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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
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07-09-2013, 09:58 PM
Messaggio: #81
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Aloysius de Montmartre, Conte di Gèricault, sbatté gli occhi con amabile espressione confusa quando Andrea fece il suo... beh, titolo; ma non era segno d'intemperanza: la Guerriera certo non lo aveva insultato. Era solo uno dei suoi modi per far capire che stava seguendo.
Quell'espressione comunque svanì presto: ascoltando le parole d'Andrea, il Conte aggrottò le sopracciglia, quindi prese a lisciarsi i baffi mormorando: «Un avere... Un avere...» Ragionò qualche minuto, quindi si decise e buttò lì: «Non ne sono proprio certo, ma potrebbe forse essere... il denaro?» Niente da fare, scoprì subito: era il segreto. Il Conte ammise la sconfitta e passò ad Andrea la carta del 5 di denari, l'ultima in suo possesso, mentre gli altri partecipanti si complimentavano con Andrea. Al che, il gioco riprese. Andrea ora aveva quattro carte, quindi probabilmente sarebbe stata bersagliata. Non fu così. Forse perché era palese che fosse Olivia ad imbeccarla e quindi si preferiva eliminare prima gli avversari veri... fu un assalto ad Hayez, tra quanti ancora avevano una carta. All'inizio il Conte tentò di prendere la carta di Jeanne Lamant, ma la donna risolse il suo enigma e il padrone di casa rimase con un palmo di naso; di seguito, Louis ed Henriette puntarono appunto Hayez, ma il Duca respinse gli indovinelli ai mittenti. Quindi lo interrogò Jeanne stessa, e a lei la soluzione del suo enigma su lana e seta le costò il 6 di denari. La stessa fine fece l'Asso di Amalie, dopo che Claude invece fu respinto da Maurice. A quel punto... fu il turno di Hayez stesso. Che puntò il dito su Maurice de Montmartre. «Mi dica, caro Maurice.» scandì l'Uomo in Nero «Si sposta nell'aria ma non è un uccello e vive in acqua ma non è un pesce. Che animale è?» Il nobiluomo fu chiaramente perplesso, e non riuscì a dare una risposta. Hayez quindi gliela fornì: la rana. Saltava, e viveva negli stagni. Maurice fu costretto a cedere il suo 4 di denari. «Parbleu!» esclamò a quel punto il Conte «La mia anima sia damnèe! Mademoiselle de la Varalle e il Duca di Pyse Lon hanno entrambi quattro carte a testa!» Notatolo, tutti esclamarono che era effettivamente una curiosa coincidenza, assai buffa e divertente. Ma Aloysius non l'aveva fatto notare per questo. «Credo che tutti noi siamo ormai stanchi di giocare.» argomentò a quel punto il Conte «O, almeno, io gradirei tornare celermente a balli e vini in sala. Voi apprezzereste un grand final, oui? Un'ultimo indovinello, in cui il vincitore prende le quattro carte dello sconfitto?» Tutti ammisero che, effettivamente, ormai erano fuori dai giochi e sì, sarebbe stato bello tornare in sala; Hayez stesso annuì. «Per me va bene. Dato che ho appena giocato, comunque... direi che tocchi al Capitano avanzare l'indovinello finale, che dite?» Tutti dissero che sì, era cavalleresco, che era pure giusto ed effettivamente toccava ad Andrea proporre. Hayez a quel punto sorrise ad entrambe le Guerriere: il fato poneva ora loro di non sbagliare. Turnazione invariata |
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09-09-2013, 01:30 PM
Messaggio: #82
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Andrea scelse di rivolgere l'indovinello al Conte Aloysius, e tale decisione si rivelò azzeccata: il padrone di casa non fu in grado di risolvere l'enigma di Olivia e fu dunque costretto a cedere alle guerriere l'ultima carta in suo possesso, il 5 di denari. Ottimo. E con questa, ci siamo rifatte per l'errore di poco fa. Pensò Olivia, sollevata. Un altro passo falso le avrebbe poste in una situazione difficile, ma per fortuna era andata bene. La partita, tuttavia, non era affatto conclusa. Olivia fece allora il punto della situazione. Lei e Andrea al momento stavano conducendo il gioco con quattro carte (se non avessero dato la risposta sbagliata al quesito di Hayez, ora ne avrebbero avute cinque). Oltre a loro, rimanevano ancora in gioco Jeanne Lamant, Amalìe Lieux, e Maurice de Montmartre, con una carta a testa, e per finire l'uomo in nero, con due carte. Rimangono cinque carte da conquistare, quindi ne avremo ancora per un pò... dobbiamo restare concentrate ed evitare altri errori e colpi di testa. Pensò la ragazza, lanciando alla compagna uno sguardo preoccupato: sarebbe riuscita l'energumena, che già aveva manifestato forti segnali di insofferenza, a tenere i nervi saldi e a stare al gioco per il tempo necessario a concludere la partita? Fortunatamente, il destino sembrò improvvisamente decidere di venire in loro aiuto: al turno di gioco successivo, Hayez, divenuto d'un tratto il bersaglio prediletto degli altri nobili giocatori (i quali per contro evitarono accuratamente di rivolgere i loro enigmi alle due guerriere, quasi avessero deciso di comune accordo, senza nemmeno consultarsi, che non era il caso di sfidarle), riuscì ad impossessarsi delle loro carte e a raggiungere le due guerriere a quota quattro*. A quel punto il Conte Aloysius, stanco di giocare (o forse semplicemente irritato dal fatto che ormai aveva chiaramente perso) propose di concludere il gioco con un'ultima sfida tra Hayez e Andrea, gli unici rimasti in gioco: chi dei due avesse risolto il prossimo indovinello avrebbe preso tutte le carte dell'avversario, e di conseguenza vinto la partita. E per una fortunata coincidenza, toccava ad Andrea porre il suo quesito. Che fortuna! Meglio di così non ci poteva andare. Adesso abbiamo praticamente la vittoria in tasca. Pensò Olivia, soddisfatta per la piega insperata, ma decisamente gradita, che avevano preso gli eventi. Ora le due guerriere dovevano soltanto porre il loro ultimo indovinello, vincere la partita, e poi finalmente avrebbero potuto tornare a fare quello per cui erano venute fin lì: dare la caccia allo Yoma. E considerato che il loro avversario era