[In Missione] Scheda di Nake (Narball88)

[Narball88]

 Nome: Nake
Anni: 17
Altezza: 1,68 mt
Peso: 67 kg
Arto Dominante: Destro
Tipologia: Difesa

Uniforme: 

Citazione:Veste: Vesti standard da novizia priva di maniche e pantaloni tagliati molto corti.

Schiena: Standard.

Spalle: Standard. Spallacci metallici doppi saldati in un unico monoblocco.

Petto: Standard.

Braccia: Standard. Bracciali che coprono l'intero avambraccio lasciando polsi e mani liberi.

Vita: La gonna è costituita da quattro placche. La prima a triangolo copre la parte frontale dove risiedono le zone intime e il basso ventre, l'altra di egual forma copre il fondo schiena. Le ultime due laterali sembrano quasi dei cosciali un pò più lunghi e coprenti degli altri agganciati alla cintura e alle cosche nella parte inferiore con fibbie di cuoio e stoffa fissati accuratamente a finchè concedano una buona mobilità alla guerriera senza "fronzoli metallici" che vadano a "sbattacchiare" provocando rumori inutili.

Gambe: stivali standard. Unici accorgimenti... un sottile ma resistente strato di cuoio tra le zone di sfregamento delle piastre metalliche e una suola standard ma con rivettati sul fondo di calpestamento diversi strati di cuoio per silenziarne il passo.

Profilo fisico: 
Per la sua età presenta un corpo segnato da una muscolatura elastica e dal passo leggero. Capelli lunghi fino all'altezza delle scapole lasciati selvaggi e puliti. 


Profilo Psicologico: 
Ne umana ne Yoma o entrambe le cose insieme. Il fatto che una Claymore per metà sia umana e per l'altra uno Yoma crea di per se la separazione limite che c'è tra la psiche diabolica e la coscienza della guerriera. Per Nake in verità il lato "umano" delle persone lo trova ripugnante come quello degli Yoma. Negli anni passati nella foresta con Rodo si è convinta che gli "uomini" fossero delle creature fin troppo egoiste ed emotivamente instabili. In cuor suo col tempo ha iniziato ad odiarli. Tale sentimento nacque quando si rese conto coi propri occhi di quante atrocità siano in grado di compiere gli esseri umani che prendono delle giovani e le rinchiudendole in gabbie trasformandole in mostri o Yoma che fossero. Non faceva distinzioni tra gli uomini in nero e gli abitanti del proprio villaggio. Per lei erano tutti uguali... Nei confronti di se stessa Nake si ritiene una "metà bestia", riconoscendo l'altra sua metà come Yoma. In natura la Bestia più forte sopravvive contro la più debole ed è questa verità che le ha permesso di comprendere che doveva a tutti i costi "resistere dall'essere sbranata dallo Yoma". Questa sua verità non l'ha mai esternata per ovvi motivi. L'unica cosa che le rasserenava il cuore era vedere la sua fedele aquila continuare a volteggiare lontano dal campo di addestramento in attesa di rincontrare la propria compagna. Durante la missione di prova per ottenere il rango di guerriera graduata, Nake manifesta una totale indifferenza nei confronti degli umani. Infatti ha sempre osservato gli umani con lo stesso distacco col quale può vedere qualsiasi altra creatura animale vivente, indifferentemente da ciò che gli potesse accadere. La guerriera ha imparato che in natura il più forte e il più scaltro sopravvive e che ognuno è fautore del proprio destino. Durante la missione svolta con la compagna Diana, Nake si rese presto conto di trovarsi con le mani legate. Mentre durante la prima missione di prova ha potuto scegliere di ignorare gli umani per via del fatto che la sua missione prevedesse solo una perlustrazione, stavolta si è ritrovata faccia a faccia con una ragazzina per la quale si è dovuta assicurare la sua sopravvivenza per non rischiare una condanna a morte. Questo ha generato in Nake un conflitto interiore. Lei che non ama immischiarsi nelle vite degli altri (ancor meno degli umani), si è ritrovata costretta a dover consegnare all'organizzazione la ragazzina, cambiandone probabilmente il destino radicalmente.

