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QUEST Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
21-03-2013, 07:48 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-02-2014 03:31 PM da Kelsier.)
Messaggio: #1
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Occhi di Gatto
E' questo il nome del trio compatto

La giornata si prospetta come sempre fin troppo serena a Staph. Divina e Lune si trovano dinnanzi a un muro sul quale spicca solo una porta, nera come l'inchiostro. Nemmeno il tempo di lasciare l'arena che sono state entrambe convocate per una missione, a quanto hanno capito in coppia... ma hanno capito male. Dopo un'accesa discussione con Duran, a cui hanno potuto assistere, Peter le ha portate lì, ma ha detto loro di aspettare. E finalmente ora torna, e al suo fianco c'è un'altra guerriera. Lune la conosce bene: è Camillah, la sua compagna usuale di missione. L'accolito non vuole correre rischi e fa tutte le presentazioni, come al solito di malavoglia:
Camillah, Lune e Divina. Lune e Divina, Camillah.
Accentua la "h" di Camillah come se facesse fatica a pronunciarla, ma non da loro il tempo di riflettere su quel particolare prima di ficcarle a forza nella porta nera, che subito dopo sbatte furiosamente alle loro spalle. Le tre si ritrovano in un corridoio dalle pareti nere a cui sono appesi numerosi quadri alternati a torce che spandono una flebile luce, appena sufficiente a mostrare il percorso che devono seguire. L'atmosfera è abbastanza inquietante, ma infine giungono a una seconda porta nera, identica alla prima. Apertala, si trovano in una sala quadrata con le pareti - prevedibilmente nere - ricoperte di scaffali stracolmi di libri, con un uomo in nero arrampicato su uno di essi. Sopra agli scaffali, altri quadri, e uno in particolare davanti a loro, che occupa l'intera parete di fondo: il ritratto di un uomo che indossa abiti raffinati, con una folta barba e lunghi capelli neri e una benda nera che copre entrambi gli occhi. Siede su una poltrona, e abbassando lo sguardo le guerriere possono notare la stessa poltrona, su cui siede lo stesso uomo, anche se decisamente invecchiato. L'uomo in nero che avevano notato prima scende dallo scaffale e si avvicina.
Bentrovate, signorine. Maestro Ufizu ha un compito speciale per voi tre.
Detto questo cede la parola all'anziano, che si schiarisce la voce prima di parlare con tono grave:

Com di gatto son li occhi di coloro
che quatte quatte striscian nelle porte
e agli uomini sottraggono il tesoro

che tengon per più caro: dan la morte
rapide e letali e poi svaniscono
portando via con sé preziose sporte.

Nel sangue e nell'or costor s'immergono
felici son della loro vita assai
e 'l nero timore non conoscono

non temon certo di passar dei guai
ma fra non molto costrette saranno
ad affrontare chi non han visto mai.

Avran da queste grandissimo danno
o quantomen è ciò ch'io desidero
e cesseranno di portar malanno

a tutti gli uomini, al mondo intero.
Se non paura avete di costoro
vorrei ch'il disio mio sia fatto vero.

Terminata la poesia, il vecchio tace. E' nuovamente l'altro uomo in nero, Duran, ad avvicinarsi.
La vostra destinazione sono le Terre del Centro. C'è una città piuttosto ricca in quella zona, si chiama Nerkus. Non è lontana da Rabona, dovreste sapere dove si trova. E' quella la città del nostro committente. Andate là e chiedete informazioni. Sappiamo che ci sono delle strane ladre dalla lettera che abbiamo ricevuto, ma purtroppo non ci è stato detto altro.
Trattiene un moto di stizza e le congeda. Le tre tornano indietro attraverso la Galleria e possono a questo punto partire per la loro nuova missione, non prima che Peter abbia assegnato il comando, come era lecito aspettarsi, a Divina.

Turnazione
Hankegami
Majin
clayfax
Hankegami
Majin
clayfax
Master


Citazione:Descrivete l'incontro con gli uomini in nero e l'inizio del viaggio nel primo post, il resto del viaggio nel secondo. Ve ne do due in modo che possiate eventualmente parlare tra di voi, se ve ne serve un terzo chiedete pure via MP.
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24-03-2013, 12:45 AM
Messaggio: #2
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:"parlato"
pensato




Non fu divertente uscire dall'arena con la prospettiva di riposarsi e leggere il libro, e ritrovarsi convocata per una nuova missione, no davvero; certo, quella battaglia tra galli tra i due uomini in nero era stata anche vagamente divertente, ma dover seguirne uno per poi aspettare come uno stoccafisso davanti a una porta nera non le garbava affatto.
Alzò lo sguardo, guardando Lune: la numero Quattordici era dovuta venire con lei, ignorava perché: verosimilmente c'erano due lavori da fare; quello, oppure avrebbero dovuto compiere insieme una missione soltanto. Una prospettiva che non la entusiasmava: lei era più forte di Lune, si sarebbe bastata da sé.
Anche se - andava detto - l'altra Guerriera aveva giustappoco dimostrato di non essere poi malaccio.

... A mio confronto, vero. Ma ciò è bastante?

Era un cruccio, non poter comprendere davvero le differenze tra Serena, lei, gli Yoma, i Divoratori e... quegli esseri. Qualunque cosa fossero.
E Lune si era dimostrata una buona compagna d'allenamento, ma un cattivo metro di paragone.

Simplice sarìa, si trovassi alcuna a metà tra me e la meta mia...

Eppure, lei era notoriamente la miglione della propria Generazione. E, che sapesse, l'unica al di fuori di tale schema era la sola Serena.
Desolante.
Il rumore di passi e sempre più vicini le fece distogliere lo sguardo da Lune, e volgerlo verso la fonte: vide così avvicinarsi l'uomo in nero di prima, e con lui c'era... una Guerriera coi lunghi capelli biondi, per un qualche motivo tirati indietro solo sulla fronte. Un'altra.
Osservandola dal basso verso l'alto - come per tutte, ormai neanche ci faceva più caso -, Divina si chiese se non la stavano putacaso caricando di zavorre: se già Lune era peggiore di lei, e solo Serena le stava davanti... mica si sarebbe dovuta portare dietro una ancora più deboluccia?
Si chiese se non fosse possibile, per le regole dell'Organizzazione, semplicemente fregarsene delle altre; non ne era certa... quindi, temeva di dover rinunciare: doveva tenersi buoni gli uomini in nero, almeno finché non le avessero dato ciò che voleva.
Restando in tema di tizi nerovestiti, quello giunto con la nuova arrivata fece due rapide presentazioni, identificando Frangetta Tirata come Camillah. Anzi, Camillah.
Divina si chiese se non fosse il modo giusto di pronunciare il nome.
Non che gliene interessasse, comunque, e ad ogni modo l'accolito le spinse a quel punto oltre la porta nera, rinchiudendosela poi alle spalle; lì si scoprì esserci una vera e propria galleria fiocamente illuminata e colma di quadri, che la numero Tredici addocchiò con sufficienza mentre s'incamminava: se piacevano tanto i colori bastava andare fuori, all'aria aperta. Lei non aveva certe cose: il suo mondo era una stanza spoglia e un libro, e fuori c'era solo la chiave per far cantare i tizi in nero. Un gran brutto mondo, da cui un tempo era addirittura fuggita.
Non lo capiva proprio, quel deturpare il rilassante grigiore della pietra con quelle robe. O il nero, in quel caso.
In tema di nero, alla fine raggiunsero un'altra porta nera - e lì Divina per qualche istante temette di doversi fare un'altra galleria -, oltre la quale le tre Guerriere furono catapultate in una stanza dello stesso, monocromatico colore.
Ecco, far tutto di nero non era male.
Se non ci fossero stati i quadri... ancora.
Espirò, e dopo aver liquidato le tele - dei libri, un uomo arrampicato, un tizio cieco su una poltrona che occupata tutta una parete - il suo sguardo cadde su un vecchio cieco su una poltrona. Ebbe come una sensazione di già visto.
Non poté pensarci su, però: il quadro del tizio tra i libri prese a quel punto a parlare - ehi, ma allora non era un quadro! E i libri? I libri? -, ma Divina, accortasi appunto dei libri, dopo un istante non gli diede più ascolto.