Hayez, teoricamente la vittoria sarebbe dovuta essere scontata: l'uomo in nero aveva detto di essere lì apposta per aiutarle e di conseguenza, quand'anche avesse indovinato la risposta, avrebbe dovuto sbagliare di proposito per lasciarle vincere. O almeno, questo era ciò che si augurava la ragazza. Tuttavia, poiché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, la guerriera decise di provare comunque a cogliere Hayez in fallo, tanto per andare sul sicuro. Ok allora, è tempo di concludere. Si disse Olivia, prima di chinarsi ancora una volta verso Andrea per sussurrarle all'orecchio il suo ultimo indovinello: "Nessuno l'ha mai vista, ma tutti la conoscono. E' più leggera dell'aria, più affilata di qualsiasi spada. Viene dal niente, ma può abbattere anche il guerriero più potente. Che cos'è?". La risposta a quell'enigma era un qualcosa che la ragazza conosceva bene, dati i suoi trascorsi. Ma l'uomo in nero, sarebbe riuscito ad indovinare? Stava per scoprirlo. Sempre che Andrea non avesse in mente di combinarne un'altra delle sue, ovvio. Soluzione: Spoiler (Click to View) Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.*Nota: Spoiler (Click to View)
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11-09-2013, 04:19 PM
Messaggio: #83
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Bene, bene, bene. Altra carta nostra. Per merito di Olivia, ovviamente. E forse un pochino mio. Un pochino. Insomma, li scelgo io quelli a cui chiedere, no? Il merito è un po' mio. Mi prendo la carta e mi metto a pensare. Ho sbagliato una volta, ma questo non mi ha impedito di continuare a pensare al mio indovinello. Anzi. Ora voglio trovarne uno ancora di più, per dimostrare che posso fare anche io una cosa giusta in questo dannato gioco. Così penso. E penso. E penso. E mi arrabbio con me stessa, ma non lo do a vedere, perché non trovo niente. Intanto loro giocano, e io penso. E penso. E continuo a pensare, inutilmente. Finché... finché il Signor Baffo attira la mia attenzione. Senza che nemmeno me ne accorgessi, Hayez s'è fottuto tutte le altre carte. Ora siamo solo io e lui che hanno qualcosa, gli altri niente. NIENTE. E adesso? Ci toccherà farci domande finché uno dei due non ha tutte le carte? Però ci son pure gli altri che vorranno riprendersele... ma il Signor Baffo ha un'idea, un'idea fottutamente geniale. Mi viene quasi da baciarlo. No, ci ripenso subito. Al massimo un abbraccio, con quei baffi assurdi che si ritrova. Però neanche un abbraccio sarebbe il massimo. Alla fine, sto seduta. Guardo la mia mano e proprio lì mi viene in mente qualcosa. Qualcosa... di difficile. Un indovinello! Finalmente so cosa chiedere. Ho un MIO indovinello e il Signor Baffo ha detto che se Hayez sbaglia vinciamo noi. Non mi fido di quel bastardo. Voglio le sue carte, voglio aprire quella dannata porta, voglio fare a pezzi quello schifoso nano e voglio tornare alla base fischiettando con la sua testa sulla spalla. Fisso Hayez con la sfida negli occhi. Il suo indovinello l'ho sbagliato, ma lui non riuscirà MAI a indovinare il MIO. Quasi non mi accorgo di Olivia che mi si avvicina, sicura che come al solito io sia completamente una cogliona senza idee. No, stavolta no! Però... però l'ultima volta ho fatto di testa mia contro Hayez e ho sbagliato. Olivia aveva ragione... ma in fondo, è cambiato qualcosa? No, in fondo non è cambiato nulla. Lo scontro finale è uguale, uguale. Mi fermo a riflettere. Ascolto l'indovinello di Olivia. Ci penso su. Mai vista... la conosco... affilata... il più potente.... Borbotto tra me e me, pensando alla soluzione. Non mi viene. Be', era... scontato. Non sono brava con queste cose. Però chi mi dice che neanche Hayez ci arriverà? E' un rischio. Anche il mio è un rischio... però non mi sembra meno difficile del suo, anzi. Io so la soluzione, ma perché è venuto in mente a ME. Se non la sapessi, che indovinello sarebbe? Sarebbe una domanda. Forse è l'unica volta che uso una parola così complessa, però... io RIFLETTO. Sul serio. Da una parte, Olivia non ha mai sbagliato. A fare o a risolvere indovinelli, mai un errore. Dall'altra, voglio vendicarmi su quel bastardo di Hayez. Dimostrare a lui e a tutti che posso cavarmela da sola. E il mio indovinello... be', è meglio. Perché... perché lo dico io. E perché è da... da non so quanto tempo che ci penso come una cretina, invece Olivia ci ha pensato due secondi. Sono SICURA che è meglio il mio. Ci ho messo TROPPO tempo a pensarci e mi darà TROPPA soddisfazione se Hayez sbaglia per non provarci. E se indovina? Be', onestamente può indovinare quello di Olivia uguale. E poi, è Hayez. Ci aprirà la porta. O io aprirò lui. Ho deciso. Un po' mi spiace per Olivia, però... non c'è tempo per RIFLETTERE ancora. Due volte di fila l'ho usata, 'sta parola, assurdo. Mi prendo giusto un momento con lei, per avvisarla. Olivia, scusa, ma ho un indovinello MIO. Ci ho pensato per TANTO tempo, sono SICURA che andrà bene. E se no... be', puoi punirmi. Fai fatica a farmi male, tanto. Lo dico con totale onestà, non credo che questa mingherlina mezza sega riuscirebbe a farmi seriamente del male. E poi, mi butto. Hayez. Aveva qualche altro nome? Ma chi se ne frega. Ecco il MIO indovinello. Non quello di Olivia, il MIO. Ci tengo a precisarlo. E' la prima e unica volta che tocca SUL SERIO a me. "Ho un solo braccio e una sola mano. Eppure, spazzo via tutti i miei nemici. Chi sono?" E adesso, incrociamo le dita. Non letteralmente. Ma insomma, speriamo. Citazione:Yoki utilizzato: 0% Spoiler (Click to View) "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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26-09-2013, 11:28 PM
Messaggio: #84
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Hayez, in genere piuttosto composto, fece svettare le sopracciglia d'istinto; udì quasi subito delle risatine, e li riabbassò. Guardò la faccia soddisfatta di Jeanne Lamant, e capì: gli aristocratici credevano che si fosse scandalizzato per il fatto che Andrea non si fosse rivolta a lui col titolo.