Back Ground:
Nake era una bambina vissuta a Doga. Una notte la madre tardò a tornare per ora di cena così la giovane decise di raggiungerla a casa della vicina dove era spessa recarvisi. Quando aprì l’uscio della casa vide la madre in ginocchio sul pavimento mentre divorava le interiora di quella povera donna. Rimase lì paralizzata dalla paura senza riuscire a muovere un muscolo. Ci pensarono dei passanti a trascinare via Nake dando l’allarme mentre tenevano bloccate porte e finestre per evitare di far uscire quella bestia da li dentro. Riuscirono a sigillare la casa per poi darle fuoco. La madre morì così… urlando arsa viva. Vi fu una riunione tra gli anziani e il cacciatore (marito della donna uccisa) per capire quale sarebbe stata la sorte della figlia dello Yoma. Gli anziani arrivarono alla conclusione che la bambina poteva essere un pericolo per il villaggio se si fosse rivelata anche lei una Yoma come la madre. Così presero la decisione di segregare la piccola all'interno di una casa sfollata senza permetterle di uscire portandogli regolarmente i pasti fino a quando non si sarebbero accertati della verità. Il marito della donna prese a male la decisione degli anziani ritenendo che Nake come la madre fosse uno Yoma perché sangue del suo sangue. Per quell'uomo ricolmo di rabbia quella bambina doveva essere uccisa per il bene di tutti. Nake visse rinchiusa in quella casa piangendo per la perdita della madre e per la solitudine. Mentre viveva rintanata nel silenzio per non sentirsi sola posava spesso il suo orecchio ad una parete della casa che dava all'esterno. Il solo sentire i passi dei passanti e le loro voci le alleggeriva appena il senso di solitudine e tristezza che provava sperando che un giorno gli abitanti l’avrebbero lasciata tornare a vivere con loro. Ma le sue speranze si spezzarono quando sentii le voci di alcuni compaesani darsi contro per decidere a chi spettasse andare a portare da mangiare a quello Yoma. Yoma… Senti talmente tante volte farsi chiamare con quel nome che la bambina si convinse di esserlo veramente provocando in lei un forte crollo emotivo ed esistenziale.  La quarta notte un uomo incappucciato armato di balestra e spada aprì la porta della casa. La bambina spaventata si rannicchio in un angolo mentre si palesò il volto del cacciatore (marito della donna) che ricolmo di ira e disprezzo vibrò verso di lei un colpo di spada che si fermo all'altezza del suo collo. 
“Ora mi prenderò la tua vita mostro.”
 La bambina nella disperazione afferrò con una mano la lama ferendosi gravemente mentre sgusciò sotto le gambe dell’uomo iniziando poi a correre fuori dalla casa. Urlava grondando sangue, mentre l’uomo coperto dal mantello la inseguiva senza sosta spingendola verso la foresta. Gli abitanti non ebbero il coraggio di proferir parola o fermarlo. La bambina continuò a correre inseguita dall'uomo schivando cespugli, arbusti e piante e quando non ebbe più forze cadde al suolo ormai inerme tra le lacrime mentre urlava chiedendo a sua madre di salvarla. L’uomo alzò la balestra carica verso la piccola quando da dietro i cespugli si sentii un forte ululato e dopo poco un branco di lupi iniziò a muoversi verso i due malcapitati. L’uomo decise a quel punto di cambiare il suo obbiettivo mirando il lupo che ritenne fosse il capobranco ferendolo. I lupi si scagliarono contro l’uomo mentre una voce echeggiò nel bosco. 
“Questo branco non accetta che degli estranei caccino nel loro territorio. Vi siete spinti oltre i confini di caccia permesso a voi umani.” 
Il cacciatore fu sventrato e divorato dai lupi. Quando ebbero finito il capobranco si avvicinò al copro della piccola. La annusò per un po’ per poi voltarsi e andarsene. La voce si palesò dai cespugli come un uomo particolarmente alto e grosso di costituzione ricoperto da delle pesanti pellicce e una testa dorso a coprire la parte superiore del suo viso. Si avvicinò alla piccola per poi posargli due dita all’altezza del collo. Il battito del suo cuore era così debole che pareva ormai morta. 
“I lupi diffidano dal mangiare le carcasse di animali morti…  Se la lascio qui quella donna non mi perdonerebbe mai…” 
Fasciò la mano della piccola per poi sollevarla e sparire con lei addentrandosi sempre più in profondità nella foresta. Quando la bambina si riprese l’uomo la stava scaldando di fianco a un fuoco, coprendola con pellicce, medicando la ferita alla mano. La nutrii con della minestra di tuberi rassicurandola che quando si sarebbe ripresa l’avrebbe portata fuori dalla foresta per farla ricongiungere al suo branco. A quelle prole Nake rispose che lei era un mostro.. uno Yoma… e che nessun villaggio l’avrebbe mai potuta accogliere. L’uomo guardò fisso negli occhi la piccola e dopo qualche istante di perplessità disse.
