casa, ma non era il caso di stare troppo a sottilizzare. "Ah, il tizio ha anche detto che io posso stare vicina a te per aiutarti, quindi non dovrai giocare da sola, non preoccuparti." aggiunse la ragazza, che poi concluse dicendo: "E nel caso tu te lo stessi domandando, non abbiamo nessuna fretta. Finché lo Yoma crede di essere in mezzo a persone normali, non ha alcun motivo per scappare da nessuna parte." A quel punto Olivia tacque, e fissò Andrea in silenzio attendendo la sua reazione. Avrà capito quello che le ho detto? Si domandò la ragazza, perplessa. Aveva volutamente omesso di fare la spiegazione dettagliata, limitandosi a dire le cose essenziali, ed aveva persino usato un linguaggio rozzo nella speranza che risultasse di più facile comprensione per la compagna. Ma era riuscita a spiegarsi? All'energumena l'ardua sentenza... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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16-04-2013, 12:08 PM
Messaggio: #56
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Dunque... più o meno stavolta sono riuscita a capire tutto. Insomma, va a fare qualche preparativo e possiamo andare lì quando vogliamo. E' la stanza più grande di tutte... uh, perché questa qua non era la più grande? Porca miseria, in questo posto la mia intera casa ci stava un sacco di volte, e ora mi dice che non è la stanza più grande? Ma si fotta. C'avessi vissuto io qua, penso che non sarei finita a girare con una stupida bambolina vigliacca per posti che manco so quanto grandi siano. Aspetta... no, che schifo. Potevo essere io la bambolina. Ah, dannazione, molto meglio così. A proposito di bamboline: appena il Signor Baffo si allontana e io riesco a chiederle aiuto, anche se non è che ne abbia voglia, lei incredibilmente mi risponde... e mi risponde nella mia lingua! Cioè, dico, riesco a capire quello che sta dicendo! Primo: avevo ragione. Dobbiamo scoprire se il bastardo s'è nascosto là dentro. Manco il tempo di ripetere che allora dobbiamo entrare subito che mi interrompe dicendo che non possiamo buttar giù la porta. Non ho ancora capito perché, ma lei forse sì. Metto il broncio ma continuo ad ascoltarla. Quando finalmente mi chiede se ho capito tutto sono felicissima di poterle dire di sì. Riassumendo, o sappiamo che lo Yoma è lì dentro e lo andiamo a prendere o no e non lo andiamo a prendere. Semplice. Solo che... bo, vabbe'. Tanto il tempo di chiedere qualcosa non me lo da 'sta troia. Va bene, dai, almeno ha capito che deve parlare in una maniera decente. Comincia a piacermi, soprattutto dato il numero di "parolacce", come le chiamano, che ha preso a dire. Mi sento quasi fiera di lei. Insomma, dobbiamo vincere a 'sto gioco del cazzo e possiamo entrare. Bene, l'avevo capito. Non ho ancora capito che gioco è, ma sembra che non gliene freghi niente a nessuno, basta vincere. E poi dice che mi starà vicino e di non preoccuparmi, cosa che mi fa un po' incazzare e un po' pensare che non è il tipo di gioco che piace a me. Ho una sfiga pazzesca ultimamente. Vabbe', tanto dice che non abbiamo fretta. Io veramente vorrei uscire da 'sto posto schifoso prima possibile, ma non importa. A 'sto punto sta zitta e io annuisco lentamente. Va bene, capito tutto. Non so ancora che cazzo sia una carta da gioco, ma magari lo scopro dopo. Andiamo? Lei non avrà fretta, ma io voglio star qua meno tempo possibile. Quindi prima cominciamo, prima finiamo e meglio è per tutti. Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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20-04-2013, 05:55 PM
Messaggio: #57
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Spoiler (Click to View) Riuscita Olivia a convincere Andrea, avendo messo in comune la strategia le due Guerriere s'avviarono in cerca della sala da gioco di cui il Conte aveva accennato; la trovarono senza vere difficoltà dopo un paio di minuti: era in effetti il luogo verso cui convergeva la parte meridionale della villa. Quando vi entrarono, Andrea e Olivia si trovarono in un ampissimo salone dominato da tavoli e sedie su cui campeggiavano scacchiere, carte da gioco, libri, strani oggetti in legno, sfere d'avorio e un bel pò d'altre cose che avevano un solo comune denominatore: il gioco. Trovarono facilmente il Conte, che alzò un