No: in realtà, lo aveva fatto perché Andrea aveva chiaramente detto che si trattava di un suo indovinello. Come dire... interessante. Come faceva, a proposito? Un solo braccio, una sola mano... L'Uomo in Nero non poté non alzare gli occhi, e indugiare sul braccio mozzo della Guerriera. Possibile che fosse stata così stupida? Beh, in tal caso... andava punita. Avrebbero dovuto trovare un altro modo, per raggiungere quello Yoma che andavano cercando - era CERTO che si fossero infilate in quella buffonata per quel motivo. Hayez tirò fuori il suo miglior sorriso, e prese a rispondere. «Un indovinello arguto, Capitano La Varalle. Ingegnoso... e, credo, contiene un trabocchetto, sì? Posso ipotizzare che la risposta sia... Andrea Tourier de la Varalle?» Il tavolo si riempì d'esclamazioni sommesse, a quel punto: tutti credettero per un attimo che Hayez avesse indovinato... ... Ma l'attimo dopo Andrea poté smentire tutti. Ed il sorriso dell'Uomo in Nero sparì come neve al Sole. L'aveva giocato. Hayez ci mise un attimo, per rendersene conto: Andrea l'aveva giocato. Quella accidenti d'energumena senza un braccio e pure senza cervello lo aveva... La cosa lo fece sorridere. Di nuovo. Sì, aveva davvero sottovalutato Andrea. «... Ahimè, ho perso.» declamò teatrale, poggiando le carte sul tavolo «Signori, che ne direste di un amaro in sala? Il Capitano vorrà un pò di discrezione nel chiedere il premio a Sua Eccellenza il Conte.» Detto ciò, si alzò. S'alzarono quindi tutti, declamando lodi alla signorilità del Duca e all'arguzia del Capitano; con Brera al seguito, Hayez fece il giro del tavolo, e raggiunta Andrea si chinò, bisbigliandole basso in modo che solo lei e Olivia capissero. «Non male: stai entrando nella mia lista delle preferite, sappilo.» Detto ciò, se ne andò. Nel giro di pochi istanti, il tavolo fu vuoto, eccetto la presenza di Andrea, di Olivia e del Conte che stava educatamente aspettando di sapere che premio volesse il Capitano. Turnazione invariata Citazione:Obiettivo sbloccato E c'era un fante ricco di denari... [Olivia, Andrea - 80 PE] Vinci il gioco delle carte proposto dal Conte. |
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27-09-2013, 04:18 PM
Messaggio: #85
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Olivia non realizzò immediatamente quello che stava succedendo. In quel momento era troppo concentrata su Hayez, troppo impegnata ad interrogarsi su quali fossero le intenzioni dell'uomo in nero (e se sarebbe stato o meno in grado di risolvere il suo indovinello) per prestare la dovuta attenzione a quello che stava combinando Andrea. "Olivia, scusa, ma ho un indovinello mio..." Eh? "...Ci ho pensato per tanto tempo, sono sicura che andrà bene..." EH?? "...Hayez. Ecco il mio indovinello. Non quello di Olivia, il mio..." EEEEEEHH??!! Per i baffi finti di Brera! L'Energumena la stava di nuovo ignorando per fare di testa sua! Aspe...! Quando la ragazza se ne rese conto però era ormai troppo tardi per tentare di fermare la compagna, Andrea aveva già rivolto il suo indovinello all'uomo in nero: "Ho un solo braccio e una sola mano. Eppure, spazzo via tutti i miei nemici. Chi sono?". Ma che razza di indovinello è? Si chiese Olivia. Ma allora Andrea era veramente di coccio! Non le era bastata la figura di merda che avevano fatto al turno precedente per capire che non era il caso di fare di testa sua? Doveva per forza mandare tutto al diavolo proprio adesso che erano ad un passo dalla vittoria? Oh perfetto, proprio quello che ci voleva. Merda. Adesso Hayez indovina e noi siamo fregate. La ragazza era certa che l'uomo in nero avrebbe dato la risposta. Va bene essere lì per aiutare, ma c'era un limite a tutto. E quando ti sbattono in faccia una domanda così scontata, sbagliare è semplicemente improponibile. E difatti Hayez indovinò, come volevasi dimostrare: "Andrea Tourier de la Varalle" fu la sua risposta. Bastava anche solo "Andrea", tanto lo avevano già capito tutti. Fanculo. Stupida ammasso di muscoli senza cervello, hai visto cos'hai combinato??! Adesso per colpa tua io dovrò inventarmi un'altro modo per entrare in quel dannato appartamento, quando c'era già la soluzione perfetta a portata di mano! Pensò Olivia, a dir poco stizzita. E invece... colpo di scena! La risposta di Hayez era sbagliata. Quella corretta, disse l'energumena, era "Il Rastrello". Uh? Ma pensa un po', era il rastrello. pensò Olivia, troppo sorpresa dall'inaspettata piega degli eventi per comprendere subito l'accaduto. Il rastrello. ripeté tra sé. ...IL RASTRELLO??!! Fermi tutti. Come? COSA? Che cavolo era successo? Olivia si mise ad analizzare quello che aveva detto la compagna: Un solo braccio, una sola mano, spazza via i nemici... il rastrello. Aveva senso. Il braccio era il manico, la mano era la parte metallica con le punte di ferro che fungevano da "dita", e i nemici da spazzare via erano le foglie. Le venisse un colpo, aveva un dannato senso! La ragazza si ritrovò così a fissare Andrea. E poi Hayez. E poi di nuovo Andrea. E ancora Hayez. E quindi di nuovo Andrea. Aspetta... un momento... lei...ha davvero... cioè, lei ha... LEI, ha fatto un indovinello? Finalmente la ragazza realizzò appieno cos'era appena successo: Andrea aveva fatto un indovinello, cioè, un vero indovinello! Andrea, quella che non sapeva cosa fosse una serva. Andrea, quella che era brava a recitare quanto lo era uno Yoma a nutrirsi esclusivamente di vegetali. Andrea, che non era stata capace nemmeno di scegliersi da sola la sua maschera. QUELLA Andrea, era riuscita ad essere più astuta di Hayez? Non ci posso credere... Pensò Olivia, così meravigliata da essere senza parole. Non si sarebbe mai, e dico MAI aspettata una cosa del genere. Avrebbe creduto più facilmente agli asini che volano, piuttosto che ad Andrea che si dimostra più astuta di un uomo in nero. E invece l'energumena aveva battuto Hayez. Ha... haha... Era evidente dalla reazione che aveva avuto l'uomo in nero: non aveva sbagliato di proposito tanto per lasciarle vincere, era stato infinocchiato sul serio, così come anche lei e tutti gli altri del resto. HAHAHAHAHAHAHAHAHA!!! Olivia rise dentro di sé, non potendolo fare apertamente. Non solo Andrea aveva fatto un vero indovinello, ma ne aveva addirittura scelto di proposito uno che sembrasse stupido a prima vista, così da indurre in errore l'avversario! E in questo modo, li aveva fregati tutti. Hayez, Olivia, il Conte, i nobili. Tutti. Beh, questa davvero non me l'aspettavo. Pensò la ragazza, guardando la compagna con occhi diversi rispetto