“Uno Yoma dici..? Credo che ti sbagli su questo… Sul fatto che tu sia un mostro non posso saperlo. Posso dirti però che una volta ho conosciuto un vero mostro… era una giovane ragazza proprio come te… Non era ne umana e ne Yoma… Ed era la creatura più bella e problematica che abbia mai conosciuto…”
 Si sollevo e riempì una seconda volta il piatto. 
“Sforzati a mangiare un’altro po’… Resterai qui a riposare tutto il tempo necessario e quando sarai tornata in forze ci incammineremo per trovarti una nuova famiglia con cui vivere. Questi boschi non sono adatti ad una bambina”.
Finito di mangiare la giovane chiese all'uomo come si chiamava. Si presentò come Rodo, l’ultimo guardaboschi rimasto in quelle terre. Dopo qualche giorno di convalescenza Nake si alzò dal letto per esplorare il posto in cui si trovava. Si rese conto ben presto che si trovava in una casa ricavata da una piccola grotta scavata in una grossa roccia. Aprendo una delle porte interne notò una stanza con all'interno una grossa spada e dei pezzi di armatura posati sotto di essa. Li di fianco una pianta di rose rampicanti che si estendeva lungo tutta la parete fino a raggiungere uno spiraglio aperto sul soffitto da dove penetravano i timidi raggi del mattino. Improvvisamente una mano si posò sulla spalla della giovane dietro di lei. 
“Quella spada e quell'armatura appartenevano alla ragazza che ti dicevo ieri… la raccolsi da terra moribonda proprio come feci con te. Si considerava un mostro… era forte e molto determinata... purtroppo però l’avversaria a cui puntava era al di là delle sue possibilità e questo è tutto ciò che resta di lei ora dopo che mi ha lasciato…”
La bambina restò in silenzio avvicinandosi alla spada. Era lucida e riportava uno strano simbolo inciso sulla parte alta della lama. L’uomo infine aggiunse:
“Tra gli umani vi si nascondono i veri mostri. Uomini che giudicano le persone più deboli ed indifese per poi perseguitarle rovinandole la vita… Uomini come quel cacciatore che l'altra notte è finito sbranato dai lupi. Questa ragazza era perseguitata da persone come quelle… ed è morta per servirle fedelmente… Ora vieni con me… ho un piccolo favore da chiederti…”
La bambina confusa dalle parole appena pronunciate da Rodo lo seguì. L’uomo raccolse dal pavimento una piccola scatola di legno con all'interno una piccola aquila con un ala fasciata.
“Ora devo andare a caccia. Bada tu a questa piccola mentre sono via. Dentro la dispensa troverai della carne ancora fresca, sminuzzala in piccoli pezzi e imboccala… presto si sveglierà e sarà affamata...”
Nake obbedì entusiasta, la piccola aquila era veramente graziosa e le due in poco tempo fecero la loro conoscenza. Il giorno successivo partirono in viaggio. L’uomo porto la giovane ai confini della foresta costeggiando i villaggi vicini nel cercarle una nuova casa ma le voci su Nake fecero rapidamente il giro dei paesi e nessuno voleva correre il rischio di prendersela in custodia. Cosi Rodo non potè far altro che tenerla con se. L'uomo negli anni successivi insegnò a Nake tutto ciò che doveva sapere per sopravvivere in quelle terre. Quali erano i terreni di caccia più sicuri e quali da evitare perché battuti spesso dai lupi. Le insegnò a cacciare e a muoversi silenziosamente tra i boschi facendo perdere le proprie tracce ed imparando allo stesso tempo a riconoscere le tracce lasciate dal passaggio di umani e animali. La bambina in due anni crebbe molto insieme alla sua inseparabile aquila che accudiva come se fosse sua sorella. La foresta ormai era la sua casa. Un giorno però un grosso numero di yoma si introdusse all'interno della foresta trovando Rodo e Nake completamente impreparati. I lupi però non tardarono ad arrivare pronti a difendere il proprio territorio di caccia mentre Rodo ordinò a Nake di prendere con se la spada e scappare fuori dalla foresta. La Bambina prese la claymore e corse via in cerca di aiuto. Quando arrivò al confine della foresta trovò un uomo in nero accompagnato da una giovane donna con occhi e capelli d’argento. La giovane riconoscendo la spada della guerriera le mostrò quella di Rodo supplicando i due di andare a salvarlo. L’uomo in nero riconobbe subito la spada per poi rivolgersi alla giovane acconsentendo alla sua richiesta...
Quando arrivarono sul posto però era già troppo tardi. Gli Yoma avevano appena finito di uccidere l’ultimo lupo e Rodo era disteso al suolo ormai privo di vita e sventrato. La bambina non riuscì a trattenere le lacrime coprendosi il volto dalla disperazione mentre la Claymore abilmente sconfisse senza troppa difficoltà gli Yoma rimasti. L’uomo portò con se la bambina mentre l’aquila non smetteva mai di seguirla dal celo. Dopo quel giorno Nake venne trasformata in una mezza yoma degli occhi d’argento preparandosi in vista della prova per diventare una guerriera Claymore. 