Libri... e son vertà! Chi sa che vi è, fra tanti, quel che scrisse ispirato Aldiger, fonte de' tesori miei?

Le fu difficile, in quel frangente, recuperare il senso dell'equilibrio: quando il vecchio sulla poltrona aprì bocca, infatti, la piggola Guerriera fu divisa per l'adorazione per i libri e l'istintivo potere ipnotico che una poesia - una qualsiasi poesia - godeva sulle sue orecchie. Le ci volle quindi qualche istante - e qualche verso - perché la numero Tredici riuscisse a concentrarsi sull'anziano in poltrona.

Occidono... e dan de' ruberie? Saran mostri, ma non de le parti mie!


Insomma, le sembravano delinquesti comuni, mica Yoma: e loro tre dovevano andare fin... Nerkus, ha detto il tipo che stava appollaiato giusto adesso? Nerkus, per dei rubagalline con coltello?
Ne fu davvero scocciata, alla prospettiva.

Almen non sarà tal d'altre il peso... Ma nol pagherà mia forza lo reso!

Cioè, se da un lato dei semplici umani non erano certo un problema per Lune e quella Camillah, lei da questa storia ci avrebbe racimolato meno che dal duello con la numero Quattordici, in termini di miglioramento come Guerriera.
No, non le piaceva affatto. Ma non poteva nemmeno disobbedire.

Como si potessimo ferir l'umani... M'abbisogno lor lingue e non mani!

Mani e lingue degli uomini in nero, chiaramente.
Con la forte prospettiva del tempo perso davanti agli occhi, Divina ricevette l'incarico di Capitano senza alcun entusiasmo - quando non molto tempo addietro ne era stata felice! -, e prima d'andarsene dimostrò spontaneamente di non essere stata indifferente al poetare del vecchio, a cui disse:

"Crisostoma lingua e ner nearco
mi par tu tenga quanto può bastare.
Ma andrò, como un rapace falco,

uno spariver, qual Capitan di nave
cui le vele l'alato vento gonfia
fin dove commissioni noi di fare.

Ma tu, che quivi attendi la trionfia,
mena labor almen intellettuale
su chi co' vergato ingegno soffia."

Che si leggesse Aldiger, insomma, visto che gli piacevano i libri: tra i racconti avrebbe visto quanto fosse cretino dare la caccia ai banditi con loro.
Come se non avesse fatto una cosa insolita per lei - poetare in libertà, lei che preferiva rimanere zitta! -, senza aggiungere altro si voltò e indicò con l'indice sinistro a Lune e Camillah la porta: indendeva raggiungerla, aprirla e via fino a uscire all'esterno, andarsene da Staph e iniziare il loro viaggio.
Verso Nerkos, vicino a Rabona, verso Ovest.
Ci sarebbe voluto un pò.


Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Illesa
Stato Psicologico: Stizzita, pure se incuriosita da Ufizu
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)

___________

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
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24-03-2013, 11:44 AM
Messaggio: #3
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:Narrato.
«Parlato»
Pensato.

Non fu contenta di quell'improvvisa convocazione: sicuramente si trattava della prossima missione. La ragazza avrebbe preferito continuare ad allenarsi nell'uso del suo yoki. Mentre si recava all'incontro non faceva altro che riflettere su come poteva migliorarsi e meditava sui risultati ottenuti. Nei suoi pensieri ritornavano anche Andrea e Divina, la forza brutale della prima e la semplice ed efficace forma di combattimento agile della seconda, e si chiedeva come avrebbe potuto usare le proprie doti per affrontare nemici al loro pari.

[INDENT]Una vera battaglia è differente da un allenamento. Si parla di meno, si usano le proprie capacità per uccidere, non soltanto per colpire... e ci sono in ballo numerosi fattori psicologici e fisici come la paura o la stanchezza... però in entrambe queste battaglie ho compreso qualcosa di più sulla natura delle mie forze e su cosa devo fare per sopravvivere. Non posso basare tutte le mie strategie sugli inganni. Per vincere bisogna essere forti, non soltanto astute o coraggiose.[/INDENT]

Seguì l'incontro con la piccola Divina e la sua solita compagna - amica - Camillah. A suo agio con la seconda, un po' meno per la presenza della prima - l'ultima volta che una guerriera si era aggiunta al duo era stato un disastro -, Lune scrollò le spalle e salutò le guerriere e l'uomo in nero con un saluto formale, sapendo che avrebbero avuto maggior tempo per i convenevoli dopo il briefing della missione.

Percorsa una lunga e insolitamente scura galleria, decorata in un modo che Lune considerava stravagante, raggiunsero infine la stanza di Ufizu. Era la prima volta che lo vedeva e ne provò una certa soggezione. Come aveva ben compreso si trattava proprio di un incarico... anche se proposto con una poesia. Era forse quella la lettera ricevuta dall'Organizzazione? E il compito era di sgominare una banda di ladre e assassine - sembrava il senso di quel riferimento al sangue -? Un compito insolito per donne di Staph. Dato che Divina si divertiva a poetare, Lune abbozzò qualcosa per spirito di partecipazione:

[INDENT]«Pronta a obbedire e lieta di servire, ma un dubbio lesto viene in quanto ladre umane son nemiche alquanto strane ...»[/INDENT]

Scrollò le spalle.

[INDENT]«Se è vero che il nemico è proprio ciò che dico, mi chiedo cosa fare e se spada potrò usare...»[/INDENT]

Infine, stanca di giocare a fare il poeta, soggiunse e concluse:

[INDENT]«Chiedo perdono per la mia riflessione; al momento buono troverò la soluzione.»[/INDENT]

Senza farlo apposta aveva tirato fuori un'altra rima. Bene. Si voltò verso Camillah e le rivolse uno sguardo indecifrabile, per poi seguire il dito di Divina e prendere la porta. Ma non senza prima aver rivolto a Ufizu un formalissimo e ossequioso inchino.


Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato fisico: Ottimale.
Stato psicologico: Distratta. Dubbiosa.
25-03-2013, 11:31 PM
Messaggio: #4
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Legenda:
Narrato Pensato "Parlato"


Una nuova missione stava finalmente per partire. Camillah era stata svegliata bruscamente mentre si stava riposando in tranquillità da qualcuno che, senza darle troppo tempo per sistemarsi e senza darle troppe motivazioni, l'aveva trascinata fin in quella stanza dove si era unita alle altre due guerriere di turno. Insomma, Camillah non era molto lucida in quel momento e, visto che era stata buttata giù dal letto, era anche un pò seccata. Le sarebbe passato.

Il vedere nuovamente Lune la tranquillizzò in qualche modo. Erano passati un pò di giorni e, stranamente, aveva voglia di vederla. Le fece un bel sorriso a mo di saluto. Anche i suoi occhi d'argento pareva sorridessero. Esordì verso di lei con un saluto solare.
Successivamente si accorse anche di un altra presenza. Chi era quell'altra guerriera lì? Non l'aveva mai vista prima e, forse, il suo stupore tradì i suoi pensieri. Fece finta di nulla e anche se l'altra non le aveva rivolto nemmeno un parola di saluto lei decise di essere un pò più gioviale.
"Piacere di conoscerti. Sono Camillah!"
Si costrinse a sorridere.

In verità era un pò turbata da quella nuova ragazza. E a dirla tutta non le piacevano i suoi ciuffetti sulla fronte. Ma chi era lei per giudicare? Avrebbe avuto modo di conoscerla meglio, volente o nolente che fosse.

Peter non le lasciò ulteriore tempo per riflettere quando le "invitò gentilmente" a proseguire in un'altra stanza. Prima dovettero attraversare un corridoio piuttosto inquietante se non fosse stato per qualche bel quadro che c'era qua e là. Le torce segnavano il cammino da seguire e passo dopo passo raggiunsero la loro destinazione in silenzio: erano in una piccola biblioteca tappezzata di libri e lì ebbero il piacere di vedere Ufiziu. Camillah lo aveva già incontrato ma non aveva avuto modo di parlar troppo con lui. Un cenno di saluto e attese, come tutte le altre, che fosse lui a far la prima mossa. Fu allora che notò anche l'altro uomo in nero, quando quest'ultimo scese dagli scaffali e si avvicinò. Poi l'attenzione fu catalizzata tutta per l'anziano con la benda sugli occhi.

Quando ebbe finito di recitare la sua poesie, Camillah ne rimase affascinata quanto allibita. Perché mai doveva parlar a quel modo? Sinceramente lei aveva capito ben poco di quello che l'altro aveva detto. Forse era colpa di quell'intontimento che si sentiva addosso. Avrebbe voluto tempestarlo di domande quando intervenne l'altro uomo in nero.
Ora qualcosa era diventato più chiaro.
Avevano un obiettivo.. e ancora una volta bisognava indagare. Sbuffò. Lei sapeva che non era il suo forte, ma, meno male che poteva contare su di Lune. Era proprio lei la più brava tra le due. Si consolò.

Perché dovevano aver a che fare con delle ladre? E ladre di che cosa poi..? Delle guerriere come loro non credeva potessero essere scomodate per questo. Probabilmente c'era dell'altro. E loro avrebbero fatto luce su questo. La cosa iniziava ad intrigarla. La sua concentrazione salì.

In un momento furono scaraventate fuori, senza ma e senza chiarimenti. Dovevano arrangiarsi.
Camillah si avvicinò a Lune e con un altro sorriso le disse
"Certo che sei molto creativa anche tu oggi!"
Voleva essere un complimento ed il suo tono era cortese e gioviale.
"Come stai? E' da un pò che non ci si vedeva. Ne deduco che tu ti sia allenata tanto."
Non era mai stata così aperta con lei, come in questo momento, ma ci teneva a parlare un pò con la sua amica.
"Ti sei chiesta di che tipo di ladre si tratti? Trovo strano che ci abbiano chiesto aiuto. Sicuramente ci deve essere dell'altro. E credo anche non sarà una passeggiata, se han deciso di mandarci in tre.."

Quest'ultima parte fece in modo che anche l'altra guerriera la sentisse e, se avesse voluto, avrebbe potuto dir la sua. Cosa avrebbe fatto?

Yoki Utilizzato: 0%.
Stato Fisico: Ottimale. Leggermente intontita dal sonno.
Stato Psicologico: Felice di ritrovare l'amica. Turbata da Divina ma eccitata per la nuova missione.
Abilità Utilizzate: Percezione dello yoki.
27-03-2013, 01:26 AM
Messaggio: #5
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:"parlato"
pensato




Le torce, gli antri, gli ampi scaloni, poi il Sole vivo e il calor di lui, e infin fuori di Staph le fu dolce navigare nel desertico mare.
Divina camminò assente per non poco tempo, ma non certo perchè preoccupata per la missione: il vecchio cieco era stato chiaro sui contenuti, e non le serviva ricordare - anche quello, dopo tanti anni -, come il denaro potesse comprare tutto, anche la felicità o i permessi.
A ripensarci, era un ricordo umiliante quello dell'uomo in nero che consentiva un lieve sconto per l'abbattimento dello Yoma - no, non era uno Yoma, nient'affatto, ma per la gente del suo villaggio sì - per lasciare a lei e Claire il loro libro.
Denaro dato o preso per divertimento, o forse pietà.
Tanto più facilmente, per fare lavori che nessuno voleva fare, o non ne era capace pur essendo pieno di denaro, lo stesso denaro che a casa sua era prezioso e centellinato con cura, come scorte per l'inverno.
No, Divina non se ne stava muta per la missione.
Ma perché Lune e Camillah - Camillah? Sì, Camillah - stavano parlando, o forse solo la seconda parlava alla prima. Ad ogni modo, lei chiedeva silenzio per essere ascoltata... e lo stava attendendo.
Alla fine, ad un certo punto s'inserì in una pausa nel discorso, e senza neanche voltarsi mormorò:

"Sette e sette, poi tredici
e dodici sillabe furon
quante filasti, Quattordici.

Rime li soli metri non son
per poetare in bòna fatta:
senza sillabar pari sciocca.

Sette e nove 'l metro atta,
e undici pur ben vi tocca...
Ma un sol metro tutto braccia."

L'aveva davvero indispettita, quel poetare - se tanto si poteva dire - di Lune giù dal vecchio: finché si usava un registro o un dato vocabolario, ancora ancora... ma steccare il metro, non glielo poteva permettere!
Al discorso di Camillah, invece, non trovò necessario metterci bocca: si era già fatta la sua idea sulla natura di quella missione.


Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Illesa
Stato Psicologico: Stizzita, ma sostanzialmente tranquilla
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___________

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
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28-03-2013, 03:47 PM
Messaggio: #6
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:Narrato.
«Parlato»
Pensato.

Camillah era molto vivace e aperta, a Lune non dispiacque, anche se non riuscì a contraccambiare alcun tipo di entusiasmo. La presenza di Divina la metteva a disagio. Rispose invece con un po' di titubanza:

[INDENT]«Sì, è stato un allenamento duro e molto intenso. Spero di potertene mostrare i frutti.»[/INDENT]

Non subito, chiaramente. Forse nel corso della missione? Stava per aggiungere qualcosa quando, in un momento di silenzio generale, si sentì nuovamente chiamata in causa. Lune ci mise un bel po' a capire di cosa stesse parlando Divina - il cui modo di parlare non facilitava una comprensione immediata.

[INDENT]«Ti ringrazio per i consigli, qualora decidessi di riprovarci cercherei di metterli in pratica.»[/INDENT]

Ringraziamenti poco sentiti, ma comunque tali. E poi, riportando la propria attenzione su un'osservazione dell'amica, completò spiegando la propria idea sulle informazioni ricevute:

[INDENT]«Sono convinta che non siano semplici ladre, visti i riferimenti al sangue presenti nella poesia recitata dal maestro. La quale potrebbe benissimo essere la lettera ricevuta dall'Organizzazione, anzi, do per scontato che lo sia. Mi sembra una provocazione... già mi sembra assurdo che delle ladre lascino delle lettere... sono certa che si tratti di una sfida... o perlomeno della parte di un piano più complesso. Se fossero delle semplici ladruncole perché cercare l'aiuto di Staph? Ogni città ha una guardia cittadina, sappiamo anche che nelle Terre del Centro - e in prossimità della città santa - la manodopera non manca.»[/INDENT]

Sospirò. Non solo per le incognite di quella missione e per le osservazioni mosse anche dalla compagna.

[INDENT]«Divina, dato che sei il capo della nostra squadra sarebbe meglio se tu evitassi di parlare in quel modo... cioè... come fai sempre... senza contare le rime e senza usare parole difficili. E' bello starti a sentire, ogni tuo discorso sembra una ghirlanda di fiori variopinti, ma spero che qualora servisse dare un comando tu sia in grado di trasmettercelo in modo efficace e immediatamente comprensibile.»[/INDENT]

Ammise, con tutta la diplomazia di cui si sentiva capace, di mal sopportare quel modo di fare. All'inizio pensava fosse un vezzo, un modo per farsi notare, ma poi aveva intuito che poetare e rimare erano un'abitudine della piccola guerriera, abitudine che poteva essere un fastidioso ostacolo alla reciproca comprensione. Lune non si spiegava con quale criterio avessero scelto lei come caposquadra. Numero? Esperienza maggiore? Ma un capo non doveva essere in grado come prima cosa di farsi capire? Ma gli ordini erano ordini e lei non si sarebbe mai opposta all'Organizzazione.

Questi dubbi e preoccupazioni cercò di trasmetterli alle sue compagne, portandoseli nella testa per buona parte del viaggio.

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28-03-2013, 10:20 PM
Messaggio: #7
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Legenda:
Narrato
Pensato "Parlato"

Camillah era contenta di sapere che anche la sua amica la pensasse come lei, però, come al solito, riusciva ad allargare i suoi semplici ragionamenti raccogliendo e quadrando molte più informazioni. Camillah non aggiunse più nulla. Anche perché , a dire il vero, non aveva più molto da raccontare. Ascoltò il discorso tra la compagna e Divina senza intervenire e appoggiava pienamente l'intervento di Lune sulla comunicazione di squadra. Era essenziale. Era però irritata dal modo di fare della terza guerriera, ma doveva conviverci per almeno tutta la durata di quella missione.


Certo che poteva anche essere un pò più socievole la ragazza. Speriamo che cambi un pò atteggiamento col passare del tempo.

Da dove si trovava le lanciò un'occhiataccia per poi riprendere a guardare il sentiero che stava seguendo immersa nei suoi pensieri.
[/FONT]
La missione avrebbe presentato sicuramente delle insidie.. ma lei e le sue compagne sarebbero riuscite a superarle? Ne sarebbero state all'altezza anche questa volta? L'ultimo allenamento che aveva fatto era stato contro Rudelia e per la prima volta era stata messa in difficoltà. La sua velocità non era stata sufficiente per superare la forza avversaria. Allora era un semplice allenamento ma questa volta non giocava più in casa e nessun nemico si sarebbe fermato nel colpirla. Non si poteva più scherzare. Come si poteva fare ad ottenere sempre più agilità nei movimenti e velocità? Questo era un punto fondamentale per Camillah. Doveva imparare ad allenarlo. Doveva imparare a gestirlo al meglio. A migliorarlo e rafforzarlo.

[FONT=Verdana]In quanto alla missione presto avrebbe scoperto tutto e a suo tempo avrebbe capito cosa dovevano fare. Sperava in cuor suo di riuscire anche a portarlo a termine per non deludere l'organizzazione, le compagne ma soprattutto per non deludere se stessa. Poi, come al solito al primo posto, in caso di difficoltà, doveva proteggere le compagne e, nonostante Divina non le andase a genio, era pur sempre una compagna ed in quanto tale era suo compito difenderla. Sempre se ne avesse avuto davvero bisogno.


Risollevò lo sguardo guardandosi intorno e togliendosi i capelli dall'orecchio destro. Guardò poi Lune e , come al solito, le sorrise socchiudendo anche gli occhi:

Le compagne sono la mia famiglia.. e non lascerò che qualcuno me le porti via.. te lo prometto.

Ora Camillah si era risvegliata completamente ed era pronta ad affrontare quell'incarico. Al meglio.


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30-03-2013, 11:38 PM
Messaggio: #8
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Il viaggio non fu breve e diede occasione alle tre di scambiarsi più di una battuta. In realtà, a parte il fatto che Divina fu tanto gentile da far notare a Lune che i suoi versi erano dannatamente spaiati e che il metro usato era piuttosto... "insolito" per usare un eufemismo, e fu ricambiata dalla compagna con la giusta osservazione che se continuava a parlare a tal modo non ci avrebbero capito nulla, furono Camillah e Lune a parlare tra loro per tutto il tempo, da vecchie amiche quali erano. Divina quindi si trovò, malgrado il suo rango, esclusa dalla conversazione. Chissà se le dava fastidio o meno. Quale che fossero i suoi sentimenti al riguardo, giunsero infine tutt'e tre a Nerkus, o meglio, poco fuori dalla città. Poterono notare come essa fosse una tipica cittadina mercantile: mura solide ma basse, con un paio di svogliate guardie a sorvegliare la porta, case alte ed eleganti, con i tetti di tegole e i muri di legno pregiato. La zona dove si trovavano loro, la periferia, era invece fuori dalle mura, costituita principalmente di baracche cadenti e notevolmente puzzolente. E ciò non piaceva per niente alla persona che trovarono sulla loro strada e che riconobbero subito come un abitante dell'area interna: baffetti curati, castani con qualche pelo grigio ben nascosto, occhialetti a pince-nez - che avrebbero potuto ricordare alle tre un certo qualcuno - calati sul naso sottile e capelli impomatati e tirati all'indietro fino a formare una sottile treccina sulla nuca, mostrando così l'ampia fronte. Ma a parte il volto, che a qualcuna come - ad esempio - Divina non era subito evidente, erano i vestiti a parlare del suo livello sociale: vestiti raffinati, di stoffa lavorata da esperti, con complessi disegni e ampie maniche con tasche interne. Fu da una di queste che l'uomo, che aveva smesso di storcere il naso per la puzza solo quando aveva visto arrivare le tre, e solo per passare a una smorfia di disgusto misto a paura, estrasse con un gesto teatrale una pergamena arrotolata, che provvide dunque a svolgere. Si schiarì la voce, facendo notare la sua pancia attraverso i larghi abiti, e prese a declamare a gran voce:
La città mercantile di Nerkus porge il suo benvenuto alle tre guerriere Claymore giunte a liberarla - si spera - dalla maledizione delle ladre assassine. Le invita inoltre ad approvvigionarsi a proprio piacimento, senza temere i costi, a patto che rimangano entro i limiti del buonsenso. Manda infine e mette a disposizione il sottoscritto, Mastro Philip - che sarei io - per qualsiasi incombenza che le signorine guerriere Claymore abbiano il bisogno di sbrigare senza scomodare le loro delicate ma pur sempre forti membra. Per qualsiasi evenienza, prega di rivolgersi a lui - vale a dire a me - o ai suoi sottoposti, e invita a non disturbarsi a domandare "per favore" - anche se sarebbe gradito - ma a limitarsi a impartire ordini recisi. Infine, chiede cortesemente di limitare le indagini il più possibile alla parte diretta e pratica, e quindi evitare interrogatori che creerebbero situazioni imbarazzanti per entrambe le parti in causa. Con i nostri più sentiti auguri di buona riuscita del vostro compito e di buona fortuna per eventuali complicazioni incontrate nello svolgerlo, la Città di Nerkus. E Mastro Philip.
Aveva letto tutto d'un fiato, ma non si era potuto impedire di aggiungere alcuni incisi nelle parti che più gli stavano a cuore. Ripiegò la pergamena, la ripose al suo posto e si esibì in un profondo inchino.
Come avrete capito, mie signore, il mio nome è Mastro Philip. Al vostro servizio.

Turnazione
Hankegami
clayfax
Majin
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01-04-2013, 04:15 PM
Messaggio: #9
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:"parlato"
pensato
*onomatopee*
Rabona si trovava grossomodo a Sudovest delle Terre Centrali - o Terre dell'Ovest, per quanto riguardava l'Organizzazione; ma, quand'era ancora Teresa, si ricordava bene di come parlassero gli adulti del loro mondo -; da Staph, il viaggio fu lungo e monotono, noioso e privo di attrattive. Pensò anche di mettere alla prova le capacità di qualla lì, Camillah - ma ci rinunciò: aveva già inquadrato la natura della missione, e non aveva bisogno di sapere se affidarsi o meno alle abilità dell'altra - era superfluo. Inoltre, gli uomini in nero le avevano già assicurato che non vi fosse alcuna Guerriera pari a lei, nella sua Generazione.
Lasciò quindi che Lune e Camillah facessero comunella - si conoscevano da tempo, era chiaro -, riservandosi di chiudersi nella stizza per dover dar la caccia a delle criminali comuni (col rischio pure di non poterle uccidere, perdipiù!), e... nella serenità di ripetere i versi di Aldiger, ovviamente.

O sodalizio eletto a la gran messa
ne la Città Santa, ove si loda
tanto Dio senza che la voglia cessa,

se per Sua Grazia laggiù vi si trova
nel far salire a Lui la consessa,
'cciò dopo morte 'l peccato prescriva,

ponete mente a l'affezione immensa
di chi con voi non è nel sacro coro
perché pel mondo va, ma a voi pensa.1

Avrebbe fatto bene ad andarci, a Rabona, ora che ci pensava: non aveva mai conosciuto il Dio di Aldiger, dopotutto; certo, era diventato quasi un amico, a leggerlo tra quelle pagine, ma ora che si rendeva conto che quel mondo era reale, e quindi un Dio esisteva davvero - forse: in realtà, a casa sua erano più note divinità come le Dee Gemelle, come testimoniavano i nomi suo e di Claire -.
Un giorno o l'altro, sperò di poterla visitare, comunque: tanto, regole o non regole, dubitava che gli Yoma ci prestassero attenzione... Sempre che Dio non vegliasse davvero sulla città.
Un pensiero curioso.
Rabona la videro all'orizzonte verso la fine del loro viaggio, una cinta muraria oltre la quale si vedevano quasi solamente le torri campanarie: un pò deludente, dal di fuori.
Fu solo una volta che si lasciarono Rabona, che raggiunsero infine Nerkus.
La cittadina si rivelò una realtà mercantile protetta da basse mura e circondata da catapecchie forse - congetturò Divina - dei contadini che coltivavano le campagne locali; la piccola Guerriera, cresciuta addirittura ai margini d'un modesto villaggio del Nord, riuscì comunque ad accorgersi che un tizio agghindato che se ne stava con un bavero sul naso nel bel mezzo della strada per la porta cittadina non faceva parte di quel quadro sommamente impoverito.
Quando poi il bel tomo in questione cambiò visibilmente espressione nello scorgerle, la numero Tredici capì che doveva essersi appostato là per accoglierle; il comitato di benvenuto, insomma, o comunque il loro interlocutore o forse addirittura il committente.
Non poté non rammentare la raccomandazione di Lune all'inizio del viaggio, allora lasciata cadere senza commentarla: in realtà se ne rendeva benissimo conto pure lei, che la sua parlata era anomala; anzi, aveva fatto scena muta proprio perché si trattava d'una osservazione banale.

... Deberò dattarme a l'uso volgar de' cagionar prosa tosto ch'in rima, benché ciò alzi lo letterato far.

Da bambina lei stessa era capace di parlare fluentemente senza prima pensare alla metrica e alla rima da adottare nel discorso... ma era ormai passato, un passato che non tornava più, morto con sua sorella; contrita, la numero Tredici guidò con l'aria contrita di chi deve le compagne nell'incontrare lo strano tipo... quando costui tirò fuori una pergamena e, srotolatala, ne declamò, beh... l'altisonante contenuto.
Divina ne fu... interdetta: d'accordo, questo Mastro Philip e cert'altra gente di Nerkus voleva e non voleva questo e quello, e vabbé. Ma... pretendevano pure che lei parlasse in prosa, dopo una tal sciorinata verbale che le mancava giusto metrica e rima per entrare ne I Racconti Celestiali?
Ma, anziché contrita, la piccola Guerriera ne fu... sollevata. A proposito, che le aveva raccomandato Lune? Oh, sì...
Lasciando che Mastro Philip arrotolasse la pergamena e si perdesse in inchini e salamecchi, la numero Tredici si volse verso la numero Quattordici, la guardò negli occhi, e...

*GRIN*

Sorrise soddisfatta.

E tu, che sol per subire meni...

Le fu naturale ricordarsi il modo in cui aveva apostrofato Lune in Arena: calzava davvero addosso, a quella peculiare Guerriera.
Ma, toltasi il sassolino di dosso, Divina tornò subito alla sua solita espressione mogia, e tornata ad osservare Mastro Philip, senza più il fardello del far prosaico poetò tranquilla:

"L'alto saluto e l'avvisi savi
grati ci son, ch'abbiam lunge viaggiato.
Terrem conto... ma, pria d'ir per borgavi,

ce parli del crimine efferrato
che in citta ripetuto ha loco,
e 'l cui eco noi ivi ha clamato."



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06-04-2013, 12:04 PM
Messaggio: #10
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Legenda:
Narrato Pensato "Parlato"

Il viaggio era stato piacevole e come al solito la compagnia di Lune era piacevole per Camillah e le infondeva il buon'umore in qualche modo. Per quanto riguardava invece la loro "accompagnatrice" Camillah non aveva fraternizzato con lei, ma neanche lei aveva fatto lo stesso. La guardò ancora una volta ed era ancora là, più avanti di loro: indifferente quasi. La cosa continuava ad infastidirla.

Non ebbe molto tempo per continuare a pensare che ecco Nerkus in lontanaza. Ogni volta che una missione le portava in una nuova città era sempre bello vedere come questa si presentasse ai loro occhi. Tutte le città che avevano visto erano sempre state diverse le une dalle altre, per forme ed aspetto, ma l'unica cosa che le accumunava tutte era l'aspetto commerciale e mercantile: erano tutte uguale da questo punto di vista.

Le case erano in legno e i tetti belli colorati per via delle loro tegole. Le mura di cinta non erano altissime quindi permettevano di scorgere questi particolari. E, come al solito, c'era un gran via vai di persone, ognuno affaccendato nei suoi impegni. Ad accoglierle un uomo le andò in contro con un papiro in mano. Il suo aspetto sconvolse parecchio Camillah, ma cercò di trattenere le smorfie del suo viso cercando di dare l'impressione di essere impassibile. Si limitò ad ascolare cosa l'uomo avesse da dir loro con attenzione.

Camillah rimase basita dal discorso di Mastro Philip. Le faceva proprio una brutta impressione, sia nel modo di vestire e sia nel modo di parlare. Lo trovava appariscente e altezzoso però era anche disponibile e premuroso nei loro confronti e questo doveva bastare.

A questo punto non rimaneva che presentarsi e rigraziare il buon uomo e prima che potesse prender parola Divina fu più rapida di lei. Fece una presentazione un pò strana con quel suo modo complicato di parlare che già Lune le aveva ripreso una volta, ma a quanto pare inutilmente.
Spero che la pianti di parlare a quel modo.
Camillah intervenne subito per "aiutare" la comprensione di quel che Divina aveva appena detto che riteneva non essere di prima comprensione.
"Buon giorno Mastro Philip. Mi presento, io sono Camillah. La ringraziamo per questo suo benvenuto e per l'ospitalità che ci offre. Arriviamo da lontano e siamo pronte ad intraprendere l'incarico che ci avete affidato. Come dice la nostra compagna, saremo impazienti di sapere di più di questa storia per svolgere al meglio le nostre indagini."
Aveva tagliato corto ed era andata subito al punto.


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Stato Psicologico: Sconvolta da Philip come dal modo di parlare di Divina.
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09-04-2013, 11:14 PM
Messaggio: #11
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Citazione:Narrato.
«Parlato»
Pensato.

Il comportamento di Divina la lasciò stizzita, senza darlo a vedere. Non sembrava aver capito nulla del discorso fattole solo poco prima. Pazienza, non poteva farci nulla, doveva sopportare una compagna di squadra nuovamente poco collaborativa. Almeno poteva contare sulla fidata Camillah, la quale ebbe il buon senso di rivolgersi al loro attuale mediatore con parole umanamente comprensibili e socialmente più adatte di un saggio letterario. Lune volle solo soggiungere:

[INDENT]«Chiaramente faremo di tutto per essere discrete. Ora risponda pure alle domande della nostra compagna, prego.»[/INDENT]

Finse un sorriso accondiscendente, perché di sorridere non ne aveva granché desiderio.

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11-04-2013, 09:44 PM
Messaggio: #12
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Mastro Philip per prima cosa abbassò lo sguardo su Divina, dato che la sua "presentazione" - se così si poteva chiamarla - era stata la prima e anche la più peculiare. I suoi occhi si spostarono in seguito sulle altre due, seguendo l'ordine in cui presero la parola. Per la verità, l'occhiata a Camillah espresse al contempo gratitudine - forse perché era l'unica ad essersi degnata di dargli un nome - e irritazione.
Ringrazio per l'esplicazione del poetare della vostra compagna, Madamigella Camillah, per quanto essa non fosse necessaria.
Quella frase diceva tutto. Mastro Philip estese dunque il discorso a tutte e tre, rispondendo alla domanda di... be', di Divina.
Sarei grato di conoscere - se mi è lecito domandarvelo - i nomi anche di voi due graziose pulzelle. Mi seccherebbe alquanto dovermi rivolgere alle vostre persone con un rozzo e quantomai improprio "tu". Passando al responso che mi chiedete: la prima vittima è stata due settimane fa, un anziano e facoltoso cittadino senza parenti stretti. Diciamo che le... tradizioni della città ci hanno spinto a ignorare la cosa, classificandola come evento casuale, tragico certo, ma casuale. Due giorni dopo abbiamo purtroppo dovuto rivedere le nostre considerazioni in merito: un'intera famiglia infatti è stata ritrovata massacrata senza pietà e le loro interiora barbaramente asportate e presumibilmente divorate. Questi efferati crimini si sono ripetuti a intervalli quasi regolari, ogni due giorni, fino a ieri. Il metodo di esecuzione pare rimanere invariato: tutti coloro che si trovavano nella casa al momento del fatto sono ritrovati morti e le loro interiora non sono rintracciabili. I preziosi trasportabili facilmente da un numero di persone che potrebbe essere di tre o forse di quattro erano parimenti assenti all'appello. A mio avviso, c'è una banda di criminali che agisce dopo rapide pianificazioni e sottrae alle famiglie più prospere della città tutto ciò che ha di più prezioso... ecco, c'è un particolare inquietante: sembra che colpiscano sempre quando in casa c'è il maggior numero possibile di individui. Non saprei dire il perché di questa insolita attitudine, tuttavia mi pone dei sospetti....
Philip rimase dunque in silenzio, lasciando che fossero le guerriere a proseguire il discorso.

Turnazione invariata
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13-04-2013, 11:55 PM
Messaggio: #13
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:"parlato"
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Divina si scoprì contrita per il fatto che Lune avesse dimostrato poca o nulla reazione alla sua appagante rivincita su di lei; non che le stesse antipatica Lune - le era indifferente, in realtà -, ma sentiva come il bisogno di rallegrarsi, di divertirsi.
Peccato.
Lo strano tizio - Mastro Philip, ecco - nell'intanto aveva espresso la volontà di sapere il nome suo e di Lune: vabbè, se proprio era curioso...
La numero Tredici si portò allora l'indice sinistro al volto.

"Io son..."

Si bloccò: si rese conto di doverci pensare, per dire il suo nome. Certo, a Staph era per tutti Divina, ma il suo nome natale era un altro; il punto era che, da quando era tornata da quell'orribile esperienza, non aveva mai dovuto presentarsi: c'era stato sempre chi lo faceva con lei.
E, ora che doveva farlo da sé, si scoprì non poi così certa sulla propria identità.

Ch'a dir io ora vado? Caro m'è 'l nom ch'omne tengon per me, ma clari son a me l'atti ch'altro battismo me dan...

Tentennò un poco, creando un intervallo nel tempo chiaro a tutti i presenti, ma alla fine scelse - anzi, non scelse.

"... Io son Teresa, v'è chi ne le terre
d'oriente Divina nomarme preferre."

Ecco, aveva risolto per sé. Che Lune si arrangiasse.
Nell'intanto, Mastro Philip aveva preso a raccontare, e a Divina la storia non piacque fin da subito: prima un vecchio solo - era solo? -, poi un sacco di gente ogni due giorni? Se era così, era palese che fossero ladri: quanti Yoma sarebbero serviti, per doversi sfamare con così tante budella?
Che appunto, capiva ora perché a Staph la missione fosse stata accettata: le budella.
In realtà, la possibilità non le dispiaceva.

Meglio affrontar assai mostri, che star dietro a uman loschi.

Non si faceva illusioni, comunque: era partita con la convinzione di dover perder tempo, e non era un tipo così positivo da disancorarsi così a tale convinzione.
Insomma, meglio accertarsi.

" 'Molti' non son numeri adeguati."

Osservò allora la numero Tredici.

"Ad ogne delitto, quanti fuor morti
tra ricchi, poveri, servi, consorti,
mariti, bimbi, bestie, invitati?"

Se avesse avuto il numero esatto di budella cavate, avrebbe potuto escludere o meno degli Yoma: anche lei lo sapeva, se non altro perché si ricordava le lezioni impartitele da novizia; in effetti, da Guerriera s'era limitata solo a tagliare mostri. Un passato dalla lacrimevole semplicità, a essere oneste.
Preferì non aggiungere altro: se la possibilità che si trattasse di Yoma fosse stata confermata, magari avrebbe potuto andare a vedere la scena dell'ultimo delitto, farsi idee sull'identità dei mostri, cose così; se invece sarebbe apparso sempre più paslese che si trattava di esseri umane... Oh, perdeva voglia di ragionare al solo pensiero!




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Stato Psicologico: Turbata dal dover dire il suo nome, interessata alla possibilità che, dopo tutto, si possa trattare davvero di Yoma
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15-04-2013, 09:28 PM
Messaggio: #14
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Legenda:
Narrato Pensato "Parlato"

Questa faccenda iniziava ad essere interessante. Qualcuno si divertiva a uccidere le persone nelle loro abitazioni per poi "sottrarle" le interiora ed i loro averi. Erano sì delle ladre, ma anche assassine per uccidere barbaramente delle povere persone. Camillah era certamente convinta che si trattasse di Yoma. Chi altri avrebbe potuto depredare così dei poveri cadaveri? Neanche un assassino martorierebbe la sua vittima in questo modo. Quando Philip fece una pausa, Camillah intervenne

"Non solo queste povere persone vengono assassinate e vengono private delle loro interiora, ma i loro averi vengono anche rubati? Ho capito bene?"

Aveva anche una spiegazione per il resto: anche gli Yoma han bisogno di sopravvivere nel mondo quando si cammuffano, questo significa che hanno bisogno anche di denaro. Già che devono uccidere per mangiare, a questo punto, tanto vale che colpiscano i benestanti, di cui possono rubare anche gli averi preziosi.

Camillah guardò Lune, con sguardo di chi si sta chiedendo se anche lei sta pensando la stessa cosa. Ma non proferì parola. Quindi continuò a guardare il loro interlocutore e disse

"La prego di continuare per favore. Vorrei sapere se c'è dell'altro.. Poi, da dove potremmo iniziare le indagini?"

Aveva bisogno di più informazioni, prima di consolidare la sua tesi.


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Stato Psicologico: Incuriosita e quasi convinta della sua ipotesi.
Abilità Utilizzate: Percezione dello yoki.
16-04-2013, 02:32 PM
Messaggio: #15
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:Narrato.
«Parlato»
Pensato.

Lune sorrise.

[INDENT]«Potete sempre darmi del voi. Sarebbe meno improprio e altrettanto meno rozzo.»[/INDENT]

E aggiunse:

[INDENT]«Mastro Philip, in ogni caso non è con me che deve parlare ma con la nostra caposquadra, Teresa la Divina. E' lei a guidarci, sarà lei a fare tutte le domande che riterrà importanti.»[/INDENT]

Rispose allo sguardo di Camillah strizzandole l'occhiolino, come a farle capire che non ce l'aveva con lei, cambiando poi la propria espressione in una faccia torva; fece qualche passo indietro, incrociò le braccia e concluse la sua scenetta con teatrale silenzio. La verità era che bene o male sia Divina che Camillah avevano fatto domande piuttosto intelligenti e per il momento Lune voleva avere qualche risposta, piuttosto che buttare altre domande nel calderone della curiosità. La propria opinione se l'era fatta, ma non aveva informazioni sufficienti per formulare qualcosa di più che qualche ipotesi.

Perché uno yoma avrebbe voluto esporsi in questo modo? Lo scopo di uno yoma è quello di nascondersi, vivere in un mondo sotterraneo di inganni e menzogne. E la lettera? Che senso aveva? A Lune pareva più una trovata per incutere timore, o magari per causare tumulto. O forse era l'opera di qualche esaltato in cerca di fama - sfidare addirittura l'Organizzazione, che dire? - ma ancora non le era chiaro il perché un umano potesse provare interesse nel compiere gesti così efferati. Forse a causa di una congenita e incurabile pazzia?

Lune rifletteva su tutte queste cose ed in effetti preferiva pensare piuttosto che togliere tempo alla conversazione fra le sue due compagne e il loro contatto. Poteva anche approfittarne per fare un po' l'antipatica e saggiare sia il carattere di Divina che la sua intelligenza nel porre le domande, nonché le sue reali doti da caposquadra. Camillah la conosceva bene, ma l'altra...

[INDENT]Lune, metteresti mai la tua vita nelle mani di una sconosciuta?[/INDENT]

Certo che no. Specialmente se aveva un carattere così difficile e asociale. Non che Lune fosse una grande amante della cooperazione o delle amichevoli chiacchierate. Ci erano voluti mesi prima di riuscirsi ad aprire con Camillah, la quale era decisamente più aperta, amichevole e solare rispetto alla piccola poetessa; di quest'ultima sarebbe stato difficile avere un'idea superiore a quella di scudo o esca umana, avesse continuato a comportarsi in quel modo fastidioso e provocatorio.


Citazione:Yoki utilizzato: 0%
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17-04-2013, 02:44 PM
Messaggio: #16
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Per prima cosa Mastro Philip sembrò interessarsi alle presentazioni. Piegò il capo di fronte al velato rimprovero di Lune, assentendo poi anche a parole:
Oh, perdonate, madamigella, avete indubbiamente ragione. Vogliate scusare la mia umile persona e il suo efferato errore, dettato da un ragionamento sbagliato: mi chiedevo infatti come avreste potuto capire a chi di voi mi rivolgessi in caso avessi usato tal forma per indicare le vostre eccelse persone. Tuttavia sembra che anche voi abbiate una portavoce, sì? Teresa la Divina, dite? Dunque è con immenso piacere che porgo a voi e alle vostre gentili compagne il mio personale benvenuto. Le buone maniere vanno rispettate anche in tempi bui quali sono questi, nevvero?
Porse una mano paffuta a Divina, o Teresa, o come volesse farsi chiamare: pareva non esserne certa nemmeno lei. Poi tornò ad occuparsi della questione principale:
Dettagli, dite. Numero esatto di morti, giusto? Sono dolente, ma la mia memoria non è più efficiente come usava essere nei bei tempi della mia gioventù. Dovreste permettermi di controllare le mie carte. Se mi faceste il piacere e l'onore di accompagnarmi fino alla mia modesta dimora, potrò fornirvi le informazioni che desiderate. Tuttavia, capisco che le indagini possano rappresentare una urgenza per le vostre rispettabili persone. Se voleste dunque iniziare immediatamente le ricerche, penso che la magione della prima vittima, il povero Mastro Antonio, sarebbe la pietra d'angolo ideale su cui porre le fondamenta della soluzione del mistero. Non avete che da chiedere e vi condurrò personalmente a tale destinazione.
Terminato il discorso l'uomo rimase in attesa di scoprire quale delle due case avrebbero scelto le guerriere.

Turnazione
Hankegami
Majin
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Citazione:Non ho motivo di lasciare la turnazione modificata perciò ritorno a quella originale. Avvertitemi via MP se ciò vi è di fastidio.
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20-04-2013, 10:49 PM
Messaggio: #17
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:"parlato"
pensato

Se, mentre attendeva la risposta di quel tizio, Divina non si degnò di voltarsi nell'ascoltare Camillah - le sue parole bastavano e avanzavano -, ad udire Lune, beh... la piccola Guerriera non poté sbattere le palpebre e voltare lentamente il capo per guardare in faccia la compagna.
Al che... arrossì.

Teresa la... Divina?

Musica, per le sue orecchie: se Serena era "la Splendente", non era forse giusto che lei avesse un attributo altrettanto... adatto?
Ma dovette presto rinunciare a giocare alla fanciullina incantata da frasette romantiche: il tizio, dotato d'orecchie buone a sua volta, improvvisò quanto prima un'altra delle sue tirate su qesto, quello e quell'altro, le quali facevano sembrare alla numero Tredici le sue rime le realtà più naturali del mondo.
Non che non le trovasse tali comunque.
L'uomo, mentre dalle sue guance spariva il rossore e il suo collo tornava dritto, s'esibì infine in un salamecco con tanto di mano tesa, mano che Divina esitò ad accettare.

... E or che mena ista mano a tender? Vòl che como can zampa meni a render?

Nel dubbio, lasciò le mani belle ferme ai fianchi, e attese che il tizio si stancasse e ritirasse l'estremità per dirle quanto voleva.
Ma, neanche a dirlo, non poteva farlo.
Divina per un istante carezzò le vecchie ipotesi complottistiche della Narrazione.

... Ma che vo pensando?!? Certo, ver l'animo mio ei sta frustando...

Ma non era certo un valido motivo per ripescare simili follie superate con tanta difficoltà.
Ingoiata così la frustrazione, la piccola Guerriera s'impose d'entrare nell'ottica di decidere tra le due scelte che l'uomo proponeva loro: andare a casa sua e ottenere le informazioni, o andate in casa della prima vittima.
Non era una decisione difficile, si rese presto conto: che diamine ci andavano a fare nella casa di questo Antonio, se i rapinatori - Yoma o meno che fossero - non c'erano più?!?

Petra 'ngolar, dice... Ma de qual fatta?!? Morto l'om, iti l'omicidi: non vea perché dovrem laggiù ire. Adatta è vieppiù la via per cui 'nformar potea.

Prima capire se erano Yoma o che altro, poi decidere il da farsi.
Non pensò nemmeno di consultare Lune e Camillah: era una conclusione naturale, la sua, la conclusione perlopiù di Teresa la Divina.
Davvero, le piaceva quel nome.
Doveva ricordarsi d'offrire uno Yoma a Lune, alla prima occasione.

"Ce meni allor a le carte sue."

Informazioni, ecco qualcosa di utile.
Che poi - si rese conto subito - ciò significava passare per le vie della città: forse avrebbe fatto meglio a cercare di Percepire eventuali Yoki strada facendo, così magari si sarebbe evitata la rogna di sbrogliare la matassa.
Sì, avrebbe fatto meglio.




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Stato Psicologico: Piacevolmente colpita dal soprannome, fiduciosa in se stessa
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21-04-2013, 03:46 PM
Messaggio: #18
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Citazione:Narrato.
«Parlato»
Pensato.

Analizzò la reazione della compagna e ci vide una risposta positiva. Aveva probabilmente scambiato la sua piccola provocazione per un complimento. Andava tutto a vantaggio della collaborazione di squadra, dopotutto. Sospirò silenziosamente. Rimandò uno sguardo a Camillah, cercando il suo... chissà cosa pensava lei di tutta la situazione.

[INDENT]E' comunque tutto molto sospetto e continuo a pensare che ci siano delle cose che non quadrano. Non mi sembra il comportamento abituale di uno yoma.[/INDENT]

Divina desiderava più informazioni ed effettivamente che senso aveva recarsi su una singola scena del delitto? Tanto valeva ispezionarle tutte. Ma prima serviva una mappatura completa dei luoghi nei quali era avvenuto l'efferato omicidio - o strage, secondo i casi.

[INDENT]«Mastro Philip, mentre ci dirigiamo verso la vostra abitazione vorrei sapere qualcosa di più sulla sorveglianza locale. Immaginando ci siano state già delle indagini, avere i rapporti di chi prima di noi ha già svolto delle ricerche ci farebbe perdere meno tempo. Se possibile convocate il capitano delle guardie, chi per lui, o chiunque abbia svolto le indagini. Ah, per favore, sarebbe così cortese da darci una lista di testimoni, qualcuno che abbia visto o sentito qualcosa di importante?»[/INDENT]

Pronta a contraddire quanto detto pochi istanti prima - preda della propria voluta volubilità - Lune iniziava a mettere da parte i suoi capricci e a ragionare profondamente sui modi per svolgere le indagini, esponendo all'uomo e alle compagne il suo flusso di pensieri e idee.

[INDENT]«E data la vostra grande cultura e indubbia preparazione, sarei lieta di sapere che possedete una mappa della città, o che per lo meno saprete procurarcela. Se quelli che cerchiamo si trovano fra le mura di questo centro abitato devono pur nascondersi da qualche parte e la mia esperienza mi insegna che spesso le fogne sono un ottimo punto di partenza per cercare qualcuno che si nasconde. Perciò anche una mappa del sistema fognario sarebbe utile.»[/INDENT]

Che altro poteva servire?

[INDENT]«Ah, ecco, Mastro Philip, insieme alla mappa della città e del sistema fognario sarebbe utile anche una descrizione del circondario, nel caso chi cerchiamo abbia invece scelto un nascondiglio fuori città. Mi occorre dunque una lista completa di tutte le scene del delitto, da confrontare con gli ingressi al sistema fognario, ai punti dai quali si può accedere alla città o uscire da essa, in modo da fare una ricerca geografica incrociata. Inoltre sarebbe utile sapere quante persone sono entrate e uscite da quando sono iniziati i delitti e se ci sono stati avvistamenti di figure sospette negli ultimi tempi. Potremmo dunque avere anche un piccolo colloquio con le guardie di servizio agli ingressi della città?»[/INDENT]

Mappe della città, testimonianze, scene del delitto... da aggiungersi ai dati sulle vittime di cui parlavano Teresa e Philip. Ecco, tutto questo faceva un ottimo punto di partenza.

[INDENT]«Mastro Philip,» cadenzò ulteriormente il suo nome, "infierendo" con un'ultima richiesta: «può farci avere tutto quello che le ho chiesto, possibilmente mentre ci rechiamo a casa vostra? Così che la nostra caposquadra abbia più informazioni e dati importanti da analizzare per poter decidere la strategia di azione?»[/INDENT]

Aggiunse:

[INDENT]«Immagino che, visto il cerimoniale con cui ci avete accolte, voi siate una persona intelligente e responsabile e che abbiate già preparato ogni cosa prima del nostro arrivo, non è così? Ma se fosse stato sbadato e non ci aveste pensato, sono sicura che potrete spedire qualche corriere a chi di dovere e farci avere tutto entro l'ora di cena? O magari anche prima?»[/INDENT]

Sbirciò verso Teresa con la coda dell'occhio, poi fece un largo, solare e innocente sorriso al loro forbito interlocutore. Verso il quale non provava molta simpatia.

Citazione:Yoki utilizzato: 0%
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22-04-2013, 08:23 PM
Messaggio: #19
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Legenda:
Narrato Pensato "Parlato"

Le semplici parole di Lune furono d'effetto per Camillah. L'idea di cedere il passo -e quindi il comando- ad un'altra guerriera sconosciuta non le piaceva. Come sempre avrebbe voluto essere parte integrante delle decisioni e non voleva essere messa in secondo piano, obbedendo a degli ordini di una guerriera che era riuscita a rendersi antipatica nel giro di poco tempo. Meno male che poi Lune le fece capire con l'occhiolino che ci dovesse essere dell'altro, per quello che aveva detto. Si rassicurò e quindi decise di soprassedere.

Per il momento c'era solo da ascoltare e mettere insieme le varie tesserine del puzzle, man mano che Mastro Philip le illustrava loro. Ad irritare Camillah ora ci si metteva anche il parlare ricercato di quel personaggio che le stava davanti.

Dopo un pò di chiacchere che continuavano a non dar loro tracce utili da seguire, finalmente la scelta ricadeva tra andare a casa del loro interlocutore e sperare di trovare informazioni più complete sugli avvenimenti -visto che Philip asseriva di aver lì le sue carte- oppure di andare in uno dei luoghi dei misfatti. All'idea di sorbirsi per chissà quanto altro tempo quel personaggio, Camillah optò in maniera drastica per andare direttamente sui luoghi dei vari assassini.

"Vorrei recarmi.."

Ovviamente s'interruppe perché stava vistosamente andando contro il volere espresso delle sue compagne. Se fosse stato solo per Divina avrebbe detto la sua, ma dato che anche Lune era convinta che fosse la cosa più giusta da fare decise di soprassedere e, lievemente riluttante, accettò di buon grado senza aggiungere altro.

Ancora una volta Camillah rimase sbalordita dalle belle idee che aveva la bella compagna per imbastire una buona indagine: poche cose ma intelligentemente legate tra loro. Era chiaro che Lune voleva -doveva- aver tutto sotto controllo. Doveva imparare da lei a metter da parte queste sue scaramucce infantili tra "colleghe" e dedicarsi esclusivamente al bene della missione. Ancora una volta le aveva insegnato qualcosa. A questo punto, che forse aveva riordinato i suoi pensieri, poteva dedicarsi al suo dovere, ma

"Se poi fosse possibile, mi piacerebbe, poi recarmi anche sul luogo del misfatto.. desiderei vedere con i miei occhi"

Chiese con cortesia. Non voleva in alcun modo mettere in discussione la decisione della maggioranza. Però disse la sua comunque.


Yoki Utilizzato: 0%.
Stato Fisico: Ottimale.
Stato Psicologico: Incuriosita e in lieve disaccordo: avrebbe preferito andare sul luogo dell'assassinio.
Abilità Utilizzate: Percezione dello yoki.
25-04-2013, 12:20 PM
Messaggio: #20
Occhi di Gatto [Hankegami-Majin-clayfax]
Mastro Philip si esibì in un nuovo inchino alla richiesta di Divina, aggiungendo:
Come desiderate.
Detto ciò fece alle tre cenno di seguirlo e si avviò a passo lento e misurato, rispondendo nel frattempo alle domande di Lune man mano che venivano poste:
Oh, naturalmente sono state svolte delle indagini. Che sbadato, avrei dovuto riferirvi immediatamente un'informazione così importante. Perdonate questo povero mercante, non sono abituato a questo genere di affari... tuttavia troverete i rapporti fra i miei documenti, ne sono certo. Mi sono state fornite tutte le carte necessarie. Non sono presenti molte guardie nella nostra umile cittadina, pur tuttavia hanno svolto un'indagine dettagliata, purtroppo senza risultati soddisfacenti. Il comandante dite? Temo sia troppo occupato, ma farò un tentativo di convocare lui o perlomeno uno dei suoi sottoposti. Liste di testimoni... presumo le troverete all'interno dei rapporti. Sono stati redatti con la maggior cura possibile per i dettagli, perciò non dovrebbe mancare nulla.
Fece una pausa attraversando gli ampi e alti cancelli della città vera e propria, un'imponente opera con fregi in argento e oro che introduceva a una via lastricata piuttosto ampia con villette a più piani su entrambi i lati. Una guardia fece loro il saluto militare e Mastro Philip rispose con un rapido inchino.
Eccoci in città... sentitevi libere di ammirare le nostre opere, mie signore. Dicevamo... mappe? Ne troverete indubbiamente. Anzi, vi procurerò personalmente le migliori, senza che voi dobbiate andare a cercarle. E... che contengano anche una descrizione della zona intorno alla città? Sì, penso ce ne siano. Uhm, la lista dei luoghi del delitto dovrebbe essere acclusa ai rapporti. Per sapere chi è entrato o uscito dopo il primo delitto... suppongo che l'unica via sia chiedere alle guardie agli ingressi. Avete visto quella che ci ha accolto in precedenza, farà in modo di ottenere un colloquio con tutte loro. Ci sono tre ingressi alla città, non dovrebbe essere difficile ottenere tre colloqui.
Smise di parlare per ancora qualche tempo, conducendole lungo la strada lastricata e poco trafficata - in maggior parte da persone a piedi, anche se ogni tanto scorgevano una portantina, al che Mastro Philip storceva il naso - e poi in una via secondaria ma comunque molto larga, fino a una delle ville più grandi quasi esattamente al centro di essa.
Eccoci arrivati. Vi farò avere, come mi sono permesso di affermare prima, tutto ciò di cui avete bisogno. Per alcune cose, sono immensamente spiacente, ma dovrete attendere qualche tempo. Se non è per voi di tedio, mentre io procuro di ottenere le ultime cose da voi richieste potreste indugiare nella disamina di quelle che già possiedo. Prego....
Con un ampio gesto della mano le introdusse nella casa, le cui porte furono aperte da due servitori in livree dai colori sgargianti, simili a quelli dell'abito di Mastro Philip. Le condusse attraverso l'ampio atrio, un chiostro con una fontana al centro del giardino, fino a una sala riccamente arredata, ampia, con due rampe di scale ai lati. Salita quella di sinistra furono in un corridoio su cui si aprivano numerose porte. Presero la terza a destra e si trovarono in quello che sembrava uno studio, ampio e con addirittura tre scrivanie, tutte stracolme di carte.
Come richiesto, ecco a voi le mie carte... perdonate il disordine, non è stato semplice organizzare l'intera collezione di documenti nel poco tempo che mi è stato concesso. Prego, siete libere di esaminare le carte come preferite. La mia umile persona nel frattempo si recherà a procurare per voi ciò che avete richiesto, sperando che non abbiate bisogno di lei. Spero che riusciate senza problemi a destreggiarvi tra questi rapporti... in caso contrario, chiamate pure uno dei miei sottoposti, sarà lieto di fornirvi tutto l'aiuto necessario.
Con questo, Mastro Philip cominciò ad andarsene. I documenti sulle scrivanie erano, per la verità, in ordine accettabile, ma c'era da dire che erano veramente tanti. Dividersi le scrivanie o consultarle una per volta? A loro la decisione. E se avevano altro da chiedere a Mastro Philip, avrebbero dovuto farlo ora o fra chissà quanto.

Turnazione
Majin
clayfax
Hankegami


Citazione:Primo turno a Majin perché è stata Lune a chiedere tutto.
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