a prima. E la stessa cosa valeva anche per Hayez, era evidente. Infatti, dopo aver ammesso la sconfitta, l'uomo in nero si avvicinò alle due guerriere e si complimentò con Andrea, prima di ritirarsi in un'altra sala in compagnia degli altri nobili, lasciando da sole le due guerriere in compagnia del Conte Aloysius. "Oh, allora sei capace di usare il cervello, quando vuoi." Sussurrò Olivia all'orecchio di Andrea. La ragazza stava sorridendo, ed il suo era un sorriso sincero. "Devo ammetterlo, sei stata davvero in gamba. Sei riuscita a fregare Hayez..., e anche me. Io avrei dato la sua stessa risposta, lo ammetto, e avrei sbagliato. Non pensavo che tu potessi essere così astuta. Impressionante, dico davvero." Proseguì la ragazza, complimentandosi a sua volta con la compagna, prima di concludere dicendo: "E adesso vediamo di finire il lavoro. Abbiamo vinto la partita, e quindi abbiamo diritto al premio. Chiedi al Conte che ci faccia visitare i suoi appartamenti, e andiamo a prendere quel fottuto Yoma!" A quel punto, Olivia tacque, e attese le reazioni di Andrea e del Conte. Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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27-09-2013, 08:28 PM
Messaggio: #86
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Hayez alza le sopracciglia, e la gente ride. Io no. Sono in tensione, dannazione. In tensione. Nessun combattimento mi ha mai resa tanto ansiosa. A combattere mi diverto, mi arrabbio forse, ma non divento ansiosa. Ma adesso non sto combattendo. Lo fisso con decisione, cercando di capire se ha indovinato. Se ha indovinato il MIO indovinello. Poi sorride. E per un attimo, ho l'impressione che la vecchia ferita al petto, quella del mio primo Yoma... o forse la tetta strappata da quell'altro... facciano male. Mi sento perduta. Sono sicura che indovinerà. No, non può indovinare. E' impossibile. Nessuno conosce il MIO indovinello. DEVE sbagliare. Parla. Un sacco di cose idiote, lo ignoro. A me interessa una cosa sola: la fottutissima risposta. E la dà. E dà quella che mi aspettavo, quella che volevo, quella SBAGLIATA. A questo punto, è il mio turno di sorridere. Un sorriso pieno di sfida, gioia e orgoglio. Un sorriso col quale posso dirgli in faccia, in modo che sentano tutti: No, invece. E' il rastrello. Con una voce che non sembra neanche la mia tanto è cambiata dal trionfo. Come mi è venuto in mente? Be', io aravo campi. E le foglie cadono, nei campi, nelle foreste, dappertutto. C'avevamo un solo attrezzo, noi, nei campi. Nel mio campo, almeno. Il fottuto rastrello. E guardando il mio braccio, ci somiglia proprio. E così, se io spazzo via tutti gli Yoma, quello spazza via tutte le foglie. O almeno, dovrebbe. In realtà il mio, di rastrello, era rotto, con due dita in meno, tutto pieno di macchie rosse e quasi spezzato. Ma più o meno serviva. Più o meno. Ad ararci il campo invece no, facevo prima a scavare. Comunque, mi ha veramente salvato il culo, stavolta, anzi, ha fatto molto di più. Se torno al Nord, a casa mia... uhm. No, be', lasciamo perdere. Quella specie di tenda di legno è andata a fuoco, probabile che anche il rastrello sia bruciato. Magari me ne faccio uno. O magari spazzo con la spada. Ora combatto, mica coltivo. Ma comunque... giusto. Hayez... ha sbagliato. E io, IO ho vinto. Certo, metà del gioco l'ha vinto Olivia. Ma IO ho vinto tutto con questa domanda. Col cazzo che mi dice ancora che sono stupida, adesso. Se lo fa, le arriva un pugno. E anche il bastardo lì, che ci godeva tanto a rompere con 'sta cosa delle carte. Vedo il suo sorriso sparire e non posso che allargare il mio. Scoppiare a ridere è una tentazione, ma mi trattengo. Forse sto imparando il... come si chiama? Marameo? Uhm, no... be', qualunque sia il suo nome. Hayez sorride di nuovo e finalmente si dichiara sconfitto. GODO. E sì, non c'è altro da dire. Provo una soddisfazione a dir poco grande quanto me. Che non è piccola. Quasi come se avessi battuto Serena, quella volta, a braccio di ferro. Quasi. Perché sono sicura che la prossima volta le darò una lezione, e proverò ancora più soddisfazione. Ma per ora, credo che questo sia il massimo. Veramente una bella cosa. Combattere è più divertente, ma devo dire che questa è stata davvero una sfida. E sento di averla vinta, anzi, stravinta. Magari ho pure imparato qualcosa. Magari no. Ma ho battuto Hayez al SUO gioco - anche se era del Signor Baffo, il gioco - e la cosa non può che farmi piacere. Mentre tutti se ne vanno, su suo consiglio tra l'altro, il bastardo si avvicina e addirittura mi fa i complimenti! Questo è veramente troppo: scoppio a ridere della grossa, allungandogli una mano sulla spalla. Lui la scansa, ma non importa. Lo stesso vale per me! Non so come mi sia uscita, una cosa simile. Ma francamente non mi interessa. Sto ridendo troppo perché me ne freghi qualcosa. Però è vero: tutto sommato, Hayez non mi dispiace, per quanto sia un bastardo. Ammetto che mi ha messo alla prova, e vincere non mi ha mai dato tanta soddisfazione. E' stata una tortura per tutto il tempo, ma forse ne valeva davvero la pena. Pure Olivia sorride e mi si avvicina, facendomi i complimenti. Cerco di calmarmi, smettere di ridere, e ascoltarla. Un sorriso bello grande mi rimane comunque sulla faccia, non posso farci niente. Riesco a sentire l'ultima parte della frase di Olivia, quella sull'andare a prendere il fottuto Yoma. Sì, certo. Il fottuto Yoma. Borbotto, e il mio sorriso diventa un ghigno di attesa. Sembra che avrò una soddisfazione dietro l'altra. La mia giornata mi pare illuminarsi, devo dire. Mi giro verso il Signor Baffo, schiarendomi la voce. Il premio, uh, Conte. Anche se ho vinto, mi tocca ancora parlare come una dannata nobile. Voglio la mia spada, anzi no, mi basta lo Yoma. Voglio spaccargli la faccia. E magari dopo la smetteranno di chiamarmi "Capitano" o quel che è. Quella f... ehm. La porta. La voglio aperta. Poi ci ripenso, magari non ha capito. Quella delle... stanze. Vostre. Ricordo il vecchietto lì, credo ci stia pure lui nelle stanze. Quella di cui abbiamo... discusso, prima. Dovrebbe bastare. Sennò posso sempre indicargliela. E se non me la apre... credo che userò la sua TESTA per aprirla. Mi sembra un'ottima idea. Sì. Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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29-09-2013, 09:37 PM
Messaggio: #87
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Il Conte non batté ciglio alla richiesta di Andrea, ma emise un lieve sospiro: la tradizione era la tradizione.