[Ufizu]

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[Narball88]

Capitolo 1: Dove osano le aquile


Era appena iniziato il giorno quando un accolito di nome Peter si presentò nella cella di Nake. Gettandola giù dal letto fini per stroncare uno dei soliti incubi che la guerriera era abituata a fare da che era diventata mezza demone... un paio di occhi gialli e profondi di cui ignorava l'appartenenza e un verso talmente acuto da farle gelare il sangue. Una volta svegliata l'accolito ordinò alla giovane di seguirlo con Blanca, la sua amata sorella e compagna di caccia. La giovane senza obbiettare percorse i corridoi che portavano all'esterno fino a raggiungere i cancelli di Staph dove incontrò un uomo che scoprì solo alla fine trattasi di Duran. L'uomo prese a parlare spiegando alla novizia che si sarebbe dovuta recare presso una montagna da lui indicata e verificare se vi era o meno uno Yoma che assaliva i viaggiatori incauti. Così Duran decise di affidare a Nake quest'incarico di perlustrazione promettendole in cambio una buona parola ai vertici alti dell'organizzazione per farla graduare. Nake afferrò una claymore affilata consegnatagli da Peter per poi incamminarsi tra l sabbie del deserto con Blanca lasciata volare libera in direzione del loro obbiettivo. Il viaggio stava procedendo tranquillo fino a quando la novizia non notò una carovana percorrere la sua stessa strada. La carovana si fermò ad osservare l'aquila di Nake e non ci volle molto che un bambino riusci a notare la guerriera nascosta dietro una roccia intenta a sistemare il suo equipaggiamento. Il bambino prese a parlare così velocemente ed insistentemente che la guerriera rimase stordita qualche istante, incredula di esser riuscita a far svanire ogni possibilità di potersi allontanare senza esser scoperta. Poco dopo sopraggiunse anche la madre del bambino che notata la guerriera la salutò con tono amichevole minimamente intimorita dalla presenza della strega. Nake insospettita verificò che la donna e il bambino non fossero degli Yoma per poi congedarsi alla richiesta di unirsi a loro per il viaggio facendo infine perdere le sue tracce. Da quel momento Nake riprese a viaggiare in solitaria portando Blanca sulla spalla. Stavolta mantenendo distanze molto più ampie tra lei e i carri giunse infine ai piedi della montagna senza esser vista. All'arrivo Blanca sembrava visibilmente impaurita, come se vi fosse un reale pericolo ad aspettarle su quella parete rocciosa. La novizia dopo aver tranquillizzato la sua compagna iniziò a studiare la zona alla ricerca di quello che poteva essere il miglior punto da dove sferrare un imboscata alla carovana. Ipotizzo infatti che se vi fosse stato uno Yoma tra le montagne probabilmente avrebbe optato per un punto come quello. Così la guerriera cercò un secondo punto con una buona visuale verso la prima postazione ma con una scarsa visuale verso la strada che avrebbero percorso gli umani sicura che un potenziale Yoma l'avrebbe scartata per ovvi motivi. Nonostante il percorso fosse ottimale dal punto di vista delle coperture sfruttabili, la roccia pareva friabile e in alcuni tratti poco stabile. Una volta prese tutte le precauzioni del caso Nake decise di scalarla comunque riuscendo infine a scovare lo Yoma senza che quest'ultimo potesse scoprirla. Senza indugiare oltre la novizia percorse la strada di ritorno lasciando gli umani al loro destino. Dopo una breve fermata in un oasi Nake varco di ritorno i cancelli di Staph alla ricerca di Duran per fargli rapporto. Giunta al suo cospetto trovò l'uomo intento a leggere un grosso libro e dopo che Duran diede il suo benestare la ragazza non perse tempo a raccontare in maniera sintetica quanto accaduto durante il suo viaggio. Alle parole della giovane l'uomo annui gravemente per poi limitarsi semplicemente a congedarla dopo averle comunicato che aveva adempiuto a quanto richiesto. La guerriera tornò nella sua cella dove pote infine riposarsi dopo una giornata passata nel mondo esterno per il quale provava sempre un forte senso di nostalgia.

