Ultimi film visti

[Claire83]

Ci sono film che valgono tutta una stagione cinematografica e che vale la pena di recensire. La teoria del tutto è uno di questi.
Non è la prima volta che vengono prodotti film riguardanti la biografia di fisci, matematici- come ad esempio il meraviglioso e toccante A beautiful Mind, ma questo compete quanto a bellezza con il film sulla vita di Nash.
Non vengono messe in luce la genialità di Hawking, le sue brillanti teorie ed i suoi instancabili studi riguardanti l'universo ed i buchi neri, ma il suo essere uomo.
Be' perchè prima che fisico geniale, è indubbiamente un essere umano.
La storia comincia nel lontano 1963, quando un giovanissimo Stephen Hawking, brillante cosmologo della prestigiosa università di Cambridge, incontra ad una festa una altrettanto giovane studentessa di lettere di cui presto se ne innamorerà.
Ha tutta una vita davanti, la genialità dalla sua parte ed una donna che lo ama.
Non potrebbe desiderare più null'altro, quando però all'improvviso, tutto cambia. In quel grande mistero che si chiama vita, ecco che fa capolino un terribile imprevisto, una malattia neurologica degenerativa che come un fulmine a ciel sereno, lascia ovviamente sconvolto il giovane cosmologo.
La medicina, scienza empirica e sperimentale, dice che quel brutto male gli concederà solo due anni di vita, così pochi a confronto di quelli che erano tutti i suoi progetti e desideri. Il ragazzo, per un momento, vede tutto ciò che ha immaginato sfumargli davanti.
Eppure, dopo un' iniziale fase di apatia, è proprio la ragazza che ha scelto a scuoterlo dal torpore, continuando a stargli accanto ed a spingerlo a proseguire nella realizzazione dei suoi sogni. Sposandolo e dandogli ben tre figli.
Mentre Stephen continua per la sua strada, la malattia comincia progressivamente a fargli perdere l'uso degli arti e questo rende la vita del giovane sempre più complicata.
Trattare di una malattia così devastante ma delicata non è mai così semplice. Una cosa che ho particolarmente apprezzato è che, il regista non ha voluto far muovere il pubblico al pietismo.
Non ha voluto impressionare, non ha insistito particolarmente sulla malattia di Hawking, eccetto che in poche scene, evitando di creare dunque, la solita compassione svendita dei dolori più intimi, che spesso viene strumentalizzata e strausata nei film.
Finalmente un film che, indipendetemente da quanto si possa pensare leggendo le prime righe della trama, inneggia alla vita come non mai ,nonostante si stia vivendo una tragedia.
Forse perchè, il pietismo e le lacrime facili hanno stancato.
Io stimo tantissimo Hawking, come ho d'altronde una stima profonda nei confronti di Nash. L'umiltà e la voglia di vivere di questi grandi uomini geniali, vince su tutto, anche sulla medicina.
A 72 anni, Stephen, è ancora qui, che lotta come un gladiatore giorno dopo giorno in quell'arena che si chiama vita.
Sempre alla ricerca di quella "Teoria del tutto" che dà ragion d'essere all'intera umanità.
Voto? Non ci sono numeri in grado di classificare la straordinaria bellezza di questo film.
La colonna sonora è altrettanto bella. Ne consiglio ASSOLUTAMENTE la visione.