Ma una parola data era una parola data. Senza rispondere al Capitano la Varalle, l'aristocratico si volse quindi verso il suo maggiordomo, e mormorò: «Armand, fa visitare al Capitain la Varalle le mie stanze, per cortesia. Io... credo che andrò in sala a giustificare tale strappo alle tradizioni.» Non aggiunse altro: fece un aggraziato inchino ad Andrea, e quindi si defilò verso la sala. Armand, il grigio maggiordomo, fece invece un passo avanti, e con un inchino adatto a un servitore estrasse un mazzo di chiavi dorate da una tasca. «Mia signora...» mormorò, con voce bassa e piatta «Vi prego di permettermi di guidarvi.» Fu così che Andrea e Olivia - Armand non fiatò nel vederla trotterellare dietro la padrona - seguirono il maggiordomo fino alle scale per il piano superiore, e di lì fino alla fatidica porta che chiudeva gli appartamenti privati del Conte di Géricault. Giunte davanti alla porta, nonostante l'effetto della pillola sia Andrea che Olivia se ne accorsero: oltre quella parete... c'era uno Yoki. C'era - salvo sorprese - lo Yoma, tanto vicino da poter essere Percepito nonostante il farmaco. Armand scelse una chiave del suo mazzo, la infilò nella toppa e la girò varie volte. Dopodiché, di spostò di fianco alla porta, facendo un lieve inchino. «Se mademoiselle desidera...» flautò l'austero maggiordomo «Non deve far altro che aprire la porta.» Turnazione invariata |
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30-09-2013, 04:00 PM
Messaggio: #88
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Il Conte non pose obiezioni alla richiesta di Andrea. Logico. Del resto era stato proprio lui a stabilire che chiunque avesse vinto la partita a carte avrebbe poi potuto chiedergli in premio quello che desiderava, perciò ora non poteva certo rimangiarsi la parola data. Tuttavia, il padrone di casa non aveva intenzione di far loro personalmente da Cicerone, e quindi incaricò dell'incombenza il suo attempato maggiordomo, Armand. Meglio così. Dubito che che gli sarebbe piaciuto assistere a quello che succederà nei suoi appartamenti, se dovessimo trovarci dentro lo Yoma. Pensò Olivia, assistendo alla scena. Armand condusse dunque le due guerriere di fronte alla famosa porta in cima alle scale che la ragazza aveva salvato in precedenza da una fine ingloriosa per mano dell'energumena. Fu proprio allora, mentre il maggiordomo apriva la serratura facendosi quindi da parte per lasciare ad Andrea l'onore di aprire la porta, che Olivia riuscì a percepire distintamente una fonte di Yoki all'interno dell'appartamento, e questo nonostante ella fosse ancora sotto l'effetto del farmaco. Il che poteva significare soltanto una cosa: il demone era proprio lì dentro, ed era anche molto vicino. Forse, addirittura subito oltre la porta. "Lo hai percepito anche tu? Lo Yoma è qui, vicinissimo." Bisbigliò la ragazza rivolta ad Andrea, così piano da far in modo che solo la compagna potesse sentirla, attendendo poi da lei una parola o un cenno di conferma. Prima di andare a recuperare le loro spade nascoste all'interno della statua delle dee gemelle infatti, Olivia voleva assicurarsi che anche Andrea avesse individuato la presenza dello Yoma, perché in caso contrario non poteva andarsene senza prima aver indicato alla compagna qual'era il bersaglio da attaccare... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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30-09-2013, 08:56 PM
Messaggio: #89
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Finalmente, sì, cazzo! Il Signor Baffo non vuole manco accompagnarci, ma chi se ne frega. L'importante è arrivare lì, far secco lo Yoma e andare via. Fare secco lo Yoma, soprattutto. Tocca a me divertirmi, ora. Non vedo l'ora di aprire quella dannatissima porta, e allungo il passo. Siamo lì davanti in un niente. Muoio dalla voglia di massacrare qualcosa. Voglio uno Yoma da distruggere! E, gioia delle gioie, appena mi avvicino alla porta la mia Percezione - la MIA Percezione - mi dice che c'è uno Yoma al di là. Aspetta. Io ho ingoiato quella schifosissima pallina e in più so di non essere brava in 'ste cagate. Non è che mi sto inventando tutto? In fondo, c'ho talmente tanta voglia di pestare che probabilmente prenderei qualsiasi cosa per uno Yoma. Rimango incerta mentre il vecchietto apre la porta con le sue chiavi, poi ho un'idea e mi giro verso Olivia: certo, se l'ha sentito anche lei allora non sto impazzendo per la troppa voglia, c'è davvero uno Yoki! Come se mi avesse capito, lei mi chiede se l'ho sentito anche io. Cazzo se l'ho sentito! Allora non era la mia immaginazione: c'è davvero! E' qui.... Ringhio, piena di soddisfazione. Dovrebbe bastare come risposta. Le parole dopo sono di avvertimento. Fuori dai piedi. Vale per Olivia E per il vecchietto. Ma non per lo Yoma, ovviamente. Non posso più aspettare. So che c'è uno Yoma e so che è dietro questa porta: non devo far altro che ucciderlo. E una porta di legno non mi fermerà di certo. Aprirla normalmente? E farmi sfuggire l'occasione? Neanche per sogno. Arretro quel tanto che posso per non cadere dalle scale, poi preparo un pugno dei miei - uno come quello che volevo sbattere sulla perfettina faccia da bambola di Lune, per intenderci - solo usando un po' meno Yoki. Voglio buttar giù la porta, mica tutta la casa. Ne libero comunque non poco, e sento che ne viene fuori anche più del previsto. Tanto meglio, la porta mi hanno detto che posso aprirla e questo intendo fare. Senza aspettare oltre, mollo il mio bel pugno contro la porta: vediamo se anche questo Yoma vola via come quello al torneo o se magari stavolta ho trovato un avversario serio. Citazione:Yoki utilizzato: 40% (nelle previsioni era un 30%, ma se ne è liberato leggermente di più). "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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03-10-2013, 11:33 PM
Messaggio: #90
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Andrea sentì come uno shock nel liberare lo Yoki: aveva frantumato le resistenze del farmaco. In realtà fu anche bello: l'energia che liberò le ravvivò i sensi, fu quasi un canto salvafico per lo spirito.
Beh, se fosse stata una persona meno buzzurra, di certo. Ma Andrea era Andrea, e al netto del canto spirituale e del paradiso dei sensi preferì prendere la rincorsa (facendo scostare uno scapigliato Armand) e... beh, spaccare. La povera porta andò in mille pezzi con facilità impressionanti, il buon legno dipinto e il metallo prezioso che volarono polverosi lungo l'ampia stanza tappezzata ora intravedibile, i cardini scardinati malamente rimasti attaccati al muro. Tutto molto bello, compreso il rantolo del povero maggiordomo che pareva lì lì per crollare sulle ginocchia, ma... niente resistenza, niente sensazione di carne maciullata; anzi, lo Yoki ora nettamente più percettibile per Andrea le rivelava che il mostro era bello che sano alla sua sinistra, non distante dalla porta ma non abbastanza da venire coinvolto dalla bravata della Guerriera. Per una curiosa coincidenza, sempre da oltre la porta, dentro la stanza alla sinistra di Andrea si levò un gridolino maschile tra l'incredulo e lo scandalizzato. «Sacre bleu!... La... La povta!...» Quella voce era comunque fuori dal raggio visivo delle due Guerriere, e di certo non sarebbe rimasta lì per molto - anche senza essere uno Yoma, quel tipo sarebbe di certo andato a vedere che stesse succedendo. Che fare? Turnazione: Hotenshi Sir_Alric turnazione capovolta in quanto non è più necessario usare il cervello, decisamente |
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04-10-2013, 03:45 PM
Messaggio: #91