[Narball88]

Capitolo 2: Morte dall'alto


Non era sorto ancora il sole quando la N°45 fu destata dal suo giaciglio da un accolito. Le disposizioni stavolta erano che si sarebbe dovuta recare ai cancelli di Staph ed aspettare l'arrivo di qualcuno. Dopo non molto lo sguardo di Nake avrebbe intravisto arrivare dal deserto un'altra mezza demone che successivamente si sarebbe presentata col nome di Diana, N°38. Le due fecero la loro conoscenza e dopo una lunga attesa soggiunse un uomo in nero. L'uomo si presentava con abiti scuri e un'aura che sembra quasi emanare oscurità. Si presentò come Duncan e non perse tempo nello spiegare quale sarebbe stato il loro incarico. Stavolta Nake, avrebbe dovuto accompagnare Diana nel luogo dove aveva avvistato lo Yoma per stanarlo e ucciderlo, lo stesso Yoma che Nake decise di lasciare in vita nella missione di perlustrazione precedente. Come prova della buona riuscita della missione avrebbero dovuto portare la testa dello Yoma recisa dal suo corpo. Le due guerriere partirono insieme a Blanca, l'aquila di Nake, facendo una leggera deviazione sul tragitto. La neograduata infatti porto la compagna all'interno di un oasi con una pozza d'acqua fresca e della scarna ma rigogliosa vegetazione. Nake con la sua Claymore scelse una grossa palma per poi abbatterla a colpi di spada dal quale legno ne ricavò tre lance che legò con dei laccetti di stoffa al proprio porta spade. Quando i preparativi furono ultimati le due ripresero la marcia e finalmente raggiunsero il passo tra le montagne dove si sarebbe dovuto trovare il loro obbiettivo. Blanca, che sovrastava il celo per avvistare potenziali pericoli, proseguì oltre portando le guerriere a notare una carovana distrutta, la stessa carovana che Nake, nella missione precedente avrebbe lasciato in balia del proprio destino. Nonostante le due guerriere avessero concordato un piano d'azione che prevedeva di attirare lo Yoma spacciandosi per degli umani (camuffandosi con degli abiti che avrebbero trovato tra i cadaveri), le due seguirono quello che gli dettava il proprio istinto, finendo per separarsi. Diana dopo uno scatto rapido raggiunse la carovana per cercare indizi tra i cadaveri e i resti dei carri, mentre Nake, preoccupata che lo Yoma  potesse aver visto la compagna decise di scalare il costone di roccia che l'avrebbe condotta al punto dove presumeva che lo Yoma avesse attaccato, sperando di intercettarlo prima di una possibile fuga. Ma lo Yoma non sarebbe stato là. Scalando la montagna invece Nake e Blanca trovarono un lembo di stoffa e una bambola, sicuramente appartenute ad un bambina, probabilmente trascinata in volo verso'alato. Continuando la scalata avrebbe trovato l'ingresso di una galleria. A piedi scalzi iniziò a perlustrare accuratamente il tortuoso tunnel illuminato appena fiocamente dalla luce del sole che filtrava da qualche parte tra la roccia. Dopo diversi minuti di camminata, Nake avrebbe intravisto un ampio spazio scavato nella roccia.