braccio verso di loro seduto ad un ampio tavolo che ospitava una decina d'aristocratici, e in piedi altrettanti servi in livrea ad accompagnarli; c'era una sola sedia libera, in chiara attesa di Andrea. «Finallement!» esordì giulivo il Conte «Ben arrivata, mon capitaine: accomodatevi, accomodatevi! Ora che ci siamo tutti, possiamo giocare: infatti molti han preferito rimanere di là, quelle damnàge. V'illusterò subito il gioco... ma prima, le presentazioni. Signori, il Capitano Andrea Tourier de la Varalle.» disse allora il padrone di casa indicando Andrea «Il Marchese Louis Aubert de Maintegnac.» e indicò un uomo magro coi capelli e baffi castani, sulla quarantina «Mademoiselle Henriette de Montmartre, mia cugina.» presentò una ragazza minuta dai capelli biondo oro «Suo padre, mio zio il Generale Maurice Julien de Montmartre, Comandante in Capo delle mie milizie.» e indicò un signore in età calvo e dalla rada barba bianca «Madame Jeanne Lamant, vedova del Colonnello Terènce Lamant, di cui ci è cara la memoria.» un imponente donnone piumato abbassò il capo signorilmente «Il Barone Claude Lieux de Hierarque-Arroise.» un uomo di mezza età dai capelli neri striati di grigio fu indicato «Sua moglie, la Baronessa Amalìe.» una bella donna coetanea al marito sorrise «... E infine il mio caro amico, il Duca Hayez Pyse Lòn de Françonnaise.» Hayez Pyse Lòn de Françonnaise? Hayez Pyse Lòn? Hayez? Hayez? L'uomo che il Conte indicò - e che gli stava al fianco - era un trentenne sorridente e impomatato, vestito con un abito nero di sartoria e una rosa rossa all'occhiello. Era senza occhiali, e i suoi occhi erano neri come i capelli, ma a mettergli il pince-nez... ERA LUI!!!!! Che diamine ci faceva Hayez tra gli invitati?!? Gli era davvero bastato cambiarsi d'abito e togliersi gli occhialini per passare per tutt'altra persona?!? E poi... il mio caro amico?!?! Difficile prevedere che stesse ora passando per la testa di Olivia e Andrea, ma in quella provvidenzialmente si chinò su di loro un uomo in livrea nera, che sussurrò ad entrambe: «... Tranquille, siamo qua per aiutarvi.» Di certo interdette, le due Guerriere poterono poi osservare il tizio - un uomo dai capelli castano vivido raccolti da un fiocco rosso e baffi e pizzetto - fare il giro del tavolo per poi assestarsi alle spalle di Hayez. Alle spalle di Hayez... Togli baffi e pizzetto, scurisci i capelli, mettigli un bel mantello con cappuccio... Era Brera. Inutile stupirsi, ormai. «Très bien: le regole, ora!» esclamò contento - e ignaro - il Conte «Useremo, dato che siamo esattamente in dieci, un solo seme di carte, una carta a testa: l'obiettivo sarà accumulare tutte le carte. Come? Ebbene... Con un indovinello! Ognuno di noi, a turno, potrà fare un indovinello a qualcun altro: se questi non lo indovina, la carta di questi sarà sua; altrimenti, sarà lui a perdere la sua carta. Ovviamente, se uno è senza carte può fare comunque indovinelli, ma non avrà certo carte da dare se l'altro indovina! Chiaro, no? Armand, distribuisci le carte.» Il maggiordomo del Conte eseguì, e ogni giocatore ebbe la sua carta: Andrea ricevette il due di denari. «Come già detto, il vincitore potrà chiedermi qualunque cosa!» ricordò sornione il Conte, che tirò quindi due dadi «Uhm... Curioso: uno e uno, cioè due. Chi ha il due... Ah, le capitaine! Cominci pure lei, mademoiselle de la Varalle, prego!» Per un colpo di fortuna, era Andrea a poter iniziare il gioco. Turnazione invariata per favore, mettete la soluzione degli indovinelli nel post: deciderò se gli NPC li sanno o meno in base alla loro arguzia, non alla mia Spoiler (Click to View) |
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23-04-2013, 04:12 PM
Messaggio: #58