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Ah, che bella sensazione. Era da un pezzo che non liberavo Yoki, e anche se ne è venuto fuori più di quanto volevo va benissimo così. Mi piace davvero poter finalmente spaccare qualcosa. E la porta è la prima cosa che spacco, e si spacca anche bene. Tanto bene che finisco dentro la stanza, come tutto il resto con troppa roba dentro, ma fin troppo bene: non ho sentito nessun osso spezzarsi, niente carne che si spiegazzava, niente. Be', questa è una notizia OTTIMA. Vuol dire che lo Yoma è meno idiota di quanto pensavo. Spero sia abbastanza per un combattimento come si deve. Non era dietro la porta - anche se data la poca Percezione che mi ritrovo e la pallina schifosa pensavo che era proprio lì - ma ora sento meglio lo Yoki e so che è a sinistra. Freno il pugno e faccio per raddrizzarmi, sempre se ci sto nella stanza, girandomi di lì. C'è anche una vocina spaventata, anche se spero proprio che non sia dello Yoma: se è sua, uno così cagasotto faccio prima a lasciarlo a Olivia. A proposito. Butto l'occhio a Olivia, per vedere che sta facendo. Il vecchietto sembra che sta per svenire, ma a me ormai non me ne frega più un cazzo. La voce verrà a controllare, e se non è lo Yoma posso chiedergli dov'è. Se è lo Yoma, gli sbatterò un pugno sui denti e poi vedrà che fa. Intanto che aspetto, tanto vale dare ordini: sono o non sono il capo? Olivia, prendi il vecchio e vattene. Ci penso io. Poi ho un pensiero, sarebbe la statua. Prendi le spade. Non che mi serva sul serio, una spada, finché ho il mio pugno. Ma sempre meglio averla. Soprattutto, sempre meglio che Olivia ce l'abbia, dato che a lei i pugni non servono a un accidente. Soddisfatta, mi metto in posizione per aspettare di vedere chi verrà fuori dalla stanza, pronta a mollargli un cazzottone se sentirò Yoki da lui. Citazione:Yoki utilizzato: 35% (leggermente calato rispetto a prima in modo naturale, adattandosi alla volontà di Andrea). "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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04-10-2013, 06:40 PM
Messaggio: #92
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Oh, cavolo. Ci siamo, eccola che parte alla carica... Pensò Olivia, un attimo dopo che Andrea ebbe improvvisamente rilasciato una notevole quantità di yoki, ed un istante prima di vederla sferrare un terrificante pugno con il quale sfondò... anzi, disintegrò la porta degli appartamenti del Conte. E pensare che era già aperta, la porta, bastava soltanto spingerla. Peccato, si vede che era proprio destino che finisse in frantumi di fronte alla forza devastante dell'energumena. Comunque, a quel punto una cosa era certa: la loro copertura era saltata, e quindi non c'era più alcun bisogno di continuare con la recita del corpulento Capitano de la Varalle e della sua giovane e affascinante domestica. Il che, a dirla tutta, era un sollievo. Ora, finalmente, potevano entrambe tornare a fare le guerriere. Avendo abbattuto la porta ma non ancora lo Yoma, Andrea ordinò allora in tono sbrigativo ad Olivia di prendere "il vecchio" (Armand) e di levarsi di torno perché allo Yoma ci avrebbe pensato lei, per poi aggiungere alla lista delle sue richieste anche quella di andare a recuperare le spade. Non che ci fosse stato alcun bisogno di impartire dei simili ordini: Olivia lo avrebbe fatto ugualmente anche se l'energumena non glie lo avesse chiesto. "D'Accordo, ma tu fa attenzione. Temo ci sia qualcun'altro lì dentro, insieme allo Yoma." rispose la ragazza, prima di rivolgersi all'allibito Maggiordomo che le stava accanto: "Sentito, mio caro Armand? Dobbiamo allontanarci da qui." disse la ragazza all'uomo, immediatamente prima di provare a sollevarlo di peso e a caricarselo in spalla, con l'intento di correre poi giù per le scale e di scaricarlo (con gentilezza, sia chiaro) da qualche parte nell'atrio. Dopodiché, avrebbe spiegato all'uomo che per la sua incolumità era meglio se si fosse allontanato da lì il più possibile, e poi sarebbe corsa laddove aveva visto per l'ultima volta la statua delle dee gemelle che nascondeva al suo interno le loro armi. Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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06-10-2013, 12:56 AM
Messaggio: #93
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Quello che Andrea vide quando la polvere sollevata dal suo bel numero si levò via, fu un uomo magro ma ben proporzionato, vestito con la livrea nera dai bordi d'abito ricamati col merletto tipici dei servitori del Conte; costui, fluenti capelli castani ordinati e una boccuccia che pareva naturalmente piegata a cul di gallina teneva in mano alcuni abiti che fino a qualche momento prima stava evidentemente rassettando. L'uomo era infatti chino su una cassettiera posta lungo il muro, e solo la faccia genuinamente era volta verso Andrea.
«Bon dieu, ma voi chi siete?...» L'energumena dell'Organizzazione se ne accorse non appena poté mettere ordine alle idee: quell'uomo era l'unica persona presente nella stanza, e se ciò non fosse stato sufficiente presto si rese conto che era proprio lui ad emettere Yoki. Quel cameriere con l'accento strano era lo Yoma che cercavano. Sfortunatamente, però, Andrea aveva attinto Yoki e tuttora lo tratteneva: i segni della bestialità erano evidenti... e lo Yoma non tardò ad accorgersene. E a riconoscerla per quella che era. «Cla... Claymore!» La Guerriera di certo intendeva prepararsi con una delle sue cariche, ma il mostro nonostante le sembianze umane fu più veloce di lei - non che ci volesse molto, in effetti: con notevole presenza di spirito, gettò i panni che teneva in mano in faccia ad Andrea, e girò i tacchi correndo a più non posso. La Guerriera, gabbata, poté solo togliersi tutta quella seta di dosso, e ora che ci riuscì quel che vide fu una porta che sbatteva e un vivace rumore di passi in corsa e uno Yoki sempre più flebile dietro di essa. Fu solo allora che Andrea ebbe modo di dare una seppur minima occhiata a quei fatidici appartamenti: davanti a lei si estendeva una teoria di tappezzeria rosso e oro lungo le pareti, candelabri dorati e lampadari in vetro; ai lati, due porte in legno laccato di bianco e oro portavano ad altre stanze (lo Yoma stava fuggendo oltre quella alla sua sinistra), mentre davanti a lei una veranda aperta dava su un ampissimo terrazzo ricco di piante da vaso. Ma non era certo il caso di abbandonarsi a queste visioni di lusso sfrenato: aveva da decidere come proseguire la sua caccia, lei. Per la gioia di Olivia, lo shock che Armand aveva subito lo aveva reso docile: il vecchio, balbettante, seguì infatti passivo la Guerriera giù per le scale, troppo spaventato per proferire alcunché; i due raggiunsero quindi la base delle scale, i rumori negli appartamenti ormai non più distinguibili. Superata la volta che divideva le stanze, Olivia si precipitò quindi sul suo obiettivo: la stanza da ballo. La trovò così come l'aveva lasciata: musicisti all'angolo che suonavano, aristocratici che ballavano e altri che mangiavano e bevevano mentre i camerieri sciamavano coi vassoi; al centro della parete destra, la statua delle dee che celava le claymore di Andrea e Olivia. La Guerriera però non passò inosservata: era forse destino, ma caso volle che il gruppo di degustatori chiacchieranti più vicino all'uscita fosse la comitiva del gioco delle carte, il Conte e Hayez stesso in testa; loro due, tra l'altro, si accorsero subito di Olivia - per motivi differenti, certamente. Aloysius de Montmartre, Conte di Gèricault, chiaramente sorpreso allungò il collo: aveva visto il suo anziano maggiordomo alle spalle di Olivia. «Armand?» domandò con tono un poco incerto «Ho sentito dei rumori di sopra... tutto a posto?» Turnazione invariata |
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06-10-2013, 03:54 PM
Messaggio: #94
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Via la polvere, e mi trovo davanti una ragazza... no, aspetta, è un maschio, quello? Temo di sì. Insomma, un tizio in nero, manco fosse Hayez, ma è molto più simile ad Araldus. Spero proprio che non sia lui, perché la cosa potrebbe portarmi a spaccargli la faccia. Aspetta... ma qui dentro non c'è nessun altro. Non è che...? Sì. Sì, dannazione, sì! La mia Percezione, per quanto faccia schifo, mi dice di sì! E' lo Yoma! Finalmente.... Mi chiede chi sono e io, tanto perché devo essere ancora in vena di recitare, prendo una frase che mi sembra adatta. Il tuo peggiore incubo. Rispondo ghignando. Lui la prende male, molto male, infatti mi butta addosso roba a caso e scappa. Imprecando come una pazza sbatto via tutti quei vestiti, cosa non proprio semplicissima con un braccio solo, e me ne libero infatti appena in tempo per vedere che, in questa fottuta stanza piena di roba inutile, ci sono due porte - due! - e lui ne ha appena infilata una in tutta fretta. Quella a sinistra, ovviamente, la più vicina. Per quanto cretina possa essere, avrei scelto quella pure io. No, be', io avrei scelto di stare a combattere, ma evidentemente tutti gli Yoma che trovo sono dei vigliacchi e dei codardi, e appena mi vedono danno di gambe. Bastardi. Non ho molta scelta: lo devo inseguire prima di perderlo. Non sarò velocissima, ma ho le gambe lunghe e... be', non ho bisogno di APRIRE le porte. Prendo un po' di rincorsa e via, contro quella che ha preso lui e oltre, sperando che non ci siano troppe curve. Citazione:Yoki utilizzato: 40% (sperando di correre più veloce, l'ha rimesso su). "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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06-10-2013, 06:26 PM
Messaggio: #95
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato""Mio Signore, temo che il povero Armand non si senta molto bene. Suggerisco di farlo sedere da qualche parte, affinché possa calmarsi e riprendere fiato." Disse Olivia al Conte Aloysius, rispondendo lei al posto dell'anziano maggiordomo ancora sconvolto e balbettante per via di quanto era accaduto. Dopodiché, la ragazza rivolse ad Hayez (che era accanto al Conte) uno sguardo eloquente, confidando nel fatto che l'uomo in nero capisse al volo cosa stava succedendo e prendesse in mano la situazione, e quindi si diresse senza ulteriori indugi verso la statua delle dee gemelle. Una volta giunta di fronte alla statua, Olivia si fermò un istante ad ammirare il manufatto per l'ultima volta. L'Artigiano al quale Hayez aveva commissionato la sua realizzazione doveva essere un uomo che sapeva il fatto suo: per essere il lavoro di una sola notte, era davvero ben fatta! Triste ora il doverla distruggere, ma sfortunatamente se voleva recuperare le loro armi nascoste all'interno non c'era altro modo. Che peccato, era così graziosa... Pensò la ragazza. Un attimo dopo, con un movimento repentino afferrò la statua con entrambe le mani, la sollevò di peso, ed infine la scaraventò con forza contro il pavimento, mandandola in frantumi. Poi, si inginocchiò per raccogliere da terra le due spade riapparse dai frammenti della scultura distrutta, e quindi si rialzò impugnandole saldamente: la sua con la mano sinistra (quella dominante), e quella di Andrea con la destra. A quel punto, Olivia gettò uno sguardo fugace al simbolo impresso sulla lama della compagna, e poi si voltò per tornare indietro. "Bene dunque, è ora di tornare al mio vero lavoro." Disse tra sé pensando ad alta voce, mentre sul suo volto si faceva largo un sorriso. Un secondo più tardi, senza curarsi minimamente di quali sarebbero state le reazioni dei nobili in sala al suo piccolo spettacolo fuori programma, la ragazza si mise a correre verso l'appartamento dove aveva lasciato Andrea e lo Yoma... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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07-10-2013, 11:20 PM
Messaggio: #96
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Ben poco lieta di dover giocare all'acchiapparello, Andrea liberò nuovamente Yoki e partì imbufalita all'inseguimento: la porta alla sua sinistra durò giusto il tempo che la nerboruta Guerriera la potesse raggiungere.
Non appena la Guerriera la investì con la sua carica, il povero legno si spiaccicò a terra con un tonfo sordo, mentre Andrea continuava la carica... per doverla frenare di colpo causa tavolato di legno in pancia. Il sedicente Capitano era infatti entrata in una vera e propria sala da pranzo, al centro un tavolone ovoidale che percorreva in lungo tutta la vasta stanza: il delicato pancino dell'eroina aveva infatti cozzato con uno dei lati corti, togliendole in fiato per l'impatto e facendo cadere numerose sedie ai lati per terra, così come vari candelabri dorati. Ma non tutto il male veniva per nuocere: il cameriere-Yoma, ancora in sembianze umane, era infatti saltato sul tavolo stesso e vi stava correndo sopra per raggiungere la porta all'altra estremità della stanza: l'impatto tra tavolo e Andrea lo colse mentre era a metà percorso, e lo fece cadere di schiena sul tavolato. Come sfruttare un simile, insperato vantaggio? «Ah, pauvre homme!» esclamò il Conte bevendosi ogni parola di Olivia «Armand, prendi pure una delle sedie libere e riposati per tutto il tempo che vuoi... Non sarebbe ora che accettassi quel vitalizio?» Così, mentre il vecchio sotto shock barcollava verso una sedia e il Conte cercava di convincerlo ad andare in pensione, Olivia poté dare indisturbata la sua occhiata ad Hayez... il quale reagì in modo molto poco da lui: rimase a bocca aperta. Certa che avesse capito, la Guerriera avanzò praticamente inosservata tra i nobili annoiati fino a raggiungere la statua, e poté sollevarla e tutto senza che nessuno dei presenti si rendesse conto che c'era una servetta pronta lì lì per distruggere un elemento dell'arredamento. Ma il rumore di pietre rotte - statua e pavimento marmoreo - cambiò tutto. Olivia raccolse le due claymore in un silenzio di tomba, la classica calma laddove nessuno aveva ancora afferrato cosa stesse succedendo, e si fece avanti con facilità tra la folla ancora sotto shock e solo talvolta gracchiante qualche monosillabo. Ma, quando uscì dalla sala e prese a correre via, le sue orecchie percepirono chiaramente il finimondo vocale giù in sala. Turnazione invariata Citazione:Il turno di Olivia a questo giro consisterà nel raggiungere Andrea: il suo turno finirà una volta entrata nella sala da pranzo, prima di vedere la compagna e il mostro (ma una volta vicinissima già potrà Percepire Andrea malgrado il farmaco). |
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08-10-2013, 09:40 PM
Messaggio: #97
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Uoff! Dannazione, ma che...? La porta è crollata subito, bene. Ma adesso... che cazzo! Sono andata a smaltarmi contro un... cosa? Che cos'è? Un tavolo? Un tavolo. Un fottuto tavolo. In mezzo alla strada. Ma chi cazzo ha messo un TAVOLO in mezzo alla MIA strada??? Comunque. Ho buttato giù parecchia roba, pare. Ma a me interessa una sola cosa: ho buttato giù pure quel... coso. Lo Yoma, insomma. Quell'idiota credeva di scappare correndo sul dannato tavolo. Be', non ha avuto fortuna. Ho sbattuto tanto forte da far cascare mezza sala, e la sala è bella grande. Lui è caduto pure, l'ho detto. Molto bene, molto bene. La sua schifosa corsa finisce qui. Vieni qui, combatti da Yoma! Con queste parole schianto una manata sul bordo del tavolo, mettendoci abbastanza forza da spingerlo in basso... e spero abbastanza poca da non disintegrarlo. Quello che voglio fare è piegare il fottuto tavolo, così lo Yoma verrà in qua. Poi io blocco il tavolo sotto un piede, libero la mano e lo distruggo. O almeno, questo è il piano. Ora vediamo se funziona. Citazione:Yoki utilizzato: 40% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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08-10-2013, 10:39 PM
Messaggio: #98
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"A giudicare dalla baraonda che udì scoppiare alle sue spalle mentre si allontanava di corsa dalla sala da ballo, sembrava proprio che il suo piccolo "spettacolo" fuori programma avesse scatenato un autentico putiferio tra i nobili ospiti. Olivia tuttavia non se ne curò, perché aveva questioni più urgenti di cui occuparsi. Nello specifico, doveva raggiungere Andrea, la quale in quel preciso momento era verosimilmente impegnata in un combattimento contro lo Yoma, e portarle la sua spada. In quel frangente, quella era l'unica cosa di cui si preoccupava. A tutto il resto, poteva pensarci Hayez. La ragazza quindi attraversò l'atrio, salì di corsa su per le scale, irruppe nella stanza nella quale aveva lasciato Andrea e... e non trovò nessuno. Oh? La stanza era vuota, Andrea e lo Yoma dovevano essere andati da un'altra parte. Ah, cavolo! E adesso dove si sarà cacciata? Si chiese Olivia, guardandosi intorno freneticamente, in cerca di indizi. Da quella parte! Si disse, notando quasi subito la porta abbattuta sulla sinistra. Inutile domandarsi chi l'avesse abbattuta, era scontato. La ragazza così si fiondò in quella direzione, decisa a raggiungere la compagna il prima possibile... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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10-10-2013, 10:38 PM
Messaggio: #99
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Ben poco contenta di essere stata fermata da un tavolo, Andrea non trovò di meglio da fare che dargli una bella mazzata in modo da trovarsi lo Yoma in bocca per effetto scivolo.
Sì, quel tavolo lungo lungo che occupava da solo tutto lo spazio mobili della sala per metri e metri. Ma Andrea era Andrea. Fu così che il tavolo si alzò neanche fosse stato tirato su da una squadra d'operai, e il povero mostro in livrea rimase con tanto d'occhi a guardare la scena mentre veniva sollevato assieme al mobile. Per un istante, Andrea parve potersi dir sicura di dover dare giusto un'altra sberla, e quella missione sarebbe finita. Al che caddero trucioli. Sentendoseli sulla faccia, la Guerriera non poté non accorgersene: lo Yoma, con prontezza d'animo invidiabile, aveva artigliato il tavolo con la sua mano sinistra, raschiandolo per una decina di centimetri il tavolo prima che le unghie si conficcassero nel legno, fermando la caduta. E, mentre Andrea sentì alcuni trucioli finirle negli occhi, il mostro reagì. La Guerriera non si rese conto che costui aveva lanciato i suoi artigli della mano destra finché non sentì due di questi conficcarsi nella sua spalla destra: le altre dita le sibilarono attorno, mancando il bersaglio, ma quei due no. Fu un attimo, un attimo forse sfortunato: la lacrimazione restituì presto la vista ad Andrea, e a causa della sua muscolatura massiccia gli artigli non erano entrati oltre a metà muscolo. Ma Andrea difficilmente poteva abbandonarsi alla furia cieca, ora: il tavolo, molto lungo, stava già perdendo l'equilibrio sotto il suo piede: non sarebbe stato in piedi a lungo. E lo Yoma aveva i piedi giusto una spanna oltre il raggio d'azione d'Andrea. Difficile dire che cosa provò Olivia di fronte alla visione che le si parò davanti: Andrea di spalle, che teneva con un piede in piedi un barcollante tavolo lungo svariati metri, a poco meno della metà del quale stava penzolando uno Yoma che aveva pure due dita conficcate nella spalla destra della sua compagna, le altre tre sul pavimento attorno a costei. Turnazione: Sir_Alric Hotenshi Olivia ha la possibilità di manifestarsi, ora |
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11-10-2013, 08:02 PM
Messaggio: #100
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Ma che... cavolo.... ?! Pensò Olivia, perplessa, di fronte alla scena bizzarra apparsa dinnanzi ai suoi occhi una volta che ebbe finalmente raggiunto la compagna. Non era proprio il genere di combattimento che si sarebbe aspettata di vedere, quello, anzi: quello Yoma aggrappato al lungo tavolo inclinato che tentava disperatamente di non scivolare verso Andrea, le ricordava più un contadino arrampicatosi su di un albero per sfuggire ad un animale selvatico che non un feroce divoratore di uomini impegnato in un duello all'ultimo sangue con una guerriera. Insomma, avrebbe quasi potuto farle pena. Quasi. Oook. E adesso? Pensò la ragazza, analizzando velocemente la situazione: lo Yoma era disteso sopra ad un tavolo inclinato, e aveva entrambe le mani occupate. In altre parole, era vulnerabile. Il che significava che Olivia aveva davanti al naso l'occasione perfetta per farsi avanti e uccidere il demone con facilità. Un'occasione che in circostanze normali avrebbe colto al volo, però... c'era un però. Un però grande, grosso, pieno di muscoli, e con un bel caratterino. Un però di nome Andrea. Vale a dire, l'energumena che in più occasioni le aveva detto chiaro e tondo che dello Yoma voleva occuparsene da sola. Che dovrei fare, adesso? Attaccare lo Yoma, oppure... Si chiese la ragazza. Per qualche ragione, Olivia sospettava che Andrea non l'avrebbe presa bene, nel caso in cui fosse stata privata del piacere di uccidere il demone. Tuttavia, era anche vero che in quel momento era lei ad avere la migliore opportunità per eliminare l'avversario. Che fare, dunque? Lasciare che se ne occupasse Andrea, o farlo personalmente? Decisioni, decisioni... "Ah, dannazione! Spero tanto di non dovermene pentire!" Sbottò, pensando a voce alta, prima di entrare in azione. Olivia rilasciò (finalmente!) una parte del suo yoki. Non molto, solo quello che bastò ad annullare gli effetti del farmaco e a mutare il colore dei suoi occhi da argento ad oro. Poi, scattò con l'intento di portarsi il più rapidamente possibile sul lato sinistro del tavolo, superando Andrea. A quel punto, con la spada della compagna che teneva stretta nella mano destra, avrebbe cercato di tagliare gli artigli dello Yoma così da "liberare" l'energumena, che aveva due dei suddetti artigli conficcati nella spalla destra. Se ci fosse riuscita, avrebbe lasciato cadere la spada della compagna sul tavolo, così che scivolasse per effetto dell'inclinazione verso la sua legittima proprietaria (la quale quindi avrebbe potuto impugnarla), mentre lei sarebbe corsa a piazzarsi davanti alla porta in fondo alla stanza, così da tagliare la via di fuga allo Yoma. Olivia aveva dunque deciso di lasciare l'eliminazione del mostro nelle mani... cioè, nella mano, di Andrea. Sperando di non doversi pentire di questa sua scelta. Citazione:Stato Fisico: Illesa. Occhi dorati.
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