Al centro di questa grotta naturale notò una bambina accovacciata su di una roccia, mentre la sua percezione dello Yoki riuscì a captare la presenza dello Yoma seppur non lo avesse visto. La bambina davanti a le si mosse dando conferma alla guerriera che fosse ancora viva. Nake tornò indietro sperando che Diana avesse deciso di scalare il costone di roccia che l'avrebbe condotta all'ingresso della galleria. La guerriera attese sulla montagna l'arrivo della compagna che si presento successivamente con un paio di tuniche, una per lei (che portava già addosso) e una per Nake che non perse tempo ad indossare. Guidato Diana sul posto, le due decisero di provare ad attirare lo Yoma all'interno della galleria, prelevando come esca l'umana, che per qualche strano motivo, lo Yoma la stava tenendo in vita. Il piano infatti prevedeva che una delle due, (in questo caso Diana), con un rapido scatto prelevasse l'umana per poi portarla all'interno della galleria mentre Nake sarebbe rimasta nascosta dietro un angolo per poi fuoriuscire solo quando lo Yoma le sarebbe passato davanti per chiuderlo tra le due guerriere  a tenaglia, senza più poter volare. Ma il piano andò storto e la bambina preoccupata che lo Yoma potesse uccidere Diana emise un urlo che desto lo Yoma, che dall'alto piombo sulla mezzodemone trascinandosela in volo. Nake fuoriuscita dalla galleria vide Diana in pericolo e provo ad attirare lo Yoma a se provando a portargli via la giovane da sotto il naso. Ma si accorse solo all'ultimo che l'umana era incatenata alla roccia. Lo Yoma si avventò anche su Nake sfruttando Diana come scudo, ma la sua picchiata in volo terminò quando diana riusci a liberarsi parzialmente dalla presa dello Yoma e mentre Nake riusci a perforagli un ala con un una della sue lance rendendogli difficile il controllo in volo. Nake e Diana si difesero alla meglio e alla fine lo Yoma fu abbattuto con Diana purtroppo ferita ad una spalla. Mentre Diana avrebbe passato il tempo a guarirsi la ferita Nake sarebbe scesa tra i carri e avrebbe recuperato del cibo e dell'acqua per la giovane, disidratata ed affamata per poi discutere con la compagna su cosa farne della bambina. Le regole di Staph sono severe nei confronti delle proprie mezzedemoni e qual'ora la bambina appena salvata fosse morta a causa di una loro negligenza, la responsabilità sarebbe potuta cadere su di loro, con una conseguente probabile condanna a morte. Seppur vi era il rischio che la giovane venisse sottoposta ai trattamenti dell'organizzazione si decise comunque che sarebbe stato meglio per loro portare il cucciolo di umano a Staph.  Nake prese la spada per liberare la giovane dalle catene dandole un ultimo monito prima di intraprendere il viaggio del ritorno. All'arrivo le due guerriere trovarono Duncan insieme ad un accolito ad aspettarle. Fatto rapporto e consegnati la testa decapitata del demone e la bambina, le due si salutarono e presero strade diverse. Nake andò a riposare nella sua cella mentre meditava sulle parole di Duncan. Il giorno dopo infatti sarebbe partita con Blanca presso una nuova terra, lontano dalla gabbia che l'aveva tenuta rinchiusa per tutto quel tempo.