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Ha capito sul serio quello che le ho detto? Pensò Olivia, piacevolmente sorpresa. Ormai si era convinta che Andrea fosse un caso disperato, e pertanto si era già preparata mentalmente a dover constatare il fallimento del suo tentativo di spiegazione. E invece l'energumena stavolta pareva aver capito tutto. Miracolo. Forse è perché le ho parlato in modo rozzo? Si chiese allora la ragazza. Sì, doveva essere per quello, non c'era altra spiegazione. In questo caso, vorrà dire che d'ora in poi dovrò ricordarmi di usare un linguaggio da bettola dei bassifondi quando parlo con lei, altrimenti è una perdita di tempo. Decise Olivia, prima di mettersi in marcia insieme alla compagna per raggiungere la sala menzionata dal Conte. Non fu difficile trovare il posto, dato che, come aveva detto il padrone di casa, era effettivamente la sala più grande dell'intera villa. Una enorme sala da gioco, per la precisione. Le due Guerriere raggiunsero il tavolo attorno al quale già si trovavano il Conte Aloysius insieme ad altri sette dei suoi nobili ospiti (con relativi servitori al seguito) e presero posizione: Andrea si sedette al posto lasciato libero appositamente per lei, mentre Olivia rimase ovviamente in piedi come gli altri servi, rigorosamente alle spalle della sua "Padrona". A quel punto, il Conte decise che come prima cosa andavano fatte le presentazioni, e si mise così ad introdurre uno per uno i nobili ospiti che avevano accettato di partecipare a questo suo gioco. Quando giunse all'ultimo, presentato dal padrone di casa come il suo "caro amico" Duca Hayez Pyse Lòn de Françonnaise, ad Olivia bastò fissarlo per qualche istante per realizzare che quell'uomo non era, per qualche bizzarro scherzo del destino, un semplice omonimo di Hayez. Era proprio lui! L'Abito che indossava era diverso da quello con cui era arrivato, e non portava i suoi occhialini, ma non poteva esistere il minimo dubbio sul fatto che quello fosse davvero l'Uomo in Nero. EEEEEHHH??!! Come accidenti... Che ci fa lui tra gli invitati?! E poi che significa "caro amico"? Come diavolo fa ad essere amico del Conte? Pensò la ragazza, totalmente spiazzata da quella scoperta imprevista. Beh, questa proprio non se la aspettava. Per fortuna però, Olivia ebbe abbastanza presenza di spirito da riuscire ad esercitare un notevole autocontrollo e dissimulare così in qualche modo la sua grande sorpresa. Questo le permise di mantenere un'espressione facciale adeguata a quello che era il ruolo che stava recitando: certo, non le riuscì di restare proprio impassibile, sarebbe stato pretendere troppo, ma almeno evitò di restare a bocca aperta davanti a tutti. Proprio in quella, un uomo in livrea nera si avvicinò alle due guerriere a sussurrò loro di stare tranquille, perché erano li per aiutarle. Era Brera, l'assistente di Hayez. Pure lui aveva un aspetto leggermente diverso dal solito, ma che fosse Brera era fuor di dubbio. Inutile stupirsi, ormai. In effetti mi ero chiesta che fine avessero fatto quei due, ma ero convinta che ci stessero tenendo d'occhio a distanza, da qualche parte. Non mi sarei mai aspettata che intervenissero in un modo così diretto... Comunque, ha detto che sono qua per aiutarci uhm? Mi domando in che modo intendano farlo... pensò la ragazza. A quel punto, il Conte Aloysius passò ad illustrare le regole del gioco, e Olivia sentì un brivido gelido correrle lungo la schiena quando capì che quella che il padrone di casa aveva in mente non era propriamente una partita a carte, quanto piuttosto una gara di indovinelli. Grazie al cielo che i servi potevano stare accanto ai padroni per consigliarli! In caso contrario, Andrea non avrebbe avuto nessuna speranza. "Ok, sta a sentire. Per vincere questo cazzo di gioco dobbiamo riuscire a prendere tutte le carte.... queste robe qui..." disse Olivia, sussurrando all'orecchio di Andrea e indicandole la carta (il due di denari) che il maggiordomo del Conte le aveva dato. La ragazza presumeva che l'energumena si fosse persa nel fiume di parole del Conte e non avesse capito niente (tanto per cambiare), perciò decise di spiegarle in poche e semplici parole quello che avrebbero dovuto fare. "... per prendere una carta dobbiamo fare un indovinello... una domanda difficile, al tizio che la possiede. Se il tizio non sa rispondere alla domanda, la carta è nostra. Ovviamente, anche loro proveranno a fregarsi la nostra carta con delle domande difficili, quindi dobbiamo stare attente. In sostanza, chi da più risposte esatte, vince." spiegò la ragazza, che poi aggiunse "Se non hai capito non importa, basta che ripeti quello che ti dico io, d'accordo?" Chissà se Andrea era riuscita a seguirla? Boh. In ogni caso, finché avesse dato retta a lei, avevano qualche possibilità di farcela. Nel frattempo, il conte Aloysius aveva tirato dei dadi e ne era uscito fuori il numero due. Due, come il valore della carta dell'energumena. Toccava dunque proprio ad Andrea iniziare la partita. "D'accordo, tocca a noi. Scegli tu a chi vuoi fare l'indovinello, e poi ripetigli esattamente quello che sto per dirti, parola per parola! Intesi?" Olivia fece una brevissima pausa, per dare il tempo alla mente dell'energumena di afferrare il messaggio (o almeno, questa era la speranza), e poi procedette col sussurrare all'orecchio della compagna l'indovinello che avrebbe dovuto ripetere: "Ho due teste, ma un solo corpo. Più sto ferma, e più veloce corro. Chi sono?"* disse la ragazza, e poi tacque incrociando le dita Ti prego, ripeti quello che ti ho detto senza sbagliare, e speriamo bene... *Soluzione: Spoiler (Click to View) Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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23-04-2013, 08:37 PM
Messaggio: #59
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Bene, Olivia sembra aver detto quello che doveva dire e ora mi segue senza fare storie. Ottimo, di perdere tempo proprio non avevo voglia. Ci mettiamo pure poco a trovare la stanza: cazzo, dire "stanza" non è giusto, questa è tutta una fottuta casa nella casa! Cioè, va bene, da fuori sembrava grande, ma non COSI' grande! Cosa positiva: è come combattere in campo aperto, se non c'è qualche imbecille che si mette in mezzo. Con stanze grandi almeno venti volte la mia casa non avrò il minimo problema a muovermi. Questo è buono. Allora, questo posto è pieno di tavoli con strane robe sopra, tutte incasinate e tutte diverse. Sembra che abbiano un loro ordine, ma io non lo capisco. Non importa, son tutti vuoti meno che uno, e lì sta il Signor Baffo con il suo vecchietto al fianco. Direi che bisogna andare lì, c'è pure una sedia libera... sediamoci. E Olivia può restarsene in piedi, la... come si dice... madamigella - no? - qui sono io, o sbaglio? Bene, e allora mi siedo sulla sedia libera. Sembra che ci siamo tutti, e infatti ecco che il Signor Baffo riparte con le sue parole che non capisco. Almeno, guardandomi intorno, posso vedere con piacere che c'è poca gente. Bene, due volte bene: primo, se qualcuno di loro è lo Yoma, è più facile beccarlo, anche se credo che sia nella stanza chiusa quel bastardo. Secondo, meno gente c'è meno problemi ho io a fare a pezzi tutto se serve. Ma allora... vediamo cosa cazzo sarebbe 'sto "gioco delle carte". Il Signor Baffo intanto dice il mio nome, e io sorrido inebetita abbassando un attimo la testa, più che altro per vedere se sul tavolo c'è qualcosa. Ma niente. Che diamine, le famose "carte" non saranno tavoli? Sarebbe divertente... ma non ho tempo di perdermi a immaginare un gioco coi tavoli: continuano le presentazioni, quello sono. Allora, bastano i nomi, spero. Il Signor Baffo li indica, quindi non devo tirare a indovinare chi è chi. Bene. Vediamo, un altro coi baffi è Louis. Louis. Ci sono. Poi c'è una puttana. Una donna. Una... insomma, una. Henri... Hen... sua cugina. Basta. Quella bionda. Poi uno pelato con la barba, è... bo, suo zio. Del Signor Baffo. Sì, il papà della cugina. Sto già facendo casino. Lo zio pelato. Poi un'altra... be', è troppo grossa e brutta per essere una troia. Comunque uh... Jeanne, credo di farcela. Louis il Baffo, sua-cugina, zio Pelato, Jeanne la... la... cicciona, ecco. Poi uno coi capelli neri, un po' vecchio, Claude. Non è difficile, posso farcela. Un'altra bagascia, Amalìe credo. Sì, Amalìe. Ripassiamo: Louis, la cugina, zio Pelato, Jeanne, Claude, Amalìe. Ci sono. E' andato veloce, ma tutto sommato con i nomi non me la cavo malaccio. Il suo manco si è degnato di ripeterlo, come se dovessi ricordarmelo dopo che l'ho sentito una cazzo di volta sola. Idiota. Ma un attimo... ce n'è un altro. Uno senza barba, con i vestiti neri, i capelli neri, tutto fottutamente nero, troppo nero. E poi, il nome. Hayez. Mi sono girata verso tutti uno alla volta, squadrandoli in fretta e cercando anche di capire con quel poco che ho di Percezione se sono dei bastardi - degli Yoma - loro o i tizi che gli stanno dietro, che figurarsi se quell'ebete del Signor Baffo li presenta. Vabbe', dicevo: nero, nero e ancora nero e... Hayez? Lo guardo meglio, anche perché non ha nessuno a fare il palo dietro: cazzo, è lui! Che ci fa lì Hayez? Come l'ha chiamato il Signor Baffo? Ma chi se ne frega? COSA CAZZO CI FA LI' HAYEZ? Cosa ha in mente quel figlio di... ecco che ne arriva un altro, in nero pure questo: sarà Brera, non sto nemmeno a guardarlo in faccia. Dice che ci vogliono aiutare... bo, può funzionare, ma COME? Neanche il tempo di chiederlo che va dietro ad Hayez. Brera, appunto. Bene, due nomi che posso ricordarmi senza troppe difficoltà... mi basta ricordarmi di non chiamarlo "bastardo". Ora... avvisare Olivia? Non c'è tempo, devo fare attenzione a che dice il Signor Baffo. Capirà da sola, anzi, probabilmente ha capito già tutto. Mica stupida, lei. Spero. Allora, vediamo. Siamo in dieci... dieci? Io, il Signor Baffo, Louis, sua cugina... meglio mettere sua cugina prima, faccio confusione. Io, il Signor Baffo, sua cugina, zio Pelato, Louis, Jeanne, Claude, Amalìe... e, porca miseria, Hayez. Uno, due, tre... cinque... nove. Nove? Uno... quattro... sette... nove. Che imbecille. Anche io ne conto nove qua, se non c'è qualche bastardo che si nasconde dietro il muro siamo in nove. Vabbe', non importa. Cos'è che dobbiamo fare? Abbiamo una di 'ste "carte" a testa e dobbiamo... dobbiamo? Mi sono persa la parola. Credo prenderle tutte, avrebbe senso. E insomma... dobbiamo fare degli... indovinelli? INDOVINELLI? Ma vuole farmi incazzare? E' completamente rimbecillito! Che cazzo di gioco è? Va bene, va bene, devo stare CALMA. Prendo un profondo respiro e intanto mi arriva quella che deve essere una carta. Un maledetto pezzo di carta, proprio, con un disegnetto. Due... uh... cosa sono? Non importa, due specie di cerchietti. Mentre ancora tento di non mettermi a urlare contro la bastardaggine pura del Signor Baffo, questo dice che chi vince gli può chiedere quello che gli pare. Lo sapevo. Sennò mica partecipavo, ebete. Poi... poi in qualche modo decide che comincio io. Ma che... fortuna, eh? Dannazione, non ho la minima idea di che fare. A questo punto, quando sto per rovesciare il tavolo e prendere qualcuno per il collo, arriva Olivia. Non lo sa, ma ha salvato da una brutta fine il Signor Baffo, sua cugina, zio Pelato, Louis, Jeanne, Claude, Amalìe e pure quel bastardo di Hayez. Mi rispiega che dobbiamo prendere tutte le carte - mi sento intelligente, l'avevo capito - e poi tenta di spiegarmi cos'è un indovinello. Ehi, calma. Sarò stupida, ma non fino a 'sto punto! Carina, lo so cos'è un indovinello. Grugnisco in risposta, ma non la fermo. E allora mi rispiega tutto, ma stavolta sembra che abbia capito più o meno tutto: il Signor Baffo ha usato parole decenti, non troppe cose incasinate. Ho imparato perfino quasi tutti i nomi. Va bene, ho capito. Però non sono capace a far 'ste robe. Ovviamente, penso l'avesse già capito. A questo punto scopre che tocca a noi e allora mi dice che devo ripetere tutto quello che dice. Ci sto, ma piano con gli ordini, non sono mica io la schiava qua. Finché mi aiuti però vabbe'. Dopo la serie di mormorii finalmente si decide a dirmi cosa devo dire e io mi guardo intorno... vediamo, a chi cacchio chiedo? Lasciamo perdere Hayez, troppo bastardo. Il Signor Baffo anche, non mi piace. Uhm... prendiamo a casaccio. Diciamo... lo zio Pelato, dai. Gli punto un dito contro e facci direttamente l'indovinello: se c'erano regole per chiedere, me le sono perse. "Ho due teste, ma un solo corpo. Più sto ferma, e più veloce corro. Chi sono?" Dovrei aver fatto giusto. Se stiamo su 'ste parole facili posso dire qualsiasi cosa. Solo... non ho la minima idea di cosa voglia dire. Cioè, non sono mai stata brava con 'ste cose. Chi sarà mai 'sto tizio con due teste? Mah. Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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26-04-2013, 10:11 PM
Messaggio: #60
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Nessuno ebbe da ridire, quando Andrea senza troppe cerimonie indicò l'augusta persona di Sua Eccellenza il Generale Maurice Julien de Montmartre, Alto Ordine di Lautrec, Ordine del Santo di Rabona, Membro della Tavola Grande delle Terre Centrali, Nobiluomo, Difensore della Fede, Gran Cordone di Prima Classe del Cavalleresco Ordine di Gèricault e Cardassyne, e molte altre cose che Andrea - per sua fortuna - non sapeva né aveva bisogno di sapere.
L'aristocratico militare fece un mezzo sorriso e chinò un poco la testa al vedersi scelto, quindi ascoltò tutt'orecchi l'indovinello del supposto Capitano la Varalle; udito, infine aggrottò pensoso le sopracciglia. «Ho due teste...» ripeté sottovoce «Un qualcosa con due teste? Ma correre? Bell'enigma...» Rimase così un minuto buono, borbottando e ragionando, finché... non sospirò, e tese la sua carta ad Andrea. «... Alzo bandiera bianca: mi ha colto in castagna, Capitano. Ma quale sarebbe stata, la risposta?» «La clessidra.» rispose Hayez per le due «So che tutti noi amanti del progresso preferiamo tenerci i moderni orologi meccanici in sala, ma... Pensateci: due teste, se la tenete ferma fa scendere la sabbia più veloce.» Ci fu un coro di ovazioni alla comprensione della cosa, educate risate e complimenti ad Andrea per l'arguzia; poi, il gioco riprese. Il secondo a giocare fu il Conte, che chiese al Marchese (Louis Aubert de Maintegnac, come se Andrea avesse bisogno di controllare) qualcosa su cavalli e fantini, a cui quest'ultimo non seppe rispondere - e la sua carta passò al Signor Baffo; poi toccò a Louis stesso, che scelse il Conte per riprendersi la sua carta - ma fallì. Fu poi il turno di Henriette, che puntò... Andrea. «Capitano la Varalle.» le chiese chioccia la ragazzina «Di che colore era il cavallo Bianco del Conte Azzurro?» «Nero.» rispose acido Louis, il dente avvelenato «"Bianco" era il nome del cavallo. Questo non è un indovinello, mademoiselle de Montmartre.» «Ma come?!?» si scandalizzò subito la ragazza «Lo è, invece!» «Mi accoderei al Marchese.» s'intromise Hayez «Un indovinello è qualcosa che ha gli elementi per essere risolto, e il suo non li aveva affatto.» Henriette arrossì, infuriata, ma suo padre le mise una mano sulla spalla. «E' un gioco, Henriette.» le ricordò burbero il Generale «E tu hai sbagliato: dà la tua carta al Capitano, ti rifarai.» Pur chiaramente contrariata, la ragazza però non rispose, e contrita porse la sua carta ad Andrea: la Guerriera si trovò così con un mazzo di ben tre carte. Poi il gioco riprese: la signora Jeanne indicò il Conte, che dovette capitolare e consegnare il 7 di denari di fronte a un indovinello su pizzi e merletti; toccò poi a Claude, che chiese ad Hayez qualcosa sulla geografia: "Il Teo", rispose ineffabile il nostro, che s'intascò il 5 di denari avversario; fu quindi il turno di Amalie, pure lei che attaccò il Conte chiedendogli di vestiti, ma al sentirsi rispondere "Argento" dovette cedergli la sua carta; Hayez, poi, chiese a Jeanne una cosa sugli occhiali, e alla scena muta della signora ingrassò il suo mazzo col 7 di denari. Fu infine il turno del Generale, Maurice Julien de Montmartre. Che indicò Andrea. «Ho una carta da recuperare.» si giustificò «E una figlia da consolare. E' pronta, Capitano?» Che Andrea fosse pronta o no, il Generale iniziò. «Con buoi rosa ara una terra bianca, spargendo seme nero. Chi è?» Turnazione invariata Spoiler (Click